PROPOSTA DI NUOVO MODELLO ATOMICO IN BASE ALLA ESISTENZA DELLA FORZA ROTAZIONALE INDOTTA, PROPOSTA DAL DOTT. GIUSEPPE COTELLESSA, CHE SUPERA LA FISICA DI NEWTON ED EINSTEIN.

PROPOSTA DI NUOVO MODELLO ATOMICO IN BASE ALLA ESISTENZA DELLA FORZA ROTAZIONALE INDOTTA, PROPOSTA DAL DOTT. GIUSEPPE COTELLESSA, CHE SUPERA LA FISICA DI NEWTON ED EINSTEIN.

Dott. Giuseppe Cotellessa.

Secondo la proposta dell'esistenza della forza rotazionale indotta, intuita dal Dott. Giuseppe Cotellessa, ed in in base alla simmetria con il sistema di equazioni di Maxwell valido per il campo elettromagnetico, ci dovrebbe essere nel mondo macroscopico un legame simile tra l'accelerazione a, corrispondente al campo elettrico E, e la velocità angolare ω, corrispondente al campo magnetico B.

Sperimentalmente ciò non si verifica.

Se si considera che nel mondo macroscopico le  cariche elettriche positive e negative possono essere separate, in modo da dare origine ad un campo magnetico, quando una carica elettrica si sposta da un polo positivo a quello negativo attraverso un filo elettrico, si comprende il motivo per cui non si verifica un fenomeno simile per l'accelerazione a e la velocità angolare ω.

Infati nel mondo macroscopico non è possibile separare la materia dall'antimateria, per cui non è possibile ottenere una corrente gravitazionale che generi una rotazione di un corpo con massa m con velocità angolare ω.

Nel mondo microscopico la situazione potrebbe essere molto differente.

Attualmente siamo abituati a pensare al modello atomico come costitutio da elettroni che girano intorno al nucleo costituto da protoni e neutroni.

Ma un dato sperimentale mette fortemente in crisi questo modello.

E' noto che un atomo può emettere radiazione gamma e che nella fisica delle particelle il processo di produzione di coppia o creazione di coppia elettrone-positrone è una reazione in cui un raggio gamma interagisce con la materia convertendo la sua energia in materia ed antimateria. Se un fotone gamma altamente energetico (ci vuole un'energia notevole per generare la materia, in base alla legge di Einstein di conversione tra materia ed energia, E = mc²) va ad impattare contro un bersaglio, subisce un urto anelastico materializzando la propria energia, e producendo una coppia di particelle composta da un elettrone (materia) ed un positrone (antimateria).

I raggi gamma sono spesso prodotti insieme ad altre forme di radiazione come quella alfa e beta. Quando un nucleo emette una particella α o β, il nucleo risultante si trova a volte in uno stato eccitato. Può passare ad un livello energetico più stabile emettendo un fotone gamma, nello stesso modo in cui un elettrone può passare ad un livello più basso emettendo un fotone ottico.

Quindi un raggio  gamma (γ) è un fotone emesso dai nuclei eccitati degli atomi radioattivi con energia da poche KeV a molti MeV.

L'energia del raggio gamma incidente viene equamente ripartita nella particella e nella sua antiparticella corrispettiva. Per un'energia pari ad almeno 1,022 MeV la coppia formatasi sarà elettrone - antielettrone (positrone).  Per energie di almeno 1,9 GeV (la massa del protone è 1836 volte superiore a quella dell'elettrone, per cui l'energia necessaria per creare una coppia protone - antiprotone dev'essere notevolmente superiore a quella richiesta per generare la coppia elettrone - positrone) si creeranno una coppia protone - antiprotone e, per energie ancora superiori, neutrone - antineutrone (1956) ed atomo di idrogeno - antiatomo di idrogeno.
Esistono due tipi di bosone W, uno con carica elettrica +1 e l'altro con carica -1 (in unità di carica elettrica elementare), e sono l'uno l'antiparticella dell'altro. Il bosone Z o (Z0) è neutro. Tutti e tre i bosoni sono molto massivi (circa 100 volte più del protone) e hanno una vita media breve (3x10-25s). La loro massa elevata rende ragione del corto raggio delle interazioni deboli (al contrario, l'interazione elettromagnetica ha raggio infinito perché il suo bosone, ovvero il fotone, è privo di massa). I tre bosoni hanno tutti spin 1.
L'introduzione dei bosoni W e Z nelle teorie fisiche discende dal tentativo di costruire un modello per descrivere l'interazione debole che fosse simile all'efficace teoria dell'elettrodinamica quantistica (sviluppata negli anni cinquanta del Novecento per la descrizione dei processi elettromagnetici coerente con la meccanica quantistica) e che si riconducesse alla teoria di Fermi dell'interazione debole. Il culmine di questo sforzo si ebbe alla fine degli anni sessanta, quando Sheldon GlashowSteven Weinberg e Abdus Salam proposero la teoria elettrodebole, che vede unificate in un'unica interazione la forza debole e quella elettromagnetica. Tale teoria, oltre a prevedere i bosoni W per mediare il decadimento beta, postulava un secondo bosone vettore, il bosone Z.

Queste considerazioni sperimentali potrebbero indurre a ipotizzare un originale modello di atomo in cui siano presenti al suo interno non solo elettroni ma anche positroni, come a dire che all'interno dell'atomo materia ed antimateria potrebbero coesistere im modo separato, come la carica elettrica positiva e negativa nel mondo macroscopico.

In queste condizioni potrebbe essere pienamente soddisfatta la completa simmetria ta campi elettro-magnetici e campi gravitazionali-rotazionali indotti.

In queste condizioni l'intuizione del Dott. Giuseppe Cotellessa, relativa all'esistenza della forza rotazionale indotta, potrebbe essere finalmente dimostrata sperimentalmente.

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