Le placche aterosclerotiche “dialogano” con il cervello / Atherosclerotic plaques "communicate" with the brain

Le placche aterosclerotiche “dialogano” con il cervelloAtherosclerotic plaques "communicate" with the brain


Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa



Su Nature, la più importante rivista scientifica multidisciplinare al mondo, i risultati di una collaborazione internazionale che vede il ruolo fondamentale del Neuromed.

Sono quelle che si cercano con l’ecodoppler delle carotidi: le placche aterosclerotiche. Formate da un accumulo di grassi, colesterolo, tessuto fibroso e cellule del sistema immunitario, rappresentano il segno distintivo dell’aterosclerosi, le cui conseguenze, dall’infarto all’ictus fino ai problemi vascolari periferici, costituiscono di fatto la principale causa di morte in età avanzata.
 
Una nuova ricerca, che vede tra i principali protagonisti il Dipartimento di Angiocardioneurologia e Medicina Traslazionale dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli, dimostra per la prima volta l’esistenza di un collegamento tra le placche aterosclerotiche e il sistema nervoso centrale, che a sua volta, attraverso la milza, attiva il sistema immunitario stimolando ulteriormente lo sviluppo della patologia. Questo “circuito nervoso” finora sconosciuto potrà rappresentare un bersaglio per terapie innovative.
 

Pubblicato sulla famosa rivista scientifica Nature, la più autorevole tra quelle multidisciplinari oggi esistenti, lo studio è stato condotto sia su modelli sperimentali che in reperti umani, in collaborazione con la Ludwig-Maximilians-University di Monaco, con gli importanti risultati del Professor Andreas Habenicht e del Dottor Sarajo K. Mohanta, e con altre istituzioni scientifiche internazionali riunite nel Progetto “PLAQUEFIGHT” finanziato dalla Comunità Europea.
 
“In corrispondenza di una placca aterosclerotica – spiega la professoressa Daniela Carnevale, Dipartimento di Angiocardioneurologia e Medicina Traslazionale del Neuromed e Professore Ordinario dell’Università Sapienza di Roma – si forma anche un aggregato di cellule immunitarie nella parete esterna del vaso sanguigno. Questo aggregato, chiamato ATLO e simile ad un linfonodo, è ricco di fibre nervose. Il nostro lavoro ha prima di tutto dimostrato che attraverso di esse si stabilisce una connessione diretta tra la placca ed il cervello”.
 
I ricercatori italiani e tedeschi hanno quindi ricostruito l’intero percorso delle fibre nervose fino al sistema nervoso centrale. “A questo punto – continua Carnevale – siamo stati in grado di vedere che questi segnali provenienti dalla placca, una volta raggiunto il cervello, influenzano il sistema nervoso autonomo attraverso il nervo vago (il nervo che controlla la maggior parte dei nostri organi e funzioni viscerali, ndr) fino a raggiungere la milza. Qui avviene una attivazione di specifiche cellule del sistema immunitario che entrano in circolazione e portano alla progressione delle placche stesse”.
 
È un vero e proprio circuito nervoso, che gli autori della ricerca hanno definito “ABC” ovvero “artery-brain circuit”. E come tutti i circuiti, può essere scollegato o modulato. “Abbiamo condotto – aggiunge la professoressa - ulteriori esperimenti interrompendo le connessioni nervose che raggiungono la milza. In questo modo sono venuti a mancare gli impulsi sulle cellule immunitarie presenti in questo organo. Il risultato è che le placche presenti nelle arterie non solo hanno rallentato la crescita, ma si sono stabilizzate”.
 
Considerando che la stabilità della placca aterosclerotica è uno dei tratti clinicamente più rilevanti nella valutazione della gravità della malattia nel paziente, e che in questo studio sono state identificate le componenti del circuito “ABC” anche in reperti di arterie umane affette da aterosclerosi, si prospetta un potenziale traslazionale molto rilevante.
 
“Si tratta – dice il professor Giuseppe Lembo - Responsabile del Dipartimento di Angiocardioneurologia e Medicina Traslazionale del Neuromed e Ordinario dell’Università Sapienza di Roma – di una visione assolutamente nuova, che apre la strada a strategie terapeutiche fino ad oggi sconosciute. L’ipotesi su cui lavorare ora è la possibilità di agire, con specifici dispositivi bioelettronici, sulle terminazioni nervose che raggiungono la milza, in particolare sul ramo del nervo vago che è connesso al ganglio celiaco. In altri termini, un intervento terapeutico non farmacologico per contrastare il problema dell’aterosclerosi”.
 
