CATARATTA DA CORTISONE / CORTISONE CATARACT

CATARATTA DA CORTISONECORTISONE

CATARACT


Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported

 by Dr. Giuseppe Cotellessa




La cataratta è una condizione oculare dovuta all’opacizzazione del cristallino, essa causa annebbiamento della vista e impedimenti visivi anche molto significativi. La cataratta è tipicamente legata all’invecchiamento, ma può insorgere a qualsiasi età a causa dell’utilizzo prolungato di cortisonici e in questo caso si parla di cataratta da cortisone. I cortisonici sono farmaci di larghissimo impiego ma, essendo catarattogeni, la loro somministrazione prolungata – per via sistemica, topica e per inalazione – deve essere attentamente ponderata. Una volta insorta, la cataratta può essere rimossa grazie a un intervento chirurgico che prevede la sostituzione del cristallino opacizzato con una lente sintetica perfettamente trasparente.

Il cristallino

Il cristallino è una lente naturale situata all’interno dell’occhio, dietro l’iride, in grado di mettere a fuoco sulla retina le immagini provenienti dal mondo esterno a seconda della loro distanza.  Si tratta di una lente biconvessa a fuoco variabile, ossia una lente in grado di modificare il proprio potere ottico (messa a fuoco) grazie al fenomeno dell’accomodazione, che permette di modificare la curvatura del cristallino – e di conseguenza il suo potere diottrico – a seconda della distanza dell’oggetto osservato. Ciò avviene grazie all’azione del corpo ciliare, che è collegato al cristallino mediante un sistema di fibrille detto zonula e che funziona come un vero e proprio muscolo.

Il cristallino è costituito da una membrana esterna (capsula), dalla lente vera e propria (nucleo centrale) e da una parte intermedia (porzione corticale o corteccia), situata tra il nucleo e la capsula. In età giovanile ed in assenza di patologie, il cristallino è un tessuto elastico e perfettamente trasparente; la perdita dell’elasticità causa la presbiopia (incapacità di mettere a fuoco oggetti piccoli e vicini), mentre la perdita della trasparenza, che avviene a causa di un processo di opacizzazione del cristallino, dà origine ad una condizione oculare chiamata cataratta.

L’opacizzazione del cristallino rende la visione annebbiata e, a seconda dell’entità e della localizzazione dell’opacizzazione, si possono avere impedimenti visivi anche molto significativi. La cataratta si forma molto comunemente con l’avanzare dell’età (cataratta senile), ma esistono numerosi altri fattori che possono determinare la formazione di diversi tipi di cataratta, quale
1) la cataratta congenita, già presente alla nascita,
2) la cataratta secondaria, causata da patologie preesistenti, sia dell’occhio (e.g. uveite) sia dell’organismo (e.g. diabete),
3) la cataratta nelle miopie elevate, dovuta alla preesistenza di una miopia patologica,
4) la cataratta traumatica, come quella derivante da un trauma o da un intervento chirurgico all’occhio,
5) la cataratta fototossica, che può insorgere a seguito dell’esposizione prolungata e senza protezione adeguata alla luce solare intensa od a fonti di radiazioni UV (lampade solari, strumenti da laboratorio etc.)
6) la cataratta indotta dall’assunzione di farmaci (soprattutto cortisonici). Anche i fattori ereditari possono      avere un ruolo importante nello sviluppo della cataratta.

La cataratta indotta da cortisone o cataratta sub-capsulare posteriore (PSC)

Tra le cataratte indotte dall’assunzione di farmaci, la cataratta indotta da cortisone assume grande rilevanza a causa del largo impiego dei cortisonici (noti anche come corticosteroidi o steroidi) in medicina.

La cataratta da cortisone differisce dagli altri tipi di cataratta per la sua origine, per la sua peculiare collocazione anatomica e per il suo aspetto. Per quanto riguarda la collocazione anatomica, la cataratta da cortisone si forma sempre nella corteccia posteriore, proprio a contatto con la capsula, e per questo motivo essa prende il nome di cataratta sottocapsulare posteriore (PSC)La PSC presenta una forma caratteristicamente irregolare ed una struttura disomogenea costituita da granuli bianco-giallastri opachi intervallati da spazi vuoti molto piccoli. La PSC insorge generalmente in entrambi gli occhi e nel medesimo intervallo temporale.

