La definizione di cancro va cambiata / The definition of cancer needs to be changed

La definizione di cancro va cambiataThe definition of cancer needs to be changed


Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa



Il National Cancer Institute pubblica un rapporto su Jama: non tutte le lesioni oggi identificate come tumori evolvono. E' importante trovare nuovi nomi per distinguerle.

“La parola cancro evoca lo spettro di un processo inesorabilmente letale. Ma i tumori sono eterogenei e possono seguire molte strade, non tutti progrediscono fino alle metastasi e alla morte, e comprendono condizioni non dolorose, che non incidono sulla aspettativa di vita del paziente. […] L'uso del termine cancro dovrebbe essere circoscritto alle lesioni che hanno una ragionevole probabilità di portare alla morte, se non trattate”.
È con queste frasi che una task force del National Cancer Institute statunitense propone una “rivoluzione semantica”, che mira a un fine molto pratico: mettere un freno all'abuso della parola cancro nelle diagnosi, con tutto il carico emotivo che si porta dietro, e che getta nella disperazione le persone anche quando non vi è un reale pericolo per la loro vita. Utilizzare i termini con maggiore cognizione di causa potrebbe anche aiutare a contrastare un fenomeno sempre più preoccupante: quello della sovra-diagnosi in oncologia.
Il rapporto del NCI. Il rapporto che racchiude queste raccomandazioni è stato pubblicato lo scorso 29 luglio sul Journal of the American Medical Association (Jama) e non a caso si intitola “Overdiagnosis and Overtreatment in Cancer”. Gli autori portano proprio il caso del carcinoma della mammella definito “duttale in situ”: molti medici concordano sul fatto che non si tratta di un tumore, e che dovrebbe avere un'altra definizione che non contenga la parola “carcinoma”. Un cambiamento che potrebbe rassicurare le donne e dissuaderle dal ricorrere a trattamenti non necessari, come la rimozione delle mammelle. Lo stesso discorso, scrivono i ricercatori, vale per altre lesioni della prostata, della tiroide, del polmone. Una delle definizioni proposte è Idle, acronimo di “lesioni indolenti di origine epiteliale”.
Il problema della sovradiagnosi. Il gruppo di esperti si era riunito nel marzo del 2012 per discutere proprio del problema della sovra-diagnosi. La soluzione non è a portata di mano: gli screening si servono di tecnologie sempre più raffinate e identificano le lesioni sempre più precocemente. Il punto è: quali evolveranno verso un tumore maligno e quali, invece, non rappresenteranno mai un pericolo? La risposta – sottolinea il panel di esperti – può arrivare solo da una maggiore conoscenza della biologia di queste lesioni, che permetta di distinguerle e di prevederne l'evoluzione nel tempo. Oggi, una volta che una lesione sospetta viene rivelata, comincia il pesante iter diagnostico che può avere conseguenze fisiche e psicologiche.
Le raccomandazioni. Il rapporto del NCI rappresenta un primo passo verso un cambio di prospettiva: è necessario – si legge –  identificare le strategie per ridurre le sovra-diagnosi e i sovra-trattamenti, mantenendo quelle che stanno dando il maggior contributo alla riduzione della mortalità e delle malattie localmente avanzate. Si parte da una serie di raccomandazioni:
I medici, i pazienti e i cittadini devono essere consapevoli che la sovra-diagnosi è comune e si verifica molto frequentemente durante gli screening.
[E' necessario] cambiare la terminologia del cancro, partendo da nuovi criteri per la classificazione. 
[E' necessario] creare dei registri osservazionali per le lesioni che hanno basse probabilità di diventare maligne.
[E' necessario] mitigare la sovra-diagnosi.
[E' necessario] considerare nuovi modi di studiare la progressione dei tumori: le ricerche future dovrebbero tener conto dell'ambiente in cui si instaurano le condizioni che portano al cancro, per trovare una possibile alternativa alla chirurgia.
ENGLISH
The National Cancer Institute publishes a report on Jama: not all lesions today identified as tumors evolve. It is important to find new names to distinguish them.
"The word cancer evokes the specter of an inexorably lethal process. But tumors are heterogeneous and can follow many pathways, not all progressing to metastases and deaths, and include untoward conditions that do not affect the patient's life expectancy. [...] Use of the term cancer should be limited to injuries that are likely to lead to death if not treated. "
It is with these phrases that a task force of the US National Cancer Institute proposes a "semantic revolution", which aims at a very practical end: to put a stop to the word abuse of cancer in diagnosis, with all the emotional burden behind it, and that put people in despair even when there is no real danger to their lives. Using terms with greater cognition of cause could also help counteract an increasingly worrying phenomenon: over-diagnosis in oncology.
The NCI report. The report enclosing these recommendations was published on July 29 at the Journal of the American Medical Association (JAMA), and it is not by chance "Overdiagnosis and Overtreatment in Cancer". The authors take the case of breast duct called "ductal in situ": many doctors agree that it is not a tumor, and that it should have another definition that does not contain the word "carcinoma". A change that could reassure women and dissuade them from resorting to unnecessary treatments such as breast removal. The same discourse, the researchers write, applies to other prostate, thyroid, and lung lesions. One of the proposed definitions is Idle, an acronym for "indolent lesions of epithelial origin".
The problem of oversight. The expert group met in March 2012 to discuss the problem of over-diagnosis. The solution is not handy: screenings are using increasingly sophisticated technologies and identify lesions more and more quickly. The point is: what will evolve toward a malignant tumor and which, instead, will never represent a danger? The answer - the Expert Panel underlines - can only come from a greater knowledge of the biology of these injuries, which allows them to distinguish them and predict their evolution over time. Today, once a suspected lesion is revealed, the heavy diagnostic iter begins which can have physical and psychological consequences.
The recommendations. The NCI report represents a first step towards a change of perspective: it is necessary - it is said - to identify strategies to reduce over-diagnosis and over-treatment, while maintaining those that are making the major contribution to reducing mortality and disease locally advanced. It starts with a series of recommendations:
Physicians, patients and citizens should be aware that over-diagnosis is common and occurs very frequently during screening.
[It is necessary] to change the terminology of cancer, starting with new criteria for classification.
[It is necessary] to create observational records for injuries that are low in probability of becoming malignant.
[It is necessary] to mitigate over-diagnosis.
[It is necessary] to consider new ways to study tumor progression: Future research should take into account the environment in which cancer conditions arise, to find a possible alternative to surgery.
Da:
https://la.repubblica.it/saluteseno/news/nci-la-definizione-di-cancro-va-cambiata/2537/

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