AL VIA I TEST SULL'UOMO DEL VACCINO ANTI-HIV OTTENUTO DA PIANTE TRANSGENICHE / LAUNCH OF TESTS ON HUMAN VACCINE ANTI-HIV OBTAINED FROM TRANSGENIC PLANTS
AL VIA I TEST SULL'UOMO DEL VACCINO ANTI-HIV OTTENUTO DA PIANTE TRANSGENICHE / LAUNCH OF TESTS ON HUMAN VACCINE ANTI-HIV OBTAINED FROM TRANSGENIC PLANTS
Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa (ENEA) / Reported by Dr. Joseph Cotellessa (ENEA)
E' STATO OTTENUTO, GRAZIE AL LAVORO DI UN GRUPPO INTERNAZIONALE, DA PIANTE DI TABACCO E MAIS GENETICAMENTE MODIFICATE
Un consorzio europeo, il Pharmaplant, costituito da 39 gruppi internazionali (di cui 3 italiani), ha messo a punto un vaccino anti-Hiv ottenuto da piante di tabacco e mais geneticamente modificate. Il vaccino sarà testato sull'uomo in Gran Bretagna. La notizie è stata data nel corso del II Congresso mondiale su "Vaccini e antibiotici prodotti in pianta" in corso a Verona, a cui hanno preso più di 150 esperti in biotecnologie vegetali provenienti da ogni parte del mondo.
Mario Pezzotti, docente di Genetica agraria all'Università di Verona e organizzatore del Congresso ha affermato: "Nell'innovativo campo del Molecolar-farming, ovvero della coltivazione in piante di molecole di interesse farmaceutico si stanno facendo grandissimi progressi, anche se l'interesse delle aziende farmaceutiche ad investire nel settore rimane scarso''. Per ora in commercio esiste solo un prodotto di questo tipo, autorizzato dalla FDA e si tratta di un vaccino contro una particolare malattia virale dei polli, ottenuto da piante di tabacco OGM. Ma altri vaccini ottenuti da piante sono in fase avanzata di sperimentazione, tra cui quelli contro l'Aids e la Tbc ottenuti da tabacco e mais. Mentre sono in fase di studio anche altri vaccini "coltivati" in piante (soprattutto tabacco), contro l'influenza umana, l'influenza aviaria, la varicella e anticorpi contro il cancro al collo dell'utero.
Il Futuro Del Cibo
I cibi vaccino
I vaccini hanno avuto un ruolo straordinario nel debellare numerose malattie nel corso degli anni, sin dalle loro prime apparizioni, come nel caso del vaiolo a fine '700, fino ad arrivare al successo contro la polio negli ultimi decenni.
Tuttavia continuano a sussistere numerosi problemi legati all'impossibilità di assumere i vaccini in diverse zone del globo, specialmente nelle zone più povere. A più del 25% dei bambini nel mondo mancano i principali vaccini, esponendoli a malattie letali come la difterite, la pertosse, la poliomelite, il morbillo, il tetano e la tubercolosi. Si tratta di malattie che nel mondo occidentale e sviluppato sono ormai un lontano ricordo ma che nei paesi in via di sviluppo e sottosviluppati rappresentano ancora un flagello ancora da sconfiggere, data l'assenza
dell'immunizzazione o il suo costo troppo elevato. Inoltre è una situazione che non riguarda solamente le zone a cui mancano le misure sanitarie ma il mondo intero dato che ,anche a causa della globalizzazione, malattie scomparse da tempo possono ritornare prepotentemente in ribalta.
Una delle possibile soluzioni a questi problemi potrebbe essere l'introduzione dei cibi vaccino, cioè alimenti (vegetali per la maggior parte) contenenti al loro interno gli anticorpi necessari a provocare la risposta immunitaria. Un idea del genere viene già applicata attualmente, anche se non si tratta di un vero e proprio vaccino: per combattere l'ipertiroidismo (gozzo) dovuto principalmente ad una carenza di iodio, già da molti anni si produce quasi esclusivamente sale iodato (recentemente si pensa di aggiungerlo anche al pomodoro); oppure il famoso golden rice, riso dorato,per combattere la carenza di beta-carotene.
