Uno scenario impossibile: il calore veloce come il suono / An impossible scenario: heat as fast as sound
Uno scenario impossibile: il calore veloce come il suono / An impossible scenario: heat as fast as sound
Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa
Illustrazione della struttura microscopica della grafite / Illustration of the microscopic structure of graphite (Science Photo Library/AGF)
Un fenomeno noto come “secondo suono,” che era stato osservato solo in pochi materiali e a temperature bassissime, è comparso a sorpresa nella grafite a temperature ordinarie. La scoperta ha messo in subbuglio i fisici per la sua stranezza e perché potrebbe risolvere fondamentali problemi di raffreddamento dei componenti microelettronici.
Un fenomeno noto come “secondo suono,” che era stato osservato solo in pochi materiali e a temperature bassissime, è comparso a sorpresa nella grafite a temperature ordinarie. La scoperta ha messo in subbuglio i fisici per la sua stranezza e perché potrebbe risolvere fondamentali problemi di raffreddamento dei componenti microelettronici.
Ryan Duncan è rimasto di stucco.
Aveva appena eseguito un nuovo esperimento esaminando la grafite comune, il materiale della mina delle matite, ma i risultati sembravano fisicamente impossibili: il calore, che tipicamente si disperde lentamente, aveva attraversato la grafite alla velocità del suono. È come mettere una pentola d'acqua su un fornello acceso e osservare l’acqua bollire quasi istantaneamente invece di dover aspettare vari minuti.
Non c'è da stupirsi che Duncan, studente laureato al Massachusetts Institute of Technology, non riuscisse a credere ai suoi occhi. Per assicurarsi di non aver commesso errori, ha verificato tutto quattro volte all'interno del suo apparato sperimentale, ha fatto l'esperimento ancora una volta e poi si è preso una pausa. "Ho cercato di dormire un po', sapendo che non sarei stato in grado di dire se l'esperimento avrebbe avuto successo o meno per diverse ore, ma trovavo molto difficile spegnere tutto per la notte", ricorda. Quando, la mattina dopo, la sveglia di Duncan ha suonato, è corso al computer (ancora in pigiama) e ha effettuato nuove misurazioni solo per trovarsi di fronte lo stesso risultato: ancora una volta, il calore si era propagato in modo incredibilmente veloce.
Duncan e i suoi colleghi hanno pubblicato i loro risultati la scorsa settimana sulla rivista “Science”. Il fenomeno, noto come “secondo suono,” ha messo i fisici in uno stato di euforia, in parte perché potrebbe aprire la strada alla microelettronica avanzata, ma soprattutto perché è così profondamente strano.
Per capire perchè, basta pensare a come il calore si propaga attraverso l'aria. Viene trasportato attraverso molecole che si scontrano costantemente tra loro e disperdono il calore in tutte le direzioni , avanti, di lato, e persino all'indietro.
Questa fondamentale inefficienza rende il calore conduttivo relativamente lento (il calore radiante, al confronto, può viaggiare alla velocità della luce come radiazione infrarossa).
La stessa lentezza caratterizza il calore che si muove attraverso un solido. Qui, i fononi (pacchetti di energia vibrazionale acustica) trasportano il calore in modo molto simile a quanto fanno le molecole nell'aria, permettendogli di propagarsi in tutte le direzioni e disperdersi lentamente. "È un po' come prendere una goccia di colorante alimentare e metterla nell’acqua: si diffonde", dice Keith Nelson, tutor di Duncan al MIT. "Non si sposta semplicemente in linea retta, come una freccia, dal punto in cui si mette la goccia”.
Ma questo è esattamente ciò che suggerisce l'esperimento di Duncan. Nel secondo suono, la retrodiffusione dei fononi viene pesantemente soppressa, consentendo al calore di proiettarsi in avanti. "È così che si comportano i movimenti ondulatori", afferma Nelson. "Se ci si trova in una piscina e si produce un'onda, essa lascerà il punto in cui siamo... Ma non è normale che il calore si comporti in quel modo”.
E nella maggior parte dei casi non lo fa.
Il secondo suono è stato rilevato per la prima volta nell'elio liquido 75 anni fa e successivamente è stato osservato in tre solidi. "Tutte le indicazioni iniziali erano che si trattasse di un fenomeno che sarebbe rimasto confinato in pochissimi materiali e solo a temperature molto basse", afferma Nelson. In quanto tale, gli scienziati pensavano di essere arrivati alla fine della storia. “Non era molto chiaro che cosa potesse essere il secondo suono, a parte un'affermazione scientifica”, dice Nicola Marzari, ricercatore di scienzia dei materiali presso l'Istituto Federale Svizzero di Tecnologia, a Losanna, che non era coinvolto in questo studio. "Così, l'intero campo di studi è rimasto sopito per molti anni".
