Pastorizzazione degli alimenti. Il latte / Food pasteurization. The milk
Pastorizzazione degli alimenti. Il latte / Food pasteurization. The milk
Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa
Significato di pastorizzazione
La pastorizzazione è un trattamento termico utilizzato per mantenere la sicurezza degli alimenti e delle bevande e aumentarne la shelf life, cioè il tempo in cui il prodotto può essere commercializzato in sicurezza.
La pastorizzazione non è in grado di inattivare i microrganismi termofili (quelli cioè che si riproducono a temperature tra i 50 e i 60 gradi), né le spore, forme più resistenti che alcuni microrganismi, detti appunto sporigeni, possono produrre in condizioni avverse alla loro crescita.. Per questo motivi gli alimenti pastorizzati devono essere conservati in condizioni tali da limitare lo sviluppo di questi microrganismi. In genere, infatti, la pastorizzazione è abbinata ad altri sistemi di conservazione come: la refrigerazione, l'aggiunta di sostanze chimiche e il confezionamento sottovuoto. Questo determina la differenza tra pastorizzazione e sterilizzazione: quest'ultima consente di conservare l'alimento molto più a lungo, ma al costo di un trattamento termico molto più aggressivo, che altera in modo molto maggiore le proprietà dell'alimento.
I prodotti sterilizzati possono essere conservati a temperatura ambiente, al contrario di quelli pastorizzati che vengono conservati a 4°C e venduti in tempi più brevi di quelli sterilizzati.
La pastorizzazione consente di mantenere pressoché inalterate le qualità organolettiche del prodotto originale. È il caso del latte fresco, che ha un sapore molto migliore rispetto a quello sterilizzato (UHT), ma si conserva solo per pochi giorni.
Principi su cui si basa la pastorizzazione
In questa tecnica di conservazione si sfrutta la combinazione tempo e temperatura per distruggere parte dei microrganismi dell'alimento. In base alle caratteristiche del prodotto e al livello di contaminazione iniziale, si sceglie il tipo di pastorizzazione più adatta.
In particolare, la pastorizzazione si basa sul principio che ogni microrganismo ha un optimum di temperatura, cioè una temperatura ottimale in cui si verifica la sua crescita attiva, ma ha anche un intervallo di temperatura all'interno del quale può crescere. Al di sopra e al di sotto di questo intervallo di temperatura si ha rispettivamente la morte e il blocco della crescita dei microrganismi. Con la pastorizzazione, quindi, si porta la temperatura a valori letali per la maggior parte dei microbi alteranti e patogeni degli alimenti.
Di conseguenza, maggiori saranno le temperature, maggiore sarà la probabilità di distruggere i microrganismi contaminanti. Di solito nella pastorizzazione non si superano mai i 100°C. Successivamente al trattamento termico si raffredda l'alimento in modo da bloccare la crescita dei microrganismi non distrutti dal processo.
Per quanto riguarda l'associazione tra pastorizzazione e vitamine, si ha una riduzione delle vitamine termolabili, come la vitamina C, ma che non determina carenze nell'ambito di un'alimentazione sana ed equilibrata.
La nascita della pastorizzazione
La pastorizzazione nasce nel 1856 ad opera dello scienziato dell'Ottocento Louis Pasteur. Quest'ultimo era stato incaricato dal'imperatore Napoleone III per trovare una tecnica che potesse "salvare l'industria del vino" e, in particolare, consentire la conservazione dei vini francesi che in quel periodo iniziavano ad essere molto richiesti. Il problema maggiore con queste bevande era la rapida acidificazione a cui andavano incontro in seguito allo stoccaggio e che non consentiva la vendita in destinazioni lontane. Pasteur faceva in quel periodo delle ricerche sulla fermentazione, durante le quali scoprì che il microrganismo che produceva l'alcol a partire dal succo d'uva era diverso da quello che determinava l'acidificazione. Quest'ultimo è stato definito Mycoderma aceti, ed è ancora oggi utilizzato per la formazione dell'aceto a partire dal vino. Queste scoperte gettarono le basi alla teoria di questo illustre scienziato riguardo la fermentazione, principi poi utilizzati anche in campo medico.
