Termoablazione. Il procedimento del brevetto ENEA RM2012A000637 è molto utile in questa applicazione. / Thermoablation. The process of the ENEA RM2012A000637 patent is very useful in this application.
Termoablazione. Il procedimento del brevetto ENEA RM2012A000637 è molto utile in questa applicazione. / Thermoablation. The process of the ENEA RM2012A000637 patent is very useful in this application.
Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa
L’ablazione termica
Padova applica una duplice procedura su doppio e diverso
organo, mettendo in campo l’alta temperatura per trattare le metastasi al
fegato e al polmone. Si chiama ablazione termica a microonde. Viene usato il
calore per distruggere le cellule tumorali, tecnica applicata nella cura delle
neoplasie del fegato e da qualche tempo validata anche su altri organi, come
per esempio il polmone e il rene. L’intervento di Padova, è stato effettuato in
2 organi diversi: fegato e polmone in contemporanea nella stessa seduta.
La tecnica di termoablazione con microonde, totalmente
mininvasiva, è stata eseguita per via percutanea, arrivando direttamente
all’organo malato in modo rapido, grazie alla guida dell’imaging strumentale
(TAC, ecografia) che ha permesso di mirare e centrare il bersaglio con
precisione attraverso la cute con l’inserimento di un semplice ago.
L'istituto di radiologia interventistica
Il Dott. Giulio barbiero ed il Dott. Michele Battistel,
Radiologi Interventisti dell’Istituto di Radiologia diretto dal prof. Emilio
Quaia, hanno dimostrato ancora una volta di delineare una possibilità di cura
totalmente meno invasiva rispetto alle metodiche standard. La Radiologia
Interventistica che ha sviluppato ad oggi tecniche sempre meno invasive, si sta
dimostrando un nuovo pilastro nelle cure del tumore, allineandosi a fianco di
chirurgia, radioterapia, chemioterapia.
Il prof. Emilio Quaia Direttore dell’Istituto di Radiologia
dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova con i giovani radiologi che sono
stati gli attori principali del prestigioso intervento, hanno scelto per la
terapia questa strada innovativa: “La procedura di termoablazione combinata, ha
permesso di trattare la paziente con una semplice seduta interventistica,
effettuata con successo su due organi differenti, in susseguenza e con un
ricovero di soli due giorni e senza alcuna complicanza”.
Ha collaborato col team interventistico l’equipe di
anestesisti, personale tecnico, infermieristico e sanitario.
La tecnica del duplice trattamento di termoablazione a
microondeLa paziente aveva metastasi al fegato di circa 4 cm e metastasi al
polmone di circa 1 cm originate da un tumore al colon, curato.
Fase 1 – Trattamento metastasi al fegatoDopo aver
somministrato l’anestesia locale, attraverso guida ecografica si è potuto
individuare perfettamente il bersaglio, centrandolo con l’ago da termoablazione
di diametro di 1.5 mm, lungo circa 20 cm che ha provocato un campo sferico
riscaldando le cellule tumorali, portandole a distruzione in necrosi
coagulativa.
Fase 2 – Trattamento metastasi al polmoneA questo punto, la
collaborazione vigile della paziente col suo normale respiro, ha permesso ai
clinici, sotto guida tomografica con imaging (ECO/TAC), di centrare perfettamente
il nodulo polmonare. Dopo minima sedazione, perché la paziente non sentisse
dolore, i Radiologi Interventisti hanno effettuato lo stesso procedimento della
Fase 1, con termoablazione della metastasi polmonare.
Il trattamento delle due fasi, durato complessivamente circa
1 ora e mezza, si è concluso con un controllo TAC con mezzo di contrasto che ha
constatato la devitalizzazione delle metastasi in entrambi gli organi. Nel
tempo verranno naturalmente sostituite da tessuto cicatriziale.
La paziente ha tollerato bene la duplice procedura senza
complicanze. Si sono potuti necrotizzare i noduli metastatici di circa 4 cm nel
fegato e di circa 1 cm nel polmone che normalmente sarebbero stati invece
affrontati con la chemio o con la radioterapia, cure comunque molto più pesanti
e difficili da sopportare per la paziente di 84 anni, già provata dalla
malattia e dal primo ciclo di chemioterapia.
