I migliori video musicali animati di tutti i tempi / The Best Animated Music Videos Of All Time
I migliori video musicali animati di tutti i tempi / The Best Animated Music Videos Of All Time
Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Reported by Dr. Giuseppe Cotellessa
Tra tutte le discipline creative, l'animazione per me è sempre stata al di sopra di tutte le altre, e non c'è luogo migliore in cui questa forma di espressione possa realizzarsi che nei video musicali animati. A differenza di altri tipi di motion capture, ogni momento di un'animazione è una decisione consapevole, ogni elemento utilizzato è posizionato specificamente per uno scopo. Essendo la patria naturale di questo tipo di espressione, MTV sta scomparendo dal Regno Unito dopo 30 anni gloriosi (e alcuni anni non proprio gloriosi negli ultimi anni), ora è il momento giusto per guardarsi indietro e stilare una lista dei migliori video musicali animati di tutti i tempi.
Alcuni dei primi esempi di animazione degli anni '20 si affidavano alla musica per svolgere gran parte del lavoro pesante. Negli anni '80, la forma d'arte del video musicale esplose, al punto che il debito dei nuovi video divenne un vero e proprio "evento" e molti di quei primi esempi si affidarono alla strana bellezza dell'animazione per arrivare sui nostri schermi.
Anche oggi, se realizzati correttamente, i video musicali animati possono creare mondi in cui il suono diventa colore e l'immaginazione non ha più gravità. Dai viaggi psichedelici disegnati a mano agli incubi surreali in stop-motion e agli abbaglianti paesaggi onirici in CGI, i video musicali animati appartengono da tempo alle pieghe più audaci della narrazione visiva.
In questa raccolta curata, ho raccolto i video musicali animati più creativi, strabilianti e iconici mai realizzati. Sono i video che hanno trasformato le canzoni a loro associate in avventure cinematografiche e ridefinito il concetto di "video musicale". Che siano stati dipinti fotogramma per fotogramma o renderizzati con la magia del digitale, queste clip dimostrano che quando l'animazione incontra la musica, la magia è possibile.
Kraftwerk – Autobahn (1979)
I pionieri tedeschi Kraftwerk celebrarono l'autostrada con la loro canzone del 1974 "Autobahn", e qualche anno dopo l'animatore Roger Mainwood ne realizzò un'interpretazione visiva davvero psichedelica. Il film d'animazione di 12 minuti di Mainwood (commissionato intorno al 1979 per una delle prime uscite in laserdisc) rifugge le automobili letterali in favore di immagini astratte e caleidoscopiche. Come spiegò lo stesso Mainwood, mirava a trasmettere "un senso di viaggio ripetitivo e alienazione", rappresentato da una figura futuristica solitaria che indossa occhiali protettivi e si snoda all'infinito attraverso tunnel surreali.
I pionieri tedeschi Kraftwerk celebrarono l'autostrada con la loro canzone del 1974 "Autobahn", e qualche anno dopo l'animatore Roger Mainwood ne realizzò un'interpretazione visiva davvero psichedelica. Il film d'animazione di 12 minuti di Mainwood (commissionato intorno al 1979 per una delle prime uscite in laserdisc) rifugge le automobili letterali in favore di immagini astratte e caleidoscopiche. Come spiegò lo stesso Mainwood, mirava a trasmettere "un senso di viaggio ripetitivo e alienazione", rappresentato da una figura futuristica solitaria che indossa occhiali protettivi e si snoda all'infinito attraverso tunnel surreali.
Il risultato è puro pop psichedelico: sequenze disegnate a mano di forme amorfe, geometrie pulsanti e strane creature che marciano sullo schermo. Sebbene né i Kraftwerk né la loro etichetta abbiano avuto successo, l'animazione di Autobahn di Mainwood è diventata un classico di culto tra i fan per il suo stile colorato e ipnotico e la sua visione lungimirante della tecnologia e dei viaggi.
Pink Floyd – Il muro (1982)
Gli 11 minuti circa di animazione di Scarfe (durante canzoni come "Another Brick in the Wall" e "Goodbye Blue Sky") sono ancora considerati "classici straordinari e da incubo". Queste sequenze disegnate a mano conferirono al concept dark dei Pink Floyd un'assurdità quasi fiabesca, consolidando l'opera di Scarfe come una delle immagini più inquietanti e memorabili mai adattate alla musica rock.