I cortisonici (noti anche come corticosteroidi, steroidi o glucocorticoidi)

cortisonici appartengono al grande gruppo di composti chimici chiamati composti steroidei, o più semplicemente steroidi, e sono presenti sia negli animali sia nei vegetali, dove rivestono funzioni biologiche di fondamentale importanza. Negli animali, gli steroidi possono essere suddivisi in cinque categorie: estrogeniprogestiniciandrogenimineralcorticoidi e glucocorticoidi. I glucocorticoidi possono essere prodotti in tessuti differenti e possono avere le funzioni più disparate. Ogni composto viene prodotto in un determinato distretto del corpo e va ad agire in modo specifico su determinate cellule (cellule bersaglio), che possono trovarsi in parti del corpo vicine o anche lontane. Una volta all’interno delle cellule, i composti steroidei possono azionare diversi meccanismi cellulari, spesso meccanismi che agiscono sul funzionamento del DNA.

Il cortisonico più comune in natura è il cortisolo (o idrocortisone), da cui derivano il cortisone e il corticosterone. I cortisonici sono potenti agenti antinfiammatori ed immunosoppressivi, pertanto essi sono i farmaci d’elezione per curare le infiammazioni, anche quelle oculari, e per tenere sotto controllo il rigetto dopo un trapianto d’organo. L’utilità dei cortisonici in medicina ha portato le industrie farmaceutiche alla produzione sintetica di nuove molecole che presentano gruppi funzionali diversi e quindi proprietà differenti.

I cortisonici e gli effetti indesiderati, diretti e indiretti, sulla salute degli occhi

L’utilizzo dei cortisonici presenta svariate controindicazioni e reazioni avverse che influiscono direttamente o indirettamente sugli occhi, come ad esempio l’insorgenza del diabete, una malattia metabolica che può avere conseguenze anche molto dannose sulla retina, e l’innalzamento della pressione intraoculare, che può provocare il glaucoma, una patologica che arreca danni gravissimi al nervo ottico e quindi alla visione. Altri effetti collaterali derivanti dall’utilizzo dei cortisonici sono una possibile riattivazione dell’Herpes simplex ed una riduzione della capacità di guarigione della cornea dopo un danno od un intervento di chirurgia refrattiva. L’effetto più comune e noto dell’utilizzo dei cortisonici è lo sviluppo della cataratta sottocapsulare posteriore (PSC); tra i farmaci che inducono la formazione della PSC possiamo annoverare il cortisone, il desametasone ed il prednisone.

I cortisonici e l’induzione della cataratta sottocapsulare posteriore (PSC)

La correlazione tra l’utilizzo prolungato di cortisonici e la formazione della cataratta sottocapsulare posteriore (PSC) è nota già dal 1960. I cortisonici sono medicinali di largo impiego e sono dei veri e propri salvavita in diverse situazioni, quale ed esempio l’asma bronchiale e lo shock anafilattico, per contrastare le infiammazioni gravi (il cortisone è il medicinale d’elezione per l’artrosi reumatoide) e per inibire le reazioni di rigetto nei pazienti che hanno ricevuto un trapianto d’organo.

La correlazione tra steroidi e PSC è stata osservata non solo per gli steroidi somministrati per via sistemica, ma anche per quelli impiegati per via topica (colliri e pomate) e per inalazione. Ciò implica che è necessario porre grande attenzione nella somministrazione e nell’utilizzo di questi composti in oculistica, poiché essi sono largamente impiegati in tutti i casi d’infezione e trauma della parte anteriore dell’occhio.

Da diversi studi emerge che esiste un effetto dose tra l’utilizzo dei cortisonici e l’insorgenza della cataratta: più alta la dose e più prolungata la cura, più alta la percentuale d’insorgenza di cataratta. L’effetto di induzione della PSC sui bambini è più veloce anche a dosaggi minori. Secondo molti ricercatori, oltre all’effetto dose va considerata anche la suscettibilità individuale, dovuta molto probabilmente a fattori genetici. Ad ogni modo, l’effetto dose dei cortisonici pone una problematica alla quale i medici devono prestare molta attenzione quando prescrivono cure a base di cortisonici ai loro pazienti, soprattutto in vista di una cura prolungata nel tempo.

Data l’esistenza di una suscettibilità individuale allo stesso farmaco e di una suscettibilità diversa di uno stesso individuo a farmaci diversi, non è possibile fare una previsione sul se e sul quando la somministrazione di cortisonici darà origine ad una cataratta, quindi è sempre opportuno che un paziente sotto cura steroidea si sottoponga a visite oculistiche regolari per monitorare lo stato di salute del cristallino.