Sia l’innovatività della ricerca sia le profonde implicazioni cliniche sono alla base del successo, riconosciuto dalla pubblicazione su una rivista come Nature. “In questa ricerca – commenta Lembo – sono concentrati anni ed anni di duro lavoro. L’impegno e l’originalità dei nostri ricercatori, capaci di mettere insieme interessi multidisciplinari che coinvolgono il cervello, l’apparato cardiovascolare ed il sistema immunitario, ci proiettano oggi sulla scena internazionale come un punto di riferimento di primo piano”.

ENGLISH

On Nature, the most important multidisciplinary scientific journal in the world, the results of an international collaboration that sees the fundamental role of Neuromed.


These are what are sought with the carotid Doppler ultrasound: atherosclerotic plaques. Formed by an accumulation of fats, cholesterol, fibrous tissue and cells of the immune system, they represent the hallmark of atherosclerosis, the consequences of which, from heart attack to stroke to peripheral vascular problems, are in fact the main cause of death in old age.

 

A new research, which sees among the main protagonists the Department of Angiocardioneurology and Translational Medicine of the I.R.C.C.S. Neuromed by Pozzilli, demonstrates for the first time the existence of a connection between atherosclerotic plaques and the central nervous system, which in turn, through the spleen, activates the immune system, further stimulating the development of the disease. This hitherto unknown "nervous circuit" could represent a target for innovative therapies.

 


Published in the famous scientific journal Nature, the most authoritative of the multidisciplinary ones existing today, the study was conducted both on experimental models and in human finds, in collaboration with the Ludwig-Maximilians-University of Munich, with the important results of Professor Andreas Habenicht and Dr. Sarajo K. Mohanta, and with other international scientific institutions united in the "PLAQUEFIGHT" Project funded by the European Community.

 

"In correspondence with an atherosclerotic plaque - explains Professor Daniela Carnevale, Department of Angiocardioneurology and Translational Medicine of the Neuromed and Full Professor of the Sapienza University of Rome - an aggregate of immune cells is also formed in the external wall of the blood vessel. This aggregate, called ATLO and similar to a lymph node, is rich in nerve fibers. Our work has first of all shown that through them a direct connection is established between the plaque and the brain ”.

 

The Italian and German researchers then reconstructed the entire path of the nerve fibers up to the central nervous system. "At this point - continues Carnival - we were able to see that these signals coming from the plaque, once they reach the brain, influence the autonomic nervous system through the vagus nerve (the nerve that controls most of our organs and visceral functions , ed) until it reaches the spleen. Here there is an activation of specific cells of the immune system that enter the circulation and lead to the progression of the plaques themselves ".

 

It is a real nervous circuit, which the authors of the research have defined as "ABC" or "artery-brain circuit". And like all circuits, it can be disconnected or modulated. “We have conducted - adds the professor - further experiments by interrupting the nerve connections that reach the spleen. In this way, the impulses on the immune cells present in this organ have failed. The result is that the plaques present in the arteries have not only slowed growth, but have stabilized ”.

 

Considering that the stability of the atherosclerotic plaque is one of the most clinically relevant traits in assessing the severity of the disease in the patient, and that in this study the components of the "ABC" circuit have also been identified in findings of human arteries affected by atherosclerosis, it is expected a very significant translational potential.

 

"It is - says Professor Giuseppe Lembo - Head of the Department of Angiocardioneurology and Translational Medicine of the Neuromed and Ordinary of the Sapienza University of Rome - of an absolutely new vision, which opens the way to therapeutic strategies hitherto unknown. The hypothesis to work on now is the possibility of acting, with specific bioelectronic devices, on the nerve endings that reach the spleen, in particular on the branch of the vagus nerve that is connected to the celiac ganglion. In other words, a non-pharmacological therapeutic intervention to counter the problem of atherosclerosis ".

 

Both the innovativeness of the research and the profound clinical implications are the basis of the success, recognized by the publication in a journal such as Nature. “Years and years of hard work are concentrated in this research - comments Lembo -. The commitment and originality of our researchers, capable of bringing together multidisciplinary interests involving the brain, the cardiovascular system and the immune system, project us today on the international scene as a leading point of reference ".

Da:

https://www.lescienze.it/news/2022/04/28/news/le_placche_aterosclerotiche_dialogano_con_il_cervello-9278636/?fbclid=IwAR3CK-Rmw07a_k1tHH6KPHAW8T-xN4IAFu5bdT3HB_188eePjK7-v9mxzvA






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