Covid e immunità innata, scoperto un nuovo meccanismo di resistenza alla malattia / Covid and innate immunity, a new disease resistance mechanism discovered
Covid e immunità innata, scoperto un nuovo meccanismo di resistenza alla malattia / Covid and innate immunity, a new disease resistance mechanism discovered
Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa
Modello dell’interazione tra la proteina Spike della
variante Omicron e MBL. / Model of the
interaction between the Spike protein of the
Omicron variant and MBL.
Si tratta di un «antenato funzionale degli anticorpi»,
che contribuisce a spiegare perché alcune persone
siano meno suscettibili agli effetti dell’infezione.
Scoperto un nuovo meccanismo di resistenza del nostro organismo nei confronti del virus Sars-Cov2 che potrebbe portare alla messa a punto di nuovi farmaci e di nuovi marker per valutare la gravità della malattia.
È il risultato di una ricerca internazionale, pubblicata su Nature Immunology e coordinata dall’Istituto Humanitas e dall’Ospedale San Raffaele di Milano, che ha coinvolto anche Fondazione Toscana Life Science con Rino Rappuoli, l’Istituto di Ricerca in Biomedicina di Bellinzona e la Queen Mary University di Londra.
L’attenzione degli scienziati si è focalizzata in particolare sulla Mannose Binding Lectin (in sigla Mbl), uno dei cosiddetti «antenati funzionali degli anticorpi», proteine in grado di aggredire il virus con modalità simili a quelle degli anticorpi veri e propri, che però fanno parte dell’immunità innata.
Immunità innata
L’immunità innata costituisce la prima linea di difesa nei confronti di virus, batteri e non solo. Ne fanno parte cellule del sistema immunitario che con diversi meccanismi aggrediscono gli agenti patogeni organizzando una risposta tempestiva nell’attesa che l’organismo si attrezzi per la difesa mirata (immunità adattiva), che si esprime attraverso gli anticorpi veri e propri. Esiste però anche una parte dell’immunità innata formata da molecole circolanti (per questo detta umorale) a cui appartiene, fra le altre, anche Mbl.
Legame con le varianti
«Abbiamo scoperto che Mbl si lega alla proteina Spike del virus e la blocca — spiega il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University —. E abbiamo verificato che è in grado di farlo con tutte le varianti testate, compresa Omicron».«Ciò è reso possibile dal fatto che Mbl si aggancia a determinati “zuccheri” della proteina Spike, che non cambiano da variante a variante» precisa Elisa Vicenzi, capo dell’ Unità Patogenesi Virale e Biosicurezza dell’Irccs Ospedale San Raffaele, che aggiunge: «In vitro Mbl si è dimostrata poco meno potente degli anticorpi prodotti da pazienti guariti da Covid». «Con la professoressa Cecilia Garlanda, che ha partecipato al coordinamento dello studio, stiamo procedendo a ottimizzare Mbl per capire se sarà possibile trasformarla in un farmaco» riprende Mantovani. «La strada è lunga ma è importante cercare di avere altre armi a disposizione contro il virus. Fra l’altro Mbl è già stata infusa da altri ricercatori e clinici come terapia in soggetti con completo deficit genetico ed è stata ben tollerata».
Marcatori di gravità
Un altro utilizzo di Mbl potrebbe essere quello di marcatore del grado di severità di Covid-19. «Abbiamo riscontrato che varianti genetiche che producono differenti quantità di Mbl circolante sono associate a diversa gravità di malattia» chiarisce Mantovani. «E questo rappresenta un tassello in più nella comprensione di quali caratteri genetici influenzano la suscettibilità al virus». In qualità di marcatore potrebbe risultare utile anche la proteina Ptx3, anch’essa oggetto d’indagine nello stesso studio (finanziato in misura significativa da Dolce&Gabbana). «Ptx3 potrebbe essere un marcatore particolarmente utile perché viene prodotta e secreta da cellule dell’immunità innata proprio a livello bronchiale. E sembra uno dei migliori candidati a indicatore di gravità nel long-covid» sottolinea Mantovani.
Vaccini
Tornando a Mbl, una domanda che potrebbe sorgere è perché dovremmo continuare a vaccinarci se disponiamo già di una difesa naturale così efficace? «Prima di tutto perché nessun farmaco può competere per efficacia e sostenibilità individuale e sociale con un vaccino» puntualizza il professore. «In secondo luogo perché se è vero che la risposta immunitaria innata si sta rivelando sempre più importante, e potrebbe spiegare, anche attraverso queste osservazioni, perché molte persone riescono a “cavarsela” con un’infezione che non ha esiti gravi, rimane vero anche che c’è una grande variabilità in tale risposta ed il rinforzo dato dagli anticorpi specifici è fondamentale perché garantisce a tutti una buona difesa. Non sappiamo ancora in anticipo chi sarà in grado di farcela da solo e chi no».
