Ecco perché si parla tanto di infiammazione / That's why we talk about inflammation

Ecco perché si parla tanto di infiammazioneThat's why we talk about inflammation


Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa




Tumori, disturbi cardiovascolari, obesità, patologie neurodegenerative e malattie reumatologiche, invecchiamento. In quasi tutti i campi della medicina insomma si sente ormai parlare di infiammazione. Vediamo il perché.


Un importante meccanismo di difesa, che si trasforma in un nemico insidioso. È l’infiammazione, un termine ormai di moda visto che negli ultimi anni che se ne sente parlare negli ambiti più disparati: dai tumori, ai problemi cardiaci, passando per disturbi neurologici e neurodegenerativi, patologie reumatologiche, obesità. Più in generale, diverse scoperte degli ultimi anni sembrano indicare proprio nell’infiammazione cronica uno dei meccanismi principali dell’invecchiamento, o meglio di tutte le patologie che diventano più comuni con lo scorrere degli anni. Tanto che per alcuni esperti stiamo andando verso un cambio di paradigma radicale, che interpreta molte patologie croniche come un invecchiamento precoce di un determinato organo o sistema dell’organismo, spinto – non sarà una sorpresa a questo punto – proprio dall’infiammazione. Ma come si è arrivati a questo punto? E quali sono le novità del campo?

L’infiammazione
Per iniziare, è bene spiegare di cosa stiamo parlando. L’infiammazione nasce come meccanismo di difesa rivolto a tutti i danni fisici, chimici e biologici che colpiscono l’organismo. In presenza dei giusti stimoli (lesioni, infezioni e altri fenomeni che provocano il rilascio di sostanze proinfiammatorie), nei tessuti colpiti prendono il via una sequenza di cambiamenti, come vasodilatazione, richiamo di liquidi, infiltrazione di globuli bianchi, che promuovono l’azione del sistema immunitario, aiutando la riparazione dei tessuti.
E incidentalmente, causano i sintomi evidenti dell’infiammazione: tumefazione, aumento di calore, arrossamento, dolore.