In 48 ore è stata dimessa dal ricovero presso la Clinica
Chirurgica 1^ diretta dal prof. Salvatore Pucciarelli. La seduta
interventistica è avvenuta all’inizio di questo mese.
Ad oggi, poche volte, in Italia e in Veneto, è stato
effettuato questo tipo di intervento in contemporanea e su due diversi organi:
fegato e polmone.
Le microondeÈ questa l’ultima evoluzione della termoablazione:
l’impiego delle microonde. Le microonde sono in grado di ‘bruciare’ masse
tumorali solide di diversi tipi, dimensioni e localizzazione: una sottilissima
antenna alloggiata all’interno di un ago introduttore viene inserita nel
paziente, generalmente sotto guida TAC o ecografica; l’antenna irradia nel
tessuto-bersaglio l’energia fornita da uno speciale generatore di microonde, in
grado di monitorare costantemente l’avanzamento del trattamento.
Il campo a microonde sviluppa calore agendo sulle cariche
elettriche presenti al livello atomico nei tessuti e l’innalzamento locale
della temperatura porta alla distruzione della massa tumorale per coagulazione.
Questa metodica è ben tollerabile con bassi rischi e minima traumaticità per il
paziente.
Diverse sono inoltre le vie di applicazione della
termoablazione a microonde (percutanea, laparoscopica e a cielo aperto).
Vantaggi e benefici della procedura
Anestesia locale eliminando l’anestesia generale, si possono
così trattare pazienti con presenza di comorbilità che non sopporterebbero
quest’ultima
Degenza 1 o massimo 2 giorni
Possono essere trattate persone anziane e/o giovani
Viene impiegata per i tumori al fegato, reni, polmone,
prostata, ossa
Questa tecnica è utilizzata per noduli tumorali piccoli, entro
i 4/5 cm.
Pratica, rapida, efficace, sicura e meno dolorosa e invasiva
della chirurgia tradizionale, ripetibile in caso di recidive
L’appropriatezza terapeuticaL’appropriatezza terapeutica sta
nel capire il paziente più idoneo e il momento più giusto per la procedura.
Queste nuove metodiche dimostrano come sia sempre più necessario considerare il
paziente al centro e decidere la via più consona per la sua salute.Dimostrano
inoltre vantaggi in termini di invasività, degenza e costi per il sistema sanitario
a dimostrazione che le strade da percorrere nella lotta contro il tumore si
integrano.
I benefici di questa procedura diretta al paziente emergono
per la poca invasività dell’intervento, meno doloroso, rapido, ripetibile in
caso di recidive, che riduce i giorni di degenza e il periodo di malattia con
diminuzione di costi diretti e indiretti anche a vantaggio del Sistema
Sanitario Nazionale.
Gli interventi realizzati a Padova in un’unica seduta su
duplice organo, si propongono di essere sostitutivi o complementari alla
chirurgia tradizionale e ai trattamenti medici in base alle lesioni tumorali.
Si presentano quale valida alternativa proprio grazie alla tecnica mininvasiva
adottata e mostrano un chiaro vantaggio per l’offerta terapeutica.
Il futuroLe procedure di Radiologia Interventistica grazie
all’innovazione e allo sviluppo di oggi, si stanno dimostrando sempre più
idonee a un nuovo approccio col paziente, a curare la persona restituendola in
tempi sempre più brevi alla sua vita normale.
In Italia si stimano 95.000 procedure di Radiologia
Interventistica l’anno e studi europei prevedono che i ricoveri per procedure
interventistiche entro il 2020, quadruplicheranno, ciò ci fa ipotizzare che la
Radiologia Interventistica, viste le diagnosi sempre più precoci del tumore,
possa rappresentare una risposta concreta per la popolazione.
Circa un centinaio sono i centri che in Italia eseguono
questa procedura introdotta fin dagli anni Novanta. Pochi i centri italiani che
effettuano su due organi nella stessa seduta la termoablazione a microonde.
Padova offre questa procedura su più organi in simultanea.
Questi risultati, dimostrano nel corso del tempo,
l’importanza di migliorare la qualità delle cure fornendo soluzioni molto più
semplici e gradite ai pazienti.
L’Azienda Ospedaliera/Università di Padova diretta dal dott.
Luciano Flor, il cui obiettivo è avere il paziente al centro, attraverso
un’azione sempre più mirata e multi-disciplinare, vuole offrire soluzioni
sempre meno invasive che migliorano la qualità della vita.