Dire Straits – Soldi per niente (1985)
Sebbene primitiva per gli standard odierni, la CGI frastagliata era allucinante all'epoca e si adattava perfettamente alla visione ironica della cultura televisiva espressa dalla canzone. L'innovazione diede i suoi frutti in modo spettacolare: agli MTV Video Music Awards del 1986, la clip ottenne 11 nomination e vinse sia il premio Video dell'Anno che quello per il Miglior Video di Gruppo. In breve, Money for Nothing dimostrò che i computer potevano rendere anche una melodia sarcastica fresca e all'avanguardia sullo schermo.
A-ha – Prendimi (1985)
Questo lavoro d'amore ha dato i suoi frutti: dopo un flop iniziale, la riedizione del 1985 con la clip animata ha portato il brano al secondo posto nelle classifiche del Regno Unito e al primo negli Stati Uniti, aggiudicandosi numerosi MTV Awards nel 1986. Quasi quarant'anni dopo, Take On Me stupisce ancora gli spettatori con la sua semplice ma ingegnosa fusione di fantasia e realtà. Rimane sia l'immagine distintiva della band sia un caso di studio su come le immagini creative possano creare un singolo di successo.
Peter Gabriel – Sledgehammer (1986)
L'effetto è infinitamente giocoso e surreale. E i risultati sono stati eccellenti: "Sledgehammer" ha fatto incetta di premi agli MTV Video Music Awards del 1987, vincendo nove VMA (un record) per la sua inventiva. Ancora oggi è spesso citato come il più grande video musicale animato di sempre: un capolavoro di gag visive e tempismo impeccabile che solleva l'umore.
The White Stripes – Mi sono innamorato di una ragazza (2002)
Il risultato è un cartone animato affascinante e iper-energetico che prende vita. Questo concept semplice ma ingegnoso ha conquistato i cuori di tutto il mondo: è diventato il successo mainstream della band e il video ha vinto tre MTV Video Music Awards per i migliori effetti speciali, il miglior montaggio e il premio del pubblico. Il film Lego di Gondry ha dimostrato che l'innovazione può essere deliziosamente low-tech, un mattoncino alla volta.
Nizlopi – JCB Song (2005)
Lo stile è caldo e nostalgico, con delicate sequenze di uccelli, trattori e scene familiari che si ispirano al testo della canzone, che racconta un'infanzia rurale. Dietro le quinte, il video è stato realizzato in modo molto popolare: Bahrani, a quanto pare, ha caricato online segmenti di 30 secondi dell'animazione disegnata man mano che li completava. Questo approccio "blog by animation" ha generato interesse per mesi, contribuendo a rendere la canzone virale: ha raggiunto la vetta delle classifiche poco prima di Natale del 2005. In breve, JCB Song dimostra che un modesto video fai da te, realizzato con cura artigianale, può catturare l'immaginazione del pubblico con la stessa sicurezza degli effetti speciali ad alto budget.
REM – Ghirlanda a grandezza naturale (2008)
Nella clip, un ingorgo surreale, una sfilata di loghi aziendali e, infine, un corteo presidenziale in fuga si svolgono attorno all'eroe ignaro. La produzione ha combinato riprese live-action in stile guerriglia con un ampio utilizzo di tracking e animazione 3D, conferendo al film un'atmosfera fluida, simile a un collage. Il tono è leggermente inquietante ma umoristico: un uomo canticchia tranquillamente mentre una "corona di fiori a misura d'uomo" (una falange di pubblicità) lo circonda. Fondendo la critica sociale con immagini vivide e caleidoscopiche, "Man-Sized Wreath" si distingue come una creazione intelligente e attuale nel catalogo dei REM.
Blockhead – La scena musicale (2010)
In effetti, il video sembra un incubo: i volti si dissolvono in animali, le auto si fondono con gli alberi e ogni inquadratura si trasforma senza soluzione di continuità in qualcosa di incredibilmente creativo. È il tipo di viaggio visivo che richiede ripetuti ascolti solo per seguire tutte le gag. In un anno pieno di successi virali e trucchi high-tech, The Music Scene si è distinto semplicemente per la pura abilità delle sue illustrazioni e per l'immaginazione sconfinata che le ha generate.
LORN – Incudine (2016)
Edifici torreggianti, droni di sorveglianza volteggiano minacciosi e personaggi con dispositivi simili ad antenne incollati alla testa vagano come spettri per la città. Ogni inquadratura è composta meticolosamente, con sfumature di nero e grigio che si fondono in schermi luminosi e dati tremolanti. Il video sembra un breve racconto di fantascienza: inquietante, cinematografico e ricco di dettagli. Con Anvil , LORN e i suoi registi hanno dimostrato che una narrazione animata può avere lo stesso peso emotivo di qualsiasi film live-action: è la costruzione di un mondo immersivo nella sua forma più artistica.