Ma i notevoli miglioramenti nelle simulazioni numeriche hanno contribuito a rivitalizzarlo circa cinque anni fa, consentendo agli scienziati di riconoscere che il fenomeno avrebbe potuto essere più diffuso. Gang Chen, un ingegnere del MIT, per esempio, era in grado di prevedere che il secondo suono potesse essere visibile all'interno della grafite a temperature piuttosto miti. Quella predizione elettrizzò Duncan, che lo provò appena possibile, fino ad accontonare il resto delle sue ricerche quando i risultati si sono dimostrati così poco intuitivi.
Innanzitutto, Duncan ha depositato calore nel campione di grafite usando due raggi laser incrociati per creare una figura d'interferenza, che alterna regioni luminose e regioni buie, che corrispondono a creste e avvallamenti nelle onde di luce che collidono. All'inizio, le creste riscaldavano la grafite mentre le depressioni rimanevano fredde. Ma quando Duncan ha spento i laser, lo schema avrebbe dovuto scomparire lentamente, mentre il calore scorreva dalle creste calde verso le depressioni fredde. L'esperimento avrebbe raggiunto la sua conclusione una volta che l'intero campione avesse raggiunto una temperatura uniforme.
O almeno questo è ciò che accade normalmente. Ma quando i laser hanno smesso di brillare, la grafite ha mostrato di avere altri piani, continuando a permettere al calore di fluire fino a quando le creste calde sono diventate più fredde delle depressioni. Questo è un po' come un piano cottura che diventa ghiacciato nell'istante in cui lo si spegne, invece di raffreddarsi gradualmente fino alla temperatura ambiente. "È strano", dice Nelson. "Il calore non dovrebbe farlo!".
E certamente non dovrebbe farlo a temperature così elevate. Marzari, che ha previsto il fenomeno quasi nello stesso periodo di Chen, era quindi abbastanza fiducioso che sarebbe risultato valido. Nonostante ciò, non era certo che il secondo suono sarebbe stato osservato alle alte temperature previste. "Se mi avessi chiesto di scommettere il mio mutuo sull'esistenza di questo effetto, avrei detto di sì", dice Marzari. "Ma la domanda è sempre: succede a 100 Kelvin, 20 Kelvin o 0,1 Kelvin?"
L'esperimento di Duncan ha trovato l'effetto a 120 Kelvin, un valore più di 10 volte superiore rispetto alle misurazioni precedenti. "Nessuno ha mai pensato che sarebbe stato in grado di farlo a temperature così elevate", dice Venkatesh Narayanamurti, professore di ricerca in tecnologia e politiche pubbliche presso l'Università di Harvard, che non era coinvolto nello studio. "In tal senso, smentisce un po' il senso comune".
Ciò suggerisce anche che la scoperta potrebbe trovare un uso pratico futuro. Non solo la temperatura è molto più pratica del freddo criogenico richiesto per lavorare con i risultati precedenti, ma la grafite è un materiale comune: due caratteristiche che potrebbero aiutare gli ingegneri a superare il problema scoraggiante della gestione del calore nella microelettronica.
Immaginate solo se il calore si esaurisse alla velocità del suono, consentendo a materiali e dispositivi di raffreddarsi molto più rapidamente. Tale impresa sicuramente consentirebbe agli ingegneri di costruire microelettronica più piccola ed efficiente. Con questo in mente, Narayanamurti (che ha lavorato al secondo suono quando era ai laboratori AT&T Bell dal 1968 al 1987) sospetta che il campo presto conoscerà ancora una volta un notevole sviluppo. "Se fossi ancora ai Bell Labs, farei esperimenti su di esso perché sarà importante tra 10 o 15 anni".
ENGLISH
A phenomenon known as "second sound," which was observed only in a few materials and at very low temperatures, appeared as a surprise in graphite at ordinary temperatures. The discovery has upset the physicists because of its strangeness and because it could solve fundamental problems of cooling the microelectronic components.
Ryan Duncan is stunned.
