Pesticidi per frutta dietro le morti di bambini in Bangladesh? / Fruit Pesticides Behind Children's Deaths in Bangladesh?
Pesticidi per frutta dietro le morti di bambini in Bangladesh? / Fruit Pesticides Behind Children's Deaths in Bangladesh?
Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa
La morte di molti bambini colpiti da encefalite acuta nel Nord del Bangladesh è stata collegata alla coltivazione dei litchi e all’abuso di pesticidi e insetticidi, tra i quali l’endosulfano, vietato in 80 paesi per la sua tossicità elevatissima.
Nelle aree rurali dell’Asia dedicate alla coltivazione del litchi i casi di encefalite acuta tra i bambini ricorrono con preoccupante ciclicità: il numero di casi esplode ogni anno tra giugno e luglio, in concomitanza con il periodo di raccolta dei frutti, per poi normalizzarsi dopo la stagione dei monsoni. Nel mese di giugno 2012 nell’ospedale di Dinajpur, nell’omonimo distretto del Bangladesh, 14 bambini tra gli uno e i dodici anni di età sono stati ricoverati con la diagnosi di encefalite acuta, che in poche ore si è rivelata fatale per quasi tutti (13) i piccoli pazienti. Un team di scienziati ha condotto una ricerca sul campo, intervistando i familiari delle vittime, visitando i villaggi e gli orti destinati alla coltivazione dei litchi alla ricerca di possibili correlazioni tra coltivazione dei frutti ed le epidemie ricorrenti. Con una ipotesi, argomentata nel loro articolo sull’American Journal of Tropical Medicine and Hygiene: che i picchi di encefalite siano dovuti all’uso nei campi di pesticidi oggi banditi.
In India l’esplosione periodica di casi di encefalite acuta tra la popolazione è stata spesso correlata all’ingestione di una fitotossina presente nei semi e nella polpa dei litchi, che nei bambini malnutriti può determinare ipoglicemia. I membri del team hanno però raccolto diverse prove che punterebbero il dito anche contro sostanze chimiche usate in agricoltura.
Nel Dinajpur, un numero crescente di terre è coltivato a litchi e gli orti spesso circondano le case dei contadini. I ricercatori hanno intervistato le famiglie dei 14 bambini che hanno contratto l’encefalite nel 2012 e, come gruppi di controllo, 56 vicini con bambini nella stessa fascia d’età dei pazienti oltre che altri 56 genitori scelti in modo casuale in un villaggio vicino. Attraverso una serie di domande in lingua bengali, i ricercatori hanno ricostruito i comportamenti dei bambini nei tre giorni precedenti alla prima manifestazione della malattia, e la sequenza di sintomi con i quali questa si è manifestata: generalmente le urla dei bambini nella notte hanno risvegliato i genitori, seguita entro poche ore da perdita di conoscenza, e nell’arco delle successive 20 ore circa dalla morte in 13 bambini su 14. Tutti i bambini coinvolti tranne uno vivevano in abitazioni molto prossime agli orti, a meno di 10 metri di distanza. L’unico che non viveva in prossimità di terre coltivate a litchi aveva però, secondo i genitori, consumato svariati frutti coltivati in quegli orti.
Le interviste hanno portato alla luce numerosi fattori di rischio legate alle abitudini dei contadini e alla coltivazione dei frutti.
Per massimizzare la produzione, non solo gli alberi di litchi vengono costantemente irrorati di pesticidi e fungicidi, ma vitamine, fertilizzanti e ormoni della crescita vengono largamente impiegati per controllare tutte le fasi dello sviluppo della pianta, dalla fioritura alla maturazione dei frutti. I proprietari dei campi consegnano ai contadini tutti i prodotti da utilizzare, spesso privi delle etichette originali, in modo da rendere impossibile l’identificazione delle sostanze.
Le confezioni vuote vengono poi ammassate dai contadini ai margini dei loro orti, o lasciati in un angolo della casa, insieme agli utensili e agli abiti usati nei campi. Nelle confezioni i ricercatori hanno trovato tracce di sostanze oggi non più consentite per l’uso su prodotti agricoli destinati ad uso alimentare, come l’endosulfano, bandito dalle coltivazioni di 80 paesi.
