Scoperto il legame tra malattie ematologiche e cardiovascolari / The link between haematological and cardiovascular diseases has been discovered
Scoperto il legame tra malattie ematologiche e cardiovascolari / The link between haematological and cardiovascular diseases has been discovered
Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa
Luca Bertamini, un neo-laureato dell’università di Verona, ha vinto un prestigioso premio al congresso della Società americana di ematologia.
Con una tesi sperimentale sul rischio cardiovascolare nell’anziano Luca Bertamini, un venticinquenne neo laureato in Medicina all’Università degli Studi di Verona, si è aggiudicato il premio come miglior lavoro presentato da un giovane ricercatore, assegnato dalla Società americana di ematologia. Il congresso dell’American Society of Hematology (Ash), appena conclusosi ad Atlanta, rappresenta il più importante evento scientifico annuale nel campo dell’ematologia ed è frequentato da oltre 25mila specialisti provenienti da ogni parte del mondo. Durante il meeting vengono assegnati alcuni prestigiosi premi di ricerca, tra cui quelli riservati ai migliori lavori presentati da giovani ricercatori.
Bertamini ha presentato ad Atlanta i risultati della sua tesi sperimentale dal titolo “Emopoiesi clonale e rischio cardiovascolare nell’anziano”, condotta con la supervisione di Domenico Girelli, docente di Medicina interna, inserita in un progetto di ricerca più ampio che coinvolge anche Oliviero Olivieri e Nicola Martinelli del dipartimento di Medicina, Claudio Franceschi e Giovanni Martinelli dell’università di Bologna.
Il lavoro riguarda la recente scoperta di particolari mutazioni nel DNA delle cellule staminali del midollo osseo, ossia quelle cellule che fisiologicamente danno origine a componenti del sangue quali globuli bianchi, globuli rossi e piastrine. Tali mutazioni tendono ad accumularsi con l’avanzare dell’età e possono generare gruppi di cellule (cloni) alterati in senso pro-infiammatorio. L’infiammazione che ne consegue a livello dei vasi arteriosi concorre alla formazione di placche aterosclerotiche e infarto cardiaco. La scoperta collega per la prima volta in modo finora insospettato malattie ematologiche e cardiocircolatorie e potrebbe spiegare, almeno in parte, i motivi per cui alcune persone invecchiano “peggio” di altre.
Bertamini ha analizzato il dna dei globuli bianchi di un gruppo di pazienti con cardiopatia ischemica del Verona Heart Study e un gruppo di soggetti eccezionalmente longevi (ultracentenari) selezionati dall’università di Bologna. Nei pazienti cardiopatici si è riscontrata una percentuale molto elevata di mutazioni associate all’emopoiesi clonale, risultata invece quasi del tutto assente negli ultracentenari. Ciò rafforza l’ipotesi che gli ultracentenari siano riusciti a raggiungere tale ragguardevole età anche grazie ad un meccanismo di selezione protettiva. L’abstract di Bertamini è stato selezionato da una commissione internazionale indipendente e premiato con il “Giuseppe Bigi Memorial Award”, con un assegno di 5000 dollari, elargito dall’omonima Fondazione che si prefigge di promuovere e sostenere l’attività di giovani ricercatori in ambito ematologico.
L’INVECCHIAMENTO E IL SANGUE
La quota di spazio midollare occupata dal tessuto emopoietico si riduce progressivamente dalla nascita fino a circa 30 anni, età in cui si stabilizza. Superata l’età di circa 70 anni, essa ricomincia a diminuire gradualmente a partire dalle ossa lunghe, specialmente il femore; le ossa piatte vengono relativamente risparmiate. Non è noto se questa seconda diminuzione sia la conseguenza di una riduzione intrinseca degli elementi emopoietici o di un aumento del tessuto adiposo midollare, che prende il posto di quello emopoietico.
Con l’invecchiamento, la funzione midollare subisce diverse modificazioni. Il numero delle cellule staminali nel midollo diminuisce significativamente con l’età, anche se il midollo osseo può essere mantenuto in coltura tissutale, mediante passaggi seriati, per un periodo di tempo equivalente sia negli anziani sia negli adulti più giovani. La velocità di incorporazione del ferro nelle colture midollari è sovrapponibile in entrambi i gruppi di età, ma negli anziani la velocità aumenta meno, dopo la stimolazione con eritropoietina. Nell’anziano, la captazione del ferro dall’intestino è normale, ma il rallentamento dell’eritropoiesi riduce l’incorporazione del metallo nei GR. L’emopoiesi clonale, dovuta a mutazioni degli oncogeni, è stata osservata in persone anziane sane senza alterazioni morfologiche o funzionali del compartimento ematologico.
Dagli studi sugli animali emerge che i soggetti sani di età più avanzata, in risposta all’emorragia o all’ipossiemia, non sono in grado di produrre reticolociti con la stessa efficienza dei soggetti più giovani. Non è chiaro se questo difetto sia dovuto all’eritropoiesi inefficace, ad alterazioni degli elementi cellulari emopoietici, a una riduzione dei fattori di crescita o a modificazioni dell’architettura midollare legate all’età. Nei pazienti anziani, questa serie di reperti (recupero lento dei valori ematologici periferici dopo un’emorragia o un’infezione grave) viene denominata riduzione della riserva midollare. Ciò nonostante, alcuni studi suggeriscono che nell’anziano la risposta all’emorragia sia efficace quanto nell’adulto più giovane e che la risposta emopoietica alla somministrazione di fattori di crescita (p. es., eritropoietina, colony stimulating factor granulocitario, colony stimulating factor granulocitario-macrofagico, interleuchina 3) sia ben conservata nell’anziano.
