Nutrizione naturale e prevenzione delle malattie: l'importanza di ridurre il grasso viscerale. / Natural Nutrition and Disease Prevention: The Importance of Reduce Visceral Fat.
Nutrizione naturale e prevenzione delle malattie: l'importanza di ridurre il grasso viscerale. / Natural Nutrition and Disease Prevention: The Importance of Reduce Visceral Fat.
Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa
Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa
Il grasso viscerale o grasso addominale è la parte di tessuto adiposo concentrata all’interno della cavità addominale e distribuita tra gli organi interni e il tronco.
Si differenzia da quello sottocutaneo, concentrato nell’ipoderma (lo strato più profondo della cute), e da quello intramuscolare, che è invece distribuito tra le fibre dei muscoli.
Uno studio sul grasso della pancia presentato al congresso della Società Europea di Cardiologia conferma che “il grasso viscerale - il tipo che si raccoglie intorno gli organi interni - è molto più pericoloso per la salute di quanto si possa pensare”.
In questo studio, i ricercatori hanno esaminato i dati di oltre 12.785 pazienti per un periodo di 14 anni, valutando l'indice di massa corporea (BMI) e il rapporto girovita/fianchi in relazione con il rischio di patologie cardiovascolari.
L'indice tradizionale di obesità, BMI (indice di massa corporea), ha dimostrato di essere terribilmente viziato.
Avere un BMI normale e alta obesità addominale è risultato essere più pericoloso che avere un BMI totale da obesi.
Gli individui di peso normale ma con obesità addominale, avevano una probabilità di morte maggiore del 50% rispetto a quelli con un normale indice di massa corporea e un normale rapporto girovita/fianchi.
I medesimi risultati risultano confermati anche da una ricerca condotta presso l'Istituto tedesco di nutrizione umana, e da altri collaboratori in tutta Europa nello studio "EPIC": "... Ogni 5 cm [2 pollici] di aumento delle dimensioni del girovita aumenta il rischio di morte del 17%."
Ciò implica che il controllo del grasso della pancia è più importante del BMI.
Dal Medical News Today del 27 agosto 2012: Francisco Lopez-Jimenez, cardiologo presso la Mayo Clinic a Rochestor, puntualizza: 'Sapevamo da ricerche precedenti che l'obesità viscerale era dannosa, ma ciò che emerge in questa ricerca è che la distribuzione del grasso è molto importante anche per le persone con un peso normale'.
E' risultato che il gruppo di individui con peso normale ma con obesità addominale, ha riportato il più alto tasso di morte, addirittura superiore a quello di coloro considerati obesi sulla base dell'indice di massa corporea.
Il Dr. Lopez-Jimenez sottolinea che “anche nelle persone con indice di massa corporea normale, il rischio di malattie cardiache non è da escludere”.
E' possibile determinare in modo affidabile il grado di rischio tenendo conto della misura girovita-fianchi, dato che la distribuzione del grasso sul corpo è molto rilevante, anche nelle persone che hanno peso corporeo normale.
Il “peso ideale” non è necessariamente quello misurabile con la bilancia
Ci sono diversi metodi per calcolare la taglia corporea ideale.
Lo studio sopra utilizzato si basa sulla misura girovita/fianchi secondo le istruzioni che seguono:
per la misura del girovita
per la misura dei fianchi
Per calcolare il rapporto girovita-fianchi, è sufficiente dividere la misura del girovita per quella dei fianchi.
L'Università del Maryland offre un metodo comodo, che si può usare per calcolare il rapporto vita-fianchi e che ci dice se vi è il rischio di malattie cardiache. Lo studio funzionale ha utilizzato i seguenti rapporti Girovita/Fianchi di riferimento:
Normale = 0,85 o al di sotto nelle donne, e 0,90 o inferiore negli uomini
Alto = 0,85 o superiore nelle donne, e 0,90 o maggiore negli uomini
Un altro metodo ancora più semplice per capire se si ha un problema di peso è quello di misurare solo la circonferenza della vita.