Quando tutto va bene l’infiammazione cessa con la rimozione del danno che l’ha causata, e si parla di infiammazione acuta. Ma a volte i tessuti restano infiammati per mesi, o per anni e decenni, solitamente con un’attività infiammatoria molto ridotta e quindi priva di sintomi evidenti. In questo caso si parla di infiammazione cronica, un fenomeno che trasforma i processi infiammatori in un meccanismo dannoso.
Le conseguenze
Lo stato infiammatorio è una variazione rispetto all’omeostasi (lo stato normale dell’organismo), che impedisce il normale funzionamento delle cellule. Le cause sono disparate, e non del tutto note, ma quel che è certo è che protraendosi nel tempo l’infiammazione cronica causa diversi problemi agli organi colpiti. Innanzitutto, aumentando il rischio di sviluppare tumori. “Oggi sappiamo che alcune forme di infiammazione in determinati organi favoriscono la nascita di tumori – racconta a Wired Claudio Franceschi, professore emerito di immunologia dell’Università di Bologna – e si è scoperto che per crescere le cellule neoplastiche creano intorno a sé un ambiente infiammatorio che le spinge a proliferare”.
Anche il cuore e il sistema cardiocircolatorio risentono dell’infiammazione che aumenta, in questo caso, le probabilità di soffrire di infarto. E ancora: patologie del sistema gastrointestinale, del cervello, del sangue e del midollo osseo, patologie autoimmuni. “Sono tutti campi in cui un’infiammazione locale è coinvolta nella genesi di patologie – sottolinea Francesci – ma l’infiammazione può essere anche sistemica, interessare cioè l’intero organismo. Quello che si è scoperto è che i marcatori dell’infiammazione sono forti predittori di mortalità e morbidità (malattie correlate, ndr.) nell’anziano. E questo porta a ipotizzare che l’infiammazione cronica svolga un ruolo principe nell’invecchiamento, e che molte patologie collegate all’infiammazione possano essere descritte come un invecchiamento accelerato degli organi”.
Inflammaging
È quello che Franceschi ha ipotizzato ormai 17 anni fa coniando il termine inflammaging: un’infiammazione cronica di basso livello collegata all’invecchiamento, che sembra svolgere un ruolo principe nell’insorgenza di patologie della terza età. A guidare questa infiammazione, spiega l’esperto, sono stimoli interni ed esterni. Nel secondo gruppo rientra per esempio il microbiota intestinale, tutti i batteri che convincono con noi all’interno del nostro apparato digerente, e che, ha dimostrato il team di Franceschi, variano con il passare del decenni aumentando (in media) la presenza di specie pro-infiammatorie. E che per questo, potrebbero quindi essere collegati alla longevità.
Altri stimoli infiammatori vengono invece dall’interno del nostro organismo. “Il corpo produce cellule costantemente e smaltisce quelle vecchie, o danneggiate, attraverso meccanismi che invecchiando possono perdere di efficacia – racconta Franceschi – lasciandosi dietro una quantità crescente di spazzatura molecolare, frammenti di materiale cellulare, proteine, dna mitocondriale, che promuovono l’infiammazione”.
Ad aiutare la diffusione dell’infiammazione è la capacità di questo fenomeno di propagarsi come un fuoco. Una cellula coinvolta da processi infiammatori comunica con le vicine attraverso vescicole che contengono sostanze in grado di indurre infiammazione, e che possono entrare in circolo e portare lo stimolo infiammatorio in altri organi e tessuti. “L’inflammagin è un processo dinamico, influenzato da moltissimi fattori – continua Franceschi – il nostro corpo infatti può adattarsi all’infiammazione cronica producendo sostanze antinfiammatorie, e quindi il legame con l’invecchiamento non dipende solamente dalla quantità di infiammazione, ma anche dalla capacità dell’organismo di bilanciarla. Non a caso, negli ultracentenari l’organismo risulta estremamente infiammato, ma sono presenti anche grandi quantità di sostanze antinfiammatorie. E quindi la longevità sembrerebbe essere questione di capacità di adattamento all’infiammazione cronica inevitabilmente legata all’invecchiamento”.
Il futuro
Le scoperte e gli studi in atto sono moltissimi, ma quel che è certo è che l’infiammazione si sta conquistando un ruolo principe in moltissimi ambiti della medicina. Che impatto avranno queste nuove scoperte sulla nostra salute? La ricerca in questo senso è in pieno fermento: si studiano antifiammatori per combattere i tumori, per contrastare gli effetti dell’invecchiamento, si esamina l’influenza dei processi infiammatori sull’attività delle cellule staminali, con possibili ricadute nella medicina rigenerativa, e sullo sviluppo di malattie neurodegenerative di importanza fondamentale come l’Alzheimer. E se le domande ancora aperte sono moltissime, qualche indicazione importante si può già trarre, in particolar modo nel campo della prevenzione. La dieta e l’esercizio fisico sono gli strumenti principe per diminuire l’infiammazione cronica, e aiutano quindi a prevenire la lunga lista di patologie legate all’età: diabete, patologie cardiache, tumori e sarcopenia. Solo per citarne alcuni.
ENGLISH
Tumors, cardiovascular disorders, obesity, neurodegenerative diseases and rheumatic diseases, aging. In almost all fields of medicine, in fact, you are now hearing about inflammation. Let's see why.
An important defense mechanism, which turns into an insidious enemy. It is inflammation, a term that is now fashionable since in recent years it is heard in the most disparate areas: from tumors to heart problems, from neurological and neurodegenerative disorders, rheumatology, obesity. More generally, several discoveries of recent years seem to indicate in chronic inflammation one of the major mechanisms of aging, or rather all the pathologies that become more common over the years. So much for some experts we are going to a radical paradigm shift, which interprets many chronic diseases like an early aging of a given organ or system of the body, pushed - no surprise at this point - just by inflammation. But how did you get to this point? And what are the novelties of the field?
