Ecco gli altri vaccini che ci aspettano per contrastare Covid-19 / Here are the other vaccines that await us to combat Covid-19

 Ecco gli altri vaccini che ci aspettano per contrastare Covid-19 / Here are the other vaccines that await us to combat Covid-19


Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa




Astrazeneca promette di mantenere gli impegni per la consegna delle dosi nel primo trimestre, ma non si sbilancia in previsioni per quello a venire. Nel mentre si aspetta l'arrivo di altri due vaccini: quello di Johnson&Johnson e CureVac.

Abbiamo imparato che le previsioni in epoca Covid-19 hanno valore piuttosto limitato, soprattutto per quel che riguarda la distribuzione e somministrazione dei vaccini. Se da una parte, infatti, le previsioni sull’arrivo di vaccini efficaci sono state addirittura superate dalla realtà, dall’altra più volte nel corso degli ultimi mesi si è parlato il problema della produzione e distribuzione dei vaccini anti-Covid che ha portato a rivedere e aggiustare i piani. In maniera comprensibile, in parte: mai in passato era stato richiesto un simile sforzo produttivo. Le ultime notizie, o meglio indiscrezioni, non sono rassicuranti in tal senso: secondo quanto riferito da un funzionario dell’Ue alla Reuters Astrazeneca potrebbe fornire meno della metà di dosi previste nel secondo trimestre (meno di 90 milioni) anche se poi dall’azienda hanno detto che avrebbero cercato di mantenere le promesse (180 milioni di dosi).

Indiscrezioni a parte, che non sia possibile fare previsioni dettagliate sul secondo trimestre è la stessa azienda a confermarlo in una nota appena diffusa che riguarda l’Italia, complice anche una produttività inferiore alle attese nello stabilimento per l’approvvigionamento europeo spiega. Per ora, si legge l’obiettivo è quello di consegnare 5 milioni di dosi entro la fine di marzo (come previsto dall’ultima tabella sulla disponibilità dei vaccini del piano italiano, a seguire) ma in riduzione rispetto a precedenti previsioni. Anche se nella stessa nota si parla di un obiettivo di 20 milioni a quanto pare per il secondo trimestre.

Auguratamente dunque di vaccini, oltre gli attuali, ne continueranno ad arrivare, esattamente quanti e quali però non è certissimo, tutt’altro. È verosimile però che accanto a quelli già disponibili se ne aggiungano degli altri, come da piano vaccinale. Come CureVac e il prodotto della Johnson & Johnson (Janssen Biotech). Nei giorni scorsi infatti il ricorrersi di alcune notizie al riguardo farebbe ben sperare per un loro arrivo tra i vaccini disponibili contro Covid-19.

Il vaccino J&J: l’attesa per la singola dose

Il prodotto della J&J potrebbe essere molto vicino ad arrivare, specialmente negli Usa. La Food and Drug Administration ha già confermato che il vaccino è efficace nel ridurre la malattia. Questo a fronte di molti aspetti ancora da chiarire quali l’efficacia per chi ha già avuto la malattia, contro infezioni asintomatiche o la riduzione della trasmissione del virus.

L’azienda ha fatto richiesta anche all’Agenzia europea del farmaco (Ema) per l’approvazione al commercio condizionata del vaccino e il Comitato per i medicinali per uso umano dell’ente potrebbe esprimersi in materia per la metà di marzo. Il vaccino J&J è un prodotto che si basa sulla tecnologia del vettore virale, come quello di Astrazeneca: si sfrutta la capacità di un adenovirus di trasportare nell’ospite il materiale genetico necessario alla produzione di antigeni (la proteina spike del coronavirus) contro cui montare e indirizzare la risposta immunitaria. I dati al momento a disposizione parlano di un’efficacia complessiva del 66% circa nel prevenire le forme gravi e moderate della malattia a 28 giorni dalla somministrazione. Il vaccino è stato testato in diversi paesi (Usa, Sudafrica e Brasile), e seppure in Sudafrica l’efficacia contro le forme lievi e moderate è risultata inferiore (pari al 57%), la protezione contro i casi gravi o critici di malattia non sembra diversa. La possibilità di avere a disposizione un vaccino comunque efficace anche contro varianti del virus – tema su cui si sta concentrando la ricerca, con risultati non sempre incoraggianti – ha contribuito ad alimentare le speranze per questo vaccino, anche tra gli scienziati italiani.

A rendere interessante però il prodotto J&J è anche un aspetto non banale che riguarda la sua somministrazione: i dati riportati, infatti si riferiscono all’efficacia ottenuta con una singola dose, nel trial clinico Ensemble che ha coinvolto circa 40mila partecipanti. Sebbene siano in corso anche sperimentazioni (una delle quali prevede l’arruolamento anche di adolescenti) con lo stesso prodotto ma con due dosi, la possibilità di ottenere una protezione con una sola somministrazione – e la facilità di conservazione – è un vantaggio notevole in termini logistici. Anche sotto il profilo di sicurezza – come si evince leggendo il documento preparati dall’Fda – il prodotto della J&J non presenta particolari criticità: si parla di effetti avversi per lo più lievi e moderati, comuni ad altri vaccini, come dolore al sito di iniezione, mal di testa, fatica o mialgia. Un leggero aumento di casi di orticaria, acufene ed eventi tromboembolici è stato osservato nel gruppo dei vaccinati. E per quel che riguarda i decessi nulla che si discosti da quanto osservato nella popolazione generale di riferimento, concludono dall’Fda.

