Hiv: via libera alla donazione di organi tra pazienti / HIV: green light for organ donation among patients
Hiv: via libera alla donazione di organi tra pazienti / HIV: green light for organ donation among patients
Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa
Soddisfazione dal Centro nazionale trapianti per la prossima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del protocollo che permetterà la donazione di organi tra pazienti hiv positivi: la fine di una discriminazione che andrà a vantaggio di tutti i pazienti in attesa di un organo
La fine di una discriminazione. Così Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti, definisce a margine degliStati generali della Rete trapiantologica italiana la pubblicazione inGazzetta Ufficiale del protocollo che consentirà i trapianti d’organotra pazienti hiv positivi, mantenendo gli standard di sicurezza. Un passaggio di grande importanza sociale, perché permetterà di snellire le liste d’attesa e salvare delle vite sia tra siero positivi sia tra i siero negativi.
Hiv e trapianti d’organo
Dall’identificazione del virus dell’Aids a oggi, la nostra capacità di gestire la malattia è cambiata: grazie allo sviluppo di migliori terapie, di Aids non si muore più come dieci anni fa, tanto che i malati ormai vengono considerati pazienti cronici. La cronicità di un’infezione così seria, comunque, può portare a situazioni di grave compromissione multi-organo che costringe a inserire i pazienti nelle liste d’attesa per un trapianto. Perché sì, anche i malati di Aids sono ormai eleggibili per un trapianto. Visti i progressi della medicina sia nel trattamento delle infezioni da hiv sia in fatto di trapianti, in Italia nel 2002 sono partiti protocolli e programmi-pilota, poi ufficializzati nel 2009, per regolamentare le procedure nel trapianto di organo solido in favore di soggetti sieropositivi da donatore sano. Ora però si va oltre: organi provenienti da persone sieropositive, dichiarate decedute, potranno essere trapiantati in pazienti anch’essi sieropositivi in lista d’attesa.
Dall’identificazione del virus dell’Aids a oggi, la nostra capacità di gestire la malattia è cambiata: grazie allo sviluppo di migliori terapie, di Aids non si muore più come dieci anni fa, tanto che i malati ormai vengono considerati pazienti cronici. La cronicità di un’infezione così seria, comunque, può portare a situazioni di grave compromissione multi-organo che costringe a inserire i pazienti nelle liste d’attesa per un trapianto. Perché sì, anche i malati di Aids sono ormai eleggibili per un trapianto. Visti i progressi della medicina sia nel trattamento delle infezioni da hiv sia in fatto di trapianti, in Italia nel 2002 sono partiti protocolli e programmi-pilota, poi ufficializzati nel 2009, per regolamentare le procedure nel trapianto di organo solido in favore di soggetti sieropositivi da donatore sano. Ora però si va oltre: organi provenienti da persone sieropositive, dichiarate decedute, potranno essere trapiantati in pazienti anch’essi sieropositivi in lista d’attesa.
Cambio di paradigma
Un cambio di paradigma molto recente anche nel resto del mondo.
Basti pensare che fino al 2013 negli Stati Uniti era dichiarata illegale la pratica di trasferire un organo da un paziente hiv positivo deceduto a un altro in attesa di trapianto. La pratica in passato veniva considerata troppo rischiosa sia per i pazienti che per le equipe, rispettivamente per il rischio connesso a un’ulteriore immunosoppressione e per la probabilità di contagio. Ma, come detto, le cose cambiano, e nel tempo la comunità scientifica ha potuto constatare la fattibilità della procedura in sicurezzaprevedendone i vantaggi correlati.
Basti pensare che fino al 2013 negli Stati Uniti era dichiarata illegale la pratica di trasferire un organo da un paziente hiv positivo deceduto a un altro in attesa di trapianto. La pratica in passato veniva considerata troppo rischiosa sia per i pazienti che per le equipe, rispettivamente per il rischio connesso a un’ulteriore immunosoppressione e per la probabilità di contagio. Ma, come detto, le cose cambiano, e nel tempo la comunità scientifica ha potuto constatare la fattibilità della procedura in sicurezzaprevedendone i vantaggi correlati.
