Diagnosi di Parkinson: per confermarla basta una risonanza magnetica./ Diagnosis of Parkinson's disease: to confirm it is enough an MRI scan.
Diagnosi di Parkinson: per confermarla basta una risonanza magnetica. Il procedimento del brevetto ENEA RM2012A000637 è molto utile in questa applicazione. / Diagnosis of Parkinson's disease: to confirm it is enough an MRI scan. The procedure of the ENEA patent RM2012A000637 is very useful in this application.
Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa
Una semplice risonanza magnetica può confermare la diagnosi di Parkinson. Una tecnologia non invasiva, rapida e disponibile in molti ospedali.
Per confermare una diagnosi di Parkinson può bastare una risonanza magnetica. La malattia può infatti essere rivelata in base alla mancanza di contrasto delle immagini, dovuta alla minore presenza di neuromelanina, cioè dei neuroni che producono dopamina, la cui perdita è caratteristica della malattia di Parkinson. La conferma dell’efficacia della nuova metodologia, semplice e rapida, arriva da un team dell’Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Itb) di Segrate-Milanocoordinato da Luigi Zecca e Fabio Zucca ed è frutto di una collaborazione con il Dipartimento di Psichiatria del Colu https://www.galileonet.it/2019/02/diagnosi-di-parkinson/mbia University Medical Center di New York.
La perdita di sostanza nera
La malattia di Parkinson è caratterizzata dalla degenerazione cronica e progressiva delle strutture nervose, in particolare in un’area del sistema nervoso centrale detta sostanza nera. Qui si produce la dopamina, un neurotrasmettitore che facilita i movimenti volontari del corpo agendo su apposite cellule recettrici presenti nel nucleo striato. Alla riduzione per numero e dimensioni delle cellule nervose della sostanza nera è legata la difficoltà di movimento di chi sviluppa la mattia.
“Nei neuroni della sostanza nera del cervello umano che producono dopamina si accumula una sostanza chiamata neuromelanina”, spiega Zecca. Numerosi studi eseguiti con immagini di risonanza magnetica (Rm o Mri) avevano rilevato una riduzione del contrasto nella zona della sostanza nera. “Finora, però”, va avanti il ricercatore, “non avevamo la certezza che la riduzione di contrasto fosse dovuto alla perdita dei neuroni e della neuromelanina in questa zona del cervello”.
Un nuovo marcatore per la diagnosi di Parkinson
Questo fatto è stato ora dimostrato da uno studio pubblicato da Zecca e colleghi su Proceedings of the National Academy of Sciences. “Il metodo di risonanza magnetica della neuromelanina è stato verificato mediante correlazione con il rilascio di dopamina osservato nelle immagini della tomografia ad emissioni di positroni (Pet)”, spiega il ricercatore. Inoltre è stato convalidato con misure del flusso sanguigno, utilizzando immagini di risonanza magnetica funzionale (fMri) nella zona in cui ci sono i neuroni della dopamina”, prosegue Zecca. “Questa procedura di risonanza magnetica della neuromelanina può quindi essere considerata come un nuovo metodo per confermare la diagnosi di Parkinson”.
Diagnosi precoce anche per le psicosi?
Oltre ad agevolare la diagnosi di Parkinson, la nuova metodologia potrà essere utilizzata per ricerche su altre patologie neurologiche e psichiatriche in cui sia presente un’alterata attività della dopamina. “Abbiamo impiegato le immagini di risonanza magnetica della neuromelanina per studiare pazienti con schizofrenia e soggetti con elevato rischio per le psicosi, usando sempre come confronto la Pet e la fMri”, conclude Zecca. “In questi casi abbiamo osservato che il segnale delle immagini di risonanza magnetica della neuromelanina è correlato alla gravità delle psicosi nella schizofrenia e nei soggetti a rischio di schizofrenia. Questo suggerisce che il metodo possa diventare un marcatore del rischio per le psicosi, prima della comparsa di una manifesta schizofrenia”. Grazie alla nuova metodologia, non-invasiva e rapida da eseguire con una strumentazione – la risonanza magnetica a 3 Tesla – disponibile in molti ospedali, queste persone potrebbero così beneficiare di un trattamento tempestivo con farmaci antidopaminergici.
ENGLISH
A simple magnetic resonance imaging can confirm the diagnosis of Parkinson's. A non-invasive, rapid technology available in many hospitals.
Magnetic resonance imaging is sufficient to confirm a Parkinson's diagnosis. The disease can in fact be detected on the basis of the lack of image contrast, due to the reduced presence of neuromelanin, that is, of the neurons that produce dopamine, the loss of which is characteristic of Parkinson's disease. The confirmation of the effectiveness of the new methodology, simple and rapid, comes from a team of the Institute of Biomedical Technologies of the National Research Council (Cnr-Itb) of Segrate-Milan coordinated by Luigi Zecca and Fabio Zucca and is the result of a collaboration with the Department of Psychiatry of the Colu https://www.galileonet.it/2019/02/diagnosi-di-parkinson/mbia University Medical Center of New York.
Loss of black substance
Parkinson's disease is characterized by chronic and progressive degeneration of nerve structures, particularly in an area of the central nervous system called the black substance. Here we produce dopamine, a neurotransmitter that facilitates the voluntary movements of the body by acting on appropriate receptor cells in the striated nucleus. The reduction in number and size of the nerve cells of the black substance is linked to the difficulty of movement of those who develop the mattia.
"A substance called neuromelanin accumulates in the neurons of the black substance of the human brain that produce dopamine," explains Mint. Numerous studies performed with magnetic resonance images (Rm or Mri) had found a reduction in contrast in the area of the black substance. "So far, however," the researcher goes on, "we did not know that the reduction in contrast was due to the loss of neurons and neuromelanin in this area of the brain".
A new marker for the diagnosis of Parkinson's
This fact has now been demonstrated by a study published by Mint and colleagues on Proceedings of the National Academy of Sciences. "The magnetic resonance method of neuromelanin has been verified by correlation with the dopamine release observed in the positron emission tomography (PET) images," the researcher explains. It has also been validated with blood flow measurements, using functional magnetic resonance images (fMRI) in the area where there are dopamine neurons, "continues Mint. "This procedure of magnetic resonance of neuromelanin can therefore be considered as a new method to confirm the diagnosis of Parkinson's".
Early diagnosis even for psychosis?
In addition to facilitating the diagnosis of Parkinson's, the new methodology can be used for research on other neurological and psychiatric disorders in which an altered dopamine activity is present. "We used magnetic resonance images of neuromelanin to study patients with schizophrenia and subjects with a high risk for psychosis, always using Pet and fMRI as a comparison," concludes Mint. "In these cases we observed that the signal of magnetic resonance images of neuromelanin is related to the severity of psychosis in schizophrenia and in subjects at risk of schizophrenia. This suggests that the method can become a marker of risk for psychosis, before the onset of manifested schizophrenia ". Thanks to the new methodology, non-invasive and rapid to perform with an instrumentation - the 3 Tesla magnetic resonance - available in many hospitals, these people could thus benefit from timely treatment with antidopaminergic drugs.
Da:
https://www.galileonet.it/2019/02/diagnosi-di-parkinson/
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