La termoablazione è una metodica “mini-invasiva” che
consente di distruggere noduli tumorali grazie all’erogazione di energia
termica portata direttamente dall’esterno all’interno del bersaglio, senza
rimuoverlo dal corpo del paziente (come avviene invece in chirurgia). L’energia termica può essere prodotta da alte
temperature oppure da bassissime temperature, come nel caso della
crioablazione, che è però attualmente assai poco utilizzata. In Humanitas la
termoablazione viene utilizzata per il trattamento di alcuni tipi di tumore,
soprattutto epatici, mediante radiofrequenza oppure, soprattutto negli ultimi
due anni, mediante microonde.
Ne parliamo con il Professor Luigi Solbiati, docente di
Radiologia e consulente di Radiologia Interventistica in Humanitas.
“L’energia per la termoablazione può essere prodotta da
diversi tipi di apparecchiature: storicamente, dagli anni ’90, la prima
utilizzata fu la radiofrequenza, in seguito furono introdotte le
apparecchiature laser e quelle a microonde. Qualunque sia il tipo di
apparecchiatura utilizzato, la lesione tumorale viene raggiunta attraversando
la cute (senza incisioni chirurgiche) con un emettitore di energia simile a un
ago (chiamato “elettrodo”, “antenna” o “fibra” a seconda che si tratti
rispettivamente di radiofrequenza, microonde o laser), guidato nel bersaglio
grazie alle metodiche di imaging (ecografia o, più raramente, TC).
Le microonde sono state introdotte nella pratica clinica
intorno al 2009 e in Humanitas sono ormai diventate un trattamento di routine”,
spiega il prof. Solbiati.
Quando si utilizzano le microonde?
“La termoablazione con microonde è assolutamente efficace
(cioè distrugge definitivamente il tumore nella quasi totalità dei casi) nei
tumori con dimensioni entro i 3 – 3,5 centimetri. È possibile intervenire anche
su tumori di dimensioni maggiori (4-5 centimetri) quando non è possibile
utilizzare altri tipi di terapie, ma diminuisce la probabilità di avere un
controllo locale completo del tumore e dunque aumenta il rischio di recidiva.
Con il calore si distrugge non solo il tumore, ma anche una
piccola parte di tessuto sano circostante: questo consente di limitare il
rischio di recidiva locale.
È bene poi sottolineare che oltre a un limite in termini di
dimensioni, esiste anche un limite numerico. Trattare nello stesso paziente
tanti bersagli tumorali (più di 4-5) è tecnicamente difficile oltre che spesso
privo di valenza oncologica”, precisa lo specialista.
Quali sono i vantaggi delle microonde?
“Il trattamento con le microonde è rapido, preciso e
relativamente sicuro, ossia gravato da un tasso di complicanze molto basso,
sicuramente inferiore a quello delle corrispondenti procedure chirurgiche,
anche grazie alle tecniche di imaging che diventano sempre più precise e
affidabili. Quando il bersaglio tumorale è situato in organi studiabili con
l’ecografia, questa metodica è la più indicata e utilizzata per guidare la
termoablazione, grazie alle sue favorevoli caratteristiche (visione in tempo
reale, rapidità, facilità d’uso, assenza di radiazioni ionizzanti). Se però il bersaglio non è visibile con gli
ultrasuoni (o lo è solo parzialmente) a causa della sua sede anatomica o della
vicinanza con strutture che lo “nascondono”, ed è localizzabile solo con
un’altra metodica di immagini più complessa e non “in tempo reale” (TC,
risonanza magnetica o PET) in Humanitas possiamo ricorrere alla cosiddetta
fusione di immagini in tempo reale. Si tratta di una metodica innovativa che
consente di fondere, all’interno dell’ecografo, attraverso la creazione di un piccolo
campo elettromagnetico attorno al paziente e l’applicazione di un sensore alla
sonda ecografica, l’ecografia in tempo reale con quella metodica di immagine
che meglio consente di visualizzare il bersaglio (TC, RM o PET). Dopo una breve fase di “registrazione”,
muovendo la sonda ecografica si muove anche la metodica di riferimento nello
stesso punto del paziente e ciò consente di visualizzare il bersaglio (o la
sede in cui esso si trova) anche con l’ecografia e di guidare anche in questi
casi “complessi” la termoablazione mediante l’ecografia in tempo reale.