He had just performed a new experiment by examining the common graphite, the material of the pencil lead, but the results seemed physically impossible: the heat, which typically disperses slowly, had passed through the graphite at the speed of sound. It's like putting a pot of water on a lit stove and watching the water boil almost instantly instead of having to wait several minutes.
No wonder Duncan, a graduate student at the Massachusetts Institute of Technology, could not believe his eyes. To make sure he didn't make mistakes, he checked everything four times in his experimental setup, did the experiment one more time and then took a break. "I tried to get some sleep, knowing that I wouldn't be able to tell if the experiment would be successful for several hours, but I found it very difficult to turn it off for the night," he recalls. When, the next morning, Duncan's alarm clock rang, he ran to the computer (still in his pajamas) and made new measurements just to face the same result: once again, the heat had spread incredibly fast.
Duncan and his colleagues published their findings last week in the journal Science. The phenomenon, known as "second sound," has put physicists in a state of euphoria, partly because it could pave the way for advanced microelectronics, but above all because it is so profoundly strange.
To understand why, just think of how heat propagates through the air. It is transported through molecules that constantly collide with each other and disperse the heat in all directions, forward, sideways, and even backwards.
This fundamental inefficiency makes the conductive heat relatively slow (radiant heat, by comparison, can travel at the speed of light as infrared radiation).
The same slowness characterizes the heat that moves through a solid. Here, the phonons (packages of acoustic vibrational energy) carry the heat in a way very similar to what the molecules in the air do, allowing it to propagate in all directions and disperse slowly. "It's a bit like taking a drop of food coloring and putting it in water: it spreads," says Keith Nelson, Duncan's tutor at MIT. "It does not simply move in a straight line, like an arrow, from the point where the drop is placed".
But this is exactly what Duncan's experiment suggests. In the second sound, the phonon backscatter is heavily suppressed, allowing the heat to project forward. "That's how wave movements behave," says Nelson. "If you find yourself in a pool and a wave is produced, it will leave the spot where we are ... But it is not normal for the heat to behave in that way."
And in most cases it doesn't.
The second sound was detected for the first time in liquid helium 75 years ago and was subsequently observed in three solids. "All the initial indications were that it was a phenomenon that would have been confined to very few materials and only at very low temperatures," says Nelson. As such, scientists thought they had reached the end of the story. "It was not very clear what the second sound could be, apart from a scientific statement," says Nicola Marzari, a researcher in materials science at the Swiss Federal Institute of Technology, in Lausanne, who was not involved in this study. "Thus, the entire field of study has remained dormant for many years."
But noticeable improvements in numerical simulations helped revitalize it about five years ago, allowing scientists to recognize that the phenomenon could have been more widespread. Gang Chen, an MIT engineer, for example, was able to predict that the second sound could be visible inside graphite at rather mild temperatures. That prediction thrilled Duncan, who tried it as soon as possible, until the rest of his research was satisfied when the results were so unintuitive.
First, Duncan has deposited heat in the graphite sample using two crossed laser beams to create an interference pattern, which alternates bright regions and dark regions, which correspond to ridges and depressions in the colliding light waves. At first, the ridges warmed the graphite while the depressions remained cold. But when Duncan turned off the lasers, the pattern should have disappeared slowly, while the heat flowed from the warm ridges to the cold depressions. The experiment would have reached its conclusion once the entire sample had reached a uniform temperature.
Or at least that's what happens normally. But when the lasers stopped shining, the graphite showed to have other planes, continuing to allow the heat to flow until the hot ridges became colder than the depressions. This is a bit like a hob that becomes iced the moment you turn it off, instead of gradually cooling to room temperature. "It's strange," says Nelson. "Heat should not do that!"
And it certainly shouldn't do it at such high temperatures. Marzari, who predicted the phenomenon almost at the same time as Chen, was therefore quite confident that it would be valid. Despite this, it was not certain that the second sound would be observed at the expected high temperatures. "If you had asked me to bet my mortgage on the existence of this effect, I would have said yes," says Marzari. "But the question is always: does it happen at 100 Kelvin, 20 Kelvin or 0.1 Kelvin?"
Duncan's experiment found the effect at 120 Kelvin, a value more than 10 times higher than previous measurements. "No one ever thought that he would be able to do it at such high temperatures," says Venkatesh Narayanamurti, professor of technology research and public policy at Harvard University, who was not involved in the study. "In this sense, it belies a little 'common sense".