I vantaggi di un'innovazione del genere sono enormi, come già aveva intuito nei primi anni '90 Charles J. Arntzen alla Texas A&M University, dove si stavano compiendo studi sull'argomento. Le piante vaccino potrebbero essere coltivate localmente, evitando anche problemi logistici , ed essere disponibili su larga scala, riducendo i costi. Inoltre non richiederebbero assistenza medica (non sempre disponibile) ed eviterebbero problemi di carattere infettivo legati alla contaminazione delle siringhe. Senza considerare che non sarebbe più necessario la purificazione delle proteine (molto costosa) e il mantenimento dei batteri refrigerandoli.
Come funzionano
Quando un organismo estraneo attacca il nostro corpo, si innesca la risposta immunitaria con l'afflusso di linfociti T (che attivano a loro volta i macrofagi che inglobano i resti attaccati dell'agente patogeno) e linfociti B (richiamati dai linfociti T helper e con i propri anticorpi). Con il tempo la risposta si affievolisce, ma alcuni particolari linfociti B ("memory" cells) rimangono sempre in allerta, in modo che in caso di secondo attacco l'organismo si faccia trovare pronto.
I vaccini sfruttano questi comportamenti per indurre l'organismo a produrre gli anticorpi in caso di infezione futura da parte di una malattia. La metodologia classica si basa su vaccini a sub-unità, cioè composti da proteine antigeniche private dai geni patogeni. Dato che richiedono culture batteriche e conservati refrigerati, i costi sono piuttosto elevati e non accessibili a tutti.
- Le piante vaccino applicano lo stesso principio, contenenti cioè gli antigeni senza i geni responsabili della malattia. Le modifiche del DNA della pianta devono avvenire quando è ancora in stato embrionale, in modo che crescendo possa trasmetterli ai frutti di cui ci nutriamo (con uno dei metodi di trasmissione del dna, esaminati in precedenza).
Una volta introdotto l'antigene il frutto della pianta conterrà i geni nel DNA che codificano per gli antigeni e che potranno agire una volta ingeriti.
Vaccini studiati
Le difficoltà incontrare nel corso delle ricerche sono molteplici, in quanto ci si deve focalizzare su piante che possano essere disponibili a basso costo e che non facciano perdere all'antigene la sua efficacia. Inoltre bisogna anche considerare la cottura che potrebbe distruggere gli antigeni (anche se le ultime ricerche si stanno orientando su vaccini contro il calore), e dunque alimenti che possano essere mangiati crudi.
I primi studi sono stati effettuati sulla pianta del tabacco, con la riuscita produzione di antigeni dell'epatite B. Poi si è proseguiti con le arachidi contro la peste bovina (Rinderpest), la papaya contro la cisticercosi (infezione parassitaria del sistema nervoso), le patate per il rotavirus (vomito e diarrea) e il riso contro l'ulcera gastrointestinale.
Per quanto riguarda l'epatite B (che causa un milione di morti all'anno) esiste un vaccino per contrastarla, ma nelle zone povere è poco diffusa dati gli elevati costi e la necessità di personale medico. Le banane potrebbero essere un'ottima soluzione, data la loro diffusione e relativo poco costo (con il metodo A. Tumefaciens).
La malaria è un'altra malattia che flagella la popolazione mondiale con più di 3 milioni di morti all'anno, con la maggior parte sotto i 5 anni. Si tratta di una malattia che necessità di al minimo 10 antigeni diversi, dunque diverse vaccinazioni: si può facilmente immaginare quanto possa essere difficile e costoso schedare 3/4 vaccinazioni per oltre 2 miliardi di persone. Per questo i pomodori possono essere dei buoni vaccini, in quanto variano in forma, dimensioni, colore e quindi facilmente distinguibili con un vaccino per ogni tipo (il metodo usato è il gene gun).
