All'origine delle allucinazioni visive / At the origin of visual hallucinations

All'origine delle allucinazioni visiveAt the origin of visual hallucinations


Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa



Le allucinazioni sono legate a una riduzione dell'attività della corteccia visiva, e non a una sua iperattività, come finora pensato. L'allucinazione deriverebbe quindi da un eccesso di tentativi delle aree cerebrali superiori di dare un'interpretazione agli input insufficienti che le raggiungono,

Le allucinazioni visive potrebbero essere innescate da una riduzione dei segnali che i neuroni si scambiano all'interno della corteccia visiva, e non, come si supponeva, da un loro aumento legato a un'attività spontanea dei neuroni senza uno stimolo reale corrispondente.

A suggerirlo è uno studio condotto da ricercatori dell'Università dell'Oregon a Eugene che firmano un articolo pubblicato su " Cell Reports". Se ulteriori ricerche confermeranno il risultato - ottenuto su topi con tecniche invasive che non possono essere applicate agli esseri umani - sarà un importante progresso nella comprensione delle basi neurologiche di disturbi come la schizofrenia, che sono caratterizzati anche da allucinazioni.

L'uso di sostanze allucinogene per studiare i disturbi psichiatrici esordì negli anni quaranta del secolo scorso, ma fu interrotto alla fine degli anni sessanta a causa della diffusione di quelle sostanze a uso ricreativo e alla loro conseguente proibizione. Questo tipo di studi è quindi ripreso, con cautela, solo in anni recenti.

Cristopher M. Niel e colleghi hanno somministrato a un gruppo di topi un farmaco che interferisce con i recettori della serotonina 2A in modo analogo a quanto fanno LSD e la psilocibina e altri farmaci allucinogeni. È noto inoltre, che questi recettori hanno un ruolo nella schizofrenia.

I ricercatori hanno quindi monitorato l'attività dei neuroni della corteccia visiva, osservando che il farmaco provocava una riduzione dello scambio di informazioni fra i neuroni di quell'area, e di conseguenza anche una riduzione delle comunicazioni inviate da quell'area alle regioni cerebrali superiori a cui è collegata.

"Siamo rimasti sorpresi dalla scoperta, ma ha senso nel 
contesto dell'elaborazione visiva", ha detto Niel. "Capire ciò che sta accadendo nel mondo è una questione di equilibrio tra l'acquisizione di informazioni e la nostra interpretazione di quelle informazioni. Se diamo troppo poco peso a quello che succede intorno a noi [ossia agli stimoli reali], ma poi ci scateniamo in un eccesso di interpretazione per dargli un senso, questo potrebbe portare ad allucinazioni." Un esempio sono le immagini vivide che spesso si vedono nei sogni anche se al cervello non arriva alcun segnale visivo.

I ricercatori osservano che questo risultato probabilmente non spiega del tutto le allucinazioni visive, ma potrebbe rappresentare un tassello significativo per la loro comprensione.

ENGLISH

Hallucinations are linked to a reduction in visual cortex activity, and not to its hyperactivity, as previously thought. The hallucination would therefore derive from an excess of attempts by the upper brain areas to give an interpretation to the insufficient inputs that reach them,

Visual hallucinations could be triggered by a reduction in the signals that neurons exchange within the visual cortex, and not, as was supposed, by their increase linked to the spontaneous activity of neurons without a corresponding real stimulus.

This was suggested by a study conducted by researchers at the University of Oregon in Eugene who signed an article published in "Cell Reports". If further research confirms the result - obtained on mice with invasive techniques that cannot be applied to humans - it will be an important advance in understanding the neurological basis of disorders such as schizophrenia, which are also characterized by hallucinations.

The use of hallucinogenic substances to study psychiatric disorders began in the forties of the last century, but was interrupted at the end of the sixties due to the diffusion of those substances for recreational use and to their consequent prohibition. This type of study is therefore taken up with caution only in recent years.

Cristopher M. Niel and colleagues gave a group of mice a drug that interferes with serotonin 2A receptors in a similar way to what LSD and psilocybin and other hallucinogenic drugs do. It is also known that these receptors play a role in schizophrenia.

The researchers then monitored the activity of neurons in the visual cortex, noting that the drug caused a reduction in the exchange of information between the neurons in that area, and consequently also a reduction in the communications sent from that area to the upper brain regions to which it is connected.

"We were surprised by the discovery, but it makes sense in the context of visual processing," said Niel. "Understanding what is happening in the world is a question of balance between the acquisition of information and our interpretation of that information. If we give too little weight to what happens around us [ie real stimuli], but then we unleash ourselves in an over-interpretation to make sense of it, this could lead to hallucinations. " An example is the vivid images that are often seen in dreams even if no visual signal arrives to the brain.

The researchers note that this result probably does not fully explain the visual hallucinations, but could represent a significant piece for their understanding.


Da:

http://www.lescienze.it/mente-e-cervello/2019/03/27/news/allucinzioni_sostanze_allucinogene_riduzione_attivita_corteccia_visiva-4346597/?ref=nl-Le-Scienze_29-03-2019

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