Continuando nella messa a punto della tecnica di conservazione del vino, Pasteur utilizzò il principio già scoperto da Nicolas Appert, in base al quale riscaldando i cibi si poteva evitare il loro deterioramento. Pasteur, quindi, ebbe il merito di definire l'esatta temperatura e tempo necessari per uccidere i microrganismi dannosi per l'alimento, mantendone però le qualità organolettiche. Questa tecnica venne definita appunto pastorizzazione, e Pasteur la presentò come un "procedimento pratico di conservazione e di miglioramento dei vini". Questa procedura consisteva nel trattare il vino a 60 gradi per alcuni minuti, in assenza di aria.
La procedura fu poi brevettata da Pasteur ed è molto utilizzata ancora oggi per moltissimi alimenti, ma non per il vino, per cui si utilizzano altre misure igieniche. La pastorizzazione sul vino, infatti, non consente la messa in atto di una procedura specifica, la maturazione, utile per conferire alla bevanda alcune delle sue note aromatiche.
Nel 1882 fu commercializzato per la prima volta il latte pastorizzato secondo la pastorizzazione HTST (high-temperature short-time process), formulata a partire dalle scoperte di Pasteur. Nel 1908, a Chicago, fu per la prima volta emanata una legge che obbligava la pastorizzazione del latte. Anni prima, infatti, questo trattamento del latte era stato associato ad una minore incidenza di tubercolosi.
Alimenti soggetti alla pastorizzazione
Gli alimenti che vengono sottoposti a questo trattamento termico sono innumerevoli. Possono essere venduti sia sfusi che già confezionati.
Il latte fresco è sicuramente l'alimento in cui questa tecnica di conservazione è più utilizzata in quanto consente di mantenere le caratteristiche organolettiche senza rinunciare alla sicurezza alimentare. Altri alimenti sono anche il latte con cui vengono prodotti i formaggi non a latte crudo ma anche la panna, la birra (tranne la maggior parte di quelle artigianali), le basi con cui si prepara il gelato, le semiconserve, ovvero la maggior parte delle preparazioni che troviamo nel banco frigo del supermercato, e le uova che si utilizzano per la produzione di prodotti da forno a livello industriale, ma che oggi troviamo in vendita anche nei supermercati sotto forma di albumi confezionati.
Tipologie di pastorizzazione
La durata del trattamento e le temperature raggiunte dipendono dall'alimento e dal grado di contaminazione. Si distingue infatti in:
- pastorizzazione bassa: 60-65 °C per 30 minuti, utilizzata per vino e birra, latte per produzione di formaggio;
- pastorizzazione alta: 75-85 °C per 2 o 3 minuti, metodo utilizzato un tempo per il latte e ora poco usato perchè sostituito dall'HTST;
- pastorizzazione rapida o HTST (High Temperature Short Time): 75-85 °C per 15-20 secondi, condotta su alimenti liquidi che scorrono in uno strato sottile tra due pareti metalliche scaldate. Chiamata anche "stassanizzazione". Questa metodica consente di mantenere inalterate le carrateristiche organolettiche e nutrizionali dell'alimento. Viene utilizzata per latte, vino e birra.
Un tipo particolare di sterilizzazione, e da molti ritenuta una pastorizzazione, è definitiva ultrapastorizzazione o UHT (Ultra High temperature). Viene usata per alimenti liquidi come latte, polpa di pomodoro e succhi di frutta. Gli alimenti vengono sottoposti a temperature di 160-150 °C per pochi secondi. Questa tecnica consente la conservazione degli alimenti per diversi mesi a temperatura ambiente, compromettendo in parte le caratteristiche organolettiche del prodotto.
Pastorizzazione casalinga
L'Istituto Superiore della Sanità, in accordo con il Ministero della Salute, ha stilato le linee guida per la pastorizzazione casalinga di conserve preparate in casa, quali marmellate, sott'oli e sott'aceti. Sono metodiche da seguire scrupolosamente per evitare spiacevoli contaminazione da muffe e lieviti, ma anche da parte di microrganismi patogeni, come il C. Botulinum, che contamina sopratutto le conserve sott'olio e sottovuoto, stoccate a temperatura ambiente.
Le metodiche consigliate in queste linee guda si possono tutte applicare a livello casalingo con strumenti facilmente reperibili quali: pentole, tappi monouso, barattoli di vetro, canovacci.
Nello stesso vademecum si sconsiglia, invece, la preparazione casalinga di conserve di pesce e carne, così come anche del pesto, perchè la pastorizzazione casalinga non è efficace nell'uccidere le forme patogene. Questo tipo di prodotti devono, infatti, essere sterilizzati a livello industriale o conservati a livello casalingo solo mediante congelamento.
