La rivoluzione “psichedelica” della psichiatria / The "psychedelic" revolution of psychiatry

La rivoluzione “psichedelica” della psichiatriaThe "psychedelic" revolution of psychiatry


Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa



L'esketamina, un derivato della ketamina, è già stata approvata contro la depressione. Mdma e psilocibina sembrano in dirittura d'arrivo. Dopo decenni di stasi, le sostanze psichedeliche potrebbero rappresentare il prossimo, grande, salto in avanti nella cura dei disturbi mentali.

Effetti collaterali minimi. Lunga durata. E una scarsissima concorrenza, visto che da decenni la medicina stenta a fare passi in avanti concreti (almeno sotto il profilo farmacologico) nella cura dei disturbi mentali. Un biglietto da visita di tutto rispetto, insomma, per quelle che in molti iniziano a vedere come la prossima rivoluzione in psichiatria: le sostanze psichedeliche. O più precisamente, la psicoterapia psichedelica, che utilizza psilocibina (il principio attivo contenuto nei funghi psichedelici), LsdMdma e altre sostanze psicoattive all'interno di precisi protocolli terapeutici, e le affianca a sessioni di psicoterapia studiate per massimizzare i benefici delle esperienze lisergiche, e minimizzarne al contempo i rischi

Rischi che la ricerca, comunque, non fa che riconsiderare al ribasso. Una recente metanalisi, per esempio, ha appena smentito una delle preoccupazioni più diffuse (quantomeno nel grande pubblico) riguardo all'utilizzo delle sostanze psichedeliche, e cioè che, in persone predisposte, possano aumentare il rischio di suicidio: utilizzate in un setting medico sembrano anzi ridurre efficacemente le probabilità che i pazienti tentino (o pensino) di togliersi la vita.

La metanalisi

Il nuovo studio, pubblicato sul Journal of Clinical Psychiatry, ha analizzato i dati provenienti da tutti i trial clinici sulla psicoterapia psichedelica pubblicati su riviste scientifiche entro il novembre del 2005, nei quali fossero disponibili anche informazioni riguardo alla suicidalità, cioè alla comparsa di fantasie, azioni e comportamenti collegati al suicidio. Identificate sette ricerche che rientravano nei criteri scelti, i ricercatori hanno quindi valutato l'associazione tra terapia psichedelica e suicidalità, scoprendo che indipendentemente dalla terapia effettuata e dalle caratteristiche dei pazienti, queste strategie terapeutiche sono associate ad una forte e duratura diminuzione degli indicatori su cui si calcola la propensione al suicidio.

In un editoriale che accompagna la metanalisi, gli psicologi Daniel Grossman, e Peter Hendricks, della University of Alabama at Birmingham non stentano a definire estremamente ottimistiche le prospettive future della psicoterapia psichedelica nella prevenzione dei suicidi, alla luce di questi nuovi risultati. Un campo promettente, che richiederà però ancora molto lavoro per ottenere dati più consistenti, e identificare con più precisione quali pazienti possono trarre i maggiori benefici da queste terapie, e quali, per quanto rari, potrebbero invece essere esposti a qualche rischio. Nonostante le sostanze psichedeliche siano note, usate e abusate da quasi un secolo (per sostanze come la psilocibina parliamo in realtà di diversi millenni), le ricerche in campo medico sono riprese in effetti solo di recente, dopo una moratoria sociale e legale che ne ha impedito lo studio per quasi due decenni. E solo negli ultimi anni stanno iniziando a concretizzarsi realmente.

War on drugs

Le cosiddette droghe psichedeliche in effetti hanno ancora una pessima reputazione. Ma per quasi due decenni, a partire più o meno dagli anni '50, sono state al centro di intense ricerche in campo medico. Venivano utilizzate per curare l'alcolismo ed altre forme di dipendenza, per aiutare la socialità delle persone con autismo, per alleviare ansia e depressione nei malati terminaliTimothy Leary, probabilmente il più famoso ambasciatore della cultura psichedelica, le sperimentò come strumento per modificare gli atteggiamenti antisociali dei criminali incalliti, e più in generale, ne consigliava l'utilizzo per liberare la mente ed aprirla ad esperienze trascendentali. Proprio questo aspetto pop della cultura psichedelica si rivelò, in breve tempo, la sua rovina: Lsdmescalina e funghi 

allucinogeni iniziarono a radicarsi nei riti e negli eccessi della controcultura degli anni '60, provocando la reazione delle parti più conservatrici della società americana. Dopo decenni di diffusione legale, nel 1970 il presidente americano Richard Nixon ne vietò definitivamente l'utilizzo, inserendole nella categoria più restrittiva di sostanze proibite dalla legislazione americana, di cui è impedito l'utilizzo anche a scopi medici. Presto, il resto del mondo occidentale si uniformò alla decisione americana, e le ricerche nel campo della psicoterapia psichedelica divennero, di fatto, illegali più o meno ovunque.