Uno studio coreano presso il Korea Research Institute of Bioscience and Biotechnology sta studiando un progetto di pomodoro vaccino contro l'Alzheimer: sempre mediante il metodo biolistico, verrebbe introdotto al suo interno il gene della proteina beta-amiloide. Si pensa che si possa irrobustire il sistema immunitario, come è stato provato con successo sui topi.
Sfide
Esistono ancora numerosi problemi legati ai cibi vaccino, con numerose questioni ancora da risolvere. Una di queste è il giusto dosaggio del vaccino: risulta difficile fornire esattamente l'esatta quantità di antigeni necessari, anche perchè bisogna considerare numerosi fattori come l'età, il sesso o l'altezza. Una dose troppo bassa non riuscirebbe ad attivare la risposta immunitaria e una risposta troppo alta potrebbe causare intolleranza.
Inoltre bisogna anche considerare l'autoimmunità, specialmente per quanto riguarda i diabetici . Per evitarla una soluzione potrebbe essere sempre con i cibi vaccino, ingerendo autoantigeni che attivano i soppressori evitando l'attacco alle cellule del pancreas.
Tralasciando l'aspetto prettamente scientifico, da non dimenticare che non sempre si riesce a trovare i finanziamenti per questo genere di progetti dalle multinazionali alimentari e farmaceutiche. Inoltre per molti vaccini come la difterite o il tetano il costo si è talmente abbassato che non si vede più la necessità di introdurre cibi vaccino.
Tuttavia, nonostante tutto, le ricerche su questo campo continuano e fra pochi anni potrebbero trovare un riscontro reale nel mercato nutraceutico, dato che le potenzialità dell'idea sono enormi e potrebbe rappresentare una definitiva soluzione al problema sanitario nelle zone sottosviluppate.
Piante di tabacco con un gene del virus Hiv
Diventano fabbriche di molecole anti-Aids
Cellule vegetali (fonte: Kristian Peters)
Molecole anti Aids, vaccini anti vaiolo contro il bioterrorismo, betacarotene: il tabacco può diventare una biofabbrica per produrre molecole di interesse farmaceutico e integratori alimentari come emerge dalle ricerche presentate a Benevento durante la '''Giornata dell'Innovazione in Agricoltura''.
L'iniziativa è stata organizzata da Futuridea, Innovazione utile e sostenibile, in collaborazione con Consorzio per la Sperimentazione, Divulgazione e Applicazione di Biotecniche Innovative (Consdabi), assessorato all'Agricoltura della Regione Campania, consorzio Gal Cilsi dell'Irpinia, Gruppo di Azione Locale (Gal) Molise, Provincia di Benevento, gruppo Mataluni. Gli studi sono tutti in corso a Napoli e i ricercatori si stanno concentrando sul tabacco come biofabbrica di molecole di interesse farmacologico perchè la pianta, ha spiegato Manuela Rigano dell'università Federico II, non è commestibile. Quindi in una eventuale applicazione non si sottraggono piante a scopi alimentari per uomini e animali, ''è facilmente coltivabile e trasformabile dall'ingegneria genetica per ottenere piante transgeniche''.
Molecole contro l'Aids: ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e dell'Istituto Pascale hanno ottenuto piante di tabacco transgeniche inserendo nel Dna della pianta un gene del virus Hiv per far produrre alla pianta una proteina chiamata Gag, attualmente in sperimentazione sui topi, da usare come antivirale contro il virus Hiv.