Per definizione, essa rappresenta la circonferenza minima tra la gabbia toracica e l'ombelico con il soggetto in piedi e con i muscoli addominali rilassati.
La circonferenza addominale si valuta con un comune nastro metrico, non elastico, posizionato a livello della vita, secondo un piano orizzontale parallelo al pavimento.
Il girovita rappresenta la parte più stretta dell'addome e normalmente si trova appena al di sopra la porzione superiore del bordo laterale della cresta iliaca. Qualora tale zona non fosse ben evidente, la misura viene presa a livello dell'ombelico.
E' molto importante mantenere in orizzontale il nastro metrico ed evitare di stringerlo eccessivamente o mantenerlo troppo allentato; l'addome deve inoltre essere spoglio da vestiti.
Si tratta di un metodo indiretto, ma pratico, economico e dotato di una discreta attendibilità.
Interpretazione dei risultati:
UOMO | DONNA | |
Rischio | cm | cm |
Molto elevato
|
> 120
|
> 110
|
Elevato
|
100 - 120
|
90 - 109
|
Basso
|
80 - 99
|
70 - 89
|
Molto basso
|
<80
|
< 70
|
Fonte: ACSM (2005) ACSM guidelines for exercise testing and prescription, 7th ed. Lippincott, Williams, and Wilkins, 61
Ambedue questi metodi sono decisamente migliori del BMI per valutare il rischio di malattia in quanto, l'indice di massa corporea, non considera lo stato muscolare. Il BMI, inoltre, non può fornire un'indicazione della massa grassa intra-addominale.
Il girovita, d'altra parte, dà una buona indicazione della quantità di grasso presente, in particolare intorno alla zona dello stomaco.
Il grasso addominale è considerato un importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari come le malattie coronariche e l'ictus.
Il girovita è anche un potente indicatore della sensibilità all'insulina dato che gli studi dimostrano chiaramente come la misura del girovita sia uno dei modi più potenti per predire il rischio di diabete.
Se non siamo sicuri di avere una circonferenza di vita corretta, una guida generale è la seguente:
Per gli uomini, tra i 94 e i 102 centimetri è sovrappeso e più di 102 centimetri è obesità
Per le donne, tra gli 80 e 86 centimetri è sovrappeso, e più di 86 centimetri è obesità
Percentuale di grasso corporeo - Un altro modo per misurare le dimensioni ideali del corpo
Un altro strumento, che molti esperti considerano come la misura più accurata dell'obesità, è la percentuale di grasso corporeo che può essere considerato un potente indicatore della nostra salute.
Il troppo grasso corporeo è collegato a problemi di salute cronici come la pressione alta, colesterolo alto, malattie cardiache, diabete e cancro.
Il poco grasso corporeo non è neanche un bene e può causare uno stato catabolico nel nostro corpo dove vengono utilizzate come combustibile le proteine dei muscoli.
Una linea guida generale della American Council on Exercise è la seguente:
Uno dei modi più affidabili e più preciso per misurare il grasso corporeo sono le pinze. La pinza è un leggero dispositivo portatile che rapidamente e facilmente misura lo spessore di una piega della pelle con il sottostante strato di grasso. Prese in tre posizioni molto specifiche sul corpo, queste misure possono aiutare a stimare la percentuale totale di grasso corporeo del nostro corpo.
Occorre ricordare che è molto meglio monitorare la percentuale di grasso corporeo che il peso totale, dato che la percentuale di grasso corporeo è ciò che determina la salute o la disfunzione metabolica, non il peso totale.
Ridurre l'assunzione di zuccheri aggiunti, come lo zucchero da tavola (saccarosio) o sciroppo di fruttosio (HFCS), è di fondamentale importanza. Questi zuccheri contengono fruttosio, il carboidrato che ha mostrato di favorire l'aumento di peso perché può indurre resistenza alla leptina, l'ormone che controlla l'appetito.