This also suggests that the discovery could find practical future use. Not only is the temperature much more practical than the cryogenic cold required to work with previous results, but graphite is a common material: two features that could help engineers overcome the daunting problem of heat management in microelectronics.
Imagine only if the heat runs out at the speed of sound, allowing materials and devices to cool much more quickly. Such an enterprise would surely allow engineers to build smaller and more efficient microelectronics. With this in mind, Narayanamurti (who worked on the second sound when he was at the AT&T Bell labs from 1968 to 1987) suspects that the field will soon once again experience a remarkable development. "If I were still at Bell Labs, I would do experiments on it because it will be important in 10 or 15 years."
Da:
http://www.lescienze.it/news/2019/03/26/news/scenario_impossibile_calore_veloce_suono-4347365/?ref=nl-Le-Scienze_29-03-2019
Non c'è da stupirsi che Duncan, studente laureato al Massachusetts Institute of Technology, non riuscisse a credere ai suoi occhi. Per assicurarsi di non aver commesso errori, ha verificato tutto quattro volte all'interno del suo apparato sperimentale, ha fatto l'esperimento ancora una volta e poi si è preso una pausa. "Ho cercato di dormire un po', sapendo che non sarei stato in grado di dire se l'esperimento avrebbe avuto successo o meno per diverse ore, ma trovavo molto difficile spegnere tutto per la notte", ricorda. Quando, la mattina dopo, la sveglia di Duncan ha suonato, è corso al computer (ancora in pigiama) e ha effettuato nuove misurazioni solo per trovarsi di fronte lo stesso risultato: ancora una volta, il calore si era propagato in modo incredibilmente veloce.
Duncan e i suoi colleghi hanno pubblicato i loro risultati la scorsa settimana sulla rivista “Science”. Il fenomeno, noto come “secondo suono,” ha messo i fisici in uno stato di euforia, in parte perché potrebbe aprire la strada alla microelettronica avanzata, ma soprattutto perché è così profondamente strano.
Per capire perchè, basta pensare a come il calore si propaga attraverso l'aria. Viene trasportato attraverso molecole che si scontrano costantemente tra loro e disperdono il calore in tutte le direzioni , avanti, di lato, e persino all'indietro.
Questa fondamentale inefficienza rende il calore conduttivo relativamente lento (il calore radiante, al confronto, può viaggiare alla velocità della luce come radiazione infrarossa).
La stessa lentezza caratterizza il calore che si muove attraverso un solido. Qui, i fononi (pacchetti di energia vibrazionale acustica) trasportano il calore in modo molto simile a quanto fanno le molecole nell'aria, permettendogli di propagarsi in tutte le direzioni e disperdersi lentamente. "È un po' come prendere una goccia di colorante alimentare e metterla nell’acqua: si diffonde", dice Keith Nelson, tutor di Duncan al MIT. "Non si sposta semplicemente in linea retta, come una freccia, dal punto in cui si mette la goccia”.
Ma questo è esattamente ciò che suggerisce l'esperimento di Duncan. Nel secondo suono, la retrodiffusione dei fononi viene pesantemente soppressa, consentendo al calore di proiettarsi in avanti. "È così che si comportano i movimenti ondulatori", afferma Nelson. "Se ci si trova in una piscina e si produce un'onda, essa lascerà il punto in cui siamo... Ma non è normale che il calore si comporti in quel modo”.
E nella maggior parte dei casi non lo fa.
Il secondo suono è stato rilevato per la prima volta nell'elio liquido 75 anni fa e successivamente è stato osservato in tre solidi. "Tutte le indicazioni iniziali erano che si trattasse di un fenomeno che sarebbe rimasto confinato in pochissimi materiali e solo a temperature molto basse", afferma Nelson. In quanto tale, gli scienziati pensavano di essere arrivati alla fine della storia. “Non era molto chiaro che cosa potesse essere il secondo suono, a parte un'affermazione scientifica”, dice Nicola Marzari, ricercatore di scienzia dei materiali presso l'Istituto Federale Svizzero di Tecnologia, a Losanna, che non era coinvolto in questo studio. "Così, l'intero campo di studi è rimasto sopito per molti anni".
Ma i notevoli miglioramenti nelle simulazioni numeriche hanno contribuito a rivitalizzarlo circa cinque anni fa, consentendo agli scienziati di riconoscere che il fenomeno avrebbe potuto essere più diffuso. Gang Chen, un ingegnere del MIT, per esempio, era in grado di prevedere che il secondo suono potesse essere visibile all'interno della grafite a temperature piuttosto miti. Quella predizione elettrizzò Duncan, che lo provò appena possibile, fino ad accontonare il resto delle sue ricerche quando i risultati si sono dimostrati così poco intuitivi.