Vaccino anti-vaiolo contro il biotetrrorismo: la pianta di tabacco si è dimostrata anche una biofabbrica di vaccini: ''inserendo nel tabacco un gene del vaiolo – ha spiegato Luigi Frusciante, dell'universita' Federico II di Napoli - sono state ottenute piante di tabacco allo studio per produrre un vaccino contro il vaiolo''. La ricerca, finanziata anche dall'Istituto Spallanzani di Roma, è frutto di una collaborazione fra Cnr e università Federico II. Sebbene il vaiolo sia stato eradicato, la ricerca e' stata condotta, spiega la ricercatrice Manuela Rigano della università Federico II, ''perchè il vaiolo è una delle malattie prese in considerazione dal bioterrorismo''. I vantaggi di ottenere vaccini dalle piante ha spiegato Frusciante, sono soprattutto due: perchè i vaccini di origine vegetale sono meno costosi e non hanno effetti collaterali dannosi per l'uomo.
Integratori alimentari: dal tabacco è possibile ottenere anche integratori alimentari: lo dimostra il gruppo di ricerca di Cnr, università Federico II e università di Salerno che, inserendo nel Dna del tabacco il gene di un batterio, riescono ad aumentare la produrre di betacarotene da parte della pianta.
Vaccini contro l'antrace e anticorpi contro la carie: negli Stati Uniti sono in fase di sperimentazione avanzata progetti che utilizzano piante di tabacco modificate per produrre antivirali, vaccini contro l'antrace, anticorpi contro la carie e il cancro. ''Da un ettaro di tabacco - ha osservato Frusciante - si possono produrre 50 chilogrammi di anticorpi contro la carie, 900 milioni di dosi di vaccini contro l'antrace, 19 chilogrammi di proteine antitumorali''.
L'iniziativa è stata organizzata da Futuridea, Innovazione utile e sostenibile, in collaborazione con Consorzio per la Sperimentazione, Divulgazione e Applicazione di Biotecniche Innovative (Consdabi), assessorato all'Agricoltura della Regione Campania, consorzio Gal Cilsi dell'Irpinia, Gruppo di Azione Locale (Gal) Molise, Provincia di Benevento, gruppo Mataluni. Gli studi sono tutti in corso a Napoli e i ricercatori si stanno concentrando sul tabacco come biofabbrica di molecole di interesse farmacologico perchè la pianta, ha spiegato Manuela Rigano dell'università Federico II, non è commestibile. Quindi in una eventuale applicazione non si sottraggono piante a scopi alimentari per uomini e animali, ''è facilmente coltivabile e trasformabile dall'ingegneria genetica per ottenere piante transgeniche''.
Molecole contro l'Aids: ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e dell'Istituto Pascale hanno ottenuto piante di tabacco transgeniche inserendo nel Dna della pianta un gene del virus Hiv per far produrre alla pianta una proteina chiamata Gag, attualmente in sperimentazione sui topi, da usare come antivirale contro il virus Hiv.
Vaccino anti-vaiolo contro il biotetrrorismo: la pianta di tabacco si è dimostrata anche una biofabbrica di vaccini: ''inserendo nel tabacco un gene del vaiolo – ha spiegato Luigi Frusciante, dell'universita' Federico II di Napoli - sono state ottenute piante di tabacco allo studio per produrre un vaccino contro il vaiolo''. La ricerca, finanziata anche dall'Istituto Spallanzani di Roma, è frutto di una collaborazione fra Cnr e università Federico II. Sebbene il vaiolo sia stato eradicato, la ricerca e' stata condotta, spiega la ricercatrice Manuela Rigano della università Federico II, ''perchè il vaiolo è una delle malattie prese in considerazione dal bioterrorismo''. I vantaggi di ottenere vaccini dalle piante ha spiegato Frusciante, sono soprattutto due: perchè i vaccini di origine vegetale sono meno costosi e non hanno effetti collaterali dannosi per l'uomo.
Integratori alimentari: dal tabacco è possibile ottenere anche integratori alimentari: lo dimostra il gruppo di ricerca di Cnr, università Federico II e università di Salerno che, inserendo nel Dna del tabacco il gene di un batterio, riescono ad aumentare la produrre di betacarotene da parte della pianta.
