Covid-19: dopo la guarigione il virus può nascondersi nel corpo e fare altri danni? / Covid-19: after recovery, can the virus hide in the body and do other damage?
Covid-19: dopo la guarigione il virus può nascondersi nel corpo e fare altri danni? / Covid-19: after recovery, can the virus hide in the body and do other damage?
Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa
Nel mondo sono ormai milioni le persone che sopravvivono all’infezione da Covid-19, e tuttavia ancora non è ancora chiaro se e in che modo il virus possa rimanere “nascosto” nell’organismo dopo la guarigione. Se così fosse, molti si chiedono, potrebbe essere questo il motivo di alcuni sintomi che persistono anche molto tempo dopo la fase acuta della Covid-19? E i soggetti dichiarati guariti possono essere ancora contagiosi?
Sono ricercatore medico alla University of Virginia, dove mi occupo di pazienti con malattie infettive e studio la Covid-19: ecco cosa sappiamo della persistenza o cronicizzazione di Covid-19.
Cos’è un’infezione virale cronica o persistente
Un’infezione virale cronica o persistente si protrae per mesi o persino anni, periodo durante il quale il virus è continuamente prodotto, sebbene in molti casi in piccole quantità. Spesso queste infezioni avvengono nei cosiddetti siti di “privilegio immunitario“, meno accessibili al sistema immunitario, e per questo sono difficili da eradicare. Tra questi siti ci sono il sistema nervoso centrale, i testicoli e gli occhi.
Da un punto di vista evolutivo, si ritiene che il vantaggio del privilegio immunitario sia, per esempio, di permettere al cervello di non essere danneggiato dall’infiammazione provocata dal sistema immunitario per combattere una infezione. Un sito di privilegio immunitario non solo è pressoché inaccessibile al sistema immunitario ma limita anche le proteine che aumentano l’infezione. L’infiammazione, infatti, aiuta ad uccidere i patogeni ma può anche danneggiare l’organo che li ospita, per esempio gli occhi, il cervello o i testicoli. Da ciò deriva questo particolare status, che limita l’infiammazione ma consente all’infezione di progredire.
Quando l’infezione virale è latente
C’è anche un altro modo in cui un virus può nascondersi nel corpo e poi riemergere successivamente: l’infezione virale latente, che si verifica quando il virus è presente all’interno di una cellula infettata ma è dormiente e non si moltiplica. Alcuni virus si integrano nel genoma umano – come fa l’Hiv, per esempio – altri restano nel nucleo della cellula come un pezzo di Dna autoreplicante, il cosiddetto episoma.
In stato di latenza il virus conserva l’intero genoma virale in modo che, se la latenza finisce, può produrre virus infettivi e riattivare l’infezione. Caso emblematico è la varicella che, apparentemente eradicata dal sistema immunitario, si può riattivare e causare l’herpes zoster anche dopo mesi o decenni. Fortunatamente, oggi la varicella e l’herpes zoster si possono prevenire con un vaccino. Infettarsi con un virus capace di produrre infezioni latenti significa infatti avere l’infezione per tutta la vita.
Gli Herpesvirus come il varicella-zoster virus sono i più comuni responsabili di infezioni virali latenti. Si tratta di una grande famiglia di virus a Dna (il cui codice genetico, o genoma, è fatto di Dna e non di Rna come il nuovo coronavirus della Covid-19) che include l’Herpes simplex 1 e 2 – causa dell’herpes labiale e genitale, e altri herpesvirus, come l’Epstein Barr, causa di mononucleosi, e il Citomegalovirus (CMV), problematico negli individui immunodepressi, che possono riemergere dallo stato di latenza.
I Retrovirus sono un’altra famiglia di virus comuni in grado di mettersi in latenza, ma con un meccanismo diverso rispetto agli Herpesvirus. Retrovirus come l’Hiv – causa dell’Aids – possono inserire una copia del proprio genoma nel Dna del genoma umano. In questo modo possono restare in latenza “a tempo indeterminato”, poiché il genoma virale viene copiato ad ogni replicazione del Dna e divisione cellulare.
