La batteria ad alga: energia dalla fotosintesi / The algae battery: energy from photosynthesis
La batteria ad alga: energia dalla fotosintesi / The algae battery: energy from photosynthesis
Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa
Dall’Università di Cambridge arriva una soluzione per produrre elettricità a partire da un cianobatterio.
L’
elettricità
è il motore della modernità, è alla base di tutto ciò che ci circonda e in futuro ne avremo sempre più bisogno, anche per limitare l’uso di fonti inquinanti, la grande sfida dei nostri giorni. Per questo si stanno moltiplicandosoluzioni
per produrre energia con la stessa efficacia dei metodi attuali, ma strizzando l’occhio allanatura
.Un esempio arriva dall’
Università di Cambridge
, dove il gruppo delDipartimento di Biochimica
, guidato dal professore italianoPaolo Bombelli
, ha sviluppato un nuovo tipo di batteria decisamente verde.Un tempo era chiamata alga blu-verde, ma il suo nome ufficiale è
Synechocystis
ed è uncianobatterio
biologicamente simile a una pianta. I ricercatori ne hanno sfruttato le proprietà di fotosintesi per creare unpiccolo sistema elettrochimico
che, alimentato solo con luce ed acqua, produce corrente elettrica. Il gruppo ha così creato unapiccola batteria di 50 grammi
e 6 centimetri che è riuscita ad alimentare un microprocessore. Il sistema è composto da un contenitore con acqua, cianobatteri ed un anodo in alluminio che raccoglie glielettroni generati durante la fotosintesi
. Una tecnologia che potrebbe essere facilmente riprodotta su larga scala.La speranza del gruppo di ricerca è infatti quella di produrre energia per i sensori “
internet-of-things
”, termine che indica il funzionamento dei dispositivi che ricevono e trasferiscono i dati su reti wireless, ad esempio quelli usati per la domotica in casa. Questi dispositivi sarannopiù di un trilione
nel mondo entro il 2035 e la loro alimentazione non potrà dipendere solo da miliardi di piccole batterie agliioni di litio
, materiale sempre più richiesto anche a causa del successo della mobilità elettrica. Una batteria ad alghe come quella di Cambridge potrebbe diventare una risposta al problema, perché non solo immagazzina energia come le classiche batteria, ma è in grado digenerarla
.In passato si era sperimentato più volte l’uso di batteri per produrre corrente, ma si trattava sempre di organismi alimentati con zuccheri o altri composti. Lo studio di Cambridge invece
ha puntato tutto sulla fotosintesi
, trasformando la luce in fonte di energia. Questo accade perchégli organismi fotosintetici scompongono le molecole d’acqua
grazie alla luce, generando ossigeno, elettroni e protoni. Il sistema sviluppato dalla squadra di Paolo Bonelli permette di prendere alcuni di questielettroni
ed incanalarli in un elettrodo perprodurre corrente elettrica
.Rispetto a una classica pila, la cui tensione elettrica è di 1,2 volt, la batteria ad alghe ne ha una di circa
700/800 millivolt
. A differenza della pila, però, che dopo un certo periodo esaurisce la sua capacità, quella a cianobatteriopuò funzionare per più di un anno
.Un altro modo per limitare gli sprechi ed i danni ambientali,
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