Nella stragrande maggioranza dei casi, in Humanitas
eseguiamo il trattamento senza ricorrere all’anestesia generale, ma con il
paziente in sedazione, accorciando ulteriormente i tempi della procedura.
Riusciamo così a trattare perfettamente, per esempio, noduli di 3 centimetri
con una singola inserzione dell’antenna di microonde in 6-7 minuti, con un
tempo complessivo di permanenza del paziente in sala interventistica di 45-50
minuti.
Un altro vantaggio importante è la possibilità di ripetere
il trattamento nel tempo. Nei pazienti con epatocarcinoma su cirrosi, per
esempio, è possibile compaiano noduli diversi a distanza di mesi o anni.
Possiamo intervenire con la termoablazione con microonde su ciascuno di questi,
anno dopo anno, preservando quanto più possibile la già scarsa funzionalità del
fegato di questi pazienti”, spiega il professore.
Microonde e radiofrequenza a confronto
“A parità di mini-invasività, le microonde, con cui si
raggiungono temperature molto più alte all’interno del bersaglio (120-140°C
contro i 90-95°C della radiofrequenza) consentono di eseguire trattamenti più
ampi in tempi più brevi, efficaci anche in lesioni adiacenti a grossi vasi
sanguigni, ove, invece, con la radiofrequenza si hanno risultati molto meno
efficaci a causa della dispersione di calore provocata dal flusso sanguigno,
con elevato rischio di recidiva”.
I campi di applicazione
“In Humanitas utilizziamo le microonde soprattutto nel
fegato, per trattare epatocarcinomi e metastasi epatiche principalmente da
neoplasie colorettali ed in tumori renali a cellule chiare di dimensioni non
superiori a 3 centimetri.
Altri importanti campi di applicazione in grande sviluppo
sono i tumori polmonari primitivi e metastatici e le metastasi ossee
osteolitiche, nelle quali l’abbinamento della termoablazione (principalmente a
scopo antalgico) alla radioterapia consente di ottenere risultati molto validi.
Un altro recente campo di applicazione della termoablazione
è quello delle patologie del collo, in particolare delle adenopatie
metastatiche da neoplasia papillare della tiroide recidive dopo tiroidectomia e
linfadenectomia e dello struma tiroideo, patologia molto diffusa nella
popolazione, purchè di dimensioni non superiori a 4-5 cm e in tiroidi
normofunzionanti, in alternativa alla tiroidectomia. Nel caso delle adenopatie metastatiche
(solitamente di piccole dimensioni e in aree molto “delicate”) si deve
impiegare il laser che consente di eseguire trattamenti con precisione millimetrica,
ma non molto estesi, mentre per lo struma si possono utilizzare sia il laser,
sia la radiofrequenza, ottenendo riduzioni del volume della tiroide fino al
70-80%. In entrambe le patologie il
trattamento viene eseguito in regime di day hospital, quindi senza alcuna
ospedalizzazione e con complicanze pressochè inesistenti”, conclude il
professor Solbiati.
In sintesi
La termoablazione prevede l'uso del calore per la
distruzione delle cellule tumorali.
È una tecnica in uso da almeno vent'anni e che è attualmente
utilizzata solo per alcuni tumori e in alcune condizioni particolari.
I tumori nei quali è maggiormente impiegata sono quelli di
fegato, reni, polmone e ossa.
È efficace e meno invasiva della chirurgia classica, ma non
è priva di effetti collaterali e punti deboli.
La combinazione con altri trattamenti come la chemioterapia
può aumentare l'efficacia della termoablazione.
Il calore che distrugge il tumore
Il termine "termoablazione" significa
letteralmente "distruzione attraverso il calore" e in medicina
identifica anche una delle opzioni terapeutiche disponibili contro il cancro.