Quando il fruttosio viene somministrato agli animali, essi perdono la capacità di controllare il loro appetito, mangiano di più e ingrassano. Limitando l'assunzione di fruttosio si può ottenere un recupero della sensibilità alla leptina.
Questa può essere una delle ragioni del perchè le diete a basso contenuto in carboidrati favoriscono la perdita di peso visto che, essenzialmente, sono diete a basso contenuto di fruttosio.
La maggiore preoccupazione non deve dunque essere il peso, ma gli effetti del fruttosio sulla composizione corporea, fegato grasso (steatosi epatica) e insulino-resistenza.
Il consumo di fruttosio può indurre rapidamente alla sindrome metabolica e al fegato grasso. Ciò non avviene negli animali alimentati con le medesime calorie ma sotto forma di glucosio o di amido.
Gli studi ci dicono che la riduzione di calorie può ridurre il peso, ma ciò che conta veramente è il contenuto di fruttosio.
I ricercatori hanno scoperto che i ratti di laboratorio sottoposti ad una dieta con il 40 per cento di zucchero ha determinato il diabete e il fegato grasso, anche con un apporto calorico limitato.
Dobbiamo quindi ripensare la questione: le calorie sono importanti quando si tratta di peso, ma il tipo di calorie può fare una grande differenza sul come viene influenzato il rischio di accumulo di grasso viscerale e il rischio di diabete.
In sintesi, si consiglia di ridurre l'assunzione di zuccheri aggiunti, sia da saccarosio che da sciroppo di fruttosio, in qualsiasi programma dietetico.
Non è invece necessario ridurre l'assunzione di frutta naturale perché i frutti pur contenendo fruttosio, contengono anche molte sostanze nutritive eccellenti che aiutano a combattere gli effetti negativi del fruttosio.
La comprensione di come il fruttosio influenza il metabolismo dei grassi - attivando l'interruttore del grasso - è la chiave per raggiungere il peso ottimale e la salute.
Secondo quanto afferma il dottor Johnson, sulla base delle esperienze di decenni di ricerca:
"Coloro che sono obesi mangiano di più a causa di un guasto al loro 'interruttore del grasso' e fanno meno attività fisica a causa del loro stato di bassa energia. La conoscenza dello specifico 'interruttore del grasso', che si trova nei mitocondri delle cellule, è la chiave per combattere l'obesità".
Un trattamento efficace dell'obesità deve dunque spegnere l'interruttore del grasso e migliorare la funzione dei mitocondri delle cellule.
Come i meccanismi di sopravvivenza biologica influenzano il nostro peso
Il dottor Johnson esperto nefrologo, spiega come i meccanismi biologici di sopravvivenza influenzano il peso corporeo in modi insospettabili.
Nella prima parte del suo libro, pubblicato presso l'Università del Colorado Hospital Magazine, The Insider, Todd Neff scrive: "L'acido urico è conosciuto per causare la gotta, un tipo di artrite dovuta all'accumulo di cristalli di acido urico nelle articolazioni ma, nella pubblicazione di ricerca in corso, Miguel Lanaspa e Johnson hanno anche indicato l'acido urico come la maggior causa dell'obesità.
Johnson e colleghi hanno scoperto che l'acido urico stressa i mitocondri, e li porta ad aumentare la sintesi dei grassi e, contemporaneamente, a bruciare meno energia.
Troppa assunzione di cibo e poco esercizio fisico, si sa, fanno aumentare l'accumulo di grasso. Tuttavia - prosegue il dott. Jonhson - il nostro lavoro suggerisce una interpretazione diversa.
L'obesità non viene dalla gola e dalla pigrizia, ma dal fatto che abbiamo attivato lo stesso programma che tutti gli animali utilizzano per aumentare le riserve di grasso.
