Vivere nello Spazio cambia il cervello / Living in Space changes the brain

Vivere nello Spazio cambia il cervello Living in Space changes the brain


Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa


Ci prepariamo a diventare sempre più viaggiatori spaziali, d’altronde le promesse (e i sogni) per diventare turisti extraterrestri non mancano. Ma oltre alle necessarie preparazioni, sarebbe opportuno conoscere anche quali potrebbero essere gli effetti dei viaggi spaziali sul nostro corpo. Se ossa, muscoli e altre strutture sono studiate da decenni, gli studi sul cervello sono ancora pionieristici. Qualcosa però comincia a muoversi anche qui. Una ricerca, pubblicata su Frontiers in Neural Circuits, evidenzia per esempio che la permanenza nello Spazio provoca cambiamenti microstrutturali in varie parti del cervello. E mostra per la prima volta che le modifiche interessano soprattutto le connessioni neurali delle aree associate al movimento.

Vita nello spazio, come cambia il cervello

Che i voli nello spazio avessero un effetto sull’anatomia del cervello, lo avevano suggerito già altri studi. Ma, per la prima volta, gli scienziati hanno ricostruito anche una mappa tridimensionale dettagliata della sostanza bianca, ossia la rete di fibre nervose che trasmette le informazioni e connette le varie parti del cervello. Lo hanno fatto grazie alla risonanza magnetica eseguita sul cervello di 12 astronauti che hanno trascorso in media sei mesi sulla Stazione spaziale internazionale (Iss). Le scansioni sono avvenute circa tre mesi prima del lancio, dieci giorni dopo il ritorno sulla Terra e poi ancora una volta (in otto astronauti) a sette mesi dall’avventura spaziale. E quello che i ricercatori hanno osservato è molto interessante.

Con i nuovi movimenti, il cervello si riprogramma

Le condizioni di vita nello Spazio, va da sé, sono diverse da quelle a cui siamo abituati sulla Terra, basti pensare all’assenza di peso dovuta alle condizioni di microgravità. Ma il nostro cervello ha notevoli capacità di adattamento: è quella che chiamiamo neuroplasticità.

Le mappe 3D ottenute dallo studio, infatti, evidenziano una notevole plasticità neuronale in particolare nelle aree sensomotorie della corteccia cerebrale ed a livello di cervelletto, che controlla equilibrio e movimenti fini, e di corpo calloso, che collega i due emisferi cerebrali. “In assenza di peso, gli astronauti sono costretti a muoversi in modo molto diverso rispetto alla Terra. E il loro cervello, per così dire, si riprogramma”, ha commentato Andrei Doroshin, coautore dello studio e ricercatore alla Drexel University in Pennsylvania.

Ritorno alla normalità, o quasi

Dopo sette mesi di vita terrestre, i cervelli degli astronauti erano tornati quasi come prima della missione spaziale, sebbene alcuni cambiamenti microstrutturali fossero ancora visibili. Ciò suggerisce che vi sia una lenta ma progressiva normalizzazione. Questi primi risultati aprono la strada a nuovi studi sulla funzionalità cerebrale nello spazio, importanti anche per mettere in atto le giuste contromisure in vista di viaggi più lunghi. Come quelli su Marte.

ENGLISH

We are preparing to become more and more space travelers, on the other hand the promises (and dreams) to become extraterrestrial tourists are not lacking. But in addition to the necessary preparations, it would also be advisable to know what the effects of space travel could be on our body. While bones, muscles and other structures have been studied for decades, brain studies are still pioneering. But something begins to move here too. Research, published in Frontiers in Neural Circuits, shows, for example, that staying in Space causes microstructural changes in various parts of the brain. And it shows for the first time that the changes primarily affect the neural connections of the areas associated with movement.

Life in space, how the brain changes

That space flights had an effect on the anatomy of the brain, other studies had already suggested. But, for the first time, scientists have also reconstructed a detailed three-dimensional map of the white matter - the network of nerve fibers that transmit information and connect various parts of the brain. They did this thanks to magnetic resonance imaging performed on the brains of 12 astronauts who spent an average of six months on the International Space Station (ISS). The scans took place about three months before launch, ten days after returning to Earth and then once again (in eight astronauts) seven months after the space adventure. And what the researchers have observed is very interesting.

With the new movements, the brain reprograms itself

The conditions of life in Space, it goes without saying, are different from those we are used to on Earth, just think of the weightlessness due to the conditions of microgravity. But our brain has remarkable adaptability: it is what we call neuroplasticity.

The 3D maps obtained from the study, in fact, highlight a remarkable neuronal plasticity in particular in the sensorimotor areas of the cerebral cortex and at the level of the cerebellum, which controls balance and fine movements, and of the corpus callosum, which connects the two cerebral hemispheres. “In weightlessness, astronauts are forced to move very differently than on Earth. And their brains, as it were, reprogram itself, ”commented Andrei Doroshin, study co-author and researcher at Drexel University in Pennsylvania.

Return to normal, or almost

After seven months of terrestrial life, the astronauts' brains were back almost as they were before the space mission, although some microstructural changes were still visible. This suggests that there is a slow but progressive normalization. These first results pave the way for new studies on brain function in space, which are also important for implementing the right countermeasures in view of longer journeys. Like those on Mars.

Da:

https://www.galileonet.it/cervello-spazio-viaggi/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=Ucraina+Russia+Chernobyl



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