Oggigiorno l’impiego dei cortisonici è in forte aumento, pertanto è presumibile che nel prossimo futuro si assisterà ad un incremento dei casi di PSC.

Meccanismi di formazione della cataratta

Fino ad oggi c’è stata una grande difficoltà nel riuscire a creare un modello sperimentale, sia animale sia in vitro, utile allo studio dei meccanismi responsabili della formazione della cataratta indotta da steroidi, quindi la ricerca effettuata in questo campo non ha ancora fornito risultati in grado di proporre un modello universalmente riconosciuto e valido per la ricerca di metodi, medicinali e protocolli da utilizzare quale profilassi per la formazione della PSC in caso di utilizzo a lungo termine di cortisonici.

Sono state avanzate diverse teorie che spiegano la formazione della cataratta in genere ed in particolar modo della PSC; riassumiamo qui di seguito, in modo semplificato, le teorie più importanti:

Il meccanismo universale della formazione della cataratta: prevede che ci sia un’alterazione delle proteine del cristallino dovuta a stress ossidativo, osmotico e/o metabolico. Le proteine alterate interagirebbero tra loro in modo casuale e disordinato, dando origine ad aggregati proteici ed a complessi sovramolecolari capaci di deviare o bloccare i raggi luminosi che attraversano il cristallino.

La teoria dello scompenso metabolico: i cortisonici altererebbero il metabolismo delle cellule causando un’inadeguata produzione di energia ed un malfunzionamento di molti sistemi cellulari, in particolare i meccanismi antiossidanti che dovrebbero proteggere le cellule dall’invecchiamento, producendo effetti dannosi sulla sintesi del DNA e sulla crescita cellulare.

La teoria del danno osmotico: i cortisonici porterebbero a uno sbilanciamento ionico del cristallino, facendone aumentare la capacità di attirare acqua al suo interno; ciò causerebbe un accumulo di acqua tale da determinare la modificazione dell’indice di rifrazione della lente e conseguenti problemi nella messa a fuoco.

La teoria del comportamento aberrante delle cellule del cristallino: i cortisonici indurrebbero la PSC in modo indiretto, ossia agendo non sulle cellule del cristallino bensì sulle cellule del corpo ciliare; queste produrrebbero un tipo di umor acqueo (il liquido trasparente che normalmente bagna e nutre il cristallino) anormale, tale da alterare la crescita ed il mantenimento della normale architettura cellulare del cristallino e interferire con il passaggio della luce attraverso la lente.

I sintomi della cataratta

I sintomi più comuni della cataratta comprendono:

  • visone sfuocata o opacizzata in assenza di dolore oculare,
  • aumentata sensibilità alla luce, abbagliamento,
  • difficoltà nella visione notturna,
  • diplopia,
  • necessità di maggiore illuminazione durante la lettura,
  • visione sbiadita o ingiallita dei colori,
  • perdita di sensibilità al contrasto,
  • impedimento visivo totale (cecità).

La cataratta può svilupparsi più o meno velocemente in individui diversi. La cataratta da cortisone, contrariamente alla più comune cataratta senile, può insorgere anche nelle persone giovani, si presenta in entrambi gli occhi e solitamente progredisce piuttosto rapidamente.

Quando è necessario l’intervento di cataratta

La cataratta da cortisone può avanzare piuttosto velocemente e l’intervento si rende necessario quando le esigenze visive di chi ne è affetto lo richiedono, in particolar modo se la visione risulta talmente offuscata da rendere difficile, se non addirittura pericoloso, lo svolgimento delle normali attività quotidiane, come ad esempio scendere le scale o guidare. E’ molto importante non aspettare troppo tempo prima di effettuare l’intervento, poiché quando la cataratta si trova in uno stadio molto avanzato il cristallino diventa particolarmente duro e ciò può causare l’insorgenza di alcune complicanze durante l’intervento.

Protezione contro i raggi UV

Non esistono rimedi farmacologici, colliri, esercizi oculari o lenti che possano rallentare, bloccare o far regredire il processo di perdita della trasparenza del cristallino. Ad oggi, l’unica cura per eliminare la cataratta è l’intervento di cataratta, un intervento chirurgico ormai routinario, veloce ed indolore, che consiste nella rimozione del cristallino opacizzato e nella sua sostituzione con una lente artificiale perfettamente trasparente.

L’utilizzo di sistemi di protezione contro i raggi UV (occhiali da sole o lenti “clip-on”) può aiutare a prevenire od a ritardare il processo che porta alla formazione della cataratta ed anche di altre importanti patologie oculari quali le maculopatie.

