La lenta oscillazione che potrebbe precedere i terremoti / The slow swing that could precede earthquakes

La lenta oscillazione che potrebbe precedere i terremoti The slow swing that could precede earthquakes


Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa


La placca pacifica / The Pacific plaque (CC BY-SA 3.0) 

Le stazioni GPS hanno rilevato movimenti oscillatori di alcuni millimetri nei mesi precedenti ai terremoti devastanti del Cile del 2010 e del Giappone del 2011. Il risultato fa pensare a un potenziale sistema di allerta basato su questo tipo di segnali, ma non esistono prove che si tratti di fenomeni che precedono sempre i sismi.

I grandi terremoti sono preceduti da lievissime oscillazioni rilevate dalle centraline GPS. Questi segnali integrati in opportuni modelli di movimento delle placche tettoniche, potrebbero fornire la base per un futuro sistema di allerta terremoti. È quanto sostiene un nuovo articolo pubblicato su  “Nature” da Michael Bevis, professore di geologia della Ohio State University, e colleghi di istituti cileni e tedeschi.

Gli autori hanno analizzato in particolare i dati di due terremoti devastanti: quello di Maule, in Cile, di magnitudo 8.8, avvenuto nel 2010, e quello di Tohoku-oki del 2011, il più violento sisma della storia del Giappone, di magnitudo 9.0, che ha generato un violento tsunami e causato il disastro nucleare di Fukushima. 
Si è trattato in entrambi i casi di megasismi, terremoti di eccezionale violenza che si verificano di solito lungo le zone di subduzione, cioè le linee lungo cui una placca litosferica slitta sotto un’altra placca. Nel caso del Cile, è la placca di Naszca a slittare sotto quella sudamericana, mentre lungo il Giappone l’interazione è tra ben tre placche: la placca del Mar delle Filippine e la placca pacifica slittano sotto la placca euroasiatica, e in più la placca pacifica slitta sotto la placca del Mar delle Filippine. 

Analizzando i dati di oltre un migliaio di stazioni GPS distribuite in tutto il Giappone e di una rete analoga, anche se molto meno densa, nel territorio cileno, gli autori hanno scoperto un lentissimo e impercettibile movimento oscillatorio delle placche nei mesi precedenti ai sismi: si parla di pochi millimetri nell’arco di cinque-sette mesi, che tuttavia producono un segnale marcato nelle rilevazioni. Il Giappone, per esempio, si è spostato dapprima da est a ovest per poi invertire il moto. Queste oscillazioni sono evidenti anomalie rispetto a un movimento lento ma in una direzione costante che si registra di solito.

Con tutte le cautele del caso, questi risultati fanno pensare alla possibilità di un sistema di allerta basato sulle oscillazioni lente delle placche. Ma rimangono sul tavolo ancora molte questioni irrisolte.

“In Giappone si è verificata un’oscillazione enorme ma molto lenta”, ha spiegato Bevis. "La domanda a questo punto è: tutti i megaterremoti sono preceduti da oscillazioni di questo tipo? Allo stato attuale non lo sappiamo, perché non abbiamo sufficienti dati a riguardo. Ma è un altro fattore di cui tenere conto nelle zone di subduzione come quelle del Giappone, Sumatra, Ande e Alaska; avremmo bisogno bisogno di monitorare tutte le maggiori zone si subduzione con un’alta densità di sensori GPS il prima possibile”. 
ENGLISH
GPS stations detected oscillating movements of a few millimeters in the months preceding the devastating earthquakes of Chile in 2010 and Japan in 2011. The result suggests a potential warning system based on this type of signals, but there is no evidence that it is of phenomena that always precede earthquakes.
The great earthquakes are preceded by very slight oscillations detected by the GPS control units. These signals integrated in appropriate movement patterns of the tectonic plates could provide the basis for a future earthquake warning system. This is according to a new article published in "Nature" by Michael Bevis, professor of geology at Ohio State University, and colleagues from Chilean and German institutes.
The authors analyzed in particular the data of two devastating earthquakes: that of Maule, in Chile, of magnitude 8.8, which occurred in 2010, and that of Tohoku-oki of 2011, the most violent earthquake in the history of Japan, of magnitude 9.0, which generated a violent tsunami and caused the Fukushima nuclear disaster.
Both cases involved megasisms, earthquakes of exceptional violence that usually occur along the subduction zones, that is, the lines along which a lithospheric plate slips under another plate. In the case of Chile, it is the Naszca plate that slips below the South American one, while along Japan the interaction is between three plates: the Philippine Sea plate and the peaceful plate slip under the Eurasian plate, and in addition the plate peaceful sled under the plaque of the Philippine Sea.
By analyzing the data of over a thousand GPS stations distributed throughout Japan and a similar, though much less dense, network in Chilean territory, the authors discovered a very slow and imperceptible oscillatory movement of the plates in the months preceding the earthquakes: yes speaks of a few millimeters over five to seven months, which however produce a marked signal in the surveys. Japan, for example, first moved from east to west and then reversed the movement. These oscillations are evident anomalies with respect to a slow movement but in a constant direction that is usually recorded.
With all the necessary precautions, these results suggest the possibility of an alert system based on slow plate oscillations. But many unresolved issues remain on the table.
"A huge but very slow swing has occurred in Japan," explained Bevis. "The question at this point is: are all mega earthquakes preceded by fluctuations of this type? At present we don't know, because we don't have enough data about it. But it's another factor to consider in subduction zones such as those of the Japan, Sumatra, Andes and Alaska; we would need to monitor all major subduction areas with a high density of GPS sensors as soon as possible. "
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