Hiv: ecco perché alcune persone riescono a controllare l’infezione / HIV: this is why some people manage to control the infection

Hiv: ecco perché alcune persone riescono a controllare l’infezioneHIV: this is why some people manage to control the infection


Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa

Hiv



Vengono definiti elite controller: pazienti che hanno contratto l’infezione, ma riescono a controllarla senza l’aiuto dei farmaci. Per quale motivo?
Gli antiretrovirali hanno cambiato la storia dell’hiv: prima del loro avvento la stragrande maggioranza delle persone infette era destinata inesorabilmente a sviluppare l’Aids, la forma conclamata della malattia, e poi a morire per le sue complicanze. Per una ristretta categoria di pazienti però l’aids non arriva mai: sono i cosiddetti elite controller, persone che per una qualche imprevedibile caratteristica (verosimilmente genetica) sono in grado di sopprimere indefinitamente l’infezione da hiv, senza bisogno di medicinali e senza alcun rischio (per quanto ne sappiamo oggi almeno) di sviluppare la malattia. Una popolazione di pazienti rarissima, che viene studiata da anni perché potrebbe custodire la chiave per sconfiggere definitivamente una delle peggiori epidemie mai affrontate dal genere umano. Ma nonostante investimenti miliardari e tanto, tanto lavoro, ad oggi non si sa ancora come, e perché, il loro sistema immunitario riesca dove tutti gli altri falliscono. Un nuovo studio, appena pubblicato su Science Immunology, aggiunge però un tassello a questo grande sforzo internazionale per individuare, e un giorno sfruttare, le caratteristiche molecolari che permettono all’organismo umano di affrontare l’Hiv.
Vediamo di cosa si tratta.
Elite controllerLa maggioranza delle persone quando contrae l’hiv è destinata a sviluppare l’aids nel giro di pochi anni. Alcune persone, definite dagli esperti long term controller, riescono a controllare l’infezione più a lungo, anche per un decennio, specie se hanno alle prese con una versione particolarmente docile del virus.
Ma anche loro, prima o poi, sono destinati ad ammalarsi se non vengono sottoposti alle moderne terapie farmacologiche. “Per una categoria ancora più ristretta di pazienti le cose sono diverse”, racconta a Wired AdrianoLazzarin, primario U.O. Malattie infettive dell’Ospedale San Raffaele di Milano. “Si tratta dei cosiddetti elite controller, pazienti rarissimi, non più dell’1% del totale, in cui il virus viene tenuto sotto controllo senza alcun bisogno di antiretrovirali”. Come ci riescono? Non è chiaro: come spiega Lazzarin quel che sappiamo è che spesso si tratta di pazienti in cui il virus si replica poco, e che qualche caratteristica del loro sistema immunitario gli consente di mantenere la situazione inalterata, indefinitamente. Si sa che alcuni linfociti T, i CD8, giocano un ruolo nel resistere al virus, perché in questi pazienti sembrano più efficaci nel riconoscere e distruggere le varianti dell’Hiv. Ma a parte questo, sappiamo poco e nulla degli elite controller.
Lo studioÈ qui che entra in gioco la nuova ricerca. Gli autori dello studio, un team di ricercatori dell’Istituto Pasteur di Parigie della Monash University, hanno analizzato i recettori presenti sulla superficie deilinfociti T, o Tcrs (T-cell receptors), provenienti dalle cellule di diversi elite controller: linfociti CD(elementi del sistema immunitario che hanno il compito di eliminare le cellule infettate) e CD4 (o linfociti helper, che orchestrano la risposta immunitaria e rappresentano il bersaglio principale dell’hiv). Di Tcrs ne esistono milioni di versioni in un organismo umano, e trovarne di identici tra individui differenti è estremamente raro. Eppure i ricercatori hanno scoperto diversi recettori assolutamente uguali sulle cellule di tutti gli elite controller. I recettori in questione inoltre sono presenti sulla superficie dei CD4, che negli individui resistenti al virus spesso mostrano una elevata capacità di continuare a funzionare anche una volta infettati dall’Hiv. E c’è di più: questi Tcrs sembrano avere al capacità di reagire tutti alle stesse porzioni di virus (definite epitopi), e sarebbero in grado di riconoscere e legarsi ad alcuni elementi del sistema immunitario definiti HLAs, che dai risultati della ricerca sembrano in grado di conferire a CD8 e CD4 dei pazienti elite controller la capacità di distruggere le cellule infettate dall’hiv.