L’intervento di cataratta: la facoemulsificazione

L’intervento di cataratta più tecnicamente avanzato e più comunemente effettuato oggigiorno è la facoemulsificazione, che consiste nella rimozione del cristallino opacizzato e la sua sostituzione con un cristallino artificiale biocompatibile, denominato lente intraoculare o IOL (dall’inglese Intraocular Lens). La facoemulsificazione è una tecnica molto sofisticata che si avvale dell’utilizzo di ultrasuoni torsionali per frammentare ed eliminare la porzione più centrale del cristallino opacizzato. La porzione più esterna e posteriore del cristallino, denominata capsula posteriore, viene lasciata in loco e funge da supporto per l’impianto della nuova lente sintetica.

L’intervento di facoemulsificazione viene effettuato in modalità ambulatoriale e dura pochi minuti (solitamente 15-20 minuti); la sua esecuzione, minimamente invasiva, è assolutamente indolore e presenta un post-operatorio privo di particolari fastidi e piuttosto breve (pochi giorni).

Benefici e possibili complicanze dell’intervento di cataratta

L’intervento di cataratta è una procedura che dà eccellenti risultati; oggigiorno i benefici dell’intervento di cataratta sono veramente consistenti e la visione migliora sensibilmente nella stragrande maggioranza dei casi, a meno che non esistano gravi patologie a carico della cornea, della retina o del nervo ottico.

Complicanze molto gravi, tali da limitare o mettere in pericolo la visione, sono davvero molto rare. Tuttavia, prima di sottoporsi ad un intervento di cataratta è sempre bene parlare con il proprio oculista circa i benefici e le possibili complicanze di questa procedura.

Cataratta secondaria (fibrosi capsulare) e capsulotomia posteriore

Nella maggior parte delle persone che hanno subito un intervento di cataratta, la capsula posteriore che ospita il cristallino artificiale (IOL) va incontro ad un progressivo processo di fibrosi e opacizzazione, provocando un nuovo annebbiamento della visione. Questa condizione, impropriamente denominata cataratta secondaria (il termine corretto è fibrosi capsulare), deve essere trattata con un intervento laser, la capsulotomia posteriore, una procedura laser non invasiva che dura pochi secondi, assolutamente indolore e priva di fastidi post-operatori.

ENGLISH

Cataract is an ocular condition due to the opacification of the lens, it causes blurred vision and even very significant visual impediments. Cataracts are typically linked to aging, but can arise at any age due to the prolonged use of cortisone and in this case we speak of cortisone cataracts. Cortisones are widely used drugs but, being cataractogens, their prolonged administration - systemically, topically and by inhalation - must be carefully considered. Once the cataract has arisen, it can be removed thanks to a surgical procedure that involves replacing the opacified lens with a perfectly transparent synthetic lens.


The crystalline


The lens is a natural lens located inside the eye, behind the iris, capable of focusing on the retina images from the outside world depending on their distance. It is a biconvex lens with variable focus, that is a lens capable of modifying its optical power (focusing) thanks to the phenomenon of accommodation, which allows to modify the curvature of the lens - and consequently its dioptric power - depending on the distance of the observed object. This occurs thanks to the action of the ciliary body, which is connected to the lens by a system of fibrils called zonula and which works like a real muscle.


The lens consists of an external membrane (capsule), the actual lens (central nucleus) and an intermediate part (cortical portion or cortex), located between the nucleus and the capsule. At a young age and in the absence of pathologies, the lens is an elastic and perfectly transparent tissue; the loss of elasticity causes presbyopia (inability to focus on small and close objects), while the loss of transparency, which occurs due to a process of opacification of the lens, gives rise to an ocular condition called cataract.



The opacification of the lens makes the vision blurred and, depending on the extent and location of the opacification, there may be very significant visual impediments. Cataracts very commonly form with advancing age (senile cataract), but there are numerous other factors that can determine the formation of different types of cataracts, such as

1) congenital cataract, already present at birth,

2) secondary cataracts, caused by pre-existing diseases, both of the eye (e.g. uveitis) and of the body (e.g. diabetes),

3) cataracts in high myopia, due to the pre-existence of a pathological myopia,

4) traumatic cataracts, such as that resulting from trauma or eye surgery,

5) phototoxic cataracts, which can arise as a result of prolonged exposure and without adequate protection to intense sunlight or sources of UV radiation (sun lamps, laboratory instruments, etc.)

