Una nuova connessione tra intestino e cervello / A new connection between the intestine and the brain.


Una nuova connessione tra intestino e cervello A new connection between the intestine and the brain.

Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa


L'eccesso di sale nella dieta può favorire l'insorgenza di ictus e di disturbi cognitivi attraverso un meccanismo che coinvolge il sistema immunitario ed è indipendente dall'aumento della pressione del sangue.

È ben noto che una dieta a elevato contenuto di sale porta a una pressione del sangue elevata, un fattore di rischio per una serie di problemi di salute, tra cui malattie cardiache e ictus. Ma nel corso dell’ultimo decennio, gli studi sulle popolazioni umane hanno indicato una connessione fra assunzione di sale e ictus indipendente dalla pressione alta e dal rischio di malattie cardiache, suggerendo l’esistenza di un anello mancante tra assunzione di sale e la salute cerebrale.

È interessante notare che c’è una crescente mole di lavori che dimostrano la presenza di un sistema di comunicazione tra intestino e cervello, ora comunemente chiamato asse intestino-cervello. L’alterazione dell’asse intestino-cervello contribuisce a una vasta gamma di malattie, tra cui il morbo di Parkinson e la sindrome dell’intestino irritabile. Di conseguenza, il campo delle ricerche sull’asse intestino-cervello è in rapida crescita ed evoluzione. Cinque anni fa, un paio di studi hanno dimostrato che un’elevata assunzione di sale porta a profondi cambiamenti immunologici nell’intestino, che causano una maggiore vulnerabilità del cervello a problemi autoimmunitari, che si verificano quando il sistema immunitario attacca per errore le cellule e tessuti sani del proprio organismo; e questo ha suggerito che forse è proprio attraverso il segnali immunitari che l’intestino comunica con il cervello.


Ora, una nuova ricerca mostra un'altra connessione: i segnali immunitari inviati dall’intestino possono compromettere i vasi sanguigni del cervello, portando a un deterioramento della salute cerebrale e a un danno cognitivo. Sorprendentemente, la ricerca svela una connessione intestino-cervello non descritta in precedenza e mediata dal sistema immunitario, suggerendo che il sale in eccesso possa avere un impatto negativo sulla salute del cervello negli esseri 
umani attraverso il danneggiamento dei vasi sanguigni del cervello, indipendentemente dal suo effetto sulla pressione sanguigna.

Questa ricerca propone nuovi obiettivi terapeutici per contrastare l’ictus, la seconda causa principale di morte a livello mondiale, e le disfunzioni cognitive. La riduzione dell’assunzione di sale è applicabile alle persone in tutto il mondo, poiché quasi tutti gli adulti consumano troppo sale: in media 9-12 grammi al giorno, circa il doppio del livello massimo di assunzione raccomandato (cinque grammi) dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Sperimentando sui topi, i ricercatori hanno scoperto che le reazioni immunitarie nell’intestino tenue innescano una cascata di risposte chimiche che raggiungono i vasi sanguigni del cervello, riducendo il flusso sanguigno alla corteccia e all’ippocampo, due regioni cerebrali cruciali per apprendimento e memoria. A sua volta, questo ha portato a un declino nei test sulle prestazioni cognitive. La compromissione dell’apprendimento e della memoria è apparsa chiaramente anche in assenza di un aumento della pressione sanguigna; i ricercatori hanno osservato che l’intestino reagisce al sovraccarico di sale inviando segnali immunitari che sono il punto di partenza del deterioramento di tutto il complesso vascolare del cervello, compromettendone così le funzioni cognitive. Anche se questo studio è stato finora condotto solo su animali da laboratorio, gli scienziati ritengono che con tutta probabilità le sue conclusioni valgano anche per le persone.

La riduzione dell’assunzione di sale ha dimostrato di avere effetti benefici per la salute generale, ma i ricercatori volevano sapere se questi effetti si estendono alla cascata di segnalazione da poco identificata che inizia nell’intestino e raggiunge i vasi sanguigni del cervello, influenzando in ultima analisi le funzioni cognitive. Quando i topi sono stati riportati a una dieta normale dopo averne seguita una ad alto contenuto di sale, gli effetti nocivi sulla salute causati dall’eccessiva assunzione di sale sono stati eliminati, e lo stesso è avvenuto con un intervento farmacologico che ha interrotto i segnali immunitari.

