Cacao e sclerosi multipla: un esempio di come si traggono conclusioni affrettate su certi argomenti / Cocoa and multiple sclerosis: an example of how conclusions are drawn about certain topics

Cacao e sclerosi multipla: un esempio di come si traggono conclusioni affrettate su certi argomenti Cocoa and multiple sclerosis: an example of how conclusions are drawn about certain topics


Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa

Cacao e sclerosi multipla: un esempio di come si traggono conclusioni affrettate su certi argomenti

La relazione fra alimentazione e sclerosi multipla suscita molto interesse, ma gli studi che vengono eseguiti sull’argomento sono spesso inadeguati a trarre conclusioni. Un esempio di questa tendenza a comunicare informazioni accattivanti, ma non sufficientemente fondate, è una ricerca che ha valutato l’effetto del cacao sull’astenia nella sclerosi multipla
Nell’angolo dello specialista che la Fondazione Cesare Serono ha dedicato alla relazione fra alimentazione e sclerosi multipla si spiega, fra l’altro, che su questo argomento si riportano dati e informazioni che suscitano tanto interesse, perché tendono a prospettare benefici che, purtroppo, spesso non sono dimostrati adeguatamente. D’altra parte attirare l’interesse dei lettori sul rapporto fra cibo e malattia è facile, perché le persone con sclerosi multipla e chi è loro vicino, vedrebbero positivamente qualsiasi intervento, non farmacologico che migliorasse l’andamento della patologia. Tanto più se si trattasse di un alimento gradevole al palato. Un esempio di comunicazione che sovrastima l’efficacia di una componente dell’alimentazione sull’andamento della malattia è l’articolo pubblicato da Coe e colleghi. Esso riporta i risultati di una valutazione dell’effetto del cacao ricco di flavonoidi sull’astenia e sulla tendenza all’affaticamento di soggetti con sclerosi multipla recidivante remittente. I flavonoidi sono elementi, presenti in alcuni cibi, che appartengono alla categoria dei polifenoli e ad essi viene attribuito un potente effetto antiossidante. In teoria l’apporto di flavonoidi potrebbe migliorare qualsiasi sintomo o malattia dovuti a un eccessivo accumulo di radicali liberi. Gli autori della ricerca hanno applicato un protocollo randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, per valutare l’effetto dell’assunzione giornaliera di una bevanda a contenuto alto o basso di flavonoidi del cacao. Sono state arruolate nello studio 40 persone con sclerosi multipla recidivante remittente, da poco diagnosticata, che presentavano astenia. Questo sintomo è stato misurato in tre occasioni: prima del trattamento, dopo tre settimane e dopo sei settimane di assunzione della bevanda. L’età media dei soggetti che hanno partecipato è stata di 44 ± 10 anni e 30 di essi erano di sesso femminile. Diciannove sono stati assegnati al gruppo che ha assunto la bevanda ad alto contenuto di flavonoidi e 21 a quello che ha ricevuto la bevanda basso contenuto di flavonoidi. La percentuale di dati persi è stata inferiore al 20% e l’aderenza all’assunzione della bevanda superiore al 75%. I risultati hanno evidenziato un piccolo effetto sull’astenia misurato con un questionario denominato Neuro-QoL: misura dell’effetto 0.04, intervallo di confidenza al 95%: 0.40-0.48. L’efficacia dell’assunzione della bevanda sulla tendenza all’affaticamento è stata giudicata moderata in base alla prova del cammino di 6 minuti: misura dell’effetto 0.45, intervallo di confidenza al 95%: 0.18-1.07. Sono stati registrati 7 eventi avversi, 4 nei controlli e 3 nel gruppo che ha assunto la bevanda ad elevato contenuto di flavonoidi e solo 1, che si è comunque risolto, è stato considerato potenzialmente correlato all’assunzione della bevanda.
Nelle conclusioni gli autori affermano che la bevanda ad elevato contenuto di flavonoidi ha dimostrato un potenziale effetto di miglioramento dell’astenia e della tendenza all’affaticamento in malati con sclerosi multipla recidivante remittente. Tali conclusioni tendono a sovrastimare il valore dei risultati ottenuti. Infatti, anche solo considerando il numero dei soggetti valutati, si capisce che la robustezza delle evidenze raccolte è scarsa, tanto più in un ambito, come quello dell’effetto delle componenti nutrizionali, condizionato da grande variabilità. Inoltre, gli stessi autori, nel riportare i risultati sull’astenia, definiscono piccolo l’effetto ottenuto, mentre nelle conclusioni non distinguono con chiarezza l’efficacia evidenziata sui due sintomi considerati. Tra l’altro, nel descrivere il protocollo di studio, si cita un confronto con placebo, ma di seguito si specifica che ambedue i gruppi hanno ricevuto bevande con flavonoidi, che si differenziavano solo per la quantità di queste sostanze che vi erano contenute. Andando più a fondo, si nota che, a parte l’assunzione delle bevande ad elevato o a ridotto contenuto di flavonoidi ai malati veniva richiesto di mantenere la dieta abituale durante il periodo di valutazione, ma non era prevista la misurazione dell’apporto di flavonoidi dell’alimentazione abituale di ciascun soggetto. Questo è un aspetto tutt’altro che secondario perché l’effetto dell’aggiunta di una bevanda contenente flavonoidi sul potenziale di smaltimento dei radicali liberi, è diverso se un individuo con l’alimentazione abituale ne introduce pochi o molti.
In buona sostanza, questa, come tante altre ricerche sulla relazione fra alimentazione e sclerosi multipla, ha prodotto un messaggio accattivante, ma non sostanziato da evidenze adeguate e questo potrebbe alimentare convinzioni sbagliate in chi la legge. 