Il fruttosio, indipendentemente dalla sua origine (nella dieta moderna, la maggior parte di esso proviene da prodotti alimentari trasformati e dalle bevande), viene azionato mediante l'enzima fruttochinasi delle nostre cellule.
Questo enzima è necessario al corpo per estrarre energia dal fruttosio, ma prima di arrivare a questa energia, la fruttochinasi consuma l'ATP - il combustibile per le cellule - e attiva il grasso ad accumulare l'acido urico per via metabolica.
Così, mentre la dieta e l'esercizio fisico sono fattori notevolmente importanti, il consumo di fruttosio sembra avere un impatto che conduce a mantenere in modo prevalente la formazione delle riserve di grasso, nonostante gli sforzi per mangiare meno e praticare attività fisica.
Infiammazione sistemica e grasso viscerale
Spiega Enrico Garaci, annunciando l’ultima pubblicazione del Dipartimento Sanità Alimentare e Animale dell’Istituto Superiore di Sanità “Il filone dei nostri studi su nutrizione e longevità” che conduciamo insieme ai colleghi americani, ha dimostrato per la prima volta che c'è una relazione causa effetto tra grasso viscerale ed infiammazione sistemica.
Nello specifico, è l’interleuchina 6 prodotta ad elevate concentrazioni, in presenza di grasso viscerale, ad aumentare il rischio di sviluppare diabete mellito di tipo 2 ed infarto del miocardio.
Questo avviene perché nelle persone con obesità viscerale in cui predomina il grasso che si forma all’interno della pancia, le cellule adipose, che immagazzinano le calorie in eccesso sotto forma di grasso, stimolano una condizione di infiammazione sistemica attraverso la secrezione ad alte concentrazioni di questa importante molecola infiammatoria, l’interleuchina 6 (IL-6).
E' stato dimostrato così per la prima volta che il grasso viscerale è un importante fonte d’infiammazione sistemica”.
Ma c'è una buona notizia! quando perdiamo peso, il primo grasso ad essere utilizzato è il grasso viscerale, quindi quello dannoso.
Il grasso bianco ed il grasso bruno
Le cellule adipose bianche rilasciano sostanze, proprio come accade negli organi endocrini, le adipochine che controllano l'appetito e il bilancio energetico, il sistema immunitario, l'angiogenesi, la sensibilità all'insulina ed il metabolismo dei grassi.
Una delle adipochine piu’ conosciute, l'adiponectina, è una citochina favorevole: migliorare la sensibilità all’insulina ed ha proprietà antinfiammatorie; in genere i suoi livelli sono più bassi nell’obeso rispetto al normopeso.
Purtroppo un eccesso di grasso viscerale rilascia anche sostanze meno favorevoli come l’interleuchina 6, il tnf alfa, che esercitano attività pro-infiammatoria.
Peraltro se le cellule di grasso aumentano troppo il loro volume (in genere per un eccesso calorie o di grassi o di carboidrati) vanno incontro a morte, evocando nel corpo un ulteriore stimolo infiammatorio dovuto all’arrivo dei macrofagi (tipiche cellule dell’infiammazione) che cercano di contenere il processo di degenerazione delle cellule di grasso amplificando ulteriormente i danni esercitati dal grasso stesso.
Ecco perchè il grasso non va più interpretato come un “limite estetico” ma una vera e propria fonte di stress organico.
Il numero di macrofagi presenti nel grasso viscerale è proporzionale al volume degli adipociti. Si ha una vera e propria reazione da corpo estraneo (la medesima cosa che accade quando si forma un granuloma ad un dente) con conseguente infiammazione cronica che, se protratta nel tempo, determina l’insorgenza di numerose malattie del metabolismo.
Ma come fa, per esempio, il grasso viscerale a predisporci al diabete?
Dagli adipociti viscerali vengono rilasciati molti grassi che si dirigono subito al fegato che aumenta la produzione di precursori di LDL, il colesterolo “cattivo”, che predispone ai processi arteriosclerotici.