I virus che diventano latenti negli esseri umani sono difficili o impossibili da eradicare per il sistema immunitario. Durante la latenza, infatti, nelle cellule la produzione di proteine virali può essere minima o del tutto assente, rendendo l’infezione invisibile per il sistema immunitario.
Il nuovo coronavirus si trasmette con lo sperma?
Fortunatamente, i coronavirus non sono in grado di stabilire una infezione latente. Tuttavia, in questa pandemia ancora molte importanti domande sono senza risposta.
In uno studio su un numero limitato di casi, per esempio, il nuovo coronavirus è stato rilevato nello sperma di un quarto dei pazienti con l’infezione in corso e in circa il 10% di quelli apparentemente guariti. Le analisi hanno individuato Rna virale, tuttavia, non si è potuto stabilire se proveniente da virus morti o ancora infettivi e, nel caso, trasmissibili per via sessuale.
Tuttavia, anche se molto diverso da Sars-CoV-2, Ebola è un buon esempio di cosa significhi persistenza virale nei siti di privilegio immunitario. In un certo numero di persone, infatti, il virus per mane – in testicoli, occhi, placenta e sistema nervoso centrale – per mesi dopo la risoluzione della fase acuta della malattia. Tant’è che l’Oms raccomanda ai maschi sopravvissuti a Ebola di fare il test sullo sperma ogni tre mesi e alle coppie di astenersi dall’avere rapporti per 6-12 mesi dopo la guarigione o fino al secondo test negativo consecutivo.
In conclusione, cosa sappiamo?
Nel corpo il nuovo coronavirus è stato rilevato anche in altri siti, come placenta, intestino, sangue e, ovviamente, il tratto respiratorio. Nelle donne incinte che contraggono Covid-19 sono stati riscontrati difetti nei vasi sanguigni che alimentano la placenta, ma le eventuali conseguenze sul feto sono sconosciute, mentre è noto che Sars-CoV-2 può anche infettare il feto attraverso la placenta. Infine, il nuovo coronavirus è presente nel sangue e nel naso e sul palato fino a un mese o più dopo l’infezione.
Per molte persone colpite dal nuovo coronavirus la guarigione è un percorso lungo e talvolta incompleto, con sintomi che includono tosse, fiato corto e affaticamento. Ma è improbabile che questi sintomi costituzionali, non essendo collegati ai siti di privilegio immunitario, siano dovuti alla persistenza virale.
Un crescente numero di dati indica quindi che Sars-CoV-2 può infettare i siti di privilegio immunitario e, da qui, causare una infezione cronica, ma non può diventare latente. Tuttavia, è troppo presto per sapere in che misura tale infezione persistente possa influire sulla salute, per esempio, di una donna incinta, né – e arriviamo alla seconda domanda iniziale – se possa contribuire alla diffusione di Covid-19. Ma come tante cose in questa pandemia, quello che non sappiamo oggi potremmo saperlo domani: tenetevi informati e adottate tutte le cautele per non ammalarvi e non diffondere il contagio.
ENGLISH
In the world there are now millions of people who survive the infection from Covid-19, and yet it is still not clear if and how the virus can remain "hidden" in the body after recovery. If so, many ask, could this be the reason for some symptoms that persist long after the acute phase of Covid-19? And can individuals declared cured still be contagious?
I am a medical researcher at the University of Virginia, where I deal with patients with infectious diseases and study Covid-19: here's what we know about the persistence or chronicization of Covid-19.
What is a chronic or persistent viral infection
A chronic or persistent viral infection lasts for months or even years, a period during which the virus is continuously produced, albeit in many cases in small quantities. Often these infections occur in the so-called "immune privilege" sites, which are less accessible to the immune system, and are therefore difficult to eradicate. Among these sites are the central nervous system, testes, and eyes.
