CONTRIBUTO FONDAMENTALE PER L’UNIFICAZIONE DELLA FORZA GRAVITAZIONALE CON LA FORZA ELETTROMAGNETICA, IPOTIZZANDO LA GENERAZIONE DELLA FORZA ROTAZIONALE GRAVITAZIONALE INDOTTA Frg TRA L'INTERAZIONE DELLA VELOCITA’ ANGOLARE ω E UN CORPO DI MASSA M IN MOVIMENTO CON VELOCITA' COSTANTE V IN DIREZIONE PERPENDICOLARE A ω IN MODO SIMILE ALLA GENERAZIONE DELLA FORZA DI LORENTZ DOVUTA ALL'INTERAZIONE DELL’INDUZIONE MAGNETICA B E UN CORPO CON CARICA Q IN MOVIMENTO CON VELOCITA' COSTANTE V IN DIREZIONE PERPENDICOLARE A B.
CONTRIBUTO FONDAMENTALE PER L’UNIFICAZIONE DELLA FORZA
GRAVITAZIONALE CON LA FORZA ELETTROMAGNETICA, IPOTIZZANDO LA GENERAZIONE DELLA FORZA ROTAZIONALE GRAVITAZIONALE INDOTTA Frg TRA L'INTERAZIONE DELLA VELOCITA’ ANGOLARE ω E UN
CORPO DI MASSA M IN MOVIMENTO CON VELOCITA' COSTANTE V IN DIREZIONE PERPENDICOLARE A ω IN MODO SIMILE ALLA GENERAZIONE DELLA FORZA DI LORENTZ DOVUTA ALL'INTERAZIONE DELL’INDUZIONE MAGNETICA B E UN CORPO CON CARICA Q IN MOVIMENTO CON VELOCITA' COSTANTE V IN DIREZIONE PERPENDICOLARE A B.
Dott. Giuseppe Cotellessa
Introduzione
Con questo lavoro ipotizzo che ci sia una forte analogia tra
forza elettromagnetica e forza gravitazionale. Fino ad ora si è sempre pensato
che esista un solo campo gravitazionale scoperto da Newton ed indicato come la
legge di gravitazione universale, ed il campo elettrico e quello magnetico nel
caso di forza elettromagnetica.
La forza gravitazionale di Newton corrisponde alla forza di
Coulomb, valida in condizioni statiche, cioè con corpi carichi elettricamente o
con masse in condizioni stazionari, non in movimento.
Secondo la mia intuizione, quando i corpi dotati di massa o
carica elettrica sono in movimento con velocità costante, si originano:
1)
nel caso di un corpo dotato di carica elettrica q che
muovendosi con traiettoria rettilinea a velocità costante v incontra un campo magnetico
perpendicolare B, viene generata la forza di Lorentz, perpendicolare sia a alla
direzione della velocità v che alla direzione del vettore B
2)
nel caso gravitazionale un corpo dotato di massa m che
muovendosi con traiettoria rettilinea a velocità costante v incontra un campo velocità
angolare ω perpendicolare, viene
generata la forza rotazionale di
induzione gravitazionale Frg, perpendicolare sia alla direzione della
velocità v che alla direzione del vettore velocità angolare ω
Entrambi sono generati da una particella con massa m o con
carica elettrica q in movimento.
L’espressione della nuova forza rotazionale nel campo
gravitazionale è Frg =mv*ω ,
.
dove m è la massa di un corpo, v il modulo della
sua velocità costante ed ω l’eventuale velocità angolare
Questa formula è analoga alla
forza di Lorentz:
1) FL =qvB
Il formalismo è identico.
PROPRIETA’ DELLA FORZA ROTAZIONALE GRAVITAZIONALE INDOTTA Frg
La forza di Newton dipende dall’accelerazione mentre la forza
gravitazionale indotta dipende dalla velocità costante v di un corpo di massa m
che si muove di moto rettilineo uniforme e dalla velocità angolare ω.
2) Frg =mv*ω = m*v*2* π*f=mv2/r (forza centripeta)= m ω2r
(forza centrifuga)
Che viene
originata soltanto quando un corpo di massa m si muove di moto circolare
uniforme con modulo della velocità v sempre costante, ma varia continuamente in
direzione come nel moto circolare uniforme.
Ho inserito anche la
formula
3) Fcg = m*v*2* π*f perché questa fa vedere il legame che
esiste tra questa espressione con l’espressione dell’energia di una radiazione
elettromagnetica:
4)
E = h*f.
PREMESSA
Sir Isaac Newton quando
ha sviluppato la legge della gravitazione universale ha compreso soltanto che
esiste un campo gravitazionale g dovuta ad una forza attrattiva tra due masse M1
e M2 poste ad una distanza pari a d:
5)
F=G*M1*M2/d2
Ha poi ricavato l'espressione della legge la legge della forza:
6)
F = ma
Dove m è la massa di un corpo ed a è l’accelerazione.
