Nuove strategie per il tumore al seno metastatico / New strategies for metastatic breast cancer.
Nuove strategie per il tumore al seno metastatico / New strategies for metastatic breast cancer.
Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa
Presentati al congresso Asco di Chicago una serie di studi che mostrano risultati incoraggianti per le donne con malattia avanzata. L’Italia, in prima fila nella ricerca, coordinerà uno studio mondiale.
Ci sono donne che non escono dal tunnel del tumore al seno, in cui la malattia torna, si espande e conquista spazi in organi anche lontani. Una diagnosi, quella di tumore al seno metastatico, che fino a poco tempo fa era davvero infausta. Negli ultimi mesi sono però arrivate delle novità anche per queste donne e altre sono in via di sviluppo, come dimostrano alcuni studi presentati durante il Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) in corso a Chicago. Da una parte la conferma dell’efficacia di una classe di farmaci, gli inibitori delle chinasi ciclina-dipendenti (CDK) 4 e 6, coinvolte nella crescita del tumore; dall’altra la novità rappresentata da una nuova categoria di molecole, gli inibitori di Parp, che dimostrano una specifica attività nelle donne con mutazione Brca.
Mix vincente. La combinazione di farmaci diversi, che agiscono su più fronti contemporaneamente, si conferma una scelta efficace anche nel caso del tumore al seno metastatico. In particolare, trattare le pazienti con tumore metastatico ormonosensibile ma negativo per il recettore Her2 mettendo insieme ribociclib, inibitore delle CDK4/6 al letrozolo, un inibitore dell’aromatasi che rappresenta la terapia standard per questo tumore, aumenta il tempo libero da malattia di oltre 26 mesi. Rispetto a quante vengono trattate solo con l’ormoterapia, le donne che hanno ricevuto la combinazione hanno avuto un aumento del 54,7% del tempo libero da progressione. Alcune delle pazienti sono in trattamento ormai da più di tre anni senza riportare effetti collaterali gravi, mentre il beneficio si conferma sempre consistente.
“Risultati importanti, a cui l’Italia ha contribuito in maniera rilevante, che ci consentono ora di lanciare una nuova sperimentazione in cui verranno incluse più di 3 mila pazienti provenienti da 90 centri di tutto il mondo”, spiega Michelino De Laurentiis, direttore dell’Oncologia Medica Senologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori “G. Pascale” di Napoli che coordinerà lo studio. “Vogliamo confermare l’efficacia di questa combinazione ed esplorare meglio alcuni aspetti legati alla sua tollerabilità per essere sicuri di dare a ogni pazienti il farmaco più indicato”.
LO SPECIALE ASCO 2017
Mutazione nel mirino. Per le donne con mutazione Brca arrivano i risultati che riguardano il primo di una nuova classe di farmaci, i parp-inibitori, molecole in grado di colpire selettivamente le cellule tumorali interferendo con i meccanismi di riparazione dei danni al Dna usati nel trattamento del tumore ovarico. Lo studio ha coinvolto donne portatrici di mutazione in uno dei geni BRCA e con tumore metastatico Her2 negativo, trattate precedentemente, e ha messo a confronto l’efficacia di olaparib con la chemioterapia standard. I risultati mostrano una riduzione del 42% del rischio di progressione nel gruppo trattato con il parp-inibitore senza far rilevare effetti collaterali importanti. “I risultati di questo studio sono molto promettenti perché è la prima volta che una terapia target mostra un vantaggio rispetto a quella standard in questo tipo di pazienti”, sottolinea De Laurentiis.
Mix vincente. La combinazione di farmaci diversi, che agiscono su più fronti contemporaneamente, si conferma una scelta efficace anche nel caso del tumore al seno metastatico. In particolare, trattare le pazienti con tumore metastatico ormonosensibile ma negativo per il recettore Her2 mettendo insieme ribociclib, inibitore delle CDK4/6 al letrozolo, un inibitore dell’aromatasi che rappresenta la terapia standard per questo tumore, aumenta il tempo libero da malattia di oltre 26 mesi. Rispetto a quante vengono trattate solo con l’ormoterapia, le donne che hanno ricevuto la combinazione hanno avuto un aumento del 54,7% del tempo libero da progressione. Alcune delle pazienti sono in trattamento ormai da più di tre anni senza riportare effetti collaterali gravi, mentre il beneficio si conferma sempre consistente.