From an evolutionary point of view, it is believed that the advantage of the immune privilege is, for example, that it allows the brain not to be damaged by the inflammation caused by the immune system to fight an infection. A site of immune privilege is not only almost inaccessible to the immune system but also limits the proteins that increase infection. Inflammation, in fact, helps kill pathogens but can also damage the organ that hosts them, for example the eyes, the brain or the testicles. From this derives this particular status, which limits inflammation but allows the infection to progress.
When the viral infection is latent
There is also another way in which a virus can hide in the body and then re-emerge later: latent viral infection, which occurs when the virus is present inside an infected cell but is dormant and does not multiply. Some viruses integrate into the human genome - as HIV does, for example - others remain in the cell nucleus as a piece of self-replicating DNA, the so-called episome.
In a state of latency, the virus preserves the entire viral genome so that, if the latency ends, it can produce infectious viruses and reactivate the infection. An emblematic case is chickenpox which, apparently eradicated by the immune system, can reactivate and cause herpes zoster even after months or decades. Fortunately, chickenpox and shingles today can be prevented with a vaccine. Infecting yourself with a virus capable of producing latent infections means in fact having the infection for life.
Herpesviruses such as varicella-zoster virus are the most common responsible for latent viral infections. It is a large family of DNA viruses (whose genetic code, or genome, is made of DNA and not Rna like the new Covid-19 coronavirus) that includes Herpes simplex 1 and 2 - the cause of herpes labial and genital, and other herpesviruses, such as Epstein Barr, cause of mononucleosis, and Cytomegalovirus (CMV), problematic in immunosuppressed individuals, which can re-emerge from latency.
Retroviruses are another family of common viruses capable of latency, but with a different mechanism than Herpesviruses. Retroviruses such as HIV - the cause of AIDS - can insert a copy of their genome into the DNA of the human genome. In this way they can remain in latency "indefinitely", since the viral genome is copied at each DNA replication and cell division.
Viruses that become latent in humans are difficult or impossible for the immune system to eradicate. During latency, in fact, the production of viral proteins in the cells can be minimal or completely absent, making the infection invisible to the immune system.
Is the new coronavirus transmitted with sperm?
Fortunately, coronaviruses are unable to establish a latent infection. However, many important questions remain unanswered in this pandemic.
In a study on a limited number of cases, for example, the new coronavirus was detected in the sperm of a quarter of patients with the current infection and in about 10% of those apparently cured. The analyzes have identified viral RNA, however, it has not been possible to establish whether it comes from dead or still infectious viruses and, if so, sexually transmitted.
However, while very different from SARS-CoV-2, Ebola is a good example of what viral persistence at immune privilege sites means. In fact, in a number of people, the virus remains - in the testes, eyes, placenta and central nervous system - for months after the acute phase of the disease has resolved. In fact, the WHO recommends that male Ebola survivors get sperm tests every three months and couples refrain from having sex for 6-12 months after recovery or until the second consecutive negative test.
In conclusion, what do we know?
In the body, the new coronavirus has also been detected in other sites, such as the placenta, intestines, blood and, of course, the respiratory tract. Defects in the blood vessels that feed the placenta have been found in pregnant women who contract Covid-19, but the possible consequences for the fetus are unknown, while it is known that Sars-CoV-2 can also infect the fetus through the placenta. Finally, the new coronavirus is present in the blood and in the nose and on the palate up to a month or more after infection.
For many people affected by the novel coronavirus, recovery is a long and sometimes incomplete path, with symptoms including coughing, shortness of breath and fatigue. But it is unlikely that these constitutional symptoms, not being linked to immune privilege sites, are due to viral persistence.
A growing body of data therefore indicates that Sars-CoV-2 can infect immune privilege sites and, hence, cause a chronic infection, but cannot become latent. However, it is too early to know to what extent such persistent infection could affect the health of, for example, a pregnant woman, nor - and we come to the second initial question - whether it could contribute to the spread of Covid-19. But like so many things in this pandemic, what we do not know today we may know tomorrow: stay informed and take all precautions not to get sick and not to spread the contagion.
Da:
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