Inflammation
To get started, it's good to explain what we are talking about. Inflammation is born as a defense mechanism for all physical, chemical and biological damage that affects the body. In the presence of the right stimuli (lesions, infections and other phenomena that cause the release of proinflammatory substances), the affected tissues are undergoing a sequence of changes such as vasodilation, recall of liquids, white blood cell infiltration, which promote the action of Immune system, helping tissue repair.
And incidentally, they cause obvious symptoms of inflammation: swelling increased heat, redness, pain.
When all is well, the inflammation ceases with the removal of the damage that caused it, and it is referred to acute inflammation. But sometimes the tissues remain inflamed for months, or for years and decades, usually with very low inflammatory activity and therefore lacking obvious symptoms. In this case, we talk about chronic inflammation, a phenomenon that transforms inflammatory processes into a malicious mechanism.
The consequences
The inflammatory state is a variation compared to homeostasis (the normal state of the body), which prevents the normal functioning of the cells. The causes are disparate, and not quite known, but what is certain is that while chronic inflammation causes chronic inflammation causes various problems to affected organs. First, increasing the risk of developing tumors. "Today we know that certain forms of inflammation in certain organs favor the birth of tumors," says Wired Claudio Franceschi, an emeritus professor of immunology at the University of Bologna, and found that to grow neoplastic cells create an inflammatory environment around it Which causes them to proliferate. "
Even the heart and the cardiovascular system are affected by inflammation, which in this case increases the likelihood of suffering from infarction. And again: pathologies of the gastrointestinal system, brain, blood and bone marrow, autoimmune diseases. "They are all fields where local inflammation is involved in the pathogenesis," says Francesci, "but inflammation can be systemic, affecting the whole organism. What has come to light is that inflammation markers are strong predictors of mortality and morbidity (related diseases, ndr.) In the elderly. And this leads us to assume that chronic inflammation plays a major role in aging and that many inflammatory pathologies can be described as an accelerated aging of organs. "
Inflammaging
This is what Franceschi has suggested 17 years ago by term inflammation: a chronic low-level of inflammation associated with aging, which seems to play a leading role in the outbreak of age-related diseases. To guide this inflammation, the expert explains, are internal and external stimuli. In the second group, for example, the intestinal microbial, all bacteria that bind with us within our digestive system, and which, as demonstrated by the Franceschi team, vary with the passing of decades, increasing (on average) the presence of species pro-inflammatory. And for that, they could be linked to longevity.
Other inflammatory stimuli come from within our body. "The body produces cells constantly and disposes of old ones, or damaged, through aging mechanisms that can lose their effectiveness," says Franceschi, leaving behind an increasing amount of molecular garbage, fragments of cellular, protein, mitochondrial DNA that promote inflammation. ".
To help spread inflammation is the ability of this phenomenon to propagate like a fire. A cell involved in inflammatory processes communicates with neurons through vesicles containing substances that can cause inflammation and can enter the circulatory system and lead inflammatory stimulation to other organs and tissues. "Inflammation is a dynamic process influenced by many factors," says Franceschi. "Our body can adapt to chronic inflammation by producing anti-inflammatory substances, and therefore the aging relationship does not only depend on the amount of inflammation, but also by the body's ability to balance it. Not surprisingly, in the ultra-centuries, the organism is extremely inflammable, but there are also large quantities of anti-inflammatory substances. And therefore longevity would seem to be a question of ability to adapt to chronic inflammation inevitably linked to aging. "
The future
The findings and studies in progress are vast, but what is certain is that inflammation is gaining a major role in many areas of medicine. What impact will these new discoveries have on our health? Research in this sense is in full swing: anti-inflammatory drugs are being studied to fight tumors, to counteract the effects of aging, examine the influence of inflammatory processes on stem cell activity, with possible repercussions in regenerative medicine, and on Development of neurodegenerative diseases of fundamental importance such as Alzheimer's. And if the questions still open are so many, some important indications can already be drawn, especially in the field of prevention. Diet and exercise are the main tools to reduce chronic inflammation, and therefore help prevent long list of age-related pathologies: diabetes, heart disease, tumors, and sarcopenia. Just to name a few.
Da:
https://www.wired.it/scienza/medicina/2017/05/29/perche-infiammazione/


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