Prospettive
Come vede il futuro per quanto riguarda la pandemia? «Sono ottimista, perché se mi guardo indietro a due anni fa ricordo che avevamo un armadio vuoto sia in campo diagnostico sia preventivo sia terapeutico. Ora abbiamo 10 vaccini già disponibili, 40 in sperimentazione clinica e più ancora in sperimentazione preclinica. Abbiamo farmaci e anticorpi monoclonali. Penso che ci stiamo avviando di nuovo verso la normalità. Magari sarà una normalità un po’ diversa: forse non troveremo strano portare la mascherina come accadeva in oriente già prima di Covid ma comunque in una situazione diversa da quella degli ultimi due anni».
ENGLISH
It is a "functional ancestor of antibodies", which helps to explain
because some people are less susceptible to the effects of the infection.
A new mechanism of resistance of our organism towards the Sars-Cov2 virus has been discovered which could lead to the development of new drugs and new markers to assess the severity of the disease.
It is the result of an international research, published in Nature Immunology and coordinated by the Humanitas Institute and the San Raffaele Hospital in Milan, which also involved the Toscana Life Science Foundation with Rino Rappuoli, the Research Institute in Biomedicine of Bellinzona and the Queen Mary University of London. The attention of scientists has focused in particular on Mannose Binding Lectin (in acronym Mbl), one of the so-called "functional ancestors of antibodies", proteins capable of attacking the virus in ways similar to those of real antibodies, which however they are part of innate immunity.
Innate immunity
Innate immunity is the first line of defense against viruses, bacteria and more. It includes cells of the immune system which, with different mechanisms, attack pathogens by organizing a timely response while waiting for the body to equip itself for targeted defense (adaptive immunity), which is expressed through the actual antibodies. However, there is also a part of the innate immunity formed by circulating molecules (therefore called humoral) to which, among others, also Mbl belongs.
Link with variants
"We discovered that Mbl binds to the Spike protein of the virus and blocks it - explains Professor Alberto Mantovani, scientific director of Humanitas and professor at Humanitas University -. And we have verified that it is able to do it with all tested variants, including Omicron. "" This is made possible by the fact that Mbl is linked to certain "sugars" of the Spike protein, which do not change from variant to variant "explains Elisa Vicenzi , head of the Viral Pathogenesis and Biosecurity Unit of the Irccs San Raffaele Hospital, who adds: "In vitro Mbl proved to be slightly less powerful than the antibodies produced by patients recovered from Covid." "With Professor Cecilia Garlanda, who participated in the coordination of the study, we are proceeding to optimize Mbl to understand if it will be possible to transform it into a drug" continues Mantovani. «The road is long but it is important to try to have other weapons available against the virus. Among other things, Mbl has already been infused by other researchers and clinicians as a therapy in subjects with complete genetic deficiency and has been well tolerated ".
Gravity markers
Another use of Mbl could be that of a marker of the severity of Covid-19. "We have found that genetic variants that produce different quantities of circulating Mbl are associated with different severity of the disease" explains Mantovani. "And this represents an extra step in understanding which genetic traits influence susceptibility to the virus." As a marker, the Ptx3 protein could also be useful, also being investigated in the same study (funded significantly by Dolce & Gabbana). "Ptx3 could be a particularly useful marker because it is produced and secreted by innate immunity cells right at the bronchial level. And it seems to be one of the best candidates for a long-covid gravity indicator, ”Mantovani underlines.
Vaccines
Returning to Mbl, a question that may arise is why should we continue to vaccinate if we already have such an effective natural defense? "First of all, because no drug can compete with a vaccine for individual and social efficacy and sustainability", the professor points out. "Secondly, because if it is true that the innate immune response is proving to be increasingly important, and could explain, also through these observations, why many people manage to" get away "with an infection that has no serious outcome, it also remains true that there is a great variability in this response and the reinforcement given by specific antibodies is fundamental because it guarantees everyone a good defense. We do not yet know in advance who will be able to do it alone and who will not ».
Perspectives
How do you see the future regarding the pandemic? «I am optimistic, because if I look back two years ago I remember that we had an empty cupboard both in the diagnostic, preventive and therapeutic fields. We now have 10 vaccines already available, 40 in clinical trials and even more in preclinical trials. We have drugs and monoclonal antibodies. I think we are heading towards normalcy again. Maybe it will be a slightly different normality: perhaps we will not find it strange to wear the mask as it happened in the East before Covid, but in any case in a different situation from that of the last two years ".
Da:
https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/22_gennaio_31/covid-immunita-innata-0092f6d4-8290-11ec-aab0-830a654a2007.shtml?refresh_ce
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