La fine dell'ebola / The end of Ebola

La fine dell'ebola /  The end of Ebola


Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa  /  Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa



Il virus è stato sconfitto, l’epidemia è ufficialmente finita. L’Organizzazione mondiale della sanità ha fatto il grande annuncio giovedì scorso, ma con il mondo alle prese con i contagi di coronavirus che stanno di nuovo toccando numeri record, non c’è stato nemmeno il tempo per un brindisi alla fine dell’Ebola. Eppure c’è da imparare da questa storia, che ci appare lontana, perché il dramma si è svolto tutto nell’Africa occidentale, ma qualcosa dice anche a noi. 

Dunque la decima epidemia di Ebola fu dichiarata all’OMS il 1° agosto 2018, poco meno di due anni fa: l’Ebola è una febbre emorragica che porta rapidamente alla morte. Il fatality rate, ovvero la percentuale di persone contagiate che muoiono, è del 50 per cento, ma si arriva anche al 90. Per il covid-19 siamo attorno al 5, e anche se i conti reali si faranno alla fine, la differenza è eclatante.
In questo caso i morti ufficiali sono quasi tremila, tutti in Congo. Gli sforzi per contenere l’epidemia sono stati molto complicati dalle condizioni complessive del paese: da una parte c’era la sfiducia verso la scienza di buona parte della popolazione (quelli che dicevano: il virus non esiste. I negazionisti esistono, non sono creazioni dei social media.); dall’altra gli attacchi militari agli avamposti dei medici da parte dei ribelli governativi. Il bollettino finale recita: 420 attacchi, 11 morti, 86 feriti. 

Un anno fa esatto l’OMS dichiarò l’Ebola una emergenza sanitaria globale. Come è stata battuta? Con la generosità degli operatori sanitari in prima linea ovviamente a rischiare la vita. Ma accanto a questo ha giocato un ruolo fondamentale l’innovazione. Intanto c’è stato il vaccino, il primo vaccino per l’Ebola, un successo storico, che è stato realizzato rapidamente da una multinazionale americana; si chiama Ervebo e 300 mila dosi sono già state somministrate; e poi una rete di medici ha inventato una specie di cubo trasparente, il Cube, che è economico, trasportabile, montabile in poche ore e riusabile fino a 10 volte. Nel Cube si possono trattare i malati senza contagiare gli operatori sanitari, che intervengono infilando solo le braccia protette da guanti; e in più consente ai malati  di vedere i familiari (l’isolamento assoluto era una delle cause della sfiducia della popolazione).

Per il Congo i problemi non sono finiti: c’è anche lì il coronavirus, intanto, ed è scoppiata una epidemia di morbillo. Ma l’Ebola sembrava invincibile e invece no. E’ stata una vittoria della scienza e quindi di tutti noi. Un brindisi ci sta. 

ENGLISH

The virus has been defeated, the epidemic is officially over. The World Health Organization made the big announcement last Thursday, but with the world struggling with coronavirus infections that are hitting record numbers again, there was not even time for a toast at the end of Ebola. Yet there is something to be learned from this story, which seems distant to us, because the drama took place entirely in West Africa, but something also says to us.

So the tenth Ebola epidemic was declared to WHO on August 1, 2018, just under two years ago: Ebola is a hemorrhagic fever that quickly leads to death. The fatality rate, or the percentage of infected people who die, is 50 percent, but it also reaches 90. For covid-19 we are around 5, and even if the real accounts will be made in the end, the difference is striking.
In this case the official deaths are almost three thousand, all in the Congo. Efforts to contain the epidemic have been very complicated by the overall conditions of the country: on the one hand there was a lack of confidence in science for a large part of the population (those who said: the virus does not exist. The deniers exist, they are not creations of social media.); on the other, military attacks on medical outposts by government rebels. The final bulletin reads: 420 attacks, 11 dead, 86 injured.

Exactly one year ago, WHO declared Ebola a global health emergency. How was it beaten? With the generosity of the health workers on the front line obviously risking their lives. But alongside this, innovation has played a fundamental role. Meanwhile, there was the vaccine, the first vaccine for Ebola, a historic success, which was quickly made by an American multinational; it's called Ervebo and 300 thousand doses have already been administered; and then a network of doctors invented a kind of transparent cube, the Cube, which is inexpensive, transportable, mountable in a few hours and reusable up to 10 times. In the Cube, the sick can be treated without infecting the health workers, who intervene by inserting only the arms protected by gloves; and it also allows patients to see family members (absolute isolation was one of the causes of distrust of the population).

For the Congo, the problems are not over: there is also the coronavirus there, meanwhile, and a measles epidemic has broken out. But Ebola seemed invincible and instead not. It was a victory for science and therefore for all of us. There is a toast.

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