CureVace, un nuovo vaccino a mRna


Accanto al prodotto di J&J presto potrebbe arrivare il terzo vaccino a mRna, quello di CureVac, che funziona in maniera analoga ai vaccini Moderna e Pfizer/BioNTech già disponibili: contiene una molecola di mRna con le istruzioni per la produzione della proteina Spike del coronavirus (e prevede sempre due dosi). Solo pochi gironi fa, infatti, il Comitato per i medicinali per uso umano dell’Ema ha avviato la procedura di rolling review del vaccino di CureVac. Si tratta di una strategia per guadagnare tempo in vista di una richiesta formale all’autorizzazione, precisano dall’agenzia, che consente di analizzare i dati man mano che vengono acquisiti. Stando a quanto dichiarato dall’azienda, la tecnologia del vaccino fa uso di un mRNA naturale, è in grado di indurre risposte a basse dosi della molecola e il prodotto può essere conservato a temperature di un tradizionale frigorifero (gli stringenti requisiti di conservazione a temperature di -70°C potrebbero essere superati anche per un altro vaccino a mRna, quello Pfizer-BioNTech a quanto pare).

Le tempistiche per il prodotto di CureVac, che sta procedendo con l’arruolamento dei partecipanti nel trial di fase 3 in questi giorni, sono più lunghe: si parla di giugno per l’arrivo del vaccino, se tutto andrà bene. Sull’efficacia anche contro le varianti poco è noto: una nota della Reuters, citano il Ceo dell’azienda, parla genericamente di efficacia anche contro le varianti, ma nei modelli animali.

Novavax, un vaccino meno innovativo


Una procedura di rolling review è stata aperta anche per il prodotto di Novavax, un vaccino cosiddetto a subunità, fatto cioè da pezzetti del virus, le proteine spike in questo caso con un adiuvante (anch’esso con un regime che prevede due dosi e conservazioni a temperature di frigo). Nei giorni scorsi la diffusione di alcuni risultati era stata accolta con entusiasmo, con dati che parlavano di quasi il 90% di efficacia, anche nei confronti della variante inglese. Decisamente inferiori, intorno al 60% per quella sudafricana tanto che, come vi avevamo accennato l’azienda mirerebbe a sviluppare un prodotto efficace contro entrambe. Novavax ha appena annunciato di aver terminato l’arruolamento dei partecipanti allo studio Prevent-It negli Usa e in Messico.

Sputnik, per ora nessuna notizia dall’Ema

Per ora invece non è possibile dir nulla sul vaccino ad adenovirus Sputnik, i cui ultimi dati al riguardo parlavano di un’efficacia superiore al 90% e di un buon profilo di sicurezza (sebbene la loro pubblicazione avesse sollevato delle perplessità). L’Ema infatti pochi giorni fa aveva fatto sapere di non aver ancora ricevuto da parte dell’azienda né richiesta di autorizzazione all’immissione in commercio, né per una procedura di rolling review, malgrado la manifestazione di interesse da parte degli sviluppatori del vaccino. Anche in questo caso si parla di due somministrazioni, e di due diverse formulazioni che hanno temperature di conservazioni diverse.

ENGLISH

Astrazeneca promises to keep the commitments for the delivery of the doses in the first quarter, but is not unbalanced in the forecast for the one to come. Meanwhile, two other vaccines are expected: that of Johnson & Johnson and CureVac.

We have learned that forecasts in the Covid-19 era have rather limited value, especially as regards the distribution and administration of vaccines. If on the one hand, in fact, the forecasts on the arrival of effective vaccines have even been surpassed by reality, on the other hand the problem of the production and distribution of anti-Covid vaccines has been discussed several times over the last few months, which has led to review and adjust plans. Understandably, in part: never in the past had such a productive effort been required. The latest news, or rather rumors, are not reassuring in this sense: according to an EU official at Reuters Astrazeneca could provide less than half of the doses expected in the second quarter (less than 90 million) even if then from the company they said they would try to keep their promises (180 million doses).

Indiscretions aside, that it is not possible to make detailed forecasts for the second quarter, it is the company itself that confirms it in a recently released note regarding Italy, also due to lower than expected productivity in the European procurement plant, explains. For now, we read the goal is to deliver 5 million doses by the end of March (as foreseen by the last table on the availability of vaccines of the Italian plan, below) but in reduction compared to previous forecasts. Although in the same note there is talk of a goal of 20 million apparently for the second quarter.

Hopefully, therefore, vaccines, in addition to the current ones, will continue to arrive, exactly how many and which ones, however, it is not very certain, far from it. However, it is likely that others will be added alongside those already available, as per the vaccination plan. Such as CureVac and the product of Johnson & Johnson (Janssen Biotech). In fact, in recent days the recurrence of some news in this regard would bode well for their arrival among the vaccines available against Covid-19.