Pastorizzazione a freddo o HPP
L'HPP (High Pressure Processing) è un tipo di pastorizzazione a freddo che sfrutta la combinazione di alte pressioni e tempo per distruggere e inattivare enzimi e microrganismi patogeni. Questi ultimi, in particolare, in seguito all'azione delle alte pressioni idrostatiche applicate, subiscono il danneggiamento delle membrane e pareti cellulari, portando ad una maggiore sicurezza dell'alimento e al prolungamento della sua shelf life. Questo trattamento viene svolto a temperature prossime a quella ambiente, circa 40-45 °C, senza quindi distruggere i nutrienti termolabili degli alimenti, quali vitamine, e rendendo più digeribili proteine e amido.
Questa tecnica è ancora molto costosa e viene applicata meno degli altri tipi di pastorizzazione. Si utilizza sopratutto per succhi di frutta, marmellate, prodotti ready-to-eat, come zuppe, minestre pronte, piatti a base di carne e pesce, ma anche per molluschi e crostacei.
Viene utilizzata sopratutto negli Stati Uniti, anche se nel 2014 nasce in Italia la prima azienda che si occupa di prodotti pastorizzati con questa tecnica.
Il latte
Il latte è un alimento (non una bevanda) la cui composizione, in natura, varia in funzione della specie animale che lo produce. È il primo alimento che viene assunto alla nascita perché contiene tutte le sostanze necessarie per la rapida crescita dell’organismo ed inoltre è quello che ci accompagna in ogni fase della vita grazie ai principi nutritivi di cui è ricco.
I fattori che influenzano la qualità del latte sono diversi: razza dell’animale, età, stato di salute, stadio di lattazione, clima, stagione, condizioni di stabulazione, di alimentazione, mungitura e trattamenti a cui viene sottoposto per il confezionamento e per la sua conservabilità. Parlando del latte vaccino contiene, in fine emulsione, lipidi e vitamine liposolubili e, in fase dispersa, proteine e parte dei fosfati e citrati di calcio e magnesio. In soluzione sono presenti glicidi solubili, sali, sostanze azotate non proteiche e vitamine idrosolubili. Fornisce grandi quantità di calcio che viene facilmente assorbito ed è una importante fonte di proteine di alta qualità, di minerali e di vitamine. Apporto calorico moderato, mediamente 64 kcalorie/100 g di latte intero e 36 kcalorie/100 g di latte scremato.
I tipi di latte che troviamo in commercio
Latte UHT:
(Ultra high temperature), subisce per pochi secondi un trattamento termico ad elevata temperatura in modo da ridurre il più possibile la carica batterica per far si che possa conservarsi più a lungo. Calano le proprietà organolettiche in genere, le vitamine e la digeribilità; alcune proteine si modificano. In compenso la scadenza arriva a 3-6 mesi.
Latte fresco:
E' quello che garantisce, dopo il latte crudo, il massimo apporto nutrizionale ed è pastorizzato.
Latte condensato:
In pratica, è un latte cui è stato ridotta, attraverso il calore, la parte di acqua (circa l'86/88%) e aggiunto di zucchero. Per ottenere 1 kg di latte condensato servono dai 2,1 ai 2,3 litri di latte fresco. Questa procedura, però, trasforma il latte condensato in una vera e propria bomba calorica a causa di un forte aumento di proteine, grassi e zuccheri e il processo ha effetti simili alla pastorizzazione. Ha lunga durata e viene usato per lo più in alcune ricette di cucina.
Latte arricchito
In commercio esistono latti arricchiti con le più svariate sostanze, dalle vitamine agli omega 3.
il latte di capra:
Ha caratteristiche chimiche simili al latte materno umano e viene per questo consigliato per l'alimentazione dei bambini. Rispetto al latte vaccino, è altamente digeribile e ricco di sostanze nutritive, con un contenuto di grassi e di colesterolo più basso. Contiene lattosio e non può quindi essere consumato dalle persone intolleranti.
Il latte d'asina
Il latte di asina è indicato come migliore sostituto del latte materno nell'alimentazione dei neonati. È ricco di sostanze nutritive e povero di grassi ma ha un maggiore contenuto di lattosio che lo rende poco digeribile ed inadatto ai soggetti sensibili ed intolleranti.