Vaccini contro l'antrace e anticorpi contro la carie: negli Stati Uniti sono in fase di sperimentazione avanzata progetti che utilizzano piante di tabacco modificate per produrre antivirali, vaccini contro l'antrace, anticorpi contro la carie e il cancro. ''Da un ettaro di tabacco - ha osservato Frusciante - si possono produrre 50 chilogrammi di anticorpi contro la carie, 900 milioni di dosi di vaccini contro l'antrace, 19 chilogrammi di proteine antitumorali''.
Salute: dalle piante una biofabbrica per futuri vaccini
Prodotte molecole che potrebbero essere utili per sviluppare in tempi brevi vaccini sicuri ed economici
Nuove prospettive in biomedicina: nei laboratori del Centro di ricerche ENEA della Casaccia dalla pianta del tabacco sono state prodotte molecole che potrebbero essere utili per sviluppare in tempi brevi vaccini sicuri ed economici e nuovi strumenti diagnostici per fronteggiare eventuali nuove emergenze sanitarie. Le applicazioni partono dalla SARS, la sindrome respiratoria acuta grave divenuta vera e propria emergenza mondiale nel 2003, che seppur contenuta all’epoca presenta ancora oggi un elevato rischio di nuovi episodi, in quanto non è ancora disponibile un vaccino, nonostante gli sforzi a livello globale.
Il percorso avviato da ENEA consiste in una vera e propria “fabbrica di molecole” dal grande potenziale: grazie allo studio, condotto in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e il Prince of Wales Hospital di Hong Kong, sono state prodotte in pianta alcune molecole del virus che causa la SARS. Questo approccio, tuttavia, può essere esteso ‘in generale’ anche ad altri agenti infettivi con possibile uso bioterroristico o con potenziale pandemico, come ad esempio l’epidemia da virus Zika, esplosa di recente in America Latina, che rappresenta una delle grandi emergenze sanitarie degli ultimi anni.
Utilizzando le piante come bioreattori – in questo caso una specie di tabacco considerata un modello per la molecular farming – lo studio ha permesso di produrre, in particolare, una molecola del virus che è stata riconosciuta dagli anticorpi di persone che avevano contratto la SARS nel 2003, aprendo quindi la strada allo sviluppo di test diagnostici rapidi ed economici, ma anche di strumenti innovativi per la protezione e la cura degli individui affetti da queste patologie. I vaccini ottenuti da piante, infatti, sono la nuova frontiera nel campo della prevenzione di epidemie e pandemie: veloci da ottenere (anche solo due settimane), sicuri e poco costosi.
Lo studio è il risultato della collaborazione di alto livello tra centri di ricerca di Italia e Cina dalle competenze multidisciplinari tra cui biologia molecolare, biotecnologie vegetali, virologia, medicina e immunologia, ed è stato pubblicato di recente su Frontiers in Plant Science, un’autorevole rivista internazionale del settore.
Oltre alla SARS, negli ultimi due decenni alcuni virus, come ad esempio Ebola e di recente Zika, hanno causato malattie ad alto potenziale pandemico provocando vere e proprie emergenze sanitarie per il rischio di diffusione su scala globale.
“L’attenzione da parte degli Stati e delle industrie farmaceutiche rispetto a questi eventi contagiosi non è sempre costante – sottolinea la ricercatrice ENEA Rosella Franconi – soprattutto in termini di attività di ricerca, prevenzione e investimenti. Avere competenze per produrre velocemente e a costi contenuti, strumenti diagnostici e vaccini, può dare un contributo importante alla gestione e alla risoluzione di queste emergenze ma è necessario mantenere elevata la sorveglianza sanitaria e la profilassi internazionale, come pure sostenere la ricerca pubblica finalizzata ad accelerare lo sviluppo di tecnologie preventive e di controllo contro le infezioni causate da virus emergenti e riemergenti’.