Dimostrando che la massa gravitazionale coincide con la massa
inerziale, è stata poi verificata l’uguaglianza tra le due formule
7)
G*M*M2/d2 = Ma
E’ stato ricavato che:
8)
a= G*M2/d2
assumendo per M2 la massa della terra e per d la
distanza del raggio della terra ha ottenuto il valore di g pari a circa 9,82
m/s2
Sperimentalmente tutto tornava e quindi ci si è convinti che
la forza potesse nascere solo in presenza di variazione di velocità, cioè
quando c’è accelerazione o decelerazione di un corpo con massa m.
E’ stato enunciato il principio di inerzia che dichiara che
quando un corpo con massa m si muove a velocità costante v secondo una traiettoria
rettilinea non è mai soggetto a forze.
In realtà sperimentalmente quando un corpo
si muove a velocità costante v in direzione perpendicolare a ω, effettivamente viene generata la forza Frg, ma non c’è mai perdita di energia
perchè’ la forza Frg compie sempre lavoro nullo, in quanto risulta sempre
perpendicolare allo spostamento.
Tutto ok fino a questo punto.
C’era in realtà il problema della forza centripeta:
9)
Fc = m*v2/r
In questo caso si ha una forza che dipende dalla velocità ma
non dall’accelerazione.
Il problema è stato aggirato dicendo che è vero che la
velocità di un corpo che si muove di moto circolare uniforme ha la velocità
costante in modulo, ma non in direzione. Ciò dava un’apparente spiegazione
dell’accelerazione centripeta con la variazione della direzione della velocità
tangenziale v sempre perpendicolare alla direzione dell’accelerazione centripeta.
C’era sempre il problema della forza centripeta che dipende
dalla velocità e non dall’accelerazione.
Questo problema è stato risolto in due ingegnosi modi.
Nel primo modo è stato ricavato l’accelerazione centripeta ac
pari a:
10)
ac = v2/r
il termine accelerazione centripeta ha sviato il sospetto su
come mai essa dipenda dal modulo della velocità.
Ma il discorso della variazione continua in direzione ha tranquillizzato
tutti.
Per eliminare ogni sospetto che c’era qualcosa che non andava,
si è introdotto il concetto dell’effetto dei sistemi di riferimento inerziale e
non inerziale.
Il sistema si dice inerziale si quando il sistema di
riferimento è fermo o si muove a velocità costante.
Il sistema si dice non inerziale quando ruota a velocità
costante o si muove con moto rettilineo uniformemente accelerato.
Questa definizione è stata data in base alla definizione del
principio di inerzia.
Quindi la forza gravitazionale F = ma è valida sempre sia nei
sistemi inerziali che non inerziali.
Invece la forza centripeta:
11)
Fc = m*v2/r
Secondo la fisica classica, non è una forza reale ma una forza
fittizia che viene generata in un sistema di riferimento non inerziale.
Essa non si manifesta nei sistemi inerziali ma solo in quelli
non inerziali.
In questo modo sembrava tutto sistemato.
In realtà Sir Isaac Newton al suo tempo si trovava ad
esaminare una situazione in cui la forza gravitazionale è sempre attrattiva tra
le masse e non conosceva ancora l’unificazione dei campi elettromagnetici ad
opera di Maxwell.
Comunque aveva il vantaggio di poter osservare dei corpi con
sola massa in assenza di carica elettrica.
Chi ha studiato il campo elettrico non si è mai trovato in
condizione di poter osservare corpi con cariche elettriche privi di massa.
Maxwell ha avuto due vantaggi per sviluppare il suo sistema
di equazioni.
Il primo vantaggio è che esistono sia cariche elettrice
positive che quelle negative separate.
Quindi risultano forze attrattive tra cariche elettriche di
segno opposto e forze repulsive tra cariche elettriche dello stesso segno.
L’esistenza di due cariche elettriche isolate di segno
opposto ha permesso di realizzare dei circuiti elettrici in cui può fluire la
corrente elettrica.
Con la realizzazione dei circuiti elettrici si sono accorti
che quando c’è movimento di cariche elettriche si genera il campo magnetico con
la creazione dei suoi poli magnetici Nord e Sud.
Si è subito capito che non esistono cariche magnetiche
isolate, ma il campo magnetico si genera soltanto quando le cariche elettriche
sono in movimento.
Così oltre il concetto di carica elettrica si è introdotto
il concetto di corrente elettrica.
E’ stata scoperta inoltre la legge di Faraday – Neumann e la
legge di Lenz sull’induzione elettromagnetica.
E ogni nuova scoperta era coerente con tutta la teoria precedente, in
modo che non veniva sollevato nessun dubbio.
Einstein ha scoperto che la formula che esprime il trasporto
dell’energia della radiazione elettromagnetica è:
12)
E = h*f
Dove h è la costante di Planck ed f è la frequenza della
radiazione elettromagnetica.
