L’invecchiamento biologico non è uguale per tutti / Biological aging is not the same for everyone

L’invecchiamento biologico non è uguale per tuttiBiological aging is not the same for everyone

Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa


La disparità dipende da un'intricata rete di fattori genetici, culturali, sociali, ecologici ed ambientali.

Popolazioni diverse, che vivono nello stesso luogo, possono mostrare età biologiche differenti. Una disparità di invecchiamento che dipende da un’intricata rete di fattori genetici, culturali, sociali, ecologici ed ambientali, come rivela lo studio guidato da ricercatori dell’Università di Bologna e pubblicato sulla rivista Evolution, Medicine, & Public Health, dal titolo “Epigenetic aging differences between Wichí and Criollos from Argentina: Insights from genomic history and ecology”.

L’invecchiamento della popolazione a livello globale sta rendendo la misura dell’età biologica – lo stato e la velocità del processo di invecchiamento dell’organismo – un elemento fondamentale per la prevenzione e la cura di molte malattie croniche. Tra gli strumenti più innovativi per determinarla ci sono gli “orologi epigenetici”, tecniche di analisi che permettono di distinguere l’età cronologica da quella biologica di un individuo.

I ricercatori le hanno impiegate per analizzare le differenze di invecchiamento in due popolazioni con profili genetici e culturali distinti, che convivono nel villaggio di Misión Nueva Pompeya, nel Gran Chaco, in Argentina: i Wichí, popolazione nativa americana rimasta a lungo isolata, ed i Criollos, geneticamente caratterizzati dall’incrocio tra diversi popoli indigeni ed i primi colonizzatori europei.

Le differenze osservate nell’invecchiamento biologico

L’indagine ha evidenziato differenze significative tra le due popolazioni, con i Wichí che mostrano un’età biologica più elevata rispetto ai loro vicini Criollos. Per cercare di spiegare queste differenze, gli studiosi hanno preso in considerazione diversi parametri e dati etnografici tra cui lo stato nutrizionale, lo stato socioeconomico, il contesto ecologico e la positività a Tripanosoma cruzi, un parassita endemico in queste zone.

I Wichí, per esempio, tradizionalmente cacciatori, raccoglitori e orticultori stagionali da semi-nomadi, nelle ultime decadi del XIX secolo sono diventati sedentari, passando da una alimentazione a prevalenza di frutti ed animali della foresta al consumo di cibo industrializzato.

Ciò può aver contribuito alle differenze osservate nell’invecchiamento biologico, così come l’accesso all’acqua potabile e l’esposizione a malattie infettive ricorrenti. Dalle analisi condotte è emerso inoltre che anche la storia genomica ha giocato un ruolo nella popolazione nativa.

È un passo in avanti, ma per approfondire il legame tra orologi epigenetici ed i possibili esiti in termini di salute nelle diverse popolazioni sono necessarie ricerche che considerino la complessa biodiversità umana. Oltre che un approccio interdisciplinare per poter comprendere i fattori biologici, culturali, sociali ed ambientali alla base delle differenze.

ENGLISH

The disparity depends on an intricate network of genetic, cultural, social, ecological and environmental factors.

Different populations, living in the same place, can show different biological ages. An aging disparity that depends on an intricate network of genetic, cultural, social, ecological and environmental factors, as revealed by the study led by researchers from the University of Bologna and published in the journal Evolution, Medicine, & Public Health, entitled “Epigenetic aging differences between Wichí and Criollos from Argentina: Insights from genomic history and ecology”.


The aging of the population at a global level is making the measurement of biological age – the state and speed of the body’s aging process – a fundamental element for the prevention and treatment of many chronic diseases. Among the most innovative tools for determining it are “epigenetic clocks”, analysis techniques that allow us to distinguish the chronological age from the biological age of an individual.


The researchers used them to analyze the differences in aging in two populations with distinct genetic and cultural profiles, who coexist in the village of Misión Nueva Pompeya, in the Gran Chaco, Argentina: the Wichí, a Native American population that remained isolated for a long time, and the Criollos, genetically characterized by the crossbreeding between different indigenous peoples and the first European colonizers.


The differences observed in biological aging

The study highlighted significant differences between the two populations, with the Wichí showing a higher biological age than their Criollo neighbors. To try to explain these differences, the researchers took into account various parameters and ethnographic data including nutritional status, socioeconomic status, ecological context and positivity to Trypanosoma cruzi, a parasite endemic to these areas.


The Wichí, for example, traditionally semi-nomadic hunters, gatherers and seasonal horticulturists, became sedentary in the last decades of the 19th century, moving from a diet mainly based on fruits and animals of the forest to the consumption of industrialized food.


This may have contributed to the differences observed in biological aging, as well as access to drinking water and exposure to recurrent infectious diseases. The analyses conducted also showed that genomic history also played a role in the native population.


This is a step forward, but to deepen the link between epigenetic clocks and possible health outcomes in different populations, research is needed that considers the complex human biodiversity. In addition to an interdisciplinary approach to understand the biological, cultural, social and environmental factors underlying the differences.

Da:

https://rivistanatura.com/linvecchiamento-biologico-non-e-uguale-per-tutti/

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