Innanzitutto, Duncan ha depositato calore nel campione di grafite usando due raggi laser incrociati per creare una figura d'interferenza, che alterna regioni luminose e regioni buie, che corrispondono a creste e avvallamenti nelle onde di luce che collidono. All'inizio, le creste riscaldavano la grafite mentre le depressioni rimanevano fredde. Ma quando Duncan ha spento i laser, lo schema avrebbe dovuto scomparire lentamente, mentre il calore scorreva dalle creste calde verso le depressioni fredde. L'esperimento avrebbe raggiunto la sua conclusione una volta che l'intero campione avesse raggiunto una temperatura uniforme.
O almeno questo è ciò che accade normalmente. Ma quando i laser hanno smesso di brillare, la grafite ha mostrato di avere altri piani, continuando a permettere al calore di fluire fino a quando le creste calde sono diventate più fredde delle depressioni. Questo è un po' come un piano cottura che diventa ghiacciato nell'istante in cui lo si spegne, invece di raffreddarsi gradualmente fino alla temperatura ambiente. "È strano", dice Nelson. "Il calore non dovrebbe farlo!".
E certamente non dovrebbe farlo a temperature così elevate. Marzari, che ha previsto il fenomeno quasi nello stesso periodo di Chen, era quindi abbastanza fiducioso che sarebbe risultato valido. Nonostante ciò, non era certo che il secondo suono sarebbe stato osservato alle alte temperature previste. "Se mi avessi chiesto di scommettere il mio mutuo sull'esistenza di questo effetto, avrei detto di sì", dice Marzari. "Ma la domanda è sempre: succede a 100 Kelvin, 20 Kelvin o 0,1 Kelvin?"
L'esperimento di Duncan ha trovato l'effetto a 120 Kelvin, un valore più di 10 volte superiore rispetto alle misurazioni precedenti. "Nessuno ha mai pensato che sarebbe stato in grado di farlo a temperature così elevate", dice Venkatesh Narayanamurti, professore di ricerca in tecnologia e politiche pubbliche presso l'Università di Harvard, che non era coinvolto nello studio. "In tal senso, smentisce un po' il senso comune".
Ciò suggerisce anche che la scoperta potrebbe trovare un uso pratico futuro. Non solo la temperatura è molto più pratica del freddo criogenico richiesto per lavorare con i risultati precedenti, ma la grafite è un materiale comune: due caratteristiche che potrebbero aiutare gli ingegneri a superare il problema scoraggiante della gestione del calore nella microelettronica.
Immaginate solo se il calore si esaurisse alla velocità del suono, consentendo a materiali e dispositivi di raffreddarsi molto più rapidamente. Tale impresa sicuramente consentirebbe agli ingegneri di costruire microelettronica più piccola ed efficiente. Con questo in mente, Narayanamurti (che ha lavorato al secondo suono quando era ai laboratori AT&T Bell dal 1968 al 1987) sospetta che il campo presto conoscerà ancora una volta un notevole sviluppo. "Se fossi ancora ai Bell Labs, farei esperimenti su di esso perché sarà importante tra 10 o 15 anni".
ENGLISH
A phenomenon known as "second sound," which was observed only in a few materials and at very low temperatures, appeared as a surprise in graphite at ordinary temperatures. The discovery has upset the physicists because of its strangeness and because it could solve fundamental problems of cooling the microelectronic components.
Ryan Duncan is stunned.
He had just performed a new experiment by examining the common graphite, the material of the pencil lead, but the results seemed physically impossible: the heat, which typically disperses slowly, had passed through the graphite at the speed of sound. It's like putting a pot of water on a lit stove and watching the water boil almost instantly instead of having to wait several minutes.
No wonder Duncan, a graduate student at the Massachusetts Institute of Technology, could not believe his eyes. To make sure he didn't make mistakes, he checked everything four times in his experimental setup, did the experiment one more time and then took a break. "I tried to get some sleep, knowing that I wouldn't be able to tell if the experiment would be successful for several hours, but I found it very difficult to turn it off for the night," he recalls. When, the next morning, Duncan's alarm clock rang, he ran to the computer (still in his pajamas) and made new measurements just to face the same result: once again, the heat had spread incredibly fast.