Il latte di origine vegetale
Il latte di soia
In termini nutritivi, il latte di soia è quello che più si avvicina alla composizione del latte vaccino. Ha infatti un elevato contenuto di proteine, ferro e vitamina B1. A differenza del latte vaccino ha però un apporto di grassi molto limitato ed è estremamente digeribile. La soia ha un potere naturale anti-colesterolo ed è consigliata come alternativa alle proteine animali. Il latte di soia può essere consumato dai soggetti intolleranti al lattosio o ad altre proteine del latte vaccino.
Il latte di riso
Il latte di riso ha il minor contenuto di grassi di tutte le tipologie di latte in commercio. Rispetto al latte di soia ha un più basso livello di proteine ma un gusto naturalmente più dolce, dovuto alla presenza di una grande quantità di zuccheri naturali al suo interno.
Il latte d'avena
Poco conosciuto rispetto ad altri tipi di latte vegetale, il latte d'avena è totalmente privo di colesterolo e molto ricco di acido folico. E' quindi molto utile per le donne in gravidanza. Il latte di avena è particolarmente indicato anche per gli sportivi in quanto fornisce un elevato apporto energetico di veloce assimilazione.
Il latte di cocco
Il latte di cocco viene ottenuto dalla spremitura della polpa del frutto, unita al latte contenuto nella noce ed all'acqua. Particolarmente dolce e dissetante, ha però un elevato contenuto di grassi saturi e deve quindi essere consumato con molta attenzione.
Il latte di mandorle
Tra tutti i latti di origine vegetale, il latte di mandorla è senza dubbio quello più gradevole al gusto. E' ricco di sostanze nutritive e grassi vegetali, utili per l'alimentazione degli sportivi. Attenzione però alle calorie, il latte di mandorla deve essere consumato con moderazione perché ricco di zuccheri naturali. Per fare un confronto con il latte vaccino, quello di mandorla ha un apporto calorico simile al latte intero ma, a differenza di quest'ultimo, non contiene grassi saturi e colesterolo.
ENGLISH
Meaning of pasteurization
Pasteurization is a heat treatment used to maintain the safety of food and beverages and increase their shelf life, i.e. the time in which the product can be safely marketed.
Pasteurization is not able to inactivate thermophilic microorganisms (i.e. those that reproduce at temperatures between 50 and 60 degrees), nor the spores, more resistant forms that some microorganisms, called spore-forming, can produce in adverse conditions to their growth .. For this reason, pasteurized foods must be stored in conditions that limit the development of these microorganisms. In fact, pasteurization is generally combined with other preservation systems such as: refrigeration, the addition of chemicals and vacuum packaging. This determines the difference between pasteurization and sterilization: the latter allows the food to be preserved much longer, but at the cost of a much more aggressive heat treatment, which alters the properties of the food much more.
Sterilized products can be stored at room temperature, as opposed to pasteurized products which are stored at 4 ° C and sold in shorter times than sterilized ones.
Pasteurization allows the organoleptic qualities of the original product to be kept almost unaltered. This is the case with fresh milk, which tastes much better than sterilized (UHT) milk, but only keeps for a few days.
Principles on which pasteurization is based
In this preservation technique, the combination of time and temperature is used to destroy part of the food microorganisms. Based on the characteristics of the product and the level of initial contamination, the most suitable type of pasteurization is chosen.
In particular, pasteurization is based on the principle that each microorganism has a temperature optimum, that is, an optimum temperature in which its active growth occurs, but it also has a temperature range within which it can grow. Above and below this temperature range, microorganisms die and stop growing respectively. With pasteurization, therefore, the temperature is brought to lethal values for most of the altering and pathogenic microbes of food.
Consequently, the higher the temperatures, the more likely it is to destroy the contaminating microorganisms. Usually in pasteurization, 100 ° C is never exceeded. After the heat treatment, the food is cooled in order to block the growth of microorganisms not destroyed by the process.
As for the association between pasteurization and vitamins, there is a reduction in thermolabile vitamins, such as vitamin C, but which does not lead to deficiencies in the context of a healthy and balanced diet.
The birth of pasteurization
Pasteurization was born in 1856 by the nineteenth-century scientist Louis Pasteur. The latter had been commissioned by the Emperor Napoleon III to find a technique that could "save the wine industry" and, in particular, allow the conservation of French wines which at that time were beginning to be in great demand. The biggest problem with these drinks was the rapid acidification they encountered following storage and which did not allow for sale in distant destinations. Pasteur was doing research on fermentation at that time, during which he discovered that the microorganism that produced alcohol from grape juice was different from the one that caused acidification. The latter was called Mycoderma aceti, and is still used today for the formation of vinegar starting from wine. These discoveries laid the foundations for the theory of this illustrious scientist regarding fermentation, principles that were then also used in the medical field.