Una storia di fallimenti“I risultati di questa sono sicuramente interessanti – sottolinea Lazzarin – e se saranno confermati e studiati più a fondo potrebbero certamente rappresentare la base di partenza per sperimentare nuovi approcci terapeutici contro la malattia”. Attualmente, infatti, lo scopo della comunità scientifica è quello di trovare una cura capace di eliminare definitivamente il virus dall’organismo dei pazienti. Gli antiretrovirali (o Art) hanno infatti rivoluzionato la vita dei pazienti, garantendo a quasi tutti la possibilità di cronicizzare l’infezione e non soccombere mai agli effetti dell’aids. Ma si tratta di una soluzione temporanea: sia per la sostenibilità del sistema che per la qualità di vita dei pazienti, sarebbe fondamentale arrivare al più presto a una cura definitiva. Di tentativi se ne fanno, e se ne sono fatti, moltissimi, ma fino ad oggi i risultati sono estremamente deludenti: su 30 milioni di infetti nel mondo – ricorda Lazzarin – solo uno è guarito. Si tratta del famoso paziente di Berlino, un uomo che oggi non presenta più l’infezione in seguito a un trapianto di midollo, che lo ha reso in grado di eliminare definitivamente i reservoir virali dal suo organismo. Ma persino i tentativi di replicare quanto successo fino ad oggi non hanno avuto successo.
“L’eradicazione del virus è uno dei campi in cui si lavora e si investe di più, ma i risultati sono stati fino ad oggi molto deludenti – sottolinea l’esperto – nessuno degli approcci sperimentati ha mai avuto successo. E sicuramente è perché dei diversi elementi che entrano in gioco quando cerchiamo una cura, la nostra risposta immunitaria è ancora l’aspetto di cui conosciamo meno. È per questo che le ricerche sugli elite controller potrebbero fare molto per il progresso delle terapie contro l’Hiv”.
Le prospettive futureIl problema quando si parla di hiv è che si tratta di un virus particolarmente insidioso. I farmaci moderni sono in grado di sconfiggerlo, ma anche nei pazienti che presentano una carica virale ormai non più rilevabile questo continua ad essere presente in piccolissime quantità in alcune aree dell’organismo definite reservoir virali. E una volta interrotta la terapia, il virus torna inevitabilmente a replicarsi. Quello che si cerca di fare quindi è trovare un sistema per snidare il virus dai suoi nascondigli e distruggerlo, una volta per tutte. Ed è qui che la nuova scoperta potrebbe dare i suoi frutti: individuate le caratteristiche che donano ai linfociti degli elite controller la loro capacità di individuare e distruggere il virus, si potrebbe pensare di sviluppare un vaccino terapeutico o una forma di immunoterapia: prelevando CD8 e CD4 dei pazienti, ingegnerizzandoli per potenziarne la capacità di contrastare il virus, e reintroducendoli quindi nel paziente per spazzare via anche gli ultimi residui dell’infezione.
Quante siano le probabilità di riuscita, o quanto tempo servirà, è impossibile stabilirlo. Ma secondo gli esperti si tratta certamente di una possibilità interessante per cercare di terminare una volta per tutte una delle peggiori pandemie conosciute dal genere umano.
ENGLISH
Elite controllers are defined: patients who have contracted the infection, but manage to control it without the help of drugs. For what reason?
Antiretrovirals have changed the history of hiv: before their advent, the vast majority of infected people were inexorably destined to develop AIDS, the full-blown form of the disease, and then to die for its complications. For a small group of patients, however, AIDS never comes: they are the so-called elite controllers, people who by some unpredictable characteristic (probably genetic) are able to indefinitely suppress HIV infection, without the need for medicines and without any risk (as far as we know today at least) to develop the disease. A very rare population of patients, which has been studied for years because it could hold the key to finally defeating one of the worst epidemics ever faced by mankind. But despite billionaire investments and a lot, a lot of work, to date we still do not know how, and why, their immune system succeeds where all the others fail. A new study, just published in Science Immunology, adds a piece to this great international effort to identify, and one day exploit, the molecular characteristics that allow the human organism to face HIV.
Let's see what it is.
Elite controller
Most people when HIV is contracted will develop AIDS within a few years. Some people, defined by the long-term controller experts, manage to control the infection longer, even for a decade, especially if they are struggling with a particularly docile version of the virus.
But even they, sooner or later, are destined to get sick if they are not subjected to modern pharmacological therapies. "For an even more restricted category of patients, things are different", tells Wired AdrianoLazzarin, U.O primary. Infectious diseases of the San Raffaele Hospital in Milan. "These are the so-called elite controllers, very rare patients, no more than 1% of the total, where the virus is kept under control without any need for antiretrovirals". How do they do it? It is not clear: as Lazzarin explains, what we know is that often it is patients in whom the virus replicates little, and that some characteristics of their immune system allow it to maintain the situation unaltered indefinitely. It is known that some T lymphocytes, CD8, play a role in resisting the virus, because in these patients they seem more effective in recognizing and destroying the variants of HIV. But apart from that, we know little and nothing about the elite controllers.