Nel periodo della raccolta inoltre i bambini vengono impiegati come manodopera a basso costo per arrampicarsi sugli alberi più bassi e raccogliere i frutti. Per quanto riguarda le abitudini di consumo, vengono mangiati anche i frutti caduti a terra, senza lavarli e dopo averli sbucciati con i denti. Le fonti di esposizione di bambini a sostanze presenti sulla superficie dei frutti (o ai residui accumulati su abiti, strumenti, terreno) sono quindi molteplici, rendendo più che plausibile le ipotesi dei ricercatori.
Le coltivazioni di litchi sono fonte di sostentamento per le famiglie che vivono in queste regioni, e per questo spesso gli agricoltori, spinti anche dai proprietari, abusano di prodotti chimici per ottenere il massimo raccolto. Solo la sensibilizzazione della popolazione potrebbe limitare il ripetersi di simili tragedie, concludono i ricercatori.
ENGLISH
The deaths of many children affected by acute encephalitis in northern Bangladesh have been linked to the cultivation of litchi and the abuse of pesticides and insecticides, including endosulfan, prohibited in 80 countries for its high toxicity.
In rural areas of Asia dedicated to the cultivation of litchi, acute encephalitis cases among children are of concern with cyclicity: the number of cases explodes every year between June and July, in conjunction with the harvesting period, and then normalize after the Monsoon season. In June 2012, 14 children between one and twelve years of age were hospitalized in Dinajpur Hospital, Bangladesh, in the homonymous district of Bangladesh, with the diagnosis of acute encephalitis, which in a few hours proved to be fatal for almost all ( 13) small patients. A team of scientists conducted field research, interviewing family members of the victims, visiting villages and gardens for cultivating litchi in search of possible correlations between fruit crops and recurrent epidemics. With a hypothesis, argued in their article in the American Journal of Tropical Medicine and Hygiene: The encephalitis peaks are due to use in the fields of pesticides that are now being banned.
In India, the periodic explosion of acute encephalitis cases among the population was often correlated with the ingestion of a phytotoxin present in the lymph seeds and pulp, which in malnourished children may cause hypoglycemia. However, team members have collected several tests that would also punctuate the finger against chemicals used in agriculture.
In Dinajpur, a growing number of lands are cultivated in litchi and the gardens often surround the peasant houses. The researchers interviewed the families of 14 children who contracted encephalitis in 2012 and, as control groups, 56 neighbors with children in the same age group as well as other 56 randomly selected parents in a nearby village. Through a series of questions in Bengali, the researchers rebuilt the behavior of children three days before the first manifestation of the disease, and the sequence of symptoms with which this manifested itself: the screams of children in the night have awakened the Parents, followed within a few hours of loss of knowledge, and within the next 20 hours after death in 13 children out of 14. All the children involved except one lived in homes very close to the gardens, less than 10 meters away. The only one who did not live near litchi cultivated land, however, according to his parents, consumed various fruits cultivated in those gardens.
Interviews have brought to light a number of risk factors related to the farming habits and the cultivation of fruits.
To maximize production, not only litchi trees are constantly sprayed with pesticides and fungicides, but vitamins, fertilizers and growth hormones are widely used to control all stages of plant growth, from blooming to fruit ripening. Field owners hand over peasants all the products to use, often without the original labels, so that substance identification can not be done.
Empty packages are then stacked by peasants on the edge of their gardens, or left in the corner of the house, along with the tools and clothes used in the fields. In the packs, researchers found traces of substances no longer allowed for use on agricultural products for use as endosulfan, banned from crops in 80 countries.
During the harvest period, children are also employed as low-cost labor to climb the lower trees and harvest fruits. As for eating habits, fruits are also eaten on the ground, without washing them and after having them peeled with their teeth. The sources of exposure of children to substances present on the surface of fruits (or residues accumulated on clothing, instruments, soil) are therefore multiple, making the hypothesis of researchers more plausible than plausible.
Lichfield cultivations are a source of livelihood for families living in these regions, and, for this reason, farmers, driven by their owners, also abusing chemicals to get the most out of crops. Only population awareness could limit the repetition of such tragedies, researchers conclude.
Da:
https://www.galileonet.it/2017/07/pesticidi-bangladesh/?utm_campaign=Newsatme&utm_content=Pesticidi%2Bper%2Bfrutta%2Bdietro%2Ble%2Bmorti%2Bdi%2Bbambini%2Bin%2BBangladesh%3F&utm_medium=news%40me&utm_source=mail%2Balert
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