English.
'It WAS OBTAINED, THANKS TO THE WORK OF A GROUP INTERNATIONAL, FROM PLANTS OF TOBACCO AND GENETICALLY MODIFIED CORN
A European consortium, the Pharmaplant, consisting of 39 international groups (including 3 Italian), has developed an anti-HIV vaccine made from genetically modified tobacco plants and corn. The vaccine will be tested on humans in Britain. The news was given during the Second World Congress on "Vaccines and antibiotics produced in the plant" being held in Verona, which was attended more than 150 experts in plant biotechnology from all over the world.
Mario Pezzotti, professor of Agricultural Genetics at the University of Verona and organizer of the Congress, said: "In the innovative field of Molecolar-farming or cultivation of plants of pharmaceutical interest molecules are making tremendous progress, although the interest pharmaceutical companies to invest in the sector remains low ''. For now the market there is only a product of this type, approved by the FDA and it is a vaccine against a particular viral disease of chickens, obtained from tobacco plants GMO. But others vaccines derived from plants are in advanced stages of testing, including those against AIDS and TB obtained from tobacco and corn. While they are being studied also other vaccines "cultivated" in plants (especially tobacco), against influenza human, avian flu, chickenpox and antibodies against cervical cancer.
The Future Of Food
The vaccine foods
Vaccines have had an extraordinary role in fighting many diseases over the years, since their first appearances, as in the case of smallpox at the end of '700, up to the success against polio in recent decades.
However still exist many problems linked to the impossibility of taking vaccines in different areas of the globe, especially in the poorest areas. A more than 25% of children in the world are missing key vaccines, exposing them to deadly diseases such as diphtheria, pertussis, polio, measles, tetanus and tuberculosis. These are diseases that in the Western world and developed are now a distant memory, but that in countries in the developing and underdeveloped still a scourge yet to defeat, given the assenzaEdible Vaccines
immunization or its cost too high. Also it is a situation that not only covers areas that lack health measures but the whole world since, in part because of globalization, diseases long gone can return strongly in the limelight.
One of the possible solutions to these problems could be the introduction of the vaccine foods, ie foods (plant for the most part) containing inside them the necessary antibodies to provoke the immune response. One such idea currently is already being applied, although it is not a true vaccine to combat hyperthyroidism (goiter) due mainly to a lack of iodine, for many years is produced almost exclusively iodized salt (recently think you also add it to tomato); or the famous golden rice, golden rice, to combat the shortage of beta-carotene.
The benefits of such innovation are enormous, as he had already sensed in the early 90s Charles J. Arntzen at Texas A & M University, where they were carrying out studies on the subject. The vaccine plants could be grown locally, avoiding logistical problems, and be available on a large scale, thereby reducing costs. They also do not require medical attention (not always available) and would avoid infection problems associated with the contamination of syringes. Not to mention that it would no longer need the purification of proteins (very expensive) and the maintenance of refrigerandoli bacteria.
How do they work
When a foreign organism attacks the body, it triggers the immune response with the influx of T lymphocytes (which activate in turn macrophages that engulf the remains attached pathogen) and B lymphocytes (called by T helper lymphocytes and their antibodies). By the time the response is dimmed, but some particular B lymphocytes ( "memory" cells) always remain on the alert, so that in case of a second attack the organism will find ready face.
Vaccines exploit this behavior to induce the body to produce the antibodies in the event of future infection by a disease. The classic methodology is based on a sub-unit vaccines, that comprise private antigenic proteins from pathogenic genes. As they require bacterial cultures and stored refrigerated, the costs are quite high and not accessible to all.
The vaccine plants apply the same principle, ie containing the antigens without the genes responsible for the disease. The changes of plant DNA must occur when it is still in an embryonic state, so that growing can transmit them to the fruits we eat (with one of the DNA transfer methods, discussed above).