E’ stata ricavata la formula della forza di Lorentz:
13)
FL =qv*B
Uguagliando la forza di Lorentz con la forza centripeta
gravitazionale
14)
qv*B = mv2/r
si ricava la formula per il calcolo del raggio costante r della
traiettoria circolare del moto di una carica elettrica in un campo magnetico B
perpendicolare sia alla direzione della forza che della velocità della carica
elettrica in movimento
15)
r= mv/qB
Esaminiamo il caso del calcolo del raggio atomico secondo
Bohr.
16)
Ko*e2/r2
= m*v2/r
Si ricava la formula del raggio atomico dell’atomo di
idrogeno:
17) r=h2/ko*me*e2
da questa formula sembra che il raggio atomico dell’elettrone
intorno al nucleo sia sempre costante, dipendendo da grandezze costanti.
DIMOSTRAZIONE DEL LEGAME TRA FORZA FRAVITAZIONALE INDOTTA Frg
E L’ESPRESSIONE DELL’ENERGIA DI UNA RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA
Einstein ha ricavato l’espressione
18)
E = h*f
L’elettrone in un atomo ruota intorno al nucleo e genera la
forza d’induzione gravitazionale
19 ) Frg= mv ω = m*v*2* π*f
= m*v2/r =m ω2r
Quando l’elettrone riceve energia
ad es. dalla corrente elettrica si possono fare delle ipotesi.
Le variabili in gioco sono
sostanzialmente r e f (raggio atomico e
frequenza di rotazione dell’elettrone intorno al nucleo).
Quindi potrebbero variare
contemporaneamente sia il raggio r che la frequenza f.
L’eccesso di energia ricevuto
deve essere comunque
smaltito.
Quindi la quantizzazione è
riferita direttamente sia alla variazione di frequenza che alla variazione del raggio r.
Variando la frequenza dell’elettrone
variano anche i valori quantici secondari degli orbitali s,p,d ed f. (associati alla
forma dell’elettrone) e variando i
valori dei raggi dell’elettrone variano anche il valore quantico primari di n
(associato all’energia dell’elettrone).
Questa teoria che viene proposta potrebbe mettere in
discussione la teoria dell’ibridizzazione degli orbitali perché si ragiona
sempre per gli elettroni degli orbitali in termini di livelli energetici al
variare del numero quantico principale n come se ricevendo l’energia l'elettrone possa
saltare dal livello spaziale inferiore a quello superiore, che dipende da n e non
cambiare anche la forma dell’orbitale dell’elettrone.
Non si tiene conto che grazie all’enunciazione
del principio di conservazione della momento della quantità di moto, quanto un
elettrone riceve energia dall’esterno aumenta la sua velocità e quindi anche il
momento della sua quantità di moto, e quindi aumentano sia la sua frequenza che
la distanza dal nucleo.
Quando l’elettrone perde energia
diminuisce anche la sua velocità e quindi il momento della sua quantità di moto,
e quindi diminuiscono la sua frequenza e la sua distanza dal nucleo.
Quindi un elettrone oltre a
cambiare la posizione spaziale e quindi il numero quantico principale n
potrebbe cambiare anche il valore del suo numero quantico secondario l.
Quindi in modo dinamico l’elettrone
quando riceve energia potrebbe in modo quantizzato passare ad es dall’orbitale
s all’orbitale l.
Quando l'elettrone riemette l’energia sotto forma di radiazione hf, potrebbe
ritornare ad es dall’orbitale l all’orbitale s.
Voglio per ultimo soltanto
limitarmi a sottolineare due osservazioni.
L’uguaglianza.
20)
qv*B = mv2/r
è corretta perché rappresenta l’uguaglianza di due
espressioni di campi di induzione, quello elettromagnetico e quello
gravitazionale. (la forza di Lorentz e la forza Frg).
La formula dell’uguaglianza
del campo elettrostatico di Coulomb con la forza
21)
Ko*e2/r2 = mv2/r
La formula del calcolo del raggio di Bohr non è corretta
perché uguaglia la forza del campo elettrostatico con una forza del campo di
induzione gravitazionale, tanto è vero che
22)
R=h2/ko*m*e2
è un raggio statico. Questa espressione non è dinamica perché
non dipende anche dalla frequenza.
Infatti bisogna considerare che se uno immette energia in un
sistema la quantità di moto non si conserva ma può aumentare o diminuire.
Un ultimo aspetto importante da considerare è la relazione tra
23)
F = ma = mv/t
=mvf che a sua volta è proporzionale a mvω
Che rappresenta il legame nel campo gravitazionale tra campo
gravitazionale di Newton e la forza rotazionale gravitazionale indotta Frg
Bisogna tenere conto che la forza ma è sempre perpendicolare a mvω,
CONCLUSIONI FINALI
Si propone da parte mia l’esistenza per il campo
gravitazionale di un sistema di equazioni in modo simmetrico al sistema delle
equazioni di Maxwell.
24)
F = q(E+vB)
25)
F=m(g+v ω)
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