Inoltre i grassi diminuiscono la capacità del fegato di metabolizzazione dell’insulina con conseguente aumento dei valori di quest'ultima nel sangue.
Tutto questo perpetuato nel tempo innalza la glicemia, l’insulinemia e l’ulteriore deposito di grasso viscerale ed epatico (steatosi epatica).
Quindi la tanto nota insulino-resistenza è dovuta ai costanti valori di iperglicemia e di iperinsulinemia che nel tempo determinano una risposta biologica minore dei tessuti all’azione dell’insulina: è “il cane che si morde la coda” sino a che non si riduce con la dieta e il movimento il grasso viscerale, le condizioni metaboliche-infiammatorie non si modificano anzi si amplificano.
Esiste anche un “grasso “protettivo”, il grasso bruno, molto importante per la regolazione del peso corporeo perché favorisce la trasformazione dei nutrienti in energia necessaria al nostro fisico.
Normalmente i bambini possiedono una buona scorta di tessuto adiposo bruno alla nascita, che funge da difesa dal freddo, ma questo progressivamente diminuisce per far posto al grasso bianco tipico dell'adulto.
Nell'adulto si trovano solo piccole quantità di grasso bruno che si attiva sopratutto in seguito ad un abbassamento della temperatura corporea trasformando i trigliceridi in energia.
Il tessuto adiposo bruno comunque si attiva non solo in risposta ad un abbassamento della temperatura, ma anche in caso di eccessivo apporto calorico con la dieta.
In teoria questo fenomeno, basato sulla dispersione del surplus calorico sotto forma di calore, dovrebbe garantire l'omeostasi del peso corporeo, indipendentemente dagli eccessi alimentari. Ma entro certi limiti!
Non a caso, appena mangiato la temperatura aumenta di circa 0,5/1 grado, proprio per questa forma di termogenesi postprandiale mediata dal tessuto adiposo bruno, che tende a mantenere stabile il bilancio energetico dell'organismo nonostante il surplus calorico del pasto.
Conclusioni
Appare evidente come il grasso viscerale abbia un impatto negativo sul nostro organismo e nel tempo possa causare numerose patologie.
Per tenerlo sotto controllo dobbiamo verificare, con i sistemi ampiamente descritti in precedenza, e mettere in atto ogni iniziativa per sconfiggerlo indipendente da un fatto puramente estetico.
Adesso sappiamo che l'indice di massa corporea (BMI) non fornendoci le indicazioni della distribuzione del grasso nel nostro corpo non è sufficiente, e che abbiamo a disposizione metodi di misura molto più significativi e facilmente adottabili.
Scegliendo una alimentazione equilibrata e uno stile di vita salutare possiamo ridurre senza tanta fatica e rinunce l'accumulo di grasso viscerale e il rischio di contrarre molte delle malattie più temute.
ENGLISH
Visceral fat or abdominal fat is the part of adipose tissue concentrated inside the abdominal cavity and distributed between the internal organs and the trunk.
It differs from the subcutaneous one, concentrated in the hypoderm (the deepest layer of the skin), and from the intramuscular, which is instead distributed among the muscle fibers.
A study on belly fat presented at the European Cardiology Society conference confirms that "visceral fat - the kind that surrounds the internal organs - is much more dangerous to health than you might think."
In this study, researchers reviewed data from over 12,785 patients over a 14-year period, evaluating BMI and hip / hip ratio in relation to the risk of cardiovascular disease.
The traditional index of obesity, BMI (body mass index), has proven to be terribly spoiled.
Having a normal BMI and high abdominal obesity has been more dangerous than having a total BMI from obese.
Individuals with normal weight but with abdominal obesity had a death probability greater than 50% compared to those with a normal body mass index and a normal waist / hip ratio.
The same results are confirmed by a research carried out at the German Institute of Human Nutrition and by other collaborators across Europe in the EPIC study: "... Every 5 cm [2 in.] Increase in waist size increases The risk of death of 17%. "
This implies that belly fat control is more important than BMI.
