Infiammazione cronica di bassa intensità, il killer silenzioso. / Chronic low-intensity inflammation, silent killer.

Infiammazione cronica di bassa intensità, il killer silenzioso.Chronic low-intensity inflammation, silent killer.


Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa




Sono sempre più evidenti le relazioni tra l’infiammazione silente e malattie degenerative come Alzheimer, artrite, molte forme di cancro, diabete 2 e sindrome metabolica, malattie autoimmuni, osteoporosi e, ultime ma non per importanza, l’obesità, la cellulite  e la tendenza a ingrassare.
Ma cos’è esattamente questa infiammazione, definita silente o killer, e come la si può diagnosticare e curare?
L’infiammazione cronica di bassa intensità è una patologia strisciante che può svilupparsi per diverso tempo senza dare alcun sintomo rilevante, per poi scatenare malattie anche gravi. In pratica si tratta di uno squilibrio ormonale che  porta a un’iperproduzione di Eicosanoidi proinfiammatori, di insulina e cortisolo (l’ormone dello stress).
Nella fase iniziale può essere diagnosticata  valutando il rapporto sierico AA/EPA, un esame del sangue che mette a confronto gli Ecosanoidi pro e anti infiammatori nei fosfolipidi del plasma. Più basso è questo rapporto migliore è la situazione: il rapporto ideale è 1,5, ma già si considera buono un rapporto 3, sopra al 10 ci sono i presupposti per sviluppare una malattia cronica mentre in presenza di malattie conclamate si registra un rapporto uguale o maggiore a 15.
Anche il rapporto tra trigliceridi e colesterolo HDL può essere indicativo, così come l’insulinemia basale, che misura la concentrazione di insulina nel plasma in situazione di digiuno. Un’insulinemia basale elevata indica resistenza all’insulina e infiammazione silente.
Esistono poi esami specifici  per la fase acuta come il PCR che misura la presenza nel plasma della Proteina C-Reattiva, una proteina di fase acuta sintetizzata dal fegato in presenza di infiammazione.
Ma anche senza ricorrere a esami di laboratorio è possibile farsi un’idea della propria situazione infiammatoria in presenza di segnali come
  • tendenza a ingrassare, soprattutto su fianchi e pancia
  • stanchezza
  • sonnolenza
  • intolleranze alimentari
  • cellulite
  • sanguinamento gengivale
  • depressione
E, con l’aggravarsi della situazione
  • dolori articolari
  • obesità
  • predisposizione verso malattie da raffreddamento
  • continue ricadute in stati influenzali e allungamento dei tempi di guarigione
In pratica questa forma di infiammazione strisciante, nel tempo, porta a un’alterazione del sistema immunitariodel sistema nervoso centrale e del sistema cardiovascolare. Da qui le malattie autoimmuni, la cattiva risposta alle infezioni virali e batteriche e la predisposizione a sviluppare forme tumorali, ictus e infarto, oltre al mal funzionamento di tutta una serie di meccanismi di autoregolazione, non ultimo quello dell’accumulo adiposo.
All’origine può esserci un’alimentazione sbagliata (troppi zuccheri e cibi raffinati, troppa carne, lo squilibrio tra grassi saturi e insaturi e tra omega6 e omega3 e assunzione di grassi trans), ma anche lo stress che induce aumento di cortisolo, il quale, a sua volta, innesca resistenza all’insulina, ridotta attività della tiroide, indebolimento del sistema immunitario, ipertensione, osteoporosi e disordini metabolici.
Altre cause possibili sono l’inquinamento ambientale e alimentare (metalli pesanti, pesticidi, farmaci), il tabagismo o anche semplicemente il sovrappeso che è insieme causa ed effetto di infiammazione silente e che quindi tende a innescare un circolo vizioso.
Quale che sia il motivo per cui si ingrassa (disordini alimentari, sedentarietà, assunzione di farmaci, depressione, cause virali, genetiche o ambientali) il grasso in eccesso inizia a creare infiammazione cronica di bassa intensità inducendo resistenza all’insulina e resistenza alla leptina e tutta una serie di alterazioni biochimiche che portano ad aumento dell’appetito, soppressione del senso di sazietà, rallentamento del metabolismo e iper assimilazione degli alimenti.
Gli antinfiammatori, come del resto le diete dimagranti ipocaloriche, peggio ancora se sbilanciate, non fanno che peggiorare la situazione aggravando le cause mentre combattono i sintomi. Per dimagrire bisogna invece curare le cause e il modo migliore per farlo è una dieta che miri a ridurre lo stato infiammatorio e a ristabilire l’equilibrio biochimico dell’organismo.
Ci sono regimi alimentari pensati appositamente per centrare questo obiettivo, prima fra tutte la dieta Zona, ideata dal biochimico Barry Smith proprio con l’intento di riequilibrare gli Ecosanoidi pro infiammatori e quelli anti infiammatori e i livelli di insulina. Si tratta di una dieta ipocalorica e tendenzialmente proteica. Ma esistono anche diete normo caloriche e normoproteiche come la dieta Galland o la dieta GIFT che puntano a combattere l’infiammazione senza affamare il paziente e ottengono ugualmente effetti dimagranti.
ENGLISH
The relationship between silent inflammation and degenerative diseases such as Alzheimer's disease, arthritis, many forms of cancer, diabetes 2 and metabolic syndrome, autoimmune diseases, osteoporosis and, last but not least, obesity, cellulite and Tend to get fat.
But what exactly is this inflammation, called silent or killer, and how can you diagnose and cure it?
Chronic low intensity inflammation is a crawling disease that can develop for a long time without giving any significant symptoms, and then trigger serious illness. In practice, this is a hormonal imbalance leading to hyperinflation of proinflammatory, insulin and cortisol (stress hormone) eicosanoids.
In the initial phase, it can be diagnosed by evaluating the serum AA / EPA ratio, a blood test comparing pro and anti inflammatory ecosyanoids in plasma phospholipids. The best this ratio is the better: the ideal ratio is 1.5, but a good relationship is already considered 3, above 10 there are the assumptions to develop a chronic illness, while in the case of accidental illness there is an equal relationship O
or greater than 15.
The relationship between triglycerides and HDL cholesterol may also be indicative, as does baseline insulinemia, which measures the plasma concentration of insulin in the fasting state. High baseline insulinemia indicates insulin resistance and silent inflammation.
There are also acute-specific examinations such as PCR that measure plasma C-Reactive protein plasma, an acute phase protein synthesized by the liver in the presence of inflammation.
But without using laboratory tests you can get an idea of ​​your own inflammatory situation in the presence of signs such as