The J&J vaccine: waiting for a single dose

The J&J product could be very close to arriving, especially in the US. The Food and Drug Administration has already confirmed that the vaccine is effective in reducing the disease. This in the face of many aspects still to be clarified such as the effectiveness for those who have already had the disease, against asymptomatic infections or the reduction of virus transmission.

The company has also applied to the European Medicines Agency (EMA) for approval for the conditional trade of the vaccine, and the body's Committee for Medicinal Products for Human Use could comment on the matter by mid-March. The J&J vaccine is a product that is based on viral vector technology, such as that of Astrazeneca: it exploits the ability of an adenovirus to transport in the host the genetic material necessary for the production of antigens (the spike protein of the coronavirus) against which to mount and target the immune response. The data currently available speak of an overall effectiveness of approximately 66% in preventing severe and moderate forms of the disease 28 days after administration. The vaccine has been tested in several countries (USA, South Africa and Brazil), and although in South Africa the effectiveness against mild and moderate forms was lower (equal to 57%), the protection against severe or critical cases of disease was not looks different. The possibility of having a vaccine available in any case effective even against variants of the virus - a topic on which research is focusing, with results that are not always encouraging - has helped to fuel hopes for this vaccine, even among Italian scientists.

What makes the J&J product interesting, however, is also a non-trivial aspect concerning its administration: the data reported, in fact, refer to the effectiveness obtained with a single dose, in the Ensemble clinical trial which involved about 40 thousand participants. Although trials are also underway (one of which also involves the enrollment of adolescents) with the same product but with two doses, the possibility of obtaining protection with a single administration - and the ease of storage - is a significant advantage in terms logistic. Also from a safety point of view - as can be seen by reading the document prepared by the FDA - the J&J product does not present particular criticalities: we are talking about mostly mild and moderate adverse effects, common to other vaccines, such as pain at the injection site. , headache, fatigue or myalgia. A slight increase in cases of urticaria, tinnitus and thromboembolic events was observed in the vaccine group. And as regards the deaths, nothing that differs from what was observed in the general reference population, the FDA concluded.


CureVace, a new mRna vaccine


Alongside the J&J product, the third mRna vaccine could soon arrive, that of CureVac, which works in a similar way to the Moderna and Pfizer / BioNTech vaccines already available: it contains an mRna molecule with instructions for the production of the coronavirus Spike protein ( and always provides two doses). Only a few days ago, in fact, the EMA Committee for Medicinal Products for Human Use initiated the rolling review procedure for the CureVac vaccine. This is a strategy to buy time in view of a formal request for authorization, the agency specify, which allows you to analyze the data as it is acquired. According to the company, the vaccine technology makes use of a natural mRNA, is able to induce responses to low doses of the molecule and the product can be stored at temperatures of a traditional refrigerator (the stringent storage requirements at temperatures of -70 ° C could also be exceeded for another mRna vaccine, the Pfizer-BioNTech one apparently).


The timing for the CureVac product, which is proceeding with the enrollment of participants in the phase 3 trial these days, is longer: we are talking about June for the arrival of the vaccine, if all goes well. Little is known about the effectiveness even against variants: a note from Reuters, citing the CEO of the company, speaks generically of effectiveness also against variants, but in animal models.


Novavax, a less innovative vaccine


A rolling review procedure was also opened for the product of Novavax, a so-called subunit vaccine, made from pieces of the virus, the spike proteins in this case with an adjuvant (also with a regimen that provides for two doses and preservation at fridge temperatures). In recent days, the dissemination of some results had been welcomed with enthusiasm, with data that spoke of almost 90% effectiveness, even against the English variant. Definitely lower, around 60% for the South African one, so much so that, as we mentioned, the company would aim to develop an effective product against both. Novavax has just announced that it has finished enrolling participants in the Prevent-It study in the US and Mexico.


Sputnik, no news from the EMA for now

For now, however, it is not possible to say anything about the Sputnik adenovirus vaccine, whose latest data in this regard spoke of an efficacy of over 90% and a good safety profile (although their publication raised some perplexities). In fact, the EMA a few days ago had made it known that it had not yet received from the company a request for marketing authorization, or for a rolling review procedure, despite the expression of interest from the vaccine developers. Also in this case we speak of two administrations, and of two different formulations that have different storage temperatures.

Da:

https://www.wired.it/lifestyle/salute/2021/02/27/vaccini-futuri-curevac-johnson-johnson/?utm_source=news&utm_campaign=daily&utm_brand=wi&utm_mailing=WI_NEWS_Daily%202021-02-27&utm_medium=email&utm_term=WI_NEWS_Daily


Commenti

Post popolari in questo blog

Paracetamolo, ibuprofene o novalgina: quali le differenze? / acetaminophen, ibuprofen, metamizole : what are the differences?

Gli inibitori SGLT-2 potrebbero aiutare a prevenire la demenza / SGLT-2 Inhibitors Could Help Prevent Dementia

Approfondimenti sugli ormoni intestinali / Gut Hormone Insight