Pelle di pesce e di ricambio / Fish and spare skin
Pelle di pesce e di ricambio / Fish and spare skin
Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa
Pelle, cartilagini, ossa, scaglie: tutti i prodotti di scarto dell'industria del pesce si stanno rivelando una miniera d'oro. Biomateriali compatibili con l'organismo umano, sicuri e soprattutto sostenibili. Un esempio arriva dall'Islanda, dove la piccola biotech Kerecis ha sviluppato un metodo per lavorare le pelli di merluzzo e trasformarle in bendaggi che accelerano la guarigione di ustioni e ferite, che proprio recentemente hanno ottenuto il via libera per la commercializzazione negli Usa. La materia prima in questo caso arriva direttamente dai pescherecci dell'isola: la pelle viene raccolta negli impianti di lavorazione dove si sfilettano i merluzzi islandesi, per essere processata negli stabilimenti della Kerecis e trasformata in piccole bende elastiche. Completamente prive di cellule animali, ma ricche di collagene, acido ialuronico e omega 3. Che, quando le bende sono applicate su una ferita, favoriscono la rigenerazione dei tessuti e forniscono un supporto per la crescita di nuove cellule. Le bende di Kerecis hanno anche un'arma in più: gli omega 3, acidi grassi abbondanti nella pelle e nella carne di pesce che possono avere un effetto antinfiammatorio sui tessuti in fase di riparazione. Il risultato è una guarigione più veloce delle lesioni e una sostanziale diminuzione del dolore e dell'infiammazione. «I tessuti viventi - spiega Paolo Di Nardo, direttore del Cimer, Centro di ricerca interdipartimentale di Medicina rigenerativa dell'università di Roma Tor Vergata – sono composti da due elementi: una parte viva, le cellule, e un cemento che le tiene insieme, la matrice extracellulare. Se rimuoviamo le prime e teniamo la matrice, possiamo utilizzarla per far crescere nuove cellule e tessuti». Le applicazioni sono potenzialmente infinite: si possono guarire ferite e lesioni, ma anche ricreare tessuti.
E dal Brasile arriva la notizia di un team di ricercatori dell'università federale di Ceara che sta sperimentando la pelle della tilapia per la cura dei grandi ustionati. Le pelli - che contengono collagene, proteine e altre biomolecole - vengono sterilizzate e trattate con radiazioni per uccidere eventuali agenti virali, e quindi avvolte intorno alle ustioni e lasciate ad agire per una decina di giorni. «Sono moltissimi i polimeri che possono essere estratti da pesci e animali marini e che stanno trovando spazio nella medicina rigenerativa », racconta Luigi Ambrosio, dirigente di ricerca dell Cnr. Dal collagene, che oggi utilizziamo nel riempimento di cavità dentali e nella cura di difetti osteoarticolari, all'acido ialuronico, utilizzato nella rigenerazione dei tessuti, fino al chitosano. Che, spiega Ambriosio: «è un biomateriale che può essere estratto dai gusci di granchi, gamberi e altri crostacei e promette applicazioni mediche rivoluzionarie ». Può essere utilizzato, infatti, per costruire impalcature tridimensionali con cui guidare la ricrescita di cellule e tessuti del corpo o per incapsulare farmaci garantendo un rilascio controllato dei principi attivi. Un esempio su tutti: il progetto internazionale Biohybrid, a cui ha partecipato l'Università di Torino, che lo ha utilizzato per costruire dei microscopici tunnel impiantabili, che aiutano a rigenerare le fibre nervose in pazienti con neuropatie e difetti ai nervi periferici.
ENGLISH
And from Brazil comes the news of a team of researchers from the Federal University of Ceara who is experiencing the skin of tilapia for the care of the great burned. Skins - containing collagen, proteins and other biomolecules - are sterilized and treated with radiation to kill any viral agents, and then wrapped around the burns and let them act for ten days. "There are a lot of polymers that can be extracted from fish and marine animals, and they are finding room in regenerative medicine," says Luigi Ambrosio, research manager at Cnr. From collagen, which we now use to fill dental cavities and to treat osteoarticular defects, to hyaluronic acid, used in tissue regeneration, to chitosan. That is, Ambrosio explains: "It is a biomaterial that can be extracted from shells of crabs, shrimp and other crustaceans and promises revolutionary medical applications." It can be used, in fact, to construct three-dimensional scaffolds to guide the regrowth of cells and body tissues or to encapsulate drugs by ensuring a controlled release of the active ingredients. An example for all: the international Biohybrid project, which was attended by the University of Turin, which used it to construct microscopic implantable tunnels that help regenerate nerve fibers in patients with neuropathies and peripheral nervous defects.
Da:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/07/25/pelle-di-pesce-e-di-ricambio27.html?ref=search
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