6) cataracts induced by taking drugs (especially cortisone). Hereditary factors can also play an important role in the development of cataracts.


Cortisone-induced cataract or posterior sub-capsular cataract (PSC)

Among the cataracts induced by the intake of drugs, the cataract induced by cortisone is of great importance due to the wide use of corticosteroids (also known as corticosteroids or steroids) in medicine.


Cortisone cataract differs from other types of cataracts in its origin, its peculiar anatomical location and its appearance. As for the anatomical location, the cortisone cataract always forms in the posterior cortex, right in contact with the capsule, and for this reason it is called posterior subcapsular cataract (PSC). PSC has a characteristically irregular shape and an uneven structure consisting of opaque yellowish-white granules interspersed with very small gaps. PSC generally occurs in both eyes and within the same time interval.

Cortisones (also known as corticosteroids, steroids, or glucocorticoids)

Cortisones belong to the large group of chemical compounds called steroid compounds, or more simply steroids, and are present both in animals and in plants, where they have biological functions of fundamental importance. In animals, steroids can be divided into five categories: estrogens, progestins, androgens, mineralocorticoids, and glucocorticoids. Glucocorticoids can be produced in different tissues and can have the most disparate functions. Each compound is produced in a certain area of ​​the body and acts in a specific way on certain cells (target cells), which can be found in parts of the body near or even far away. Once inside the cells, steroid compounds can activate various cellular mechanisms, often mechanisms that affect the functioning of DNA.


The most common cortisone in nature is cortisol (or hydrocortisone), from which cortisone and corticosterone are derived. Cortisones are powerful anti-inflammatory and immunosuppressive agents, therefore they are the drugs of choice to treat inflammation, including ocular ones, and to control rejection after an organ transplant. The usefulness of cortisones in medicine has led the pharmaceutical industries to the synthetic production of new molecules that have different functional groups and therefore different properties.


Cortisones and undesirable effects, direct and indirect, on eye health

The use of cortisones has various contraindications and adverse reactions that directly or indirectly affect the eyes, such as the onset of diabetes, a metabolic disease that can have very harmful consequences on the retina, and the increase in intraocular pressure, which it can cause glaucoma, a disease that causes very serious damage to the optic nerve and therefore to vision. Other side effects deriving from the use of cortisone drugs are a possible reactivation of Herpes simplex and a reduction in the cornea's ability to heal after damage or refractive surgery. The most common and known effect of the use of cortisones is the development of posterior subcapsular cataract (PSC); among the drugs that induce the formation of PSC we can include cortisone, dexamethasone and prednisone.


Cortisones and the induction of posterior subcapsular cataracts (PSC)

The correlation between the prolonged use of cortisones and the formation of the posterior subcapsular cataract (PSC) has been known since 1960. The cortisone drugs are widely used and are real lifesavers in various situations, such as bronchial asthma and anaphylactic shock, to counteract severe inflammation (cortisone is the drug of choice for rheumatoid arthrosis) and to inhibit rejection reactions in patients who have received an organ transplant.


The correlation between steroids and PSC was observed not only for steroids administered systemically, but also for those used topically (eye drops and ointments) and inhaled. This implies that it is necessary to pay great attention to the administration and use of these compounds in ophthalmology, since they are widely used in all cases of infection and trauma of the anterior part of the eye.


Several studies show that there is a dose effect between the use of cortisones and the onset of cataracts: the higher the dose and the more prolonged the treatment, the higher the percentage of onset of cataracts. The induction effect of PSC on children is faster even at lower dosages. According to many researchers, in addition to the dose effect, individual susceptibility must also be considered, most likely due to genetic factors. In any case, the dose effect of steroids poses a problem to which doctors must pay close attention when prescribing cortisone-based treatments to their patients, especially in view of a prolonged cure over time.


Given the existence of an individual susceptibility to the same drug and a different susceptibility of the same individual to different drugs, it is not possible to predict if and when the administration of cortisones will give rise to a cataract, so it is always advisable that a patient on steroid treatment undergoes regular eye examinations to monitor the state of health of the lens.


Today, the use of cortisone drugs is increasing sharply, so it is likely that in the near future there will be an increase in cases of PSC.

Mechanisms of cataract formation

Until now there has been a great difficulty in being able to create an experimental model, both animal and in vitro, useful for the study of the mechanisms responsible for the formation of steroid-induced cataracts, therefore the research carried out in this field has not yet provided results. able to propose a universally recognized and valid model for the research of methods, medicines and protocols to be used as a prophylaxis for the formation of PSC in case of long-term use of cortisone.