Non si tratta in realtà di una tecnica nuova in oncologia, dal momento che le
prime termoablazioni percutanee, ovvero eseguite "attraversando la
pelle" senza far ricorso alla classica chirurgia, risalgono agli anni '90
del secolo scorso. Nel corso degli anni, però, i progressi in campo tecnologico
e la maggiore comprensione dei meccanismi fisici e biologici alla base della
termoablazione hanno reso la terapia sempre più precisa, efficace e sicura. Due
sono le forme di termoablazione più utilizzate oggi nella cura dei tumori:
quella a radiofrequenza e quella con microonde. Semplificando molto, è
importante sottolineare che la principale differenza tra le due termoablazioni
è rappresentata dal tipo di "onde" utilizzate per generare calore,
che nel primo caso sono onde radio e nel secondo microonde, che hanno una
lunghezza d'onda molto inferiore alle prime. Nella termoablazione a
radiofrequenza, una corrente alternata ad alta frequenza crea temperature
comprese tra 60 e 100 °C, mentre con le microonde si generano campi magnetici
che fanno salire la temperatura oltre i 100 °C.
Come e perché funziona
Come fa il calore a distruggere il cancro? Tutte le nostre
cellule sono sensibili al calore e le cellule tumorali lo sono ancora di più:
per indurre un danno irreversibile alla struttura e al funzionamento cellulare
con una temperatura di circa 40-45 °C servono tempi lunghi, dai 30 ai 60
minuti, ma se la temperatura sale oltre i 60 °C si assiste a una rapida
distruzione delle proteine che si rivela tossica per la cellula e ne causa la
morte per necrosi. In particolare, con la termoablazione si causano al tumore
danni diretti che distruggono l'integrità delle membrane delle cellule e degli
organelli in essa presenti e rallentano o bloccano del tutto la replicazione
del DNA. Non mancano però anche i danni indiretti (e voluti): anche dopo la
termoablazione si osservano danni a cellule e tessuti che vanno dall'apoptosi
(morte cellulare programmata), a danni che interessano i vasi sanguigni che
nutrono il tumore. Negli ultimi anni è inoltre emerso un altro punto di forza
della termoablazione che consiste nella sua capacità di causare infiammazione e
di stimolare quindi il sistema immunitario a reagire contro le cellule tumorali
ancora presenti nell'area.
La tecnica presenta però anche alcuni limiti che non la
rendono adatta all'uso per tutti i tipi di tumore. Innanzitutto il calore è più
concentrato nella parte più interna del tumore, ma diventa sempre meno
"letale" man mano che ci si allontana dal centro e inoltre,
soprattutto con la radiofrequenza, c'è il rischio che il calore si disperda
attraverso il sangue o l'aria contenuta nei tessuti (per esempio quello
polmonare) rendendo la tecnica meno efficace. Sono oggi in fase di studio
diverse strategie per superare tali problemi: associando per esempio tecniche o
farmaci che bloccano il flusso sanguigno si riesce a ridurre la dispersione del
calore nella termoablazione a radiofrequenza.
ENGLISH
Thermal ablation
Padua applies a double procedure to double and different
organs, fielding high temperature to treat liver and lung metastases. It's
called microwave thermal ablation. Heat is used to destroy cancer cells, a
technique applied in the treatment of liver neoplasms which has also been
validated for some time on other organs, such as the lung and kidney. The
intervention of Padua was carried out in 2 different organs: liver and lung at
the same time in the same session.
The totally minimally invasive microwave thermal
thermoablation technique was performed percutaneously, reaching the diseased
organ quickly, thanks to the instrumental imaging guide (CT scan, ultrasound)
which made it possible to target and center the target with precision through
the skin with the insertion of a simple needle.
The interventional radiology institute
Dr. Giulio barbiero and Dr. Michele Battistel,
Interventional Radiologists of the Institute of Radiology directed by prof.
Emilio Quaia, have shown once again to outline a possibility of treatment that
is totally less invasive than the standard methods. The Interventional
Radiology that has developed less and less invasive techniques to date is
proving to be a new pillar in cancer care, aligning itself alongside surgery,
radiotherapy and chemotherapy.
The professor. Emilio Quaia Director of the Institute of
Radiology of the Hospital / University of Padua with the young radiologists who
were the main actors of the prestigious intervention, have chosen this
innovative path for therapy: "The combined thermal ablation procedure has
allowed us to treat the patient with a simple interventional session,
successfully performed on two different organs, in succession and with a
hospitalization of only two days and without any complication ".
The team of anesthesiologists, technical, nursing and health
personnel collaborated with the interventional team.
The technique of dual microwave thermal treatment
The patient had liver metastases of about 4 cm and lung
metastases of about 1 cm originated from a colon tumor, cured.