Jarvis Cocker – Aline (2021)
Sembra una performance televisiva perduta della Parigi degli anni '60, con tanto di ballerini al rallentatore e inserti in split-screen, eppure tutto è eseguito con la meticolosa simmetria e l'umorismo asciutto di Anderson. In breve, il video di Aline è sia una lettera d'amore al pop europeo della vecchia scuola che un mini-film a sé stante, a dimostrazione che la creatività può remixare cinema e musica in modi deliziosi.
Radiohead – Brucia la strega (2016)
L'effetto è agghiacciantemente surreale: pupazzi luminosi e allegri e scene pastorali lasciano il posto al dominio della folla e ai sacrifici rituali. Questo contrasto – figure d'argilla dall'aspetto innocente che interpretano uno scenario violento e da incubo – rende Burn the Witch un'indimenticabile miscela di nostalgia e incubo.
Tool – Sober (1993)
Il primo video importante dei Tool è un inquietante cortometraggio in stop-motion diretto da Fred Stuhr. È incentrato su un umanoide d'argilla deforme che vive da solo in una tetra villa carnosa. All'inizio del video, la creatura scopre una misteriosa scatola di legno; aprendola, scatena bizzarre allucinazioni (mobili che levitano, arti vibranti, strani apparati meccanici) mentre vaga per corridoi umidi.
Il chitarrista Adam Jones, che ha progettato e costruito il pupazzo centrale, ha attinto alla sua esperienza di scultore e artista di effetti speciali per realizzare ogni dettaglio inquietante. Il risultato è un collage visivo da incubo – grottesco ma ipnotizzante – che si sposa perfettamente con l'atmosfera cupa e ossessiva del brano. Il mix di effetti gotici in stop-motion e animazione minuziosa di Sober ha stabilito un nuovo standard di ambizione nei video rock.
Björk — Mi manchi (1997)
Out of all the creative disciplines, animation for me has always stood above the rest, and no finer place can this form of expression by realised than in animated music videos. Unlike other types of motion capture, every moment of an animation is a conscious decision, every element used placed specifcially for a purpose. As the natural home for this type of expression, MTV is disappearing from the UK after 30 glorious years (and a few no-so glorious latter years), now is a good time to look back and put togther a list of the finest animated music videos of all time.
Some of the earliest examples of animation in the 1920s relying on music to do a great deal of the heavy lifting. In the 1980s, the artform of the music video exploded, to the extent that the debt of new videos became a legitimate "event" and many of those early examples relied on the strange beauty of animation to get them over the line and onto our screens.
Even today, when done right, animated music videos can create worlds where sound becomes colour, and imagination has no gravity. From psychedelic hand-drawn journeys to surreal stop-motion nightmares and dazzling CGI dreamscapes, animated music videos have long belonged to the boldest corners of visual storytelling.
In this curated collection, I've put together the most inventive, mind-bending, and iconic animated music videos ever made. These are the videos that transformed their attached songs into cinematic adventures and redefined what a “music video” could be. Whether painted frame-by-frame or rendered with digital wizardry, these clips prove that when animation meets music, magic is possible.
Kraftwerk – Autobahn (1979)
The result is pure psychedelic pop: hand-drawn sequences of amorphous shapes, throbbing geometries and strange creatures marching across the screen. Although neither Kraftwerk nor their label directly made it, Mainwood’s Autobahn animation became a cult classic among fans for its colorful, hypnotic style and its prescient take on technology and travel.
Pink Floyd – The Wall (1982)
Scarfe’s roughly 11 minutes of animation (during songs such as “Another Brick in the Wall” and “Goodbye Blue Sky”) are still considered “stunning and nightmarish classics”. These hand-drawn sequences gave Pink Floyd’s dark concept an almost fairy-tale absurdity, cementing Scarfe’s work as some of the most haunting and memorable visuals ever set to rock music.
Dire Straits – Money for Nothing (1985)
Although primitive by today’s standards, the jagged CGI was mind-bending at the time and perfectly matched the song’s wry view of television culture. The innovation paid off spectacularly: at the 1986 MTV Video Music Awards the clip earned 11 nominations and won both Video of the Year and Best Group Video. In short, Money for Nothing proved that computers could make even a sardonic tune feel fresh and cutting-edge on screen.