Duncan and his colleagues published their findings last week in the journal Science. The phenomenon, known as "second sound," has put physicists in a state of euphoria, partly because it could pave the way for advanced microelectronics, but above all because it is so profoundly strange.
To understand why, just think of how heat propagates through the air. It is transported through molecules that constantly collide with each other and disperse the heat in all directions, forward, sideways, and even backwards.
This fundamental inefficiency makes the conductive heat relatively slow (radiant heat, by comparison, can travel at the speed of light as infrared radiation).
The same slowness characterizes the heat that moves through a solid. Here, the phonons (packages of acoustic vibrational energy) carry the heat in a way very similar to what the molecules in the air do, allowing it to propagate in all directions and disperse slowly. "It's a bit like taking a drop of food coloring and putting it in water: it spreads," says Keith Nelson, Duncan's tutor at MIT. "It does not simply move in a straight line, like an arrow, from the point where the drop is placed".
But this is exactly what Duncan's experiment suggests. In the second sound, the phonon backscatter is heavily suppressed, allowing the heat to project forward. "That's how wave movements behave," says Nelson. "If you find yourself in a pool and a wave is produced, it will leave the spot where we are ... But it is not normal for the heat to behave in that way."
And in most cases it doesn't.
The second sound was detected for the first time in liquid helium 75 years ago and was subsequently observed in three solids. "All the initial indications were that it was a phenomenon that would have been confined to very few materials and only at very low temperatures," says Nelson. As such, scientists thought they had reached the end of the story. "It was not very clear what the second sound could be, apart from a scientific statement," says Nicola Marzari, a researcher in materials science at the Swiss Federal Institute of Technology, in Lausanne, who was not involved in this study. "Thus, the entire field of study has remained dormant for many years."
But noticeable improvements in numerical simulations helped revitalize it about five years ago, allowing scientists to recognize that the phenomenon could have been more widespread. Gang Chen, an MIT engineer, for example, was able to predict that the second sound could be visible inside graphite at rather mild temperatures. That prediction thrilled Duncan, who tried it as soon as possible, until the rest of his research was satisfied when the results were so unintuitive.
First, Duncan has deposited heat in the graphite sample using two crossed laser beams to create an interference pattern, which alternates bright regions and dark regions, which correspond to ridges and depressions in the colliding light waves. At first, the ridges warmed the graphite while the depressions remained cold. But when Duncan turned off the lasers, the pattern should have disappeared slowly, while the heat flowed from the warm ridges to the cold depressions. The experiment would have reached its conclusion once the entire sample had reached a uniform temperature.
Or at least that's what happens normally. But when the lasers stopped shining, the graphite showed to have other planes, continuing to allow the heat to flow until the hot ridges became colder than the depressions. This is a bit like a hob that becomes iced the moment you turn it off, instead of gradually cooling to room temperature. "It's strange," says Nelson. "Heat should not do that!"
And it certainly shouldn't do it at such high temperatures. Marzari, who predicted the phenomenon almost at the same time as Chen, was therefore quite confident that it would be valid. Despite this, it was not certain that the second sound would be observed at the expected high temperatures. "If you had asked me to bet my mortgage on the existence of this effect, I would have said yes," says Marzari. "But the question is always: does it happen at 100 Kelvin, 20 Kelvin or 0.1 Kelvin?"
Duncan's experiment found the effect at 120 Kelvin, a value more than 10 times higher than previous measurements. "No one ever thought that he would be able to do it at such high temperatures," says Venkatesh Narayanamurti, professor of technology research and public policy at Harvard University, who was not involved in the study. "In this sense, it belies a little 'common sense".
This also suggests that the discovery could find practical future use. Not only is the temperature much more practical than the cryogenic cold required to work with previous results, but graphite is a common material: two features that could help engineers overcome the daunting problem of heat management in microelectronics.
Imagine only if the heat runs out at the speed of sound, allowing materials and devices to cool much more quickly. Such an enterprise would surely allow engineers to build smaller and more efficient microelectronics. With this in mind, Narayanamurti (who worked on the second sound when he was at the AT&T Bell labs from 1968 to 1987) suspects that the field will soon once again experience a remarkable development. "If I were still at Bell Labs, I would do experiments on it because it will be important in 10 or 15 years."
Da:
http://www.lescienze.it/news/2019/03/26/news/scenario_impossibile_calore_veloce_suono-4347365/?ref=nl-Le-Scienze_29-03-2019
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