ENGLISH
The relationship between nutrition and multiple sclerosis is very interesting, but the studies that are carried out on the topic are often inadequate to draw conclusions. An example of this tendency to communicate captivating but insufficiently founded information is research that has evaluated the effect of cocoa on fatigue in multiple sclerosis

In the corner of the specialist that the Cesare Serono Foundation has dedicated to the relationship between nutrition and multiple sclerosis, it is explained, among other things, that this topic contains data and information that arouse so much interest, because they tend to offer benefits that, unfortunately, often they are not adequately demonstrated. On the other hand, attracting readers' interest in the relationship between food and illness is easy, because people with multiple sclerosis and those close to them, would positively see any non-pharmacological intervention that would improve the progression of the disease. All the more so if it were a palatable food. An example of a communication that overestimates the effectiveness of a component of nutrition on the course of the disease is the article published by Coe and colleagues. It reports the results of an evaluation of the effect of flavonoid-rich cocoa on asthenia and on the tendency to fatigue of individuals with relapsing-remitting multiple sclerosis. Flavonoids are elements in some foods that belong to the polyphenol category and are given a powerful antioxidant effect. In theory, the supply of flavonoids could improve any symptoms or illness due to excessive accumulation of free radicals. The authors of the research applied a randomized, double-blind, placebo-controlled protocol to evaluate the effect of daily intake of a high or low cocoa flavonoid drink. Forty people with newly diagnosed relapsing-remitting multiple sclerosis with asthenia were enrolled in the study. This symptom was measured on three occasions: before treatment, after three weeks and after six weeks of taking the drink. The average age of the subjects who participated was 44 ± 10 years and 30 of them were female. Nineteen were assigned to the group that took the drink high in flavonoids and 21 to the one who received the low flavonoid drink. The percentage of lost data was less than 20% and adherence to the intake of the beverage exceeding 75%. The results showed a small effect on asthenia measured with a questionnaire called Neuro-QoL: effect measurement 0.04, 95% confidence interval: 0.40-0.48. The effectiveness of the drink intake on the tendency to fatigue was judged to be moderate based on the 6-minute walk test: effect 0.45, 95% confidence interval: 0.18-1.07. 7 adverse events were recorded, 4 in the controls and 3 in the group that took the drink with a high flavonoid content and only 1, which in any case was resolved, was considered potentially related to the intake of the drink.

In the conclusions, the authors state that the drink with a high flavonoid content has shown a potential effect of improving the asthenia and tendency to fatigue in patients with relapsing-remitting multiple sclerosis. These conclusions tend to overestimate the value of the results obtained. In fact, even considering only the number of subjects evaluated, it is understood that the robustness of the collected evidence is scarce, especially in an area such as that of the effect of nutritional components, conditioned by great variability. Furthermore, the same authors, in reporting the results on asthenia, define the obtained effect as small, while in the conclusions they do not clearly distinguish the efficacy highlighted on the two symptoms considered. Among other things, when describing the study protocol, a comparison with placebo is mentioned, but below it is specified that both groups received flavonoid drinks, which differed only in the amount of these substances contained therein. Going deeper, we note that, apart from taking high or low flavonoid drinks, patients were required to maintain the usual diet during the evaluation period, but the measurement of flavonoid intake was not foreseen. habitual feeding of each subject. This is an aspect that is far from secondary because the effect of adding a flavonoid-containing drink to the potential for free radicals disposal is different if an individual with the usual diet introduces a few or many.
Basically, this, like so many other researches on the relationship between nutrition and multiple sclerosis, has produced a captivating message, but not substantiated by adequate evidence and this could fuel wrong beliefs in the law.
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