A-ha – Take On Me (1985)
This labour of love paid off – after an initial flopped release, the 1985 re-release featuring the animated clip shot the song to #2 on the UK charts and #1 in the US, earning multiple MTV Awards in 1986. Nearly forty years later Take On Me still astonishes viewers with its simple yet ingenious fusion of fantasy and reality. It remains both the band’s signature image and a case study in how creative visuals can make a hit single.
Peter Gabriel – Sledgehammer (1986)
The effect is endlessly playful and surreal. It paid off handsomely: Sledgehammer swept the 1987 MTV Video Music Awards, winning nine VMAs (a record) for its inventiveness. To this day it’s often cited as the greatest animated music video ever – a mood-lifting masterpiece of visual gags and flawless timing.
The White Stripes – Fell in Love with a Girl (2002)
The result is a charming, hyper-energetic cartoon come to life. This simple yet ingenious concept captured hearts worldwide: it became the band’s breakthrough mainstream hit and the video won three MTV Video Music Awards for Best Special Effects, Best Editing and Viewers’ Choice. Gondry’s Lego film proved that innovation can be delightfully low-tech one literal brick at a time.
Nizlopi – JCB Song (2005)
The style is warm and nostalgic, with delicate cartoon sequences of birds, tractors and family scenes that play off the song’s lyrics about a rural childhood. Behind the scenes, the video was built in a very grassroots way: Bahrani reportedly uploaded 30-second segments of the drawn animation online as he completed them. This “blog by animation” approach generated buzz over months, helping the song go viral – it topped the charts right before Christmas 2005. In short, JCB Song shows that a modest DIY video, lovingly handcrafted, can capture public imagination just as surely as big-budget effects.
R.E.M. – Man-Sized Wreath (2008)
R.E.M.’s Man-Sized Wreath is a visual fever dream from Toronto design studio Crush Inc. The video’s allegory is playful but pointed: a subdued “everyman” wanders through city streets while cartoonish ads and bizarre distractions literally chase him through a technicolor world. As Crush’s designers explained, it’s “a visual metaphor for a populace too distracted to notice the mayhem around them”.
In the clip, a surreal traffic jam, a flashing street parade of corporate logos, and finally a runaway presidential motorcade all unfold around the oblivious hero. The production combined guerrilla live-action shooting with heavy use of 3D tracking and animation, giving it a fluid, collage-like feel. The tone is slightly unsettling yet humorous – a man calmly humming while a literal “man-sized wreath” (a phalanx of ads) encircles him. By blending social commentary with vivid, kaleidoscopic visuals, Man-Sized Wreath stands out as a clever, topical creation in R.E.M.’s catalog.
Blockhead – The Music Scene (2010)
Indeed, the video feels like a fever dream: faces dissolve into animals, cars melt into trees, and each shot seamlessly transitions to something impossibly inventive. It’s the kind of visual journey that demands repeated plays just to track all the gags. In a year filled with viral hits and high-tech tricks, The Music Scene stood out simply by the sheer skill of its illustration and the boundless imagination behind it.
LORN – Anvil (2016)
It looks like a lost TV performance from 1960s Paris, complete with slow-motion dancers and split-screen inserts, yet everything is executed with Anderson’s meticulous symmetry and dry humor. In short, the Aline video is both a love letter to old-school European pop and a mini-movie of its own – proving that creativity can remix cinema and music in delightful ways.
Radiohead – Burn the Witch (2016)
The effect is chillingly surreal: bright, cheerful puppets and pastoral scenes give way to mob rule and ritual sacrifice. This contrast – innocent-looking clay figures performing a violent, nightmarish scenario – makes Burn the Witch an unforgettable blend of nostalgia and nightmare.
Tool – Sober (1993)
Tool’s first major video is a haunting stop-motion short directed by Fred Stuhr. It centres on a deformed clay humanoid living alone in a grim, flesh-like mansion. Early in the clip the creature discovers a mysterious wooden box; opening it unleashes bizarre hallucinations (levitating furniture, vibrating limbs, strange mechanical apparati) as he wanders through dank corridors.
Guitarist Adam Jones, who designed and built the central puppet, drew on his background as a sculptor and special-effects artist to craft every disturbing detail. The result is a nightmarish visual collage – grotesque yet mesmerizing – that perfectly matches the song’s dark, obsessive mood. Sober’s mix of gothic stop-motion effects and painstaking animation set a new bar for ambition in rock videos.
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