A.Tumefaciens method
Once we introduced the antigen the fruit of the plant will contain the genes in the DNA coding for the antigens and which may act once ingested.
vaccines operation
studied vaccines
The difficulties encountered in the course of research are manifold, as one must focus on plants that they can be available at low cost and that they do not lose its effectiveness antigen. In addition we must also consider the cooking that could destroy antigens (although the latest research are focusing on vaccines against the heat), and therefore foods that can be eaten raw.
The first studies were carried out on the tobacco plant, with the successful production of antigens of hepatitis B. Then he continued with peanuts against rinderpest (Rinderpest), papaya against cysticercosis (parasitic infection of the nervous system), potatoes for rotavirus (vomiting and diarrhea) and the rice against gastrointestinal ulcers.
With regard to hepatitis B (which causes a million deaths per year) a vaccine exists to combat it, but in poor areas is uncommon data the high costs and the need for medical personnel. The bananas may be a good solution, because of their diffusion and relative little cost (with the method of A. tumefaciens).
tomatoes
Malaria is another disease that plagues the world population with more than 3 million deaths per year, with most under 5 years old. It is a disease that needs at least 10 different antigens, therefore, different vaccinations: one can easily imagine how difficult and expensive filing 3/4 vaccinations to more than 2 billion people. For this the tomatoes can be good vaccines, in that they vary in shape, size, color, and then easily distinguishable with a vaccine to each type (the method used is the gene gun).
A Korean studies at the Korea Research Institute of Bioscience and Biotechnology are studying a vaccine against Alzheimer's tomato project: always using the biolistic method, it would be introduced within it the gene of beta-amyloid protein. It is thought that we can strengthen the immune system, as has been successfully tested on mice.
challenges
There are still many problems related to vaccine foods, with many issues yet to be resolved. One of these is the right dosage of the vaccine: it is difficult to provide exactly the right amount of antigen required, partly because you have to consider many factors such as age, sex or height. Too low a dose would not be able to activate the immune response, and too high a response may cause intolerance.
Furthermore we must also consider autoimmunity, especially as regards diabetics. To avoid a solution could always be with the vaccine foods, ingesting autoantigens that activate suppressors prevent the attack on the pancreatic cells.
Aside from the purely scientific aspect, do not forget that you can not always find funding for these projects by food and pharmaceutical companies. In addition to many vaccines such as diphtheria or tetanus is so lowered the cost is that you no longer see the need to introduce the vaccine foods.
However, despite everything, the research on this field and continue in a few years might find real recognition in the nutraceutical market, since the potential of the idea are enormous and could represent a permanent solution to the health problem in underdeveloped areas.
tobacco plants with the HIV virus gene
Become factories of anti-Aids molecules
plant cells (source: Kristian Peters) Plant cells (source: Kristian Peters)
Molecules anti-Aids, anti smallpox vaccines against bioterrorism, beta-carotene: tobacco can become a biofactory to produce molecules of pharmaceutical interest and dietary supplements as is apparent from the research presented in Benevento during the '' 'Day of Innovation in Agriculture' '.
The initiative was organized by Futuridea, Innovation useful and sustainable, in collaboration with the Consortium for the Experimentation, Dissemination and Application of Innovative Biotechniques (Consdabi), Department of Agriculture of the Campania Region, the consortium Gal Cilsi Irpinia, Action Group local (Gal) Molise, Province of Benevento, Mataluni group. The studies are all underway in Naples and the researchers are focusing on tobacco as biofactory of molecules of pharmacological interest because the plant, said Manuela Rigano University Federico II, is not edible. Therefore in a possible application not escape plants for food for humans and animals, '' is easy to grow and be transformed by genetic engineering to obtain transgenic plants ''.
