Un fattore di rischio genetico per sclerosi multipla e Lupus / A genetic risk factor for multiple sclerosis and Lupus.

Un fattore di rischio genetico per sclerosi multipla e LupusA genetic risk factor for multiple sclerosis and Lupus.



Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa






Il lavoro di Irgb-Cnr e Università di Sassari svela per la prima volta un importante meccanismo biologico che predispone a queste malattie, gettando le basi per nuove terapie personalizzate e per lo sviluppo di nuovi farmaci.
All’origine del rischio di sviluppare sclerosi multipla (Sm) e lupus eritematoso sistemico, malattie autoimmuni a carico rispettivamente della mielina del sistema nervoso centrale e di pelle, reni e altri organi, vi sarebbe anche una particolare forma di Tnfsf13B, un gene che presiede alla sintesi di una proteina con importanti funzioni immunologiche: la citochina Baff. A rivelarlo su New England Journal of Medicine, la più antica e prestigiosa rivista di medicina al mondo, uno studio di un gruppo internazionale di ricercatori cofinanziato dalla Fondazione italiana sclerosi multipla (Fism) e coordinato da Francesco Cucca, direttore dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (Irgb-Cnr) e professore di genetica medica dell’Università di Sassari. Alla pubblicazione italiana la rivista americana dedica anche un editoriale.
“Sclerosi multipla e lupus eritematoso sistemico sono ‘malattie multifattoriali’, in cui il processo autoimmune è determinato dall’azione congiunta di diversi fattori genetici e ambientali. Più le cause di questo processo sono conosciute, più diventa facile comprendere i meccanismi biologici alla loro base e identificare i corretti bersagli terapeutici, creando anche le premesse per capire a quali individui debbano essere somministrati specifici farmaci”, spiega Cucca.
Il sistema immunitario è costituito da centinaia di cellule e molecole e non è semplice stabilire quali siano implicate nel rischio di sviluppare determinate malattie. “Per lungo tempo si è ritenuto che i linfociti T fossero le cellule primariamente coinvolte nella Sm”, prosegue il direttore dell’Irgb-Cnr. “Oggi, anche grazie a questo studio, emerge un ruolo primario dei linfociti B in questa patologia. Queste cellule immuni, tra le altre funzioni, producono anticorpi che normalmente ci difendono da certi tipi di microbi ma che, in qualche caso, possono diventare auto-anticorpi e partecipare così alla risposta infiammatoria che sta alla base di alcune forme di autoimmunità”.
La ricerca si è basata sul sequenziamento dell’intero genoma in migliaia di individui sani e malati, abbinato a una caratterizzazione ultra-dettagliata dei loro profili immunologici. “Le analisi, inizialmente condotte su individui sardi – grazie alla collaborazione tra i principali centri di ricerca (il Cnr, il CRS4 e le Università di Sassari e Cagliari) e ospedalieri dell’isola – sono state estese ad ampie casistiche provenienti da Italia peninsulare, Spagna, Portogallo, Regno Unito e Svezia”, aggiunge Maristella Steri, primo autore del lavoro e ricercatrice Irgb-Cnr. “Dopo sei anni di ricerche siamo stati in grado di identificare la correlazione diretta tra una particolare forma del gene Tnfsf13B e il rischio di sviluppare la Sm o il lupus. L’individuazione di questo nesso di causa- effetto è un evento rarissimo in studi di questo genere”.
Un’altra peculiarità dello studio è che rileva attraverso quali meccanismi la variante genetica predisponente nei confronti dell’autoimmunità, denominata Baff-var, esercita i suoi effetti deleteri. “Baff-var è associata con il rischio di sviluppare sclerosi multipla e Lupus attraverso particolari meccanismi molecolari da noi chiariti in dettaglio, che determinano un aumento considerevole dei livelli ematici di Baff, che a sua volta determina un aumento del numero dei linfociti B e dei livelli di anticorpi, suggerendo quindi un ruolo di queste variabili immunologiche nel processo alla base della malattia”, conclude Francesco Cucca. “I risultati di questo studio sono coerenti con il fatto che il primo farmaco ad aver dimostrato efficacia terapeutica nel lupus in uno studio clinico controllato era proprio uno specifico farmaco anti-Baff. Le conclusioni sono inoltre supportate dai risultati positivi recentemente ottenuti con terapie in grado di ridurre il numero di cellule B nella sclerosi multipla, nel lupus e in altre patologie autoimmuni”.