Le implicazioni di questa nuova connessione fra intestino e cervello si estendono a diversi disturbi autoimmuni, tra cui sclerosi multipla, artrite reumatoide, psoriasi e malattie infiammatorie intestinali, che hanno dimostrato di attivare la stessa via di segnalazione immunitaria coinvolta in questo studio. Questi disturbi autoimmuni comportano un alto rischio di ictus e sono legati al cattivo funzionamento dei vasi sanguigni nel sistema nervoso. Questa ricerca è anche la dimostrazione che ciò che mangiamo influenza il nostro modo di pensare e che parti del corpo apparentemente isolate possono avere un ruolo vitale nella salute del cervello. Questi risultati motivano lo studio del modo in cui lo stress quotidiano a cui sono sottoposti il nostro sistema digestivo e i nostri vasi sanguigni potrebbe cambiare il cervello e, di conseguenza, come vediamo e sperimentiamo il mondo.



ENGLISH

Excess salt in the diet can promote the onset of stroke and cognitive disorders through a mechanism that involves the immune system and is independent of the increase in blood pressure.

It is well known that a high salt diet leads to elevated blood pressure, a risk factor for a range of health problems, including heart disease and stroke. But over the past decade, studies of human populations have indicated a connection between salt intake and stroke independent of high blood pressure and the risk of heart disease, suggesting the existence of a missing link between salt intake and brain health .

It is interesting to note that there is a growing body of work demonstrating the presence of a system of communication between the intestine and the brain, now commonly called the intestine-brain axis. The alteration of the intestinal-brain axis contributes to a wide range of diseases, including Parkinson's and irritable bowel syndrome. As a result, the field of research on the intestinal-brain axis is rapidly growing and evolving. Five years ago, a couple of studies have shown that high salt intake leads to profound immunological changes in the intestine, causing greater brain vulnerability to autoimmune problems, which occur when the immune system attacks cells by mistake. healthy tissues of one's organism; and this has suggested that perhaps it is precisely through the immune signals that the gut communicates with the brain.

Now, new research shows another connection: the immune signals sent from the intestine can compromise the blood vessels of the brain, leading to a deterioration of brain health and cognitive impairment. Surprisingly, the research unveils a gut-brain connection not previously described and mediated by the immune system, suggesting that excess salt can have a negative impact on brain health in humans

humans through damage to the blood vessels of the brain, regardless of its effect on blood pressure.

This research proposes new therapeutic goals to counteract stroke, the second leading cause of death worldwide, and cognitive dysfunction. The reduction in salt intake is applicable to people all over the world, since almost all adults consume too much salt: on average 9-12 grams a day, about twice the recommended maximum intake level (five grams) by the Organization World Health Organization.

Experimenting with mice, the researchers found that immune reactions in the small intestine trigger a cascade of chemical responses that reach the blood vessels of the brain, reducing blood flow to the cortex and the hippocampus, two crucial brain regions for learning and memory. In turn, this has led to a decline in tests on cognitive performance. The impairment of learning and memory appeared clearly even in the absence of an increase in blood pressure; the researchers have observed that the intestine reacts to salt overload by sending immune signals that are the starting point of the deterioration of the whole vascular complex of the brain, thus compromising its cognitive functions. Although this study has so far been conducted only on laboratory animals, scientists believe that its conclusions are likely to apply to people too.


The reduction in salt intake has been shown to have beneficial effects on overall health, but researchers wanted to know whether these effects extend to the newly identified signaling cascade that starts in the intestine and reaches the blood vessels of the brain, influencing last analysis the cognitive functions. When the mice were brought back to a normal diet after having followed a high salt content, the harmful effects on health caused by excessive salt intake were eliminated, and the same happened with a pharmacological intervention that interrupted the signals immune.

The implications of this new connection between the intestine and brain extend to several autoimmune disorders, including multiple sclerosis, rheumatoid arthritis, psoriasis and inflammatory bowel disease, which have been shown to activate the same immune signaling pathway involved in this study. These autoimmune disorders involve a high risk of stroke and are related to the malfunctioning of blood vessels in the nervous system. This research also demonstrates that what we eat affects our way of thinking and that seemingly isolated parts of the body can play a vital role in brain health. These results motivate the study of the way in which the daily stress to which our digestive system and our blood vessels are subjected could change the brain and, consequently, as we see and experience the world.

Da:

http://www.lescienze.it/news/2018/12/14/news/sale_dieta_intestino_immunitario_danni_vasi_ictus-4225010/?ref=nl-Le-Scienze_21-12-2018

Commenti

Post popolari in questo blog

Paracetamolo, ibuprofene o novalgina: quali le differenze? / acetaminophen, ibuprofen, metamizole : what are the differences?

Diminuire l'ossigeno per aumentare la longevità? / Decrease Oxygen to Boost Longevity?

Sci-Fi Eye: il nostro futuro urbano / Sci-Fi Eye: Our Urban Future