Staminali indotte, usate per la prima volta per recuperare la vista / Induced stem, used for the first time to retrieve the view.

Staminali indotte, usate per la prima volta per recuperare la vista / Induced stem, used for the first time to retrieve the view.


Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Joseph Cotellessa



Due studi pubblicati sul New England Journal of Medicine raccontano le promesse e i casi di frodi e insuccesso dell’uso delle staminali per recuperare la vista. A ridabire quando sia complicato maneggiare queste cellule.

Dopo Holoclar, la prima terapia avanzata per chi ha subito gravi ustioni alla cornea, si torna a parlare di staminali per recupare la vista. L’occasione è la pubblicazione sul New England Journal of Medicine di due studi che vanno in direzioni completamente diverse. Da un parte la prova di sicurezza e la capacità di preservare la vista in una paziente con patologia oculare, dall’altra la perdita della visione per tre persone. Risultati che dimostrano ancora una volta due diversi aspetti che da sempre contraddistinguono la ricerca sulle staminali: la loro potenzialità e i rischi del maneggiarle senza solide basi scientifiche.


Le staminali non sono tutte uguali. In uno dei due studi, il team di Masayo Takahashi del Riken Laboratory for Retinal Regeneration (Kobe, Giappone) ha utilizzato le staminali pluripotenti indotte (iPsc, da induced Pluripotent Stem Cells), cellule dal carattere staminale ma ottenute da cellule adulte differenziate, come quelle della pelle. Una scoperta, quella delle iPsc che portò il Nobel proprio in Giappone nel 2012, consegnandolo nelle mani (anche) di Shinya Yamanaka. Cellule staminali così ottenute sono state usate da Takahashi per produrre delle cellule dell’epitelio pigmentato retinico, importante per la nutrizione della retina nell’occhio. Questo epitelio è stato quindi testato per studiarne sicurezza ed efficacia nel trattamento della degenerazione maculare legata all’età, una patologia che causa riduzione della funzionalità visiva e interessa circa, in Italia, un milione di persone, causando cecità soprattutto nelle persone più anziane.
Una volta ottenuto l’epitelio retinico da staminali indotte il team di Takahashi lo ha inserito nell’occhio di una paziente con degenerazione maculare legata all’età per sostituire i tessuti danneggiati (da notare: le staminali indotte trapiantate sono state ottenute dalle cellule della pelle delle stessa paziente, in quel che si dice trapianto autologo quindi). La vista della signora che ha ricevuto il trapianto non è migliorata, ma non è neanche peggiorata. Non c’è stato inoltre nessun segno di rigetto. Un traguardo importante per chi soffre della malattia. Ma importante anche per le staminali indotte, che hanno mostrato di poter essere sicure e in qualche misura efficaci nell’essere umano. Ma si tratta di un trapianto, su una persona, ottenuto dopo anni di scrupolose analisi. Perché maneggiare le staminali è tutt’altro che facile. Per esempio, possono insorgere mutazioni che ne promuovono la crescita incontrollata con il rischio di generare tumori.
Utilizzare le staminali nella pratica clinicatranne nei casi ormai ritenuti sicuri ed efficaci dalla scienza, è ancora un pericolo e chi promuove terapie a base di staminali non provate (ricordate la vicenda Stamina?) mette a rischio la vita e la salute dei pazienti. A ribadirlo è oggi l’altro studiopubblicato sul New England Journal of Medicine: tre donne, che si sono sottoposte a trapianto di staminali derivate dal proprio tessuto adiposo in una “clinica” americana, sempre contro la degenerazione maculare legata all’età, hanno peggiorato la loro vista e in un caso addirittura persa in seguito al trapianto. Trapianto eseguito sotto pagamento in una clinica privata, ricorda il New York Times.“La maggior parte delle ricerche approvate negli Usa non richiede che i pazienti paghino per procedure sperimentali”, ricorda in proposito al New Scientist Thomas Albini dell’University of Miami’s Bascom Palmer Eye Institute, che ha avuto in cura le donne dopo il trapianto, aggiungendo di prestare sempre particolare attenzione alle soluzioni che sembrano troppo belle per essere vere.
ENGLISH
Two studies published in the New England Journal of Medicine tell the promises and cases of fraud and the use of stem failure to recover his sight. A ridabire when it is difficult to handle these cells.
After Holoclar, the first advanced therapy for those who have suffered severe burns to the cornea, we can speak again to stem recupare the view. The occasion is the publication in the New England Journal of Medicine of two studies that go in completely different directions. Since a part of the proof of security and the ability to preserve vision in a patient with ocular pathology, the other the loss of vision for three people. These results once again demonstrate two different aspects that distinguish stem cell research: their potential and the risks of handling them without a sound scientific basis.


Stem cells are not all the same. In one of two studies, the Masayo Takahashi of Riken Laboratory for Retinal Regeneration team (Kobe, Japan) was used induced pluripotent stem (iPSC from induced Pluripotent Stem Cells), stem cells from nature but obtained from differentiated adult cells, such as those of the skin. A discovery, that of the IPSC that brought the Nobel own in Japan in 2012, and delivered into the hands (even) Shinya Yamanaka. stem cells thus obtained were used by Takahashi to produce the retinal pigment epithelial cells, important for the nutrition of the retina in the eye. This epithelium was then tested in order to study the safety and efficacy in the treatment of macular degeneration, a disease that causes reduced visual function and affects about, in Italy, a million people, causing blindness, especially in older people.

Once you have the epithelium stem induced by the Takahashi team placed him in the eye of a patient with macular degeneration to replace damaged tissues (note: the transplanted stem induced were obtained from skin cells the same patient, in what is called autologous transplant so). The sight of the woman who received the transplant is not improved, but neither is it worse. There's also been no sign of rejection. An important goal for sufferers of the disease. But also important for the induced stem cells, which have been shown to be safe and effective in the human being in some measure. But it is a transplant, of a person, obtained after years of scrupulous analysis. Why manipulate stem is anything but easy. For example, mutations can arise that promote their uncontrolled growth with the risk of generating tumors.

Use stem in clinical practice, except in cases now deemed safe and effective by science, it is still a danger and those who promote therapies based on stem unproven (remember the story Stamina?) Threatens the life and health of patients. This was repeated today is another studiopubblicato the New England Journal of Medicine: three women, who have undergone stem derived from their adipose tissue in a "clinic" American, always against macular degeneration, have worsened their view and in one case even lost following transplantation. Transplant performed under payment in a private clinic, remembers the New York Times. "Most of the research approved in the United States does not require that patients pay for experimental procedures", stated in this respect to the New Scientist Thomas Albini University of Miami's Bascom Palmer Eye Institute, who has been treating women after transplantation, adding to always pay particular attention to solutions that seem too good to be true.
Da:
https://www.wired.it/scienza/medicina/2017/03/16/staminali-indotte-vista/

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