From Medical News Today on August 27, 2012: Francisco Lopez-Jimenez, Cardiologist at the Mayo Clinic at Rochestor, points out: 'We knew from previous research that visceral obesity was harmful, but what emerges in this research is that fat distribution Is very important also for people with normal weight. '
It turned out that the group of individuals with normal weight but with abdominal obesity reported the highest death rate, even higher than those considered obese on the basis of body mass index.
Dr. Lopez-Jimenez points out that "even in people with normal body mass index, the risk of heart disease is not to be ruled out."
It is possible to reliably determine the degree of risk taking into account the hip-waist size, as fat distribution on the body is very relevant, even in people with normal body weight.
The "ideal weight" is not necessarily measurable with the balance
There are several methods to calculate the ideal body size.
The above study is based on the waist size / waist size according to the following instructions:
For the waist measurement
Stand upright. Before proceeding with the measurement, exhale. Do not hold your breath.
Wrap the meter around your waist. It should pass on the navel.
Make sure that the end of the meter is just above the hip bone; Already you are, even measure your hips.
For the measurement of the hips
Stand upright.
Place the meter around your hips make sure the meter is above the protruding bones of the hip bone.
To calculate the waist-waist ratio, simply divide the waist size of the hip.
The University of Maryland offers a convenient method that can be used to calculate the waist-to-waist ratio and tell us if there is a risk of heart disease. The functional study utilized the following Relay / Flank ratios:
Normal = 0.85 or below in women, and 0.90 or less in men
High = 0.85 or higher in women, and 0.90 or greater in men
Another simpler method to understand if you have a weight problem is to measure only the circumference of life.
By definition, it represents the minimum circumference between the chest and navel with the standing subject and relaxed abdominal muscles.
Abdominal circumference is evaluated with a common metric, non-elastic band, positioned at the waist level, according to a horizontal plane parallel to the floor.
The waist is the narrowest part of the abdomen and is usually just above the upper portion of the lateral edge of the iliac ridge. If this area is not clear, the measurement is taken at the navel level.
It is very important to keep the metrical tape horizontally and avoid overtightening it or keeping it too loose; The abdomen must also be bare by clothes.
This is an indirect method, but practical, economical and trustworthy.
Interpretazione dei risultati:
UOMO | DONNA | |
Rischio | cm | cm |
Molto elevato
|
> 120
|
> 110
|
Elevato
|
100 - 120
|
90 - 109
|
Basso
|
80 - 99
|
70 - 89
|
Molto basso
|
<80
|
< 70
|
Fonte: ACSM (2005) ACSM guidelines for exercise testing and prescription, 7th ed. Lippincott, Williams, and Wilkins, 61
Both of these methods are definitely better than the BMI to assess the risk of disease because the body mass index does not consider muscle status. BMI, moreover, can not provide an indication of intra-abdominal fat.
The waistband, on the other hand, gives a good indication of the amount of fat present, especially around the stomach area.
Abdominal fat is considered an important risk factor for cardiovascular disease such as coronary heart disease and stroke.
The waist is also a powerful indicator of insulin sensitivity as the studies clearly show how the waist measurement is one of the most powerful ways of predicting the risk of diabetes.
If we are not sure of having a proper circumference of life, a general guide is as follows:
For men, between 94 and 102 centimeters is overweight and over 102 centimeters is obesity
For women, between 80 and 86 centimeters is overweight, and over 86 centimeters is obesity
Percentage of Body Fat - Another way to measure the ideal size of the body
Another tool that many experts consider to be the most accurate measure of obesity is the percentage of body fat that can be considered a powerful indicator of our health.
The excess body fat is related to chronic health problems such as high blood pressure, high cholesterol, heart disease, diabetes and cancer.
Little body fat is not a good thing and can cause a catabolic state in our body where muscle proteins are used as fuel.