Per un cambio di rotta è stato necessario aspettare ben 22 anni. E il mondo ormai era molto diverso da quello degli anni ‘70: negli anni ’90 gli sviluppi nel campo dell'imaging cerebrale avevano reso possibile studiare in tempo reale l'attività del cervello, permettendo di indagare con precisione gli effetti delle sostanze psichedeliche sia negli esseri umani che negli animali, ed i cambiamenti nella cultura americana avevano allontanato in qualche modo dal radar Lsd e funghi allucinogeni. È in questo clima che, nel 1992, l'Fda ha organizzato uno storico incontro sugli allucinogeni, al termine del quale sono state nuovamente aperte le porte alle ricerche sulle sostanze psichedeliche, seppur all'interno di rigorosi protocolli scientifici.

Una nuova primavera

In seguito alla storica apertura della Food and drugs administration (Fda), le ricerche sulla psicoterapia psichedelica hanno ripreso progressivamente forza. Per disturbi come la sindrome da stress post traumatico, il disturbo ossessivo compulsivo, la depressione, le dipendenze, mancano da decenni concreti passi in avanti terapeutici, e questo un po' alla volta ha contribuito ad aiutare gli allucinogeni a conquistare sempre più simpatizzanti in campo scientifico. Decine di ricerche negli ultimi anni hanno indagato e confermato la sicurezza di sostanze come la psilocibina, l'Mdma, e l'Lsd, mettendo in luce enormi opportunità terapeutiche in campo psichiatrico. Una sostanza come la ketamina (un sedativo con effetti allucinogeni, molto utilizzato anche come sostanza d'abuso) ha guadagnato moltissimi consensi per la terapia della depressione, portando allo sviluppo di un suo derivato, l'esketamina, che ha ricevuto l'approvazione per il trattamento delle forme di depressione resistenti ai farmaci.

Anche sull'onda di questi successi, da ottobre dello scorso anno il National Institute of Health americano ha rotto gli indugi, finanziando per la prima volta uno studio che coinvolge sostanze psichedeliche: la psilocibina, in particolare, di cui i ricercatori della John Hopkins University stanno indagando l'efficacia contro la dipendenza dal fumo di sigaretta. Ovviamente, quello che viene sperimentato oggi non è l'utilizzo disinvolto che si poteva osservare nel dopoguerra. I protocolli di psicoterapia psichedelica sono 

estremamente rigidi. Prevedono pochissime sessioni in cui viene utilizzata la sostanza, sotto supervisione dei terapeuti, e sessioni di psicoterapia che precedono e seguono l'assunzione, per preparare il paziente e aiutarlo ad elaborare le esperienze fatte.

ENGLISH

Esketamine, a derivative of ketamine, has already been approved for depression. MDMA and psilocybin appear to be on the home straight. After decades of stagnation, psychedelics could represent the next big leap forward in the treatment of mental disorders.

Minimal side effects. Long duration. And very little competition, given that for decades medicine has struggled to take concrete steps forward (at least from a pharmacological point of view) in the treatment of mental disorders. In short, a respectable business card for what many are beginning to see as the next revolution in psychiatry: psychedelics. Or more precisely, psychedelic psychotherapy, which uses psilocybin (the active ingredient contained in psychedelic mushrooms), Lsd, Mdma and other psychoactive substances within specific therapeutic protocols, and combines them with psychotherapy sessions designed to maximize the benefits of the experiences lysergic, and at the same time minimize the risks.

Risks that the research, however, only reconsiders downwards. A recent meta-analysis, for example, has just denied one of the most widespread concerns (at least among the general public) regarding the use of psychedelics, namely that, in predisposed people, they can increase the risk of suicide: used in a medical setting they seem indeed, effectively reduce the likelihood that patients will attempt (or think) to commit suicide.