Queste modificazioni della funzione midollare non sono secondarie a carenze nutrizionali, poiché il ferro totale corporeo e il ferro del midollo osseo aumentano con l’età e i livelli di folato e di vitamina B12 nelle persone anziane sane si mantengono entro i valori normali.
ENGLISH
Luca Bertamini, a recent graduate of the University of Verona, won a prestigious award at the congress of the American Society of Hematology.
With an experimental thesis on cardiovascular risk in the elderly Luca Bertamini, a twenty-five year old graduate in Medicine at the University of Verona, was awarded the award for best work presented by a young researcher, assigned by the American Society of Hematology. The congress of the American Society of Hematology (Ash), just ended in Atlanta, is the most important annual scientific event in the field of hematology and is attended by over 25 thousand specialists from all over the world. During the meeting some prestigious research prizes are awarded, including those reserved for the best works presented by young researchers.
Bertamini presented in Atlanta the results of his experimental thesis entitled "Clonal hematopoiesis and cardiovascular risk in the elderly", conducted under the supervision of Domenico Girelli, professor of internal medicine, included in a wider research project that also involves Oliviero Olivieri and Nicola Martinelli from the Department of Medicine, Claudio Franceschi and Giovanni Martinelli of the University of Bologna.
The work concerns the recent discovery of particular mutations in the DNA of bone marrow stem cells, ie those cells that physiologically give rise to blood components such as white blood cells, red blood cells and platelets. These mutations tend to accumulate with age and can generate groups of cells (clones) altered in a pro-inflammatory sense. The inflammation that follows at the level of the arterial vessels contributes to the formation of atherosclerotic plaques and cardiac infarcts. The discovery connects for the first time so far unsuspected hematological and cardiovascular diseases and could explain, at least in part, the reasons why some people grow older "worse" than others.
Bertamini analyzed the DNA of white blood cells from a group of patients with ischemic heart disease of the Verona Heart Study and a group of exceptionally long-lived subjects (over a hundred years) selected by the University of Bologna. In cardiopathic patients there was a very high percentage of mutations associated with clonal hematopoiesis, which was instead almost completely absent in the ultracentenarians. This reinforces the hypothesis that the ultracentenarians have managed to reach such a remarkable age thanks to a protective selection mechanism. Bertamini's abstract was selected by an independent international commission and awarded the "Giuseppe Bigi Memorial Award", with a check for $ 5,000, donated by the homonymous Foundation which aims to promote and support the activity of young researchers in haematological field.
AGING AND BLOOD
The share of medullary space occupied by the haematopoietic tissue is progressively reduced from birth to about 30 years, when it stabilizes. After the age of about 70 years, it begins to gradually decrease starting from long bones, especially the femur; the flat bones are relatively spared. It is not known whether this second decrease is the consequence of an intrinsic reduction of haematopoietic elements or an increase in medullary adipose tissue, which takes the place of haematopoietic tissue.
With aging, the medullary function undergoes several modifications. The number of stem cells in the bone marrow decreases significantly with age, although bone marrow can be maintained in tissue culture, through serious steps, over an equivalent period of time in both the elderly and younger adults. The speed of incorporation of the iron in the medullary cultures is superimposable in both age groups, but in the elderly the speed increases less, after stimulation with erythropoietin. In the elderly, iron uptake from the intestine is normal, but the slowing down of erythropoiesis reduces the incorporation of the metal into the GRs. Clonal hematopoiesis, due to mutations of oncogenes, has been observed in healthy elderly people without morphological or functional changes in the haematological compartment.
Animal studies show that healthy subjects of more advanced age, in response to hemorrhage or hypoxemia, are not able to produce reticulocytes with the same efficiency as younger subjects. It is not clear whether this defect is due to ineffective erythropoiesis, alterations in haematopoietic cellular elements, a reduction in growth factors or changes in medullary architecture related to age. In elderly patients, this series of findings (slow recovery of peripheral haematological values after hemorrhage or severe infection) is referred to as reduction of the medullary reserve. Nevertheless, some studies suggest that in the elderly the response to hemorrhage is as effective as in the younger adult and that the hemopoietic response to the administration of growth factors (eg, erythropoietin, colony stimulating granulocyte factor, colony stimulating factor granulocyte-macrophage, interleukin 3) is well conserved in the elderly.
These changes in bone marrow function are not secondary to nutritional deficiencies, since total body iron and bone marrow iron increase with age and levels of folate and vitamin B12 in healthy elderly people remain within normal range.
Da:
https://www.galileonet.it/2017/12/scoperto-link-malattie-ematologiche-cardiovascolare/?utm_campaign=Newsatme&utm_content=Scoperto%2Bil%2Blink%2Btra%2Bmalattie%2Bematologiche%2Be%2Bcardiovascolari&utm_medium=news%40me&utm_source=mail%2Balert
https://www.msd-italia.it/altre/geriatria/sez_9/sez9_68c.html
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