Step 1 - Treatment of liver metastases
After administering local anesthesia, using the ultrasound
guide, it was possible to identify the target perfectly, centering it with the
1.5 mm diameter thermoablation needle, about 20 cm long which caused a
spherical field by heating the tumor cells, leading to destruction in
coagulative necrosis.
Step 2 - Treatment of lung metastases
At this point, the patient's vigilant collaboration with her
normal breathing allowed clinicians, under tomographic guidance with imaging
(ECO / TAC), to perfectly center the pulmonary nodule. After minimal sedation,
for the patient to feel no pain, Interventional Radiologists performed the same
procedure as in Phase 1, with thermoablation of pulmonary metastasis.
The treatment of the two phases, which lasted a total of
about 1 hour and a half, ended with a CT scan with contrast medium which
confirmed the devitalization of the metastases in both organs. Over time they
will naturally be replaced by scar tissue.
The patient tolerated the double procedure well without
complications. The metastatic nodules of about 4 cm in the liver and about 1 cm
in the lung were able to be necrotized which normally would have been instead
treated with chemo or radiotherapy, however much heavier and more difficult
treatments for the 84 year old patient already proven by the disease and the
first cycle of chemotherapy.
In 48 hours she was discharged from hospitalization at the
1st Surgical Clinic directed by prof. Salvatore Pucciarelli. The interventional
session took place earlier this month.
To date, a few times, in Italy and in Veneto, this type of
intervention has been carried out simultaneously and on two different organs:
liver and lung.
The microwaves
This is the last evolution of thermal ablation: the use of
microwaves. Microwaves are capable of "burning" solid tumor masses of
different types, sizes and locations: a very thin antenna housed inside an
introducer needle is inserted into the patient, generally under CT or
ultrasound guidance; the antenna radiates in the target tissue the energy
supplied by a special microwave generator, able to constantly monitor the
progress of the treatment.
The microwave field develops heat by acting on the electric
charges present at the atomic level in the tissues and the local temperature
rise leads to the destruction of the tumor mass by coagulation. This method is
well tolerable with low risks and minimal trauma for the patient.
There are also several ways of application of microwave
thermal thermoablation (percutaneous, laparoscopic and open).
Advantages and benefits of the procedure
Local anesthesia by eliminating general anesthesia, it is
possible to treat patients with the presence of comorbidities that would not
tolerate the latter
Hospitalization 1 or maximum 2 days
Older and / or young people can be treated
It is used for tumors of the liver, kidneys, lung, prostate,
bones
This technique is used for small tumor nodules, within 4/5
cm.
Practical, rapid, effective, safe and less painful and
invasive than traditional surgery, repeatable in case of relapses
Therapeutic appropriateness
Therapeutic appropriateness lies in understanding the most
suitable patient and the best time for the procedure. These new methods
demonstrate how it is increasingly necessary to consider the patient at the
center and decide the most appropriate path for his health. They also
demonstrate advantages in terms of invasiveness, hospitalization and costs for
the health system, demonstrating that the ways to go in the fight against the
tumor integrate.
The benefits of this procedure directed at the patient
emerge due to the less invasive nature of the procedure, less painful, rapid,
repeatable in case of relapses, which reduces the days of hospitalization and
the period of illness with a decrease in direct and indirect costs, also to the
advantage of National Health System.
The interventions carried out in Padua in a single session
on two sides, propose to be substitutes or complementary to traditional surgery
and medical treatments based on tumor lesions. They present themselves as a
valid alternative thanks to the minimally invasive technique adopted and show a
clear advantage for the therapeutic offer.
The future
The procedures of Interventional Radiology thanks to today's
innovation and development, are proving increasingly suitable for a new
approach with the patient, to treat the person by returning to his normal life
in ever shorter times.
In Italy, an estimated 95,000 procedures of Interventional
Radiology per year and European studies predict that admissions for
interventional procedures by 2020, will quadruple, which makes us hypothesize
that Interventional Radiology, given the increasingly early diagnosis of
cancer, may represent an answer concrete for the population.
About one hundred centers in Italy perform this procedure
introduced since the nineties. There are few Italian centers that perform
microwave thermal ablation on two organs in the same session. Padua offers this
procedure on multiple organs simultaneously.
These results, over time, demonstrate the importance of
improving the quality of care by providing much simpler and patient-friendly
solutions.
The Hospital / University of Padua directed by dr. Luciano
Flor, whose goal is to have the patient at the center, through an increasingly
focused and multi-disciplinary action, wants to offer less and less invasive
solutions that improve the quality of life.