Several theories have been advanced that explain the formation of cataracts in general and PSC in particular; we summarize below, in a simplified way, the most important theories:


The universal mechanism of cataract formation: provides for an alteration of the lens proteins due to oxidative, osmotic and / or metabolic stress. The altered proteins would interact with each other in a random and disordered way, giving rise to protein aggregates and supramolecular complexes capable of deflecting or blocking the light rays that cross the lens.


The theory of metabolic decompensation: cortisones would alter the metabolism of cells causing inadequate energy production and a malfunction of many cell systems, in particular the antioxidant mechanisms that should protect cells from aging, producing harmful effects on DNA synthesis and on cell growth.


The theory of osmotic damage: cortisone drugs would lead to an ionic imbalance of the lens, increasing its ability to attract water inside it; this would cause an accumulation of water such as to determine the modification of the refractive index of the lens and consequent problems in focusing.



The theory of the aberrant behavior of the lens cells: cortisones induce PSC indirectly, ie by acting not on the cells of the lens but on the cells of the ciliary body; these would produce an abnormal type of aqueous humor (the transparent liquid that normally bathes and nourishes the lens), such as to alter the growth and maintenance of the normal cellular architecture of the lens and interfere with the passage of light through the lens.


Symptoms of cataracts

The most common symptoms of cataracts include:


blurred or dull mink in the absence of eye pain,

increased sensitivity to light, glare,

difficulty in night vision,

diplopia,

need for more lighting when reading,

faded or yellowed vision of colors,

loss of contrast sensitivity,

total visual impairment (blindness).

Cataracts can develop more or less quickly in different individuals. Cortisone cataract, unlike the more common senile cataract, can also occur in young people, occurs in both eyes and usually progresses rather rapidly.


When cataract surgery is necessary

Cortisone cataracts can progress quite quickly and surgery is necessary when the visual needs of those affected require it, especially if the vision is so blurred as to make it difficult, if not dangerous, to carry out normal activities. daily, such as walking down stairs or driving. It is very important not to wait too long before carrying out the surgery, since when the cataract is in a very advanced stage, the lens becomes particularly hard and this can cause the onset of some complications during the surgery.


UV protection

There are no pharmacological remedies, eye drops, eye exercises or lenses that can slow down, block or reverse the process of loss of transparency of the lens. To date, the only cure to eliminate cataracts is cataract surgery, a now routine, fast and painless surgery, which consists of removing the opacified lens and replacing it with a perfectly transparent artificial lens.


The use of UV protection systems (sunglasses or "clip-on" lenses) can help prevent or delay the process that leads to the formation of cataracts and also other important eye diseases such as maculopathies.

Cataract surgery: phacoemulsification

The most technically advanced and most commonly performed cataract surgery today is phacoemulsification, which consists of removing the opacified lens and replacing it with a biocompatible artificial lens, called intraocular lens or IOL (from the English Intraocular Lens). Phacoemulsification is a very sophisticated technique that uses torsional ultrasound to fragment and eliminate the most central portion of the opacified lens. The outermost and posterior portion of the lens, called the posterior capsule, is left in place and acts as a support for the implantation of the new synthetic lens.


The phacoemulsification surgery is performed in outpatient mode and lasts a few minutes (usually 15-20 minutes); its execution, minimally invasive, is absolutely painless and presents a post-operative procedure without particular hassles and rather short (a few days).


Benefits and possible complications of cataract surgery

Cataract surgery is a procedure that gives excellent results; nowadays the benefits of cataract surgery are truly substantial and vision improves significantly in the vast majority of cases, unless there are serious pathologies affecting the cornea, retina or optic nerve.


Very serious complications, such as to limit or endanger the vision, are very rare indeed. However, before undergoing cataract surgery it is always good to talk to your eye doctor about the benefits and possible complications of this procedure.


Secondary cataract (capsular fibrosis) and posterior capsulotomy

In most people who have undergone cataract surgery, the posterior capsule that houses the artificial lens (IOL) undergoes a progressive process of fibrosis and opacification, causing a new clouding of vision. This condition, improperly called secondary cataract (the correct term is capsular fibrosis), must be treated with a laser intervention, posterior capsulotomy, a non-invasive laser procedure that lasts a few seconds, absolutely painless and without post-operative discomfort.

Da:

http://www.oculisticatv.it/wp/oculistica-tv-cataratta-da-cortisone_/


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