ENGLISH
The work of Irgb-Cnr and the University of Sassari reveals for the first time an important biological mechanism that prepares for these diseases, laying the foundations for new personalized therapies and the development of new drugs.
At the origin of the risk of developing multiple sclerosis (SM) and systemic lupus erythematosus, autoimmune diseases, respectively, of the myelin of the central nervous system and skin, kidneys and other organs, there would also be a particular form of Tnfsf13B, a gene that presides To the synthesis of a protein with important immunological functions: Baff cytokine. To reveal it to the New England Journal of Medicine, the oldest and most prestigious medical journal in the world, a study by an international group of researchers co-funded by the Italian Multiple Sclerosis Foundation (FISM) and coordinated by Francesco Cucca, director of the Institute for Genetic Research And National Biomedical Research Council (Irgb-Cnr) and Professor of Medical Genetics at the University of Sassari. At the Italian publication, the American magazine also devotes an editorial.
"Multiple sclerosis and systemic lupus erythematosus are 'multifactorial diseases', where the autoimmune process is determined by the joint action of several genetic and environmental factors. The more the causes of this process are known, the more it becomes easy to understand the biological mechanisms at their base and identify the correct therapeutic targets, also creating the premises to understand which individuals should be given specific drugs, "explains Cucca.
The immune system is made up of hundreds of cells and molecules and it is not easy to determine what are involved in the risk of developing certain diseases. "For a long time it was thought that T lymphocytes were the cells primarily involved in Sm," continues the IRGB-Cnr director. "Today, thanks also to this study, a primary role of B lymphocytes in this disease emerges. These immune cells, among other functions, produce antibodies that normally protect us from certain types of microbes but may in some cases become auto-antibodies and thus participate in the inflammatory response underlying some forms of autoimmunity. "
The research was based on the sequencing of the entire genome in thousands of healthy and diseased individuals, coupled with an ultra-detailed characterization of their immunological profiles. "Analyzes, initially conducted on Sardinian individuals - thanks to the collaboration between the major research centers (Cnr, CRS4 and the Universities of Sassari and Cagliari) and island hospital - were extended to large casemates from the peninsular Italy, Spain, Portugal, the UK and Sweden, "adds Maristella Steri, the first author of the work and researcher Irgb-Cnr. "After six years of research we were able to identify the direct correlation between a particular form of the Tnfsf13B gene and the risk of developing Sm or lupus. Finding this cause-effect is a rare occurrence in such studies. "
Another peculiarity of the study is that it detects through which mechanisms the genetic predisposing variant of self-immunity, called Baff-var, exerts its deleterious effects. "Baff-var is associated with the risk of developing multiple sclerosis and Lupus through particular molecular mechanisms we have clarified in detail that result in a significant increase in Baff's blood levels, which in turn leads to an increase in the number of lymphocytes B and Levels of antibodies, suggesting a role of these immunologic variables in the disease process, "concludes Francesco Cucca. "The results of this study are consistent with the fact that the first drug to have demonstrated therapeutic efficacy in lupus in a controlled clinical trial was just a specific anti-Baff drug. The findings are also supported by recent positive results obtained with therapies that can reduce the number of B cells in multiple sclerosis, lupus and other autoimmune diseases. "
Da:
http://www.galileonet.it/2017/04/un-fattore-di-rischio-genetico-per-sclerosi-multipla-e-lupus/?utm_campaign=Newsatme&utm_content=Un%2Bfattore%2Bdi%2Brischio%2Bgenetico%2Bper%2Bsclerosi%2Bmultipla%2Be%2BLupus&utm_medium=news%40me&utm_source=mail%2Balert

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