Continuing in the development of the wine preservation technique, Pasteur used the principle already discovered by Nicolas Appert, according to which by heating food it was possible to avoid their deterioration. Pasteur, therefore, had the merit of defining the exact temperature and time needed to kill microorganisms harmful to the food, while maintaining their organoleptic qualities. This technique was defined precisely pasteurization, and Pasteur presented it as a "practical procedure for preserving and improving wines". This procedure consisted in treating the wine at 60 degrees for a few minutes, in the absence of air.
The procedure was later patented by Pasteur and is still widely used today for many foods, but not for wine, for which other hygiene measures are used. In fact, pasteurization on wine does not allow the implementation of a specific procedure, maturation, which is useful for giving the drink some of its aromatic notes.
In 1882, pasteurized milk according to the HTST (high-temperature short-time process) pasteurization, formulated starting from Pasteur's discoveries, was marketed for the first time. In 1908, in Chicago, a law was enacted for the first time requiring the pasteurization of milk. Years earlier, this milk treatment had been associated with a lower incidence of tuberculosis.
Foods subject to pasteurization
The foods that undergo this heat treatment are innumerable. They can be sold both in bulk and pre-packaged.
Fresh milk is certainly the food in which this conservation technique is most used as it allows the organoleptic characteristics to be maintained without sacrificing food safety. Other foods are also the milk with which non-raw milk cheeses are produced but also cream, beer (except most of the artisanal ones), the bases with which ice cream is prepared, semi-preserves, that is most of the preparations that we find in the supermarket refrigerated counter, and the eggs that are used for the production of bakery products at an industrial level, but which today are also on sale in supermarkets in the form of packaged egg whites.
Types of pasteurization
The duration of the treatment and the temperatures reached depend on the food and the degree of contamination. It is distinguished in fact in:
low pasteurization: 60-65 ° C for 30 minutes, used for wine and beer, milk for cheese production;
high pasteurization: 75-85 ° C for 2 or 3 minutes, a method used once for milk and now little used because it has been replaced by HTST;
rapid pasteurization or HTST (High Temperature Short Time): 75-85 ° C for 15-20 seconds, carried out on liquid foods that flow in a thin layer between two heated metal walls. Also called "stassanization". This method allows to keep the organoleptic and nutritional characteristics of the food unaltered. It is used for milk, wine and beer.
A particular type of sterilization, and considered by many to be pasteurization, is definitive ultrapasteurization or UHT (Ultra High temperature). It is used for liquid foods such as milk, tomato pulp and fruit juices. Foods are subjected to temperatures of 160-150 ° C for a few seconds. This technique allows food to be stored for several months at room temperature, partially compromising the organoleptic characteristics of the product.
Homemade pasteurization
The Istituto Superiore della Sanità, in agreement with the Ministry of Health, has drawn up guidelines for the homemade pasteurization of homemade preserves, such as jams, pickles and pickles. They are methods to be followed scrupulously to avoid unpleasant contamination by molds and yeasts, but also by pathogenic microorganisms, such as C. Botulinum, which especially contaminates canned in oil and vacuum packed, stored at room temperature.
The methods recommended in these Guda lines can all be applied at home with easily available tools such as: pots, disposable caps, glass jars, tea towels.
In the same handbook, however, the home preparation of fish and meat preserves, as well as pesto, is not recommended, because home pasteurization is not effective in killing pathogenic forms. This type of products must, in fact, be sterilized at an industrial level or preserved at home only by freezing.
Cold pasteurization or HPP
HPP (High Pressure Processing) is a type of cold pasteurization that uses the combination of high pressure and time to destroy and inactivate enzymes and pathogenic microorganisms. The latter, in particular, following the action of the high hydrostatic pressures applied, suffer damage to the membranes and cell walls, leading to greater safety of the food and to the extension of its shelf life. This treatment is carried out at temperatures close to the ambient one, around 40-45 ° C, without therefore destroying the thermolabile nutrients of the food, such as vitamins, and making proteins and starch more digestible.