Thermoablation is a "minimally invasive" method
that allows the destruction of tumor nodules thanks to the supply of thermal
energy brought directly from the outside to the inside of the target, without
removing it from the patient's body (as in surgery). Thermal energy can be
produced by high temperatures or very low temperatures, as in the case of
cryoablation, which is currently very little used. In Humanitas, thermal
ablation is used for the treatment of certain types of tumors, above all
hepatic, by radiofrequency or, especially in the last two years, by microwave.
We talk about it with Professor Luigi Solbiati, professor of
Radiology and consultant in Interventional Radiology in Humanitas.
"Energy for thermal ablation can be produced by
different types of equipment: historically, since the 1990s, the first used was
radiofrequency, later on laser and microwave equipment were introduced.
Whatever the type of equipment used, the tumor lesion is reached by crossing
the skin (without surgical incisions) with an energy emitter similar to a needle
(called "electrode", "antenna" or "fiber"
depending on whether they are respectively of radiofrequency, microwave or
laser), guided into the target thanks to imaging methods (ultrasound or, more
rarely, CT).
Microwaves have been introduced into clinical practice
around 2009 and in Humanitas have now become a routine treatment,
"explains prof. Solbiati.
When are microwaves used?
"The thermal ablation with microwaves is absolutely
effective (ie it definitely destroys the tumor in almost all cases) in tumors
with dimensions within 3 - 3.5 centimeters. It is also possible to intervene on
larger tumors (4-5 centimeters) when it is not possible to use other types of
therapies, but decreases the probability of having a complete local control of
the tumor and therefore increases the risk of relapse.
With heat, not only the tumor is destroyed, but also a small
part of the surrounding healthy tissue: this allows to limit the risk of local
recurrence.
It should also be emphasized that in addition to a limit in
terms of size, there is also a numerical limit. Treating so many tumor targets
(more than 4-5) in the same patient is technically difficult as well as often
lacking in oncological value, ”explains the specialist.
What are the advantages of microwaves?
"The microwave treatment is fast, precise and
relatively safe, ie burdened by a very low complication rate, certainly lower
than the corresponding surgical procedures, also thanks to imaging techniques
that become increasingly precise and reliable. When the tumor target is located
in organs that can be studied with ultrasound, this method is the most
indicated and used to guide thermal ablation, thanks to its favorable
characteristics (real-time vision, speed, ease of use, absence of ionizing
radiation) . If, however, the target is not visible with ultrasound (or only
partially) due to its anatomical location or proximity to structures that
"hide" it, and can only be localized with another more complex and
non-complex image method " in real time ”(CT, magnetic resonance or PET)
in Humanitas we can resort to the so-called real-time image fusion. This is an
innovative method that allows to merge real-time ultrasound with the method of
ultrasound, by creating a small electromagnetic field around the patient and applying
a sensor to the ultrasound probe. image that better visualizes the target (CT,
MRI or PET). After a brief “recording” phase, moving the ultrasound probe also
moves the reference method in the same point of the patient and this allows to
visualize the target (or the place where it is located) also with the
ultrasound scan and to guide even in these "complex" cases, thermal
ablation using real-time ultrasound.
In the vast majority of cases, in Humanitas we carry out the
treatment without resorting to general anesthesia, but with the patient in
sedation, shortening the time of the procedure even further. We are thus able
to perfectly treat, for example, 3 cm nodules with a single insertion of the
microwave antenna in 6-7 minutes, with an overall time of stay of the patient
in the interventional room of 45-50 minutes.
Another important advantage is the possibility of repeating
the treatment over time. In patients with hepatocellular carcinoma on
cirrhosis, for example, it is possible to appear different nodules after months
or years. We can intervene with the thermal ablation with microwaves on each of
these, year after year, preserving as much as possible the already poor
functionality of the liver of these patients ", explains the professor.
Comparing microwaves and radiofrequency
"With the same mini-invasiveness, microwaves, with
which much higher temperatures are reached within the target (120-140 ° C
compared to 90-95 ° C of radiofrequency) allow wider treatments to be performed
in a shorter time , effective even in lesions adjacent to large blood vessels,
where, on the other hand, with radiofrequency there are much less effective
results due to the dispersion of heat caused by the blood flow, with a high
risk of recurrence ”.