A general guide to the American Council on Exercise is as follows:
One of the most reliable and accurate ways to measure body fat is clamps. The clamp is a lightweight portable device that quickly and easily measures the thickness of a skin fold with the underlying layer of fat. Taken in three very specific positions on the body, these measures can help estimate the total percentage of body fat in our body.
It should be remembered that it is much better to monitor the percentage of body fat than the total weight, since the percentage of body fat is what determines the health or metabolic dysfunction, not the total weight.
Reducing the intake of added sugars, such as table sugar (sucrose) or fructose syrup (HFCS), is of utmost importance. These sugars contain fructose, the carbohydrate that has shown to promote weight gain as it can induce resistance to leptin, the hormone that controls appetite.
When fructose is administered to animals, they lose the ability to control their appetite, eat more and grow fat. By limiting fructose intake, leptin sensitivity can be recovered.
This may be one of the reasons why low-carb diets favor weight loss as they are essentially low-fructose diets.
The greatest concern therefore must not be the weight, but the effects of fructose on body composition, fat liver (liver hepatitis) and insulin resistance.
Fructose consumption can quickly induce metabolic syndrome and fat liver. This does not occur in animals fed with the same calories but in the form of glucose or starch.
Studies tell us that reducing calories can reduce weight, but what really matters is the fructose content.
The researchers found that laboratory rats undergoing a diet with 40 percent of sugar caused diabetes and fat liver, even with limited calorie intake.
We must therefore rethink the question: calories are important when it comes to weight, but the type of calories can make a big difference on how the risk of visceral fat build up and the risk of diabetes is affected.
In summary, it is advisable to reduce the intake of added sugars, whether sucrose or fructose syrup, in any diet program.
However, it is not necessary to reduce the intake of natural fruit because fruits, even containing fructose, also contain many excellent nutrients that help to combat the negative effects of fructose.
Understanding how fructose affects fat metabolism - activating the fat switch - is the key to achieving optimum weight and health.
According to Dr. Johnson, based on the experiences of decades of research:
"Those who are obese eat more because of a breakdown to their 'fat switch' and do less physical activity due to their low energy state. Knowledge of the specific 'fat switch' found in mitochondria of the fat Cells, is the key to fighting obesity. "
An effective obesity treatment should therefore turn off the fat switch and improve the function of cell mitochondria.
How biological survival mechanisms affect our weight
Dr Johnson, a nephrologist expert, explains how biological survival mechanisms affect body weight in unsustainable ways.
In the first part of his book, published at Colorado Hospital Magazine University, The Insider, Todd Neff writes: "Uric acid is known to cause gout, a type of arthritis due to the accumulation of uric acid crystals in Articulations but, in the ongoing research publication, Miguel Lanaspa and Johnson have also indicated uric acid as the major cause of obesity.
Johnson and colleagues have discovered that uric acid stresses the mitochondria, and leads them to increase fat synthesis and, at the same time, to burn less energy.
Too much food intake and little exercise, you know, increase fat accumulation. However - continues Dr. Jonhson - our work suggests a different interpretation.
Obesity does not come from throat and laziness but from the fact that we have activated the same program that all animals use to increase fat reserves.
Fructose, regardless of its origin (in the modern diet, most of it comes from processed food and beverages), is driven by the fruit-kinase enzyme of our cells.
This enzyme is needed by the body to extract energy from fructose, but before it comes to this energy, fruit kinase consumes ATP - cell fuel - and activates fat to accumulate metabolic uric acid.
So, while diet and exercise are remarkably important factors, fructose consumption seems to have an impact that leads to maintaining predominantly the formation of fat reserves despite efforts to eat less and exercise physical activity.
Systemic inflammation and visceral fat
Enrico Garaci, announcing the latest publication of the Department of Food and Animal Health at the Istituto Superiore di Sanità "The Leader of our Nutrition and Longevity Studies" that we conduct together with our American colleagues, showed for the first time that there is a Relationship causes effect between visceral fat and systemic inflammation.