Tend to get fat, especially on hips and belly
fatigue
drowsiness
food intolerance
cellulite
Gingival bleeding
depression
And, with the aggravation of the situation
articolar pains
obesity
Predisposition to cooling illnesses
Continued influences in flu states and lengthening healing times
In practice this form of creeping inflammation over time leads to an alteration of the immune system, central nervous system and cardiovascular system. Hence, autoimmune diseases, poor response to viral and bacterial infections, and predisposition to developing tumor, stroke and heart attack, in addition to the malfunction of a whole range of self-regulation mechanisms, not least that of adipose accumulation.
At the origin can be wrong food (too many sugars and refined foods, too much meat, the imbalance between saturated and unsaturated fats, and between omega6 and omega3 and trans fat intake), but also the stress induced by cortisol growth , In turn, triggers insulin resistance, reduced thyroid activity, weakened immune system, hypertension, osteoporosis, and metabolic disorders.
Other possible causes are environmental and food pollution (heavy metals, pesticides, drugs), smoking or even just overweight which is both cause and effect of silent inflammation and therefore tends to trigger a vicious circle.
Whatever the cause of fatigue (eating disorders, sedentary disorders, drug intake, depression, viral, genetic or environmental causes) excess fat begins to produce chronic low intensity inflammation, inducing insulin resistance and leptin resistance and A whole set of biochemical alterations that lead to increased appetite, suppression of sense of satiety, slowing down metabolism and hyper-assimilation of foods.
Anti-inflammatory drugs, as well as calcium-lowering diets, even worse if unbalanced, make things worse by aggravating the causes while fighting the symptoms. To lose weight, however, care needs to be taken, and the best way to do this is a diet that aims to reduce the inflammatory state and re-establish the biochemical balance of the body.
There are dietary regimens specially designed to center this goal, first of all the Zone diet, designed by the biochemist Barry Smith precisely with the aim of re-balancing inflammatory and anti inflammatory ecosyanoids and insulin levels. It is a hypocaloric and tendentially protein diet. But there are also caloric and normoprotein norms such as the Galland diet or the GIFT diet that aim to fight inflammation without starving the patient and also gain slimming effects.
Da:
http://salute.leonardo.it/infiammazione-cronica-di-bassa-intensita-il-killer-silenzioso/

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