Molecules against AIDS: researchers of the National Research Council (CNR) and the Istituto Pascale have obtained transgenic tobacco plants by inserting the HIV virus a gene of the plant's own DNA to produce the plant a protein called Gag, currently on trial mice, to be used as an antiviral against HIV.
anti-smallpox vaccine biotetrrorismo: the tobacco plant has also shown a biofactory vaccines: '' inserting tobacco in a smallpox gene - explained Luigi Frusciante, University 'Federico II of Naples - plants have been obtained by tobacco to the studio to produce a vaccine against smallpox ''. The research, also funded Spallanzani Institute in Rome, is the result of a collaboration between the National Research Council and University Federico II. Although smallpox has been eradicated, and research 'was carried out, explains the researcher Manuela Rigano the University Federico II,' 'because smallpox is one of the diseases considered by bioterrorism' '. The benefits of getting vaccines from plants Frusciante explained, are mainly two: because of plant origin vaccines are cheaper and have no harmful side effects for humans.
Nutritional Supplements: tobacco can also get dietary supplements, as demonstrated by the research group of the National Research Council, University Federico II and University of Salerno that, by including in the tobacco DNA gene of a bacterium, able to increase the production of beta-carotene from of the plant.
Anthrax vaccines and antibodies against tooth decay: the United States are in advanced stages of experimentation projects using tobacco plants modified to produce antivirals, vaccines against anthrax, antibodies against tooth decay and cancer. '' From one hectare of tobacco - said Frusciante - can produce 50 kilograms of antibodies against tooth decay, 900 million doses of vaccines against anthrax, 19 kilograms of anti-cancer protein ''.
Health: from plants a biofactory for future vaccines
Produced molecules that might be useful to develop in a short time vaccines safe and cheap
http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2015/12/pianta_vegetale_cloroplasto_fotosintesi_MIT_nanotubo_carbonio-640x426.jpg
New perspectives in biomedicine and the laboratories of the ENEA Research Centre of Casaccia from the tobacco plant were produced molecules that might be useful to develop in a short and safe vaccines economic times and new diagnostic tools to deal with any new health emergencies. The applications run from SARS, severe acute respiratory syndrome become true global emergency in 2003, which at the time contained albeit still presents a high risk of new episodes, since it is not yet a vaccine available, despite the efforts at the level global.
The process initiated by ENEA consists of a real "factory of molecules" with great potential: thanks to the study, conducted in collaboration with the National Institute of Health (ISS) and the Prince of Wales Hospital in Hong Kong, were produced plan a few molecules of the virus that causes SARS. This approach, however, can be extended 'in general' also to other infectious agents with possible use or bioterror with pandemic potential, such as the epidemic from Zika virus, exploded recently in Latin America, which represents one of the major health emergencies of recent years.
plant
Using plants as bioreactors - in this case a kind of tobacco as a model for molecular farming - the study made it possible to produce, in particular, a virus molecule that has been recognized by the antibodies of people who had contracted SARS in 2003 , thus paving the way for the development of rapid and inexpensive diagnostic tests, but also of innovative tools for the protection and care of individuals suffering from these diseases. The vaccines derived from plants, in fact, are the new frontier in the field of prevention of epidemics and pandemics: quick to get (even two weeks), safe and inexpensive.
The study is the result of high-level cooperation between research centers in Italy and China by multidisciplinary skills including molecular biology, plant biotechnology, virology, immunology and medicine, and has been recently published in Frontiers in Plant Science, an authoritative international industry magazine.
In addition to SARS, in the last two decades, some viruses, such as Ebola and recently Zika, have caused high pandemic potential disease causing real health emergencies to the risk of spreading globally.
"The attention of States and pharmaceutical industries with respect to these infectious events is not always consistent - emphasizes the researcher ENEA Rosella Franconi - especially in terms of research, prevention and investment. Have skills to produce quickly and cost effectively, diagnostic tools and vaccines, can make an important contribution to the management and resolution of these emergencies but you need to maintain a high health surveillance and international prophylaxis, as well as support public research aimed at accelerating the development of preventive and control technologies against infections caused by emerging and re-emerging viruses'.
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