Specifically, interleukin 6 produced at high concentrations in the presence of visceral fat increases the risk of developing type 2 diabetes mellitus and myocardial infarction.
This is because in people with visceral obesity where fat is formed inside the belly, fat cells, which store excess calories in the form of fat, stimulate a condition of systemic inflammation through secretion at high concentrations of This important inflammatory molecule, interleukin 6 (IL-6).
It has been shown for the first time that visceral fat is an important source of systemic inflammation. "
But there is good news! When we lose weight, the first fat to be used is visceral fat, hence the harmful one.
White fat and brown fat
White fat cells release substances, just like in endocrine organs, adipoins that control appetite and energy balance, immune system, angiogenesis, insulin sensitivity, and fat metabolism.
One of the best known adipochines, adiponectin, is a favorable cytokine: improving insulin sensitivity and has anti-inflammatory properties; Generally its levels are lower in the obese than in the standard.
Unfortunately, an excess of visceral fat also releases less favorable substances such as interleukin 6, tnf alpha, which exert pro-inflammatory activity.
However, if the fat cells increase their volume too much (usually due to excess calories or fat or carbohydrates) they go dead, evoking a further inflammatory stimulus in the body due to the arrival of macrophages (typical inflammatory cells) Which try to contain the process of degeneration of fat cells by further amplifying the damage exerted by the fat itself.
This is why fat is no longer interpreted as an "aesthetic limit" but a true source of organic stress.
The number of macrophages in visceral fat is proportional to the volume of adipocytes. It has a real foreign body reaction (the same thing happens when a granuloma is formed to a tooth) resulting in chronic inflammation that, if protracted over time, causes the onset of numerous metabolic diseases.
But how does, for example, visceral fat predispose to diabetes?
Many visceral fat releases from the visceral adipocytes are released to the liver that increases the production of LDL precursors, "bad" cholesterol, which predisposes to arteriosclerotic processes.
In addition, the fat decreases the ability of the liver to metabolize insulin, resulting in an increase in blood glucose levels.
All this perpetuated over time raises blood glucose, insulinemia and further deposits of visceral and liver fat (hepatic steatosis).
So much insulin resistance is due to the constant values of hyperglycemia and hyperinsulinemia that over time result in a smaller biological response of the tissues to the action of insulin: it is "the dog bite the tail" until it is reduced With diet and movement the visceral fat, the metabolic-inflammatory conditions do not change, indeed they amplify.
There is also a "fat" protective, "brown fat, very important for regulating body weight because it favors the transformation of nutrients into the energy necessary for our body.
Normally, children have a good supply of brown fatty tissue at birth, which acts as a defense against cold, but this progressively decreases to make room for adult white fat.
Only small amounts of brown fat are found in the adult, mainly due to a lowering of body temperature by transforming triglycerides into energy.
Brown fatty tissue however activates not only in response to a lowering of temperature, but also in case of excessive calorie intake with the diet.
In theory this phenomenon, based on the dispersion of heat calcium surplus, should ensure homeostasis of body weight, regardless of dietary excess. But within certain limits!
Not surprisingly, as soon as you eat the temperature increases by about 0.5 / 1 degree, precisely for this form of postprandial thermogenesis mediated by the brown fat tissue, which tends to keep the body's energy balance stable despite the caloric excess of the meal.
Conclusions
It is obvious that visceral fat has a negative impact on our body and over time it can cause many pathologies.
To keep it under control we have to verify, with the systems described above, and implement any initiative to defeat it independently of a purely aesthetic fact.
We now know that the body mass index (BMI) is not sufficient to provide us with indications of the fat distribution in our body, and we have much more meaningful and easily adaptable methods of measurement.
By choosing a balanced diet and a healthy lifestyle, we can reduce it without fatigue and relieve the accumulation of visceral fat and the risk of contracting many of the most feared diseases.
Da:
https://www.nutrizionenaturale.org/grasso-viscerale/
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