I vantaggi
Le liste d’attesa per un trapianto sono notoriamente lunghissime. La mancanza di donatori, e quindi di organi, è un grosso problema che la medicina e la ricerca stanno cercando di affrontare con diversi approcci. E se già per un paziente sano è difficile arrivare per tempo al trapianto, per un paziente hiv positivo quel traguardo diventa quasi irraggiungibile. Molte persone non ce la fanno: le loro condizioni peggiorano tanto da non essere più considerati idonei al trapianto oppure addirittura muoiono nell’attesa.
Le liste d’attesa per un trapianto sono notoriamente lunghissime. La mancanza di donatori, e quindi di organi, è un grosso problema che la medicina e la ricerca stanno cercando di affrontare con diversi approcci. E se già per un paziente sano è difficile arrivare per tempo al trapianto, per un paziente hiv positivo quel traguardo diventa quasi irraggiungibile. Molte persone non ce la fanno: le loro condizioni peggiorano tanto da non essere più considerati idonei al trapianto oppure addirittura muoiono nell’attesa.
Aprire alla possibilità di donazione di organi tra pazienti sieropositivi, però, porterebbe a sostanziali benefici: la maggiore disponibilità di organi riservati ai pazienti hiv positivi (un organo infetto non può essere trapiantato in un paziente sieronegativo) darebbe maggiori chance a quanti di loro sono in attesa di trapianto e allo stesso tempo andrebbe a vantaggio anche dei pazienti sieronegativi perché le due categorie di malati non sarebbero più in concorrenza per un organo da donatore sieronegativo.
ENGLISH
Satisfaction from the National Transplant Center for the forthcoming publication in the Official Journal of the protocol that will allow the donation of organs among hiv positive patients: the end of a discrimination that will benefit all patients waiting for an organ
The end of discrimination. This is how Alessandro Nanni Costa, director of the National Transplant Center, defines the publication in the Official Gazette of the protocol that will allow the transplantation of Hiv Positive Patients, while maintaining safety standards. A passage of great social importance, because it will allow to slacken waiting lists and save lives both between positive and negative serum.
HIV and organ transplants
From the identification of the AIDS virus to today, our ability to manage the disease has changed: thanks to the development of better therapies, AIDS does not die any more than ten years ago, so that patients are now considered chronic patients. The chronicity of such a serious infection, however, can lead to situations of serious multi-organ impairment that forces patients to be included in waiting lists for a transplant. Because yes, even AIDS patients are now eligible for a transplant. Considering the progress of medicine both in the treatment of HIV infections and in the case of transplants, in Italy in 2002 protocols and pilot programs started, later formalized in 2009, to regulate the procedures in solid organ transplantation in favor of seropositive subjects from healthy donor. But now it goes further: organs coming from HIV-positive people, declared dead, can be transplanted into patients who are also HIV-positive on a waiting list.
Change of paradigm
A very recent change of paradigm also in the rest of the world.
Suffice it to say that until 2013, in the United States, the practice of transferring one organ from a deceased positive HIV patient to another waiting for a transplant was declared illegal. The practice in the past was considered too risky for both patients and for the team, respectively for the risk connected to further immunosuppression and the likelihood of infection. But, as mentioned, things change, and over time the scientific community has been able to ascertain the feasibility of the procedure in security by predicting its related advantages.
The advantagesWaiting lists for a transplant are notoriously long. The lack of donors, and therefore of organs, is a big problem that medicine and research are trying to tackle with different approaches. And if it is difficult for a healthy patient to arrive early for the transplant, for a patient with a positive hiv, that goal becomes almost unattainable. Many people do not make it: their condition worsens so much that they are no longer considered suitable for transplantation or they even die in waiting.
Open to the possibility of organ donation among HIV-positive patients, however, would lead to substantial benefits: the increased availability of organs reserved for HIV-positive patients (an infected organ can not be transplanted into a seronegative patient) would give more chances to those of them waiting for transplantation and at the same time would also benefit seronegative patients because the two categories of patients would no longer compete for a seronegative donor organ.
Da:
https://www.galileonet.it/2018/03/hiv-donazione-organi-pazienti/?utm_campaign=Newsatme&utm_content=Hiv%3A%2Bvia%2Blibera%2Balla%2Bdonazione%2Bdi%2Borgani%2Btra%2Bpazienti&utm_medium=news%40me&utm_source=mail%2Balert
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