The meta-analysis

The new study, published in the Journal of Clinical Psychiatry, analyzed data from all clinical trials on psychedelic psychotherapy published in scientific journals by November 2005, in which information was also available regarding suicidality, i.e. the appearance of fantasies. actions and behaviors related to suicide. Identified seven studies that fit the chosen criteria, the researchers then evaluated the association between psychedelic therapy and suicidality, finding that regardless of the therapy performed and the characteristics of the patients, these therapeutic strategies are associated with a strong and lasting decrease in the indicators on which suicide propensity is calculated.

In an editorial accompanying the meta-analysis, psychologists Daniel Grossman, and Peter Hendricks, of the University of Alabama at Birmingham, do not hesitate to call the future prospects of psychedelic psychotherapy in suicide prevention extremely optimistic in light of these new findings. A promising field, which, however, will still require a lot of work to obtain more consistent data, and to identify more precisely which patients can benefit most from these therapies, and which, although rare, could instead be exposed to some risk. Although psychedelics have been known, used and abused for almost a century (for substances such as psilocybin we are actually talking about several millennia), research in the medical field has actually resumed only recently, after a social and legal moratorium that has prevented the study for nearly two decades. And only in the last few years are they really starting to materialize.

War on drugs

The so-called psychedelic drugs still have a very bad reputation. But for nearly two decades, starting around the 1950s, they have been the focus of intense medical research. They were used to treat alcoholism and other forms of addiction, to help the sociability of people with autism, to relieve anxiety and depression in the terminally ill. Timothy Leary, probably the most famous ambassador of psychedelic culture, experimented with them as a tool to modify the antisocial attitudes of hardened criminals, and more generally, recommended their use to free the mind and open it to transcendental experiences. It was this pop aspect of psychedelic culture that quickly proved its undoing: LSD, mescaline and hallucinogenic mushrooms began to take root in the counterculture rites and excesses of the 1960s, provoking the reaction of the more conservative parts of American society. After decades of legal diffusion, in 1970 the American President Richard Nixon definitively banned their use, placing them in the most restrictive category of substances prohibited by American law, which are also prohibited from being used for medical purposes. Soon, the rest of the Western world complied with the American decision, and research into psychedelic psychotherapy became, in fact, illegal more or less everywhere.

For a change of course it was necessary to wait 22 years. And the world was now very different from that of the 1970s: in the 1990s, developments in brain imaging made it possible to study brain activity in real time, allowing us to precisely investigate the effects of psychedelics both in humans as well as in animals, and changes in American culture had somehow pushed LSD and hallucinogenic mushrooms off the radar. It is in this climate that, in 1992, the FDA organized a historic meeting on hallucinogens, at the end of which the doors were once again opened to research on psychedelic substances, albeit within rigorous scientific protocols.

A new spring

Following the historic opening of the Food and Drugs Administration (FDA), research on psychedelic psychotherapy has gradually regained strength. For disorders such as post-traumatic stress syndrome, obsessive compulsive disorder, depression, addictions, concrete therapeutic steps have been lacking for decades, and this little by little has contributed to helping hallucinogens to win more and more sympathizers in the field. scientific. Dozens of researches in recent years have investigated and confirmed the safety of substances such as psilocybin, MDMA, and LSD, highlighting enormous therapeutic opportunities in the psychiatric field. A substance such as ketamine (a sedative with hallucinogenic effects, also widely used as a drug of abuse) has gained widespread acclaim for the therapy of depression, leading to the development of its derivative, esketamine, which has received approval for the treatment of drug-resistant forms of depression.

Also in the wake of these successes, since October last year the American National Institute of Health has broken the delay, financing for the first time a study involving psychedelics: psilocybin, in particular, of which the researchers at John Hopkins University are investigating the efficacy against cigarette smoking addiction. Obviously, what is being experienced today is not the casual use that could be observed after the war. Psychedelic psychotherapy protocols are extremely strict. They foresee very few sessions in which the substance is used, under the supervision of the therapists, and psychotherapy sessions that precede and follow the intake, to prepare the patient and help him to process the experiences made.

Da:

https://www.wired.it/article/psichiatria-rivoluzione-psichedelica/?uID=982a2e5e6c23a465c198026873f12240316e62e0ca4466acaa7c428e30ee2fc5&utm_brand=wi&utm_campaign=daily&utm_mailing=WI_NEWS_Daily%202022-02-28&utm_medium=email&utm_source=news&utm_term=WI_NEWS_Daily


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