Uno sguardo sulla materia oscura. I nuovi dati confermano la validità dell'esistenza della forza rotazionale indotta. A look at the dark matter confirms the validity of the existence of the induced rotational force.
Uno sguardo sulla materia oscura dai nuovi dati di AMS. Essi confermano la validità dell'esistenza della forza rotazionale indotta, intuita per primo dal Dott. Giuseppe Cotellessa, e che supera i limti della fisica di Newton e di Einstein. / A look at the dark matter from the new AMS data. They confirm the validity of the existence of the induced rotational force, first intuited by Dr. Giuseppe Cotellessa, and which exceeds the limits of Newton's and Einstein's physics.
Dott. Giuseppe Cotellessa
Una suggestiva immagine del rivelatore AMS sulla Stazione spaziale internazionale.
An impressive image of the AMS detector on the International Space Station.
Il flusso di positroni, le antiparticelle degli elettroni, che colpisce il nostro pianeta insieme ad altri componenti dei raggi cosmici è compatibile con una produzione di antimateria da parte della materia oscura, la misteriosa materia invisibile dell'universo. È il risultato di una nuova analisi dei dati raccolti da AMS, il rivelatore di antimateria montato a bordo della Stazione spaziale internazionale, nell'ambito di una missione che vede un'importante partecipazione dell’Istituto nazionale di fisica nucleare e dell’Agenzia spaziale italiana. L'esistenza di regioni di antimateria diretta o materia oscura che genea antimatria conferma l'esistenza della forza rotazionale indotta, intuita per la prima volta dal Dott. Giuseppe Cotellessa, che supera i limiti della fisica di Newton e di quella di Einstein.
Vedi il seguente post:
Il positrone è l'antiparticella dell'elettrone, ovvero ha la stessa massa dell'elettrone ma carica elettrica di segno opposto. Elettrone e positrone sono solo due delle diverse particelle cariche provenienti dallo spazio che formano i cosiddetti raggi cosmici, che colpiscono continuamente il nostro pianeta, e possono dirci qualcosa di estremamente importante su come si forma l'antimateria nello spazio. È per questo che appaiono di estrema rilevanza i risultati pubblicati in due articoli, sia il primo sia il secondo pubblicati sulle "Physical Review Letters", che riguardano le misurazioni dell'Alpha Magnetic Spectrometer (AMS) il “cacciatore di antimateria” montato a bordo della Stazione spaziale internazionale, che sta raccogliendo dati dal 2011. Le caratteristiche del flusso di positroni, in particolare, sono compatibili con l'ipotesi che a originare queste particelle di antimateria sia la materia oscura, la misteriosa materia invisibile, la cui esistenza è stata ipotizzata per rendere conto dei parametri dinamici della rotazione delle galassie.
Nei primi 30 mesi della missione AMS-02, a cui partecipano anche l’Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN) e l’Agenzia spaziale italiana (ASI), che hanno realizzato la maggior parte dei rivelatori, è stato registrato, in mezzo a 41 miliardi di raggi cosmici raccolti, lo spettro di energia di elettroni con energie fino a 600 gigaelettronvolt (miliardi di elettronvolt, in fisica delle particelle l'elettronvolt è l'unità di misura dell'energia) e di positroni fino a 500 gigaelettronvolt, raggiungendo un limite finora inesplorato per queste componenti della radiazione cosmica.
Il primo dato significativo emerso dalle misurazioni è che i positroni sono troppi rispetto alle attese. Secondo la teoria, infatti, i raggi cosmici possono produrre antimateria collidendo con le polveri interstellari, ma solo in quantità limitata e mostrando una decisa decrescita all'aumentare dell'energia. Il segnale osservato da AMS, invece, cresce rapidamente una volta superati gli otto gigaelettronvolt.
Questo significa che devono operare altri meccanismi di produzione dei positroni e che le sorgenti sono uniformemente distribuite nello spazio, come già emerso dai risultati preliminari di AMS, presentati nel 2013. Entro un errore del tre per cento, infatti, il flusso di positroni osservato da AMS è isotropo, cioè ha la stessa intensità qualunque sia la direzione di osservazione.
“Questo risultato rappresenta un importante passo avanti nello studio di un fenomeno (l’eccesso di positroni) che era stato rilevato per la prima volta nell’esperimento spaziale PAMELA, e che oggi viene misurato da AMS-02 con una precisione e un’estensione nell’intervallo di energia senza precedenti”, sottolinea Fernando Ferroni, presidente dell’INFN. “La sinergia tra INFN, ASI e industria italiana coglie con il nuovo risultato di AMS-02 un frutto importante, migliorando significativamente la conoscenza di un fenomeno che presenta ancora risvolti misteriosi e quindi con potenzialità di nuove scoperte”.
Ma quale potrebbe essere la natura di queste sorgenti di positroni? Una prima ipotesi è che possa trattarsi di pulsar, cioè di stelle di neutroni in rapida rotazione attorno a un proprio asse. L'altra, più suggestiva, è che il processo generativo sia l'annichilazione di particelle di materia oscura.
Per dirimere la questione sono necessarie ulteriori osservazioni che permettano di aumentare ancora di più la statistica degli eventi osservati. Ma già si è sulla buona strada. AMS per la prima volta ha mostrato chiaramente un parametro importante: il flusso massimo di positroni si osserva intorno al valore di energia di 275 gigaelettronvolt. Inoltre, AMS ha misurato i flussi di positroni ed elettroni separatamente, confermando che l'eccesso di positroni non può essere dovuto alla “scomparsa” di elettroni ma deve essere spiegata con un processo indipendente.