“Risultati importanti, a cui l’Italia ha contribuito in maniera rilevante, che ci consentono ora di lanciare una nuova sperimentazione in cui verranno incluse più di 3 mila pazienti provenienti da 90 centri di tutto il mondo”, spiega Michelino De Laurentiis, direttore dell’Oncologia Medica Senologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori “G. Pascale” di Napoli che coordinerà lo studio. “Vogliamo confermare l’efficacia di questa combinazione ed esplorare meglio alcuni aspetti legati alla sua tollerabilità per essere sicuri di dare a ogni pazienti il farmaco più indicato”.
LO SPECIALE ASCO 2017
Mutazione nel mirino. Per le donne con mutazione Brca arrivano i risultati che riguardano il primo di una nuova classe di farmaci, i parp-inibitori, molecole in grado di colpire selettivamente le cellule tumorali interferendo con i meccanismi di riparazione dei danni al Dna usati nel trattamento del tumore ovarico. Lo studio ha coinvolto donne portatrici di mutazione in uno dei geni BRCA e con tumore metastatico Her2 negativo, trattate precedentemente, e ha messo a confronto l’efficacia di olaparib con la chemioterapia standard. I risultati mostrano una riduzione del 42% del rischio di progressione nel gruppo trattato con il parp-inibitore senza far rilevare effetti collaterali importanti. “I risultati di questo studio sono molto promettenti perché è la prima volta che una terapia target mostra un vantaggio rispetto a quella standard in questo tipo di pazienti”, sottolinea De Laurentiis.
ENGLISH
Presented at the Asco Congress in Chicago a series of studies showing encouraging results for women with advanced disease. Italy, in the forefront of research, will coordinate a global study.
There are women who do not leave the breast cancer tunnel, where the disease returns, expands and conquers spaces in distant organs. A diagnosis, that of metastatic breast cancer, which until recently was really infamous. In recent months, however, newcomers have also come for these women and others are developing, as some studies have shown during the Congress of the American Society of Clinical Oncology (ASCO) in Chicago. On the one hand, confirmation of the efficacy of a class of drugs, cyclin-dependent (CDK) 4 and 6 kinase inhibitors involved in tumor growth; On the other, the novelty represented by a new category of molecules, Parp inhibitors, which demonstrate a specific activity in Brca women with a mutation.
Winning Mix. The combination of different drugs, which act on multiple faces at the same time, confirms an effective choice even in the case of metastatic breast cancer. In particular, treating patients with orphaned but negligible metastatic tumor for the Her2 receptor, together with ribociclib, CDK4 / 6 inhibitor to letrozole, an aromatase inhibitor that represents standard therapy for this tumor, increases the free time from disease beyond 26 months. Compared to how much is treated only with chemotherapy, women who received the combination had a 54.7% increase in free time progression. Some of the patients have been undergoing treatment for more than three years without serious side effects, while the benefit is always consistently high.
"Important results, to which Italy has contributed significantly, now allow us to launch a new experiment in which more than 3,000 patients from 90 centers around the world will be involved," says Michelino De Laurentiis, 'Oncology of the National Institute of Tumors' G. Pascale "of Naples who will coordinate the study. "We want to confirm the effectiveness of this combination and explore some aspects of its tolerability to be sure to give each patient the most appropriate medication."
THE SPECIAL ASCO 2017
Mutation in the viewfinder. For Brca women with the mutation, the results of the first of a new class of drugs, parp inhibitors, molecules can selectively affect tumor cells by interfering with DNA damage repair mechanisms used in the treatment of ovarian cancer. The study involved women with a mutation in one of the BRCA genes and meta-cancerous Her2 negative, previously treated and compared the efficacy of olaparib with standard chemotherapy. The results show a 42% reduction in the risk of progression in the parp-inhibitory group without revealing important side effects. "The results of this study are very promising because it is the first time that a targeted therapy shows an advantage over the standard in this type of patient," says De Laurentiis.
Da:
http://www.repubblica.it/oncologia/terapie/2017/06/05/news/nuove_strategie_per_il_tumore_al_seno_metastatico-167350302/
Commenti
Posta un commento