Sclerosi multipla e staminali, scoperta una proteina che riduce l’infiammazione / Multiple sclerosis and stem, discovery a protein that reduces inflammation

Sclerosi multipla e staminali, scoperta una proteina che riduce l’infiammazione / Multiple sclerosis and stem, discovery a protein that reduces inflammation

 

Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa

 

Mentre il primo gruppo di pazienti completa il ciclo di trattamento a basso dosaggio con cellule staminali neurali (STEMS), i ricercatori chiariscono in laboratorio uno dei principali meccanismi terapeutici alla base dell’azione delle cellule: il rilascio di una proteina-farmaco poco nota.

 A fine maggio 2017 i ricercatori e i medici dell’Ospedale San Raffaele hanno avviato il primo studio clinico al mondo per il trattamento della sclerosi multipla progressiva con infusione di cellule staminali del cervello (STEMS). Mentre lo studio – finalizzato a valutare la sola sicurezza del trattamento – procede senza complicazioni (il primo gruppo di 3 pazienti è già stato trapiantato), i ricercatori dell’Unità di Neuroimmunologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele – una delle 18 strutture d’eccellenza del Gruppo ospedaliero San Donato – svelano in laboratorio l’ingrediente chiave alla base dell’efficacia delle staminali del cervello. Secondo il lavoro, pubblicato su The Journal of Clinical Investigation e coordinato da Gianvito Martino – capo dell’Unità di Neuroimmunologia, nonché direttore scientifico dell’istituto – le cellule, una volta infuse, riducono l’infiammazione nel cervello dovuta alla malattia attraverso il rilascio di una proteina poco conosciuta, il TGF-β2, che è appunto in grado di interferire con l’attivazione aberrante del sistema immunitario tipica della malattia.

 

L’efficacia del trapianto di cellule staminali neurali nei topi affetti da EAE, il modello sperimentale di sclerosi multipla, è nota da tempo. La scoperta, frutto del lavoro del gruppo di Gianvito Martino dei primi anni 2000, è arrivata quest’anno al banco di prova sull’essere umano, con l’avvio presso l’Ospedale San Raffaele del primo studio clinico per testare la sicurezza dell’infusione delle staminali del cervello in pazienti con sclerosi multipla progressiva. La strategia adottata dalle cellule staminali per combattere l’infiammazione del sistema nervoso è però ancora poco chiara: comprenderla può migliorare il loro utilizzo e potenzialmente aprire la strada a nuove terapie.
Lo studio appena pubblicato individua una proteina poco conosciuta – chiamata TGF-β2 – rilasciata dalle staminali e capace di modificare il comportamento di alcune cellule del sistema immunitario da pro– ad anti-infiammatorio. La trasformazione indotta in queste cellule è fondamentale, perché nella sclerosi multipla sono loro ad attivare i linfociti T, diretti responsabili del danno cerebrale. In sostanza, tramite TGF-β2, le cellule staminali interferiscono nella catena di comando che porta all’aggressione del tessuto nervoso.
“L’azione delle cellule staminali è indotta dai segnali rilasciati dal tessuto danneggiato in cui vengono trapiantate ed è dovuta al rilascio di varie molecole tra cui quella da noi identificata: le staminali sono paragonabili a cavalli di Troia che rilasciano le giuste molecole nella giusta quantità a seconda di dove si trovano e del tipo di danno che devono affrontare”, spiega Gianvito Martino. “Nello studio dimostriamo tuttavia che TGF-β2 ha un ruolo fondamentale e necessario: senza di lei tutta l’azione terapeutica sarebbe certo indebolita”.
La ricerca è stata svolta con il sostegno della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM), dall’associazione Amici del Centro Sclerosi Multipla (ACeSM) Onlus dell’Ospedale San Raffaele, da BMW Italia e dalla Fondazione Cariplo, che hanno seguito lo sviluppo della terapia STEMS fin dal principio. Conclude Martino: “Mentre stiamo verificando la sicurezza della terapia con cellule staminali nelle persone con sclerosi multipla, dobbiamo nondimeno continuare lo studio in laboratorio per poter sfruttare al meglio il loro potenziale curativo”.

ENGLISH

 While the first group of patients completes the low-dose treatment with neural stem cells (STEMS), researchers clarify in the laboratory one of the key therapeutic mechanisms underlying the action of the cell: the release of a little known protein-drug.
 
At the end of May 2017, researchers and doctors at San Raffaele Hospital started the first clinical trial in the world for the treatment of progressive multiple sclerosis with brain stem cells infusion (STEMS). While the study - aimed at assessing the safety of the treatment alone - proceeds without complications (the first group of 3 patients has already been transplanted), researchers at the San Raffaele Hospital IRCCS Neuroimmunology Unit - one of the 18 excellence structures of the San Donato Hospital Group - reveal in the lab the key ingredient behind the effectiveness of brain stem cells. According to the work published on The Journal of Clinical Investigation and co-ordinated by Gianvito Martino, head of the Neuroimmunology Unit as well as the institute's scientific director, the cells, once infused, reduce inflammation in the brain due to the disease by releasing of a little-known protein, TGF-β2, which is able to interfere with the aberrant activation of the immune system typical of the disease.

The effectiveness of neural stem cell transplantation in mice with EAE, the experimental model of multiple sclerosis, has long been known. The discovery, the result of the work of the Gianvito Martino group of the early 2000s, came this year at the test bench on the human being, starting at the San Raffaele Hospital of the first clinical trial to test the safety of the " infusion of brain stem cells in patients with progressive multiple sclerosis. The strategy adopted by stem cells to fight inflammation of the nervous system is still unclear: understanding it can improve their use and potentially pave the way for new therapies.
The newly published study identifies a little known protein - called TGF-β2 - released by stem cells and capable of modifying the behavior of some immune system cells from anti-inflammatory. The transformation induced in these cells is crucial because in multiple sclerosis they are activated by T-lymphocytes, directly responsible for brain damage. In essence, via TGF-β2, stem cells interfere with the chain of command leading to the aggression of the nervous tissue.
"The action of stem cells is induced by the signals released by the damaged tissue in which they are transplanted and is due to the release of various molecules including the one we identified: stem cells are comparable to Troy horses that release the right molecules in the right amount depending on where they are and the type of damage they are facing, "explains Gianvito Martino. "In the study, however, we demonstrate that TGF-β2 plays a crucial and necessary role: without her all therapeutic action would be weakened."
The research was carried out with the support of the Italian Multiple Sclerosis Foundation (FISM), the Association of Friends of the Multiple Sclerosis Center (ACeSM) Onlus of the San Raffaele Hospital, BMW Italia and the Cariplo Foundation, which followed the development of the therapy STEMS from the beginning. Martino concludes: "While we are testing the safety of stem cell therapy in people with multiple sclerosis, we should nevertheless continue the lab study to make the most of their healing potential."


Da:

 https://www.galileonet.it/2017/09/sclerosi-multipla-staminali-proteine-riduzione-infiammazione/?utm_campaign=Newsatme&utm_content=Sclerosi%2Bmultipla%2Be%2Bstaminali%2C%2Bscoperta%2Buna%2Bproteina%2Bche%2Briduce%2Bl%27infiammazione&utm_medium=news%40me&utm_source=mail%2Balert
 


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