This technique is still very expensive and is applied less than other types of pasteurization. It is mainly used for fruit juices, jams, ready-to-eat products, such as soups, ready-made soups, meat and fish dishes, but also for molluscs and crustaceans.
It is mainly used in the United States, even if in 2014 the first company that deals with pasteurized products with this technique was born in Italy.
The milk
Milk is a food (not a drink) whose composition, in nature, varies according to the animal species that produce it. It is the first food that is taken at birth because it contains all the substances necessary for the rapid growth of the organism and is also what accompanies us in every phase of life thanks to the nutrients it is rich in.
The factors that influence the quality of the milk are different: breed of the animal, age, state of health, stage of lactation, climate, season, housing conditions, feeding, milking and treatments to which it is subjected for packaging and for its shelf life. Speaking of cow's milk, it contains, in the end emulsion, lipids and fat-soluble vitamins and, in the dispersed phase, proteins and part of the phosphates and citrates of calcium and magnesium. In solution there are soluble glycides, salts, non-protein nitrogenous substances and water-soluble vitamins. It provides large amounts of calcium which is easily absorbed and is an important source of high quality protein, minerals and vitamins. Moderate caloric intake, on average 64 kcal / 100 g of whole milk and 36 kcal / 100 g of skimmed milk.
The types of milk that we find on the market
UHT milk:
(Ultra high temperature), undergoes a high temperature heat treatment for a few seconds in order to reduce the bacterial load as much as possible to ensure that it can be stored longer. The organoleptic properties in general, vitamins and digestibility decrease; some proteins change. On the other hand, the deadline reaches 3-6 months.
Fresh milk:
It is the one that guarantees, after raw milk, the maximum nutritional intake and is pasteurized.
Condensed milk:
In practice, it is a milk which has been reduced, through heat, the part of water (about 86/88%) and added sugar. To obtain 1 kg of condensed milk you need 2.1 to 2.3 liters of fresh milk. This procedure, however, turns condensed milk into a real calorie bomb due to a sharp increase in proteins, fats and sugars and the process has similar effects to pasteurization. It has a long shelf life and is used mostly in some cooking recipes.
Enriched milk
On the market there are milks enriched with the most varied substances, from vitamins to omega 3.
goat milk:
It has chemical characteristics similar to human breast milk and is therefore recommended for feeding babies. Compared to cow's milk, it is highly digestible and rich in nutrients, with a lower fat and cholesterol content. It contains lactose and therefore cannot be consumed by intolerant people.
Donkey milk
Donkey milk is indicated as the best substitute for breast milk in infant feeding. It is rich in nutrients and low in fat but has a higher lactose content which makes it difficult to digest and unsuitable for sensitive and intolerant subjects.
Milk of vegetable origin
Soy milk
In nutritional terms, soy milk is the one that comes closest to the composition of cow's milk. In fact, it has a high content of protein, iron and vitamin B1. Unlike cow's milk, however, it has a very limited intake of fat and is extremely digestible. Soy has a natural anti-cholesterol power and is recommended as an alternative to animal proteins. Soy milk can be consumed by people who are intolerant to lactose or other cow's milk proteins.
Rice milk
Rice milk has the lowest fat content of all types of milk on the market. Compared to soy milk, it has a lower level of protein but a naturally sweeter taste, due to the presence of a large amount of natural sugars in it.
Oat milk
Little known compared to other types of plant milk, oat milk is totally cholesterol-free and very rich in folic acid. It is therefore very useful for pregnant women. Oat milk is also particularly suitable for athletes as it provides a high energy intake of fast assimilation.
Coconut milk
Coconut milk is obtained by squeezing the pulp of the fruit, combined with the milk contained in the nut and water. Particularly sweet and thirst-quenching, however, it has a high saturated fat content and must therefore be consumed very carefully.
Almond milk
Among all the milks of vegetable origin, almond milk is undoubtedly the most pleasant to the taste. It is rich in nutrients and vegetable fats, useful for sports nutrition. But beware of calories, almond milk must be consumed in moderation because it is rich in natural sugars. To make a comparison with cow's milk, almond milk has a caloric intake similar to whole milk but, unlike the latter, it does not contain saturated fat and cholesterol.
Da:
https://m4.ti.ch/fileadmin/DECS/SA/URTS/documenti/ArticoloMensile/Latte_ottobre_2016.pdf
https://www.cibo360.it/alimentazione/chimica/conservazione/pastorizzazione.htm
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