The study
This is where the new research comes into play. The authors of the study, a team of researchers from the Pasteur Institute of Parodies of Monash University, analyzed the receptors present on the surface of the T-cells or Tcrs (T-cell receptors), coming from the cells of different elite controllers: CD8 lymphocytes (elements of the immune system that have the task of eliminating the infected cells) and CD4 (or helper lymphocytes, which orchestrate the immune response and represent the main target of HIV). There are millions of versions of Tcrs in a human organism, and finding identical identities among different individuals is extremely rare. Yet the researchers have discovered several absolutely equal receptors on the cells of all the elite controllers. The receptors in question are also present on the surface of CD4, which in individuals resistant to the virus often show a high capacity to continue functioning even once infected by HIV. And there's more: these Tcrs seem to have the ability to react all to the same portions of viruses (called epitopes), and would be able to recognize and bind to certain elements of the immune system called HLAs, which in the research results seem to able to give CD8 and CD4 patients elite controllers the ability to destroy cells infected by HIV.
A history of bankruptcies
"The results of this are certainly interesting - emphasizes Lazzarin - and if they are confirmed and studied more deeply could certainly represent the starting point for experimenting with new therapeutic approaches against the disease". Actually, in fact, the purpose of the scientific community is to find a cure capable of permanently eliminating the virus from the patient's organism. The antiretrovirals (or Art) have in fact revolutionized the lives of patients, ensuring almost everyone the chance to chronicize the infection and never succumb to the effects of AIDS. But this is a temporary solution: both for the sustainability of the system and for the quality of life of patients, it would be essential to arrive at a definitive cure as soon as possible. Attempts are made, and they are made, very many, but until now the results are extremely disappointing: out of 30 million infected in the world - recalls Lazzarin - only one has recovered. This is the famous patient in Berlin, a man who no longer presents the infection after a bone marrow transplant, which has made him able to permanently eliminate the viral reservoir from his body. But even attempts to replicate what happened to date have not been successful.
"The eradication of the virus is one of the fields where we work and we invest more, but the results have been very disappointing until now - the expert points out - none of the tried and tested approaches has ever been successful. And surely it is because of the different elements that come into play when we look for a cure, our immune response is still the aspect we know less about. That's why research on the elite controllers could do a lot for the progress of treatment against HIV. "
Future prospects
The problem when it comes to hiv is that it is a particularly insidious virus. Modern drugs are able to defeat it, but even in patients who have a viral load now no longer detectable, this continues to be present in very small quantities in some areas of the body called viral reservoirs. And once the therapy is interrupted, the virus inevitably returns to replicate. What we try to do then is to find a way to sniff the virus from its hiding places and destroy it once and for all. And it is here that the new discovery could bear fruit: identified the characteristics that give the lymphocytes of the elite controller their ability to identify and destroy the virus, we could think of developing a therapeutic vaccine or a form of immunotherapy: taking CD8 and CD4 of the patients, engineering them to enhance their ability to fight the virus, and then reintroducing them into the patient to wipe out even the last residual infection.
How many chances are, or how long it will take, it is impossible to establish it. But according to experts it is certainly an interesting possibility to try to end once and for all one of the worst pandemics known to mankind.
Da:
https://www.galileonet.it/2018/06/hiv-perche-persone-riescono-controllare-infezione/?utm_campaign=Newsatme&utm_content=Hiv%3A%2Becco%2Bperché%2Balcune%2Bpersone%2Briescono%2Ba%2Bcontrollare%2Bl%27infezione&utm_medium=news%40me&utm_source=mail%2Balert

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