The fields of application
“In Humanitas we use microwaves mainly in the liver, to
treat hepatocellular carcinomas and liver metastases mainly from colorectal
neoplasms and in clear cell renal tumors no larger than 3 centimeters.
Other important fields of application in great development
are primitive and metastatic lung tumors and osteolytic bone metastases, in
which the combination of thermoablation (mainly for analgesic purposes) and
radiotherapy allows obtaining very valid results.
Another recent field of application of thermoablation is
that of neck pathologies, in particular metastatic adenopathies due to
papillary neoplasia of the recurrent thyroid after thyroidectomy and
lymphadenectomy and of thyroid struma, a widespread pathology in the
population, as long as they are no larger than 4-5 cm and in normal-functioning
thyroid glands, as an alternative to thyroidectomy. In the case of metastatic
adenopathies (usually small and in very "delicate" areas) the laser
must be used that allows to perform treatments with millimetric precision, but
not very extensive, while for the struma you can use both the laser and the
radiofrequency, obtaining reductions in thyroid volume up to 70-80%. In both
pathologies the treatment is performed as a day hospital, therefore without any
hospitalization and with almost non-existent complications, "concludes
Professor Solbiati.
In summary
Thermal ablation involves the use of heat for the
destruction of cancer cells.
It has been a technique in use for at least twenty years and
is currently used only for certain cancers and in some special conditions.
The tumors in which it is most used are those of the liver,
kidneys, lung and bones.
It is effective and less invasive than classical surgery,
but it is not without side effects and weaknesses.
Combination with other treatments such as chemotherapy can
increase the effectiveness of thermal ablation.
The heat that destroys the tumor
The term "thermal ablation" literally means
"destruction by heat" and in medicine it also identifies one of the
therapeutic options available against cancer. In reality it is not a new
technique in oncology, since the first percutaneous thermoablation, that is
performed "crossing the skin" without resorting to the classic
surgery, date back to the 90s of the last century. Over the years, however,
advances in technology and greater understanding of the physical and biological
mechanisms underlying thermal ablation have made therapy ever more precise,
effective and safe. There are two forms of thermoablation most used today in
the treatment of tumors: radiofrequency and microwave. Simplifying a lot, it is
important to point out that the main difference between the two thermoablation
systems is represented by the type of "waves" used to generate heat,
which in the first case are radio waves and in the second microwave, which have
a wavelength much lower than the first . In radiofrequency thermoablation, a
high frequency alternating current creates temperatures between 60 and 100 ° C,
while with microwaves magnetic fields are generated that make the temperature
rise above 100 ° C.
How and why it works
How does heat destroy cancer? All our cells are sensitive to
heat and cancer cells are even more sensitive: to induce irreversible damage to
the structure and cellular functioning with a temperature of about 40-45 ° C,
it takes long times, from 30 to 60 minutes, but if the temperature rises above
60 ° C there is a rapid destruction of the proteins which is toxic to the cell
and causes its death by necrosis. In particular, with thermoablation, direct
damage is caused to the tumor which destroys the integrity of the cell
membranes and the organelles present in it and slow down or completely block
DNA replication. However, indirect (and deliberate) damage is not lacking: even
after thermal ablation, damage is seen to cells and tissues ranging from
apoptosis (programmed cell death) to damage to the blood vessels that nourish
the tumor. In recent years, another strong point of thermoablation has emerged,
which consists in its ability to cause inflammation and therefore to stimulate
the immune system to react against cancer cells still present in the area.
However, the technique also has some limits that do not make
it suitable for use for all types of cancer. First of all the heat is more
concentrated in the innermost part of the tumor, but it becomes less and less
"lethal" as we move away from the center and moreover, especially
with radiofrequency, there is the risk that the heat disperses through the
blood or the air contained in the tissues (for example the pulmonary one)
making the technique less effective. Several strategies to overcome these
problems are currently being studied: by combining, for example, techniques or
drugs that block blood flow, heat dispersion in radiofrequency thermoablation
is reduced.
Da:
https://www.insalutenews.it/in-salute/tumori-termoablazione-a-microonde-neutralizza-metastasi-su-fegato-e-polmone-in-ununica-seduta-guarda-il-video/
https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/termoablazione-tumori
https://www.humanitas.it/news/20642-calore-combattere-tumore-la-termoablazione-microonde
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