Questo significa che devono operare altri meccanismi di produzione dei positroni e che le sorgenti sono uniformemente distribuite nello spazio, come già emerso dai risultati preliminari di AMS, presentati nel 2013. Entro un errore del tre per cento, infatti, il flusso di positroni osservato da AMS è isotropo, cioè ha la stessa intensità qualunque sia la direzione di osservazione.
“Questo risultato rappresenta un importante passo avanti nello studio di un fenomeno (l’eccesso di positroni) che era stato rilevato per la prima volta nell’esperimento spaziale PAMELA, e che oggi viene misurato da AMS-02 con una precisione e un’estensione nell’intervallo di energia senza precedenti”, sottolinea Fernando Ferroni, presidente dell’INFN. “La sinergia tra INFN, ASI e industria italiana coglie con il nuovo risultato di AMS-02 un frutto importante, migliorando significativamente la conoscenza di un fenomeno che presenta ancora risvolti misteriosi e quindi con potenzialità di nuove scoperte”.
Ma quale potrebbe essere la natura di queste sorgenti di positroni? Una prima ipotesi è che possa trattarsi di pulsar, cioè di stelle di neutroni in rapida rotazione attorno a un proprio asse. L'altra, più suggestiva, è che il processo generativo sia l'annichilazione di particelle di materia oscura.
Per dirimere la questione sono necessarie ulteriori osservazioni che permettano di aumentare ancora di più la statistica degli eventi osservati. Ma già si è sulla buona strada. AMS per la prima volta ha mostrato chiaramente un parametro importante: il flusso massimo di positroni si osserva intorno al valore di energia di 275 gigaelettronvolt. Inoltre, AMS ha misurato i flussi di positroni ed elettroni separatamente, confermando che l'eccesso di positroni non può essere dovuto alla “scomparsa” di elettroni ma deve essere spiegata con un processo indipendente.
ENGLISH
The positron flow, the electron antiparticles, which affects our planet along with other components of cosmic rays, is compatible with the production of antimatter by the dark matter, the mysterious invisible matter of the universe. It is the result of a new analysis of the data collected by AMS, the antimatter detector mounted on board the International Space Station, in a mission that sees an important participation of the National Institute of Nuclear Physics and the Italian Space Agency. The existence of direct anti-mathematical regions or obscure matter that provokes antimatter confirms the existence of the induced rotational force, first seen by Dr. Giuseppe Cotellessa, which exceeds the limits of Newton's and Einstein's physics.
See the following post:
Positron is the antiparticle of the electron, that is, it has the same mass of the electron as the electric charge of the opposite sign. Electron and positron are just two of the different charged particles coming from the space that form the so-called cosmic rays, which continually strike our planet, and can tell us something extremely important about how the antimatter forms in space. This is why the results published in two articles, both the first and the second, published in the Physical Review Letters, refer to the measurements of the Alpha Magnetic Spectrometer (AMS), the "antimatter hunter" mounted on board Of the International Space Station, which has been collecting data since 2011. The characteristics of positron flow, in particular, are compatible with the hypothesis that these antimatter particles originate from the dark matter, the mysterious invisible matter, the existence of which has been Hypothesized to account for the dynamic parameters of the rotation of galaxies.
In the first 30 months of the AMS-02 mission, including the National Institute of Nuclear Physics (INFN) and the Italian Space Agency (ASI), which have performed most of the detectors, was recorded, 41 billion of cosmic rays collected, the electron energy spectrum with energies up to 600 gigaelectronvolts (billions of electron volts, in particle physics the electronvolt is the unit of energy measurement) and positron up to 500 gigaelectronvolts, reaching A limit so far unexplored for these components of cosmic radiation.
The first significant figure outlined by the measurements is that the positrons are too many compared to the expectations. According to the theory, in fact, cosmic rays can produce antimatter colliding with interstellar powders, but only in limited quantities and showing a decisive decrease in energy. The signal observed by AMS, however, grows rapidly once the eight gigaelectronvolts are exceeded.
This means that other positron production mechanisms must be used and the sources are uniformly distributed in space, as already emerged from the preliminary results of AMS, presented in 2013. Within a three percent error, in fact, the positron flow observed by AMS is isotropic, ie it has the same intensity whatever the direction of observation.
"This result represents an important step in the study of a phenomenon (the excess of positrons) that was first detected in the PAMELA space experiment, and which is now measured by AMS-02 with a precision and an extension In the unprecedented energy range, "says Fernando Ferroni, president of INFN. "The synergy between INFN, ASI and Italian industry captures the new result of AMS-02 an important achievement, significantly improving knowledge of a phenomenon that still has mysterious facets and therefore the potential for new discoveries."
But what could be the nature of these sources of positron? A first hypothesis is that it can be the pulsar, that is, of neutron stars in rapid rotation around their own axis. The other, more suggestive, is that the generative process is the obscuration of dark matter particles.
To address the issue, further observations are needed that allow the statistic of the observed events to increase even more. But you are already on the right track. AMS for the first time clearly showed an important parameter: the maximum positron flow is observed around the 275 gigaelectronvolts energy value. In addition, AMS measured the positron and electron streams separately, confirming that positron excess can not be due to the "disappearance" of electrons but must be explained by an independent process.
Da:
http://www.lescienze.it/news/2014/09/19/news